La vittoria sull'Inghilterra presupposto della pace del mondo di Giuseppe Piazza

La vittoria sull'Inghilterra presupposto della pace del mondo La vittoria sull'Inghilterra presupposto della pace del mondo // significato del viaggio di Matsuoka nell'instaurazione dell'ordine nuovo su principii di giustizia internazionale distributiva Berlino, 26 marzo. Chi come noi ha avuto la ventura di vivere la vita della capitale germanica nell'ultimo settennio almeno, ha visto a Berlino molti arrivi di portata vastamente europea, a cui la popolazione berlinese giustamente accordava la cornice della sua multipla presenza, siagli sfondi fluttuanti del rosso mare delle bandiere croceuncinate, che essa marcava e ritmava, come oggi, con l'incessante mareggiata del suo giubilo popolare. Ma, all'infuori dei memorabili arrivi del Fiihrer stesso, reduce dalle varie tappe costruttive dello storico edificio del grande Reich, non ne ricorda che due altri capaci di reggere il paragone, e di segnare con parità di ritmo la grandezza dei tempi: e sono, primo, l'arrivo di Mussolini nel memorabile settembre del 1936 da cui scaturì tanta storia europea mondiale presente, e, secondo, soltanto l'odierno arrivo del Ministro giapponese Matsuoka, avvenimento nel quale tanta storia mondiale giustamente sembra sboccare. Cause ed effetti L'avvicinamento non è soltanto materiale, nè semplice effetto dì un visivo richiamo dì luci, di fiori, di bandiere, di grida di entusiasmo, e di successioni di cerimonie e manifestazioni ufficiali. E' anche sostanziale, dappoiché l'avvenimento richiama e si ricollega necessariamente all'altro, come l'effetto alla causa. Senza l'uno non vi sarebbe stato l'altro, senza l'Asse, che ha ritrovato e ricostituito la vertebra resistente e formatrice della storia d'Europa, non vi sarebbe stato il Patto tripartito, che ha finalmente trovato il triangolo ferreo di resistenza, di costruzione e garanzia della futura storia del mondo. Senza Campo di Maggio non vi sarebbe stato 11 Patto di Berlino e senza la Magna Charta del vecchio impicciolito ma non mai esausto continente, non avrebbe avuto senso il pensare ad una Marina Otaria degli emisferi. Le prossime giornate che Josuka Matsuoka trascorrerà nelle due capitali dell'Asse daranno ampiamente occasione alle rispettive stampe di sceverare davanti alle due, anzi alle tre pubbliche opinioni, la grandezza e l'eccezionalità dell'avvenimento. Ma basta, di fronte all'entusiasmo popolare che accoglie oggi il Ministro giapponese nella capitale tedesca, richiamarsi per un momento solo alla memoria la realtà del fatto che tre quarti di secolo appena or sono il Paese che egli ora rappresenta era chiuso alle influenze occidentali ed europee, per giudicare della grandezza degli avvenimenti odierni e del ritmo intenso dì velocità con cui ha proceduto la storia mondiale che e sboccata nell'ultimo venticinquennio fra la guerra passata e la guerra attuale; e per giudicare fino a che punto 1 odierna ondata di entusiasmo popolare che accoglie il Ministro giapponese a Berlino bruci e sommerga realmente le distanze; e accolga l'Ospite non già soltanto a nome della Germania, ma più rappresentativamente ancora a nome di un'Europa la quale ha ritrovato o si avvia a ritrovare se stessa, in una forma espressiva ed organizzativa e unitaria: la sola forma cioè capace di assicurare la presenza, la efficienza della sua civiltà nella vita e nelle lotte del mondo di domani, che si allargano ormai agli emisferi. E' appunto a questo spirito d'una Europa come espressione politica organizzativa ed unitaria, senza della quale il nome europeo rischlerebbe di non avere più alcun senso nel mondo enormemente ingrandito di domani, che si uniformano oggi tutti i saluti che la stampa tedesca rivolge all'ospite Matsuoka, il Ministro della grande Potenza asiatica alleata, compartecipe, firmataria e garante con le Potenze dell'A3se del nuovo statuto avvenire degli emisferi. In questi saluti per la prima volta nella storia del nostro continente il nome di Europa ricorre in senso altamente rappresentativo del destino dei popoli che l'abitano nelle lotte e nelle concorrenze future degli emisferi. Inutile dire o ricordare che affinchè questo fosse possibile, un fatto è stato necessario: e cioè la cacciata della potenza britannica, che teneva il continente in istato di minorità e di soggezione mondiale, cacciata di cui anche ieri l'episodio complementare si è verificato: l'ingresso della Jugoslavia nel Patto tripartito. Redenzione mondiale Questo esprimono, in riassunto e in iscorcio, cosi come la giornata odierna carica di eventi cronistici solo ci permette di accennare, i numerosi articoli che la stampa tu.ia del Reich dedica all'avvenimento; nei quali naturalmente una glande parte ha, nelle bio grafie che dell'ospite vengono pub bucate da tutti i giornali, l'elemento personale da Matsuoka arrecato a questa grande politica di redenzione e di rivendicazione mondiale, la quale s'iniziò, si può dire — a volerle dare una data di albore — con il ritiro del Giappone dalla Società delle Nazioni, atiuato appunto dall'allora ambasciatore Matsuoka a Ginevra nel 1934. Per quanto riguarda i temi che dalle discussioni di Berlino verranno sottoposti, è ancora natu-Talmente troppo presto per tenta- re di esplorarli. Ma non si tradi- sce certamente alcun segreto, se, sulla scorta dell'ufficiosa AgenziaD. a. D.. ci si spinge fino a sup-porre che gli argomenti delle di- scussioni si esauriranno In tre te- mi principali: primo, il consolida- mento appunto del continente di cui già parlammo, ed il suo sin- cronizzamento con quello estremo asiatico, nello spirito dei principi del Patto tripartito; secondo, l'in- tensificazione delia collaborazione 1 esso, e coinciderebbe così con lo scopo avversario, Obbiettivo D3CIT!0310Te ! »««"»"»» puoinuuiuio 1 Questo scopo della Germania e j dell'Asse s'identifica con quello ' che è stato del resto il suo obiet ; tivo in tutto il continente: quello ; cioè di conquistare e garantire al l'Europa intera la pace, soltanto con i proprii mezzi. Questo ideale dell'Asse — cosi conclude ancora il commento della detta Agenzia J ufficiosa — che riassume il senso per l'attuazione di questi principi, I rinnovatori della vita del conti- nente, e per cui sono già all'opera I le rispettive Commissioni; terzo, la difesa contro la reazione bri- tannica. Su quest'ultimo punto si I rilevano per l'appunto oggi le di-1 chiaraziom fatte dall'ambasciato- re Halifax a Washington, nonché ! quelle del ministro americano Sumner Welles, a difesa le une e le altre del vecchio mondo, che evidentemente si sente in pericolo. | Alle une e alle altre — osservazla stampa teedsca — la sola pre- senza del ministro Matsuoka a ] Berlino risponde in maniera adat ta con la grande realtà del consolidamento di un'alleanza mondiale ed emisferiale, per il mantenimento della pace del mondo, e ad un tempo per il rivoluzionamento del mondo stesso su principi di giustizia distributiva ignoti alla vecchia società internazionale in rovina. Tutt'altro che privo d'importanza appare — si osserva ancora — il fatto che, proprio alla vigilia dell'arrivo del ministro giapponese, l'ingresso della Jugoslavia nel Patto tripartito abbia segnato il grado d'importanza e lo sviluppo raggiunto in sette mesi di vita soltanto da questo strumento internazionale. L'importanza dell'avvenimento di ieri si riepiloga per l'opinione tedesca nel fatto che con esso ormai tutto l'intero settore balcanico neutrale (s'intende con questa denominazione escludere soltanto l'eccezione greca che da se stessa si esclude, così dalla solidarietà regionale come da quella continentale) sì è aggregato ormai' ai principi di rinnovamento europeo, si è, in altri termini, dichiarato per il nuovo ordine quale è preconizzato dalla grande Magna Charta del Patto tripartito; e con ciò ha costituito ancora nel mezzo della guerra, nel continente stesso, una vasta piattaforma di popoli fautori di un durevole assetto di soluzioni pacifiche; piattaforma di popoli la quale forma già una specie di nucleo anticipatore della nuova Europa. Notevole è che questo primo nucleo della pace, ancora in mezzo alla guerra, sia costituito proprio da quei popoli il cui attributo geografico di « balcanici > fu per tanti decenni, nel linguaggio colitico europe'- sinonimo corrente di guerra perpetua e latente di lotte intestine, e di disordini sociali altrettanto che internazionali, nochè fomite di guerre generali. Oggi è proprio da 11 che comincia la pace del continente: e questo è il primo e più lampante segno della volontà di pace dell'Asse e della sua efficacia e presa sui popoli del continente. Libertà e sicurezza Questo atteggiamento di tutto un complesso di popoli Include a priori — si osserva — la convinzione preventiva ed ormai sicura della vittoria dell'Asse sull'Inghilterra: convinzione che appare abbastanza fondata se non ha fatto sentire il bisogno di attendere l'esito finale delle armi. In questa fondamentale convinzione i popoli balcanici sono decisi ad affidare le proprie sorti alla direzione delle Potenze dell'Asse, e da esse aspettano la giusta e ragionevole soluzione dei problemi, del loro benessere futuro, così sociale come internazionale. Su tali fondamentali concetti si è espresso ieri von Ribbentroo nel discorso di Vienna, discorso il cui interesse ha culminato, secondo i commenti tedeschi, nella solenne dichiarazione, di fronte al complesso balcanico, che la Germania ,« non ha in auesto territorio interessi speciali nè territoriali nè politici ». Ciò vuol dire, si osserva a Berlino, che l'interesse della direzione germanica per quanto riguarda questo settore (e il concetto informatore si può naturalmente estendere a tutto il continente, la cui organizzazione unitaria è nei fini supremi della guerra dell'Asse), sta in un massimo di libertà politica e di pace, e di sicurezza all'estero, accompagnato da un massimo di benessere economico e sociale interno, garantito da una pacifica collaborazione con il centro Europa. In questi pochi elementi è contenuto, per l'opinione tedesca, tutto il quadro del definitivo riordinamento del continente; il cui rovescio Von Ribbentrop nel suo discorso di Vienna ha precisato nell'obiettivo equivalente di impedire che un'altra terza Potenza qualsiasi, estranea al settore balcanico, intervenga o se ne impadronisca per poter continuare la sua guerra contro le Potenze centrali. E' chiaro che questo è, e continua ad essere, l'effetto immediato dell'azione delle Potenze dell'Asse e del Patto tripartito. Per questo rispetto tuttavia, nel complesso del Patto, rimane netta e chiara la distinzione, quella cioè fra Potenze fondatrici e Potenze aggregate: il supremo scopo cioè immediato della Germania e dell'Asse è in sostanza quello della limitazione del conflitto, di contro ai permanenti sforzi avversari di allargarlo a sem pre nuovi popoli; ma la Germania è decisa, così commenta la ufficiosa Agenzia D. a. D., a perseguire questo scopo unicamente con i proprii mezzi ed è perciò che non ha chiesto e non chiede aiuti militari a nessun altro Stato. E' chiaro che, se così non fosse, il suo obiettivo di limitazione del conflitto si risolverebbe in un allargamento di i di pa I generale di tutti i commenti di stampa, ha trovato un chiaro ri I flesso in talune modalità con le quali si è compiuta or ora l'ade sione jugoslava, e cioè per primo I nello scambio di note avvenuto fra . 1 il Governo di Belgrado e quelli del-;d le due Potenze dell'Asse, nellej E ! quali si garantisce alla Jugosla- s via l'integrità del suo territorio, e I le si assicura che il suo territorio non sarà utilizzato per il passag | gio di truppe. Queste due condi-j zioni, lungi dal costituire — comej da qualche parte all'estero non si ] è mancato d insinuare — una qual-1 siasi limitazione dell' importanza dell'adesione stessa, nel senso di una adesione quasi di compromesso, non fanno invece che rafforzarla, ed inquadrarla ancora meglio, con 1 chiarimenti da noi ora esposti, in quello che è lo spirito del Patto tripartito, di tutte le sue precedenti adesioni: spirito che è di pace, di limitazione del conflitto e infine di direzione e responsabilità delle Potenze fondatrici. E re — si osserva infine concludendo — LPSintosvli,,lal'esempio bulgaro sembra a taluniUcontraddire a questi concetti a | zacausa della marcia del e truppe te-;t0nSi^-^i^SJKUnS;?^?!»tette" B« Stanti e immanenti minarne che qstanti e immanenti minacce che erano state pronunziate alla vigilia dall'Inghilterra, di attentare immediatamente all'integrità del territorio bulgaro: ciò che obbligava la Germania a prevenire senza indugio l'attentato nemico. Giuseppe Piazza coridomsucdv

Persone citate: Josuka Matsuoka, Matsuoka, Mussolini, Sumner Welles, Von Ribbentrop