CRONACHE DEL TEATRO

CRONACHE DEL TEATRO CRONACHE DEL TEATRO Assenze e presenze - I giovani sotto la tenda - Una strana pretesa In prima linea! derSostro teatro" Enrflc Puiehi !™nn7^?v»QM^ e SSo art éoló tatUolsC*°raMlal° d,.CR010' intitolato.; Assenze è presenze ». ;A un letterato che gli ha osser-> yato esservi un evidente squilibrio; tra le molte intenzioni teoriche cpolemiche dei giovani, e la inno- che « un punto di fondamenta e dissenso fra ì giovani e 1 attuale gabile, sistematica assenza di loro; espressioni positive, di manifestar|dzioni concrete in seno al teatro militante, Fulchignom rispondeUdalla diversità delle due concezio ni dell'Arte; formativa ed educatrice nella prassi fascista; edonistica e agnostica secondo la mentalità borghese. Non v'ha dubbio — aggiunge — che la struttura attualmente in auge rispecchi in maniera lampante l'ultima delle due antitetiche posizioni ». L'attuale situazione - secondol^ohe dal Fulchignoni — deriverebbe dal zola male. I provvedimenti politici | intesi a dare una nuova fisionomia allearti dello spettacolo perchè av. fatto che si predica bene e sì ràz-l l'arte e la nuova etica bero risolti in «previdenze di ca- venga «la delicata saldatura fra! si sareb- ssrattere pratico tendenti a subordi-'f naie sul mero piano economico i !singoli allo Statò .-. La posizione si sarebbe perciò invertita < Il cen- tro di gravità degli interventi sta-tali — afferma Fulchignoni — ha dovuto sempre limitarsi a una sfe-lra di interessi contingenti esau-lrendo in vaghe postulazioni retori-Iche la polemica iniziale che era invece nata da ben più elevate de-lterminanti. Di fase in fase, la prò- gressiva attribuzione allo spetta-ìcolo di una fisionomia nettamente! commerciale, e la conseguente ai-: ticolazione del teatro in industria,, con tutti gli oneri e le responsa-1 bilità della speculazione individua-ile, hanno necessariamente relegato! le motivazioni ideali — come sem-ipre accade quando prevalgono leìleggi economiche dell'individuo — in quella zona marginale per cuigl'imperativi politici si vanificano! in transizioni e condiscendenze;:per cui i precisi e ferrei impera-'tivi di una Rivoluzione possono! scadere a superficiale e generico conformismo." Da qui la progres-! siva supina accettazione di un re-(pertorio in palese contrasto con1 l'orientamento spirituale del Regi- me, da qui \b._ tolleranza esplicita ì a tutte quelle forme di banalità, dil : larvato immoralismo, che sotto lai ipocrita vernice della finzione sce-' nica, continua a divulgare — o per; nostalgie o per rimpianti — una;visione del mondo e delle cose in|radicale antitesi a quei principi che presiedono alla educazione delle giovani generazioni ». Fulchignoni crede che « l'equivo- co dell'arte edonistica, di cui il tea- tro borghese resta l'espressione più-significativa, determina sempre ipiu la frattura tra i vecchi e i gio- j vani, ed accentua la diffidenza di questi ultimi alla trattazione dite-1 mi che sfuggono al loro interesse; ; e afferma, non senza ragione, che^ila casistica erotico-sociale di cuil gli araldi cinquantenni, in veste di| commediografi, vanno popolando! le ribalte dei nostri teatri, ha ri-: cevuto una più fine ed esauriente: trattazione tra la fine dell Ottocen-i to e il principio del nostro secolo ». Egli perciò si chiede giustamente: : «Quando si convinceranno i no-!stri commediografi, o gli importa-1 tori dei vari Bokay e Neuner che l'arido fisiologismo dei loro milio-jnari fannulloni, le loro avventure,alberghiere e domestiche suonanol una diretta offesa alla coscienza di chi si pone oggi di fronte alla vita come a una realtà dura, aspra, da conquistare giorno per giorno in un approfondimento che non co- nosce limiti, nè sofferenze? Conti-1 nueranno a trascurare la strari- pante maggioranza degli italiani, ver1' del nOStro popol°' con le sue caratteristiche per.««"«a?;? l'antologia dei quattro rammolliti imbecilli d'ambo i sessi cne costituiscono la degna rappre sentanza nostrana di quella socie- tà contro cui si combatte sul cani- po di battaglia la più impegnativa, delle crociate ? ». Al nostro lettore codeste consi-ì namente. Ma qualche osservazione:s sostanziale dobbiamo pur farla, aVediamo prima quali sono le de-;derazioni non riescono certamente; nuove; noi perciò non facciamo SUforzo alcuno a sottoscriverle pie- lduzioni di Fulchigrioni. Stando cosi le cose, alla dornan-'da: « perchè i giovani non scrivono commedie? » Fulchignoni rispon-1 ^Te^ bili m(fltl -•■-■> .1 S ir'^m 'rivoh^ionaHM l»l £tra\ta dTteS* ; s-lacla_aite rcuze nuove ». 'ohé' una veSa^n^^^SSi^?tcne una veld, nonirica politica il-m . "* Primo luogo noi non pos- siamo essere completamente con- senzientì con le concezioni espo-^ f,^e , *la,„ Fulchignoni. TSgh par" la di un teatro fascista forma 'ivt? tedtro borghese edonostico e agno-;stico- Sono distinzioni che vengo- f10 facili alla penna quando si trat-!educativo e di un ta « caratterizzare alla grossa due tlPi di teatro, ma sono incom-jplete e imprecise quando si tratta, 5lJJef""re compiti e funzioni che;yebbono esser rapportati all'Arte, f erche, se non voghamo commet-tere 1(3 stesso errore che hanno commesso e scontato i bolscevich:, noi quando parliamo di teatro dobbiamo sempre riferirci all'arte, al'a poesia, non* alla propaganda, P teatro di propaganda ha latto ingloriosa fine in Russia perchè nei drammi che si rappresentava- no «manzi al popolo vi era più: cronaca che drammaturgia, più ret?nca che arte: perchè — come scrisse Zamjatin — mancava l'u- """"- Cloe larte; cioè la poesia, =e non rapportiamo perciò i prò- Dlen» del teatro sul suo vero pia- no, perdiamo il nostro tempo. Il teatro è stato, è e sarà semprejformativo ed educativo — ricor diamoci del « casttgant. ridendoì »|»ore.s» — e anche edonistico, che {eleniento piacere (edonismo) nel- 'a più vasta e varia eccezione, è elemento essenziale e imprescin-i dibile dell'opera teatrale. Se ogni epoca ha avuto il suo teatro, vuol dire che il teatro, con spirito e for- me diversi, ha espresso sempre,L in rapporto all'epoca, lo spirito de^ tempo. E, casa ancora più note-; vole, senza interventi politici di sorta, senza che lo Stato abbia im-! posto un verbo o una disciplinauagli scrittori, pur tra i rigori del-' le inquisizioni e delle censure. Per che proprio questo tempo non dovrebbe avere i suoi poeti, i suoti drammaturghi, che ne esprimano il senso e il clima? Gli anziani, ti-;^ora, non hanno saputo farlo. Si [ dice ai giovani: avanti, è i! Vostro turno, fatelo voi. E i giovani ri- spondono: prima sgombrate il; palco; se il palco non e libero. noi| non possiamo cominciare. Ma que- i sto è uno scherzo! Quando mai s e vista una cosa simile? La storta del teatro sè fatta con battaglie !che sono rimaste memorabili. Se 1 Rosso e Pirandello — per citare! esempi recenti — avessero dovu-ijto attendere il beneplacito deil , Praga e dei Traversi saremmo l stati freschi! O non lo sa Fulchi-1 gnoni che attendere significa in vecehiare? I giovani, se sono gio vani, se hanno qualche cosa da dire veramente, non possono, non debbono ripiegare in posizioni di comodo, debbono avventarsi e ag gredire e vincere. Che approfitta re dell'età per fare la professione deì ^""^ e finire come omo" nimi di farmacia, non significa essere giovani; significa sciupare, la grazia di Dio. i giovani debbo-!no gettarsi nella mischia, e non|( porsi ai margini aena siracia e as-i sistere con le braccia conserte ali poco edificante spettacolo, aspet- tando che il teatro borghese esali senza incomodo l'ultimo respiro. !lo i si distribuiscono sussidi, il talentoI a chi non l'ha! — faccia piazzapulita per contovostro,\T immetta Ma che cosa aspettate? Che .. Stato, sempre lo Stato — come se lo Stato potesse distribuire, come; con tutti i sacramenti e stiture nel teatro italiano e ve ne faccia arbitri? E poi? che cosa farete poi? Fa- sema il peggio. Lo Stato ha fattojlV-SU0 "ovele verfP 11 teatr0 " plu farà 1" sf g,l",to. _' e se preoccupato del lato economi tS?^? le circostanze comportavano!m suo dovere verso il teatro — e sociale "del problema più che dll quello spirituale -- come afferma Fiilehio'nnni — o-n p npir-hn rsuIo i? si è!rice- Fulchignoni —. gli è perchè esula dal suo compito produrre o fa produrre capolavori a comando. S d arte, spontaneamente, non ci son, milioni che bastino per provocar- le e crearle. Il poeta c'è o non c'è: ■ a r1 e el "non le fanno gli uomini le opere I lo Stato non lo può costruire co- me costruisce cannoni o monumen- ti. Del resto mai i giovani hanno avuto tante vie aperte quante ne' hanno oggi. Non ci sono ostacoli : alla loro attività. Anzi, tutti siamo protesi, con l'orecchio intento, alle. lor voci. Parlino, e saranno esau-, diti. Ma debbono saper parlare, Questo è il punto. Far le vittime, i senza aver combattuto, è borghe- sismo della più bell'acqua. E 1 gio- • vani debbono guarire della malsa-i na tendenza, borghese anche que- sta, della vita facile, della indo- lente e furbesca pretesa di far ca- varcagli altri la castagna dal fuo- ; co per non rischiare di scottarsi, dell'abitudine di adagiarsi sornio- namente nella posizionerà conqui-1 stata. Il combattimento è la loro attività naturale, senza soste e ! : jsenza sotterfugi, ìenoni gei ojòvani si parlerà come'di "una ,.;(/lff, dU/nità, d'una vocazione piùiNon è affatto vero, caro Fulchi-i che , dell'attuale silenzio ir'eTe^ fBSnT^l - in cui , la gViosa tra-idel nostro teatro si ahmen-,capo non pia a wete e aw ajta ». Gli i torto E verrà dizione terà ila capo L]e ap0stasi m; die stesse correnti vitali ''he informano l'esistenza ane sue profonde radici ad un fa tale impegno con gli uomini e con ie cose v qUei triorno se non avreue combattuto0 se non l'avreteI i^^ pu6 essere, "ed" è utile agli esercita ma la gloria spetta in ori- ;mo Ul0K0 ai condottieri che mar- [ciano alla testa ai fanti che ri-, sentano la vita a contatto col ne- mico 0ru pl.eferire la compagnia1creato voi giovani quel giorno, sa rete irremediabilmente esclusi dal la gloria. La compagnia d'ambii- ; d'ambulanza, mentre nel teatro si |deve combattere ima appassionata battaglia dello spirito, significa iiii boscarsi Certo Fulchignoni che è giovane "ardito e valoroso, non vor "a fare una sj u.jsta ngura1 H suo posto è in prinia linea ! ui , , • _„„. i-.SI .Ruo. antne. m0Mle- Pazienza l 1 s. s. La difesa antiaerea in Libia. Non si dà troppa importanza a quell'aeroplano nemico che viene a curiosare sulle nostre posizioni: tuttavia si farà egualmente il possibile per colpirlo con dei buoni proiettili di mitragliera Reparti di artiglieria leggera antiaerea in marcia sulla litoranea libica verso le linee avanzate

Persone citate: Fulchignoni, Neuner, Pirandello

Luoghi citati: Libia, Praga, Russia