Nel Sud-est europeo non c'è più posto per l'Inghilterra di Alfio Russo

Nel Sud-est europeo non c'è più posto per l'Inghilterra Nel Sud-est europeo non c'è più posto per l'Inghilterra Belgrado, 25 marzo. Le edizioni • straordinarie, dei giornali hanno annunciato, poco dopò mezzogiorno, l'adesione della Jugoslavia al Patto tripartito; le strade erano affollate e le dimostrazioni che gli inglesi ieri sera assicuravano inevitabili e violente e fors'anche sanguinose, non sono avvenute: la folla, calmissima, ha comperato i giornali e poi ha rincasato, come tutti gli altri giorni. Un po' di gente però aveva il muso lungo, gente che diventa disoccupata poiché non potrà più stampare e diffondere notizie false, né spargere allarmi nei caffè cittadini e tanto meno passare qualche ora della giornata presso la Legazione d'Inghilterra. L'adesione del Governo jugoslavo, liberamente scelta, e lungamente meditata, garantisce la fine delle agitazioni e degli intrighi che l'Inghilterra ha ordito in questo paese per gettarlo in guerra, o almeno per impedire la sua collaborazione con le Potenze dell'Asse e la sua partecipazione alla ricostruzione dell'Europa. Nei Balcani dunque non c'è più posto per l'Inghilterra: il cartello del teatro politico-militare segna il tutto esaurito. Un successo eccezionale I giornali che stamattina avevano dato la sensazione dell'imminente evento, riferiscono ampiamente la cronaca viennese: e la Politika ha avuto anche il tempo di stampare un articolo che spiega l'importanza dell'adesione jugoslava al Tripartito, una adesione — dice cominciando — che discende dalla natura essenziale della politica jugoslava, e rappresenta la logica conclusione di un'idea e di un principio: l'idea della pace e il principio dell'indipendenza e della sovranità. « Anche" se non ci fossero altri vantaggi, derivanti da questa nostra adesione al Patto tripartito — prosegue il giornale — la solenne garanzia italo-germanica è veramente un eccezionale successo' della politica estera jugoslava. Per il nostro paese che ha sofferto sacrifici secolari le odierne realizzazioni hanno una vasta importanza perchè per esse siamo arrivati al punto che volevamo-, i confini di questa nostra terra nazionale diventano una intangibile eredità di lavoro e di pace dell'eroico e onorato popolo jugoslavo ». Ma — dice poi il giornale — ci sono ancora altri vantaggi assai notevoli. L'adesione della Jugoslavia al Tripartito consente un approfondimento della collaborazione con tutti i paesi vicini e particolarmente un maggiore allargamento ed approfondii rapporti italo-jugoslavi. « Con l'Italia appunto abbiamo conchiuso quattro anni or sono il Patto di Belgrado che ha garantito la pace adriatica e ristabilita la collaborazione fra i due paesi, una collaborazione che da quel temno ha avuto ininterrotti svll'vr». pi con reciproca soddisfazione ». II richiamo al Patto italo-jugoslavo ha uno speciale valore. Non v'è dubbio per nessuno che il processo di ricostruzione del mondo balcanico è nato proprio il 25 marzo del '37, cioè è nato dal Patto di amicizia fra Italia e Jugoslavia. Prima di allora i Paesi aaT,„„„*™,ii„„„,.„ -j„; iSP™°n*}ment0 del!Etnici. Vivisi e ^^|tavano soltanto l'ora del combat tlmento. La Piccola Intesa e l'Intesa Balcanica avevano scopi di guerra, erano state costituite per tenere in schiavitù due Paesi, l'Ungheria e la Bulgaria, ed avevano anche scopi "anti-italiani e anti-germanici perchè facevano parte del piano anglo-francese di accerchiamento dell'Italia e della Germania. Il Patto di Belgrado incrinò e poi infranse quella artificiosa creazione e cominciò il processo di revisione che or ora è stato totalmente compiuto con la adesione della Jugoslavia al Tripartito, cioè con il completo raggiungimento dell'unità e della unanimità balcano-danubiana. Sulla via della nuova storia L'espulsione dell'Inghilterra rappresenta appunto il ritorno di tutti questi Paesi alla missione ed alla coscienza europea. I protagonisti della nuova, storia dell'Europa sono l'Italia e la Germania; così è naturale che tutta l'Europa si unisca con esse e si schieri contro l'Inghilterra, perchè nel caso contrario sarebbe destinata a perire. Come altri Paesi che hanno sentito l'imperativo del tempo, la Jugoslavia ha scelto or ora la sua via; ed occorre notare che l'ha scelta in piena libertà, in piena sovranità, senza minacce e pressioni. Il Governo di Belgrado non è stato mai posto nemmeno per un minuto di fronte ad un dilemma, le Potenze dell'Asse non hanno mai chiesto al Governo di Belgrado niente che potesse diminuire ìa sua libertà di giudizio, pregiudicare la sua piena sovranità. Ma che cosa ha chiesto l'Inghilterra a Belgrado? Ha chiesto che la Jugoslavia scendesse in guerra contro le Potenze dell'Asse, ei è valsa di tutti i mezzi per realizzare questo scopo, ha tur bato il popolo, si è ingerita negli affari interni del Paese, ha in< trigato, ha complottato contro la sicurezza dello Stato jugoslavo. Una testimonianza autorevole viene a questo riguardo da un uomo politico jugoslavo che per lunghi anni, per tutta la sua vita, è stato artefice della politica di amicizia con le domocrazie occidentali. Appunto il signor Spalajkovic già per 13 anni ministro di Jugoslavia a Parigi, uno del maggiori esponenti della vecchia diplomazia belgradese ha scritto ner la Politika un articolo dove fra l'altro dice: «Ciò che per noi è importante è la situazione davanti alla quale ci troviamo: una parte belligerante (l'Inghilterra) chiede la nostra diretta rtartecipaztone al conflitto; l'altra parte non chiede nulla, ma desidera solamente che la Jugoslavia confermi le sue intenzioni Pacifiche e amichevoli '.<-. E' una denuncia in m'ena regola, uno smascheramento clamoroso che il signor Snalajkovic none di fronte all'oninione jugoslava. Una guerra eh» la Jugoslavia avesse fatto contro l'Italia e la Germania sarebbe stata la più bestiale guerra perchè totalmente contraria agli interessi del Paese, serve-ite soltanto interessi stranieri. Rendendosi pienamente conto della situazione e della resnonsabilità veso il popolo iugoslavo e verso l'Europa, il Governo di Belgrado ha accorciato il tempo dell'attesa inutile e pericolosa, e. aiutato dalla lealtà e dall'onestà dei Governi di Roma e di Berlino ha scelto la sua via. salvando in piena dignità la pace e l'indiuendenza' 'lei Paese, la quale garantisce un sereno avvenire. Alfio Russo