Gli Stati vicini all'Asse hanno fatto blocco

Gli Stati vicini all'Asse hanno fatto blocco Gli Stati vicini all'Asse hanno fatto blocco Budapest, 25 marzo. (To.) ■— Con profonda soddisfazione è stata appresa in questi circoli la notizia della adesione jugoslava alla politica dell'Asse con la partecipazione della Jugoslavia al Tripartito. Si ripete stasera che il Governo belgradese ha scelto la giusta via, quale doveva essere per salvare la zona balcanica da un allargamento del conflitto che ora pare più che mai solo localizzato alla Grecia, particolare che ha solo un valore episodico nel quadro generale della guerra che Italia e Germania stanno combattendo contro la plutocrazia. L'Ungheria, si ama ricordare nuovamente, ha per prima aderito al Patto italo-tedesco-nipponico e questo è un titolo di più a favore della nazione magiara quando si tratterà di precisare i ruoli che ogni popolo sarà chiamato ad assolvere per la definitiva pacifica- iZione e. la collaborazione ricostrut!tiva cosi come l'Asse ha indicato e non solo da ieri. I legami che ora intercorrono tra Budapest e Belgrado costituiscono altresì una ragione eccellente per soddisfare questi circoli. Non sarebbe infatti stato possibile all'Ungheria di curare il perfezionamento dei vincoli di amicizia coi vicini jugoslavi se costoro si fossero irrigiditi in una lìnea di condotta, se non ostile, indifferente soltanto verso Roma e verso Berlino. L'Ungheria si sarebbe trovata ad un bivio che avrebbe potuto preludere alla necessità, almeno avvenire, di una decisione. |^^l.??^,22fe *S5* o r cizia stipulato a Belgrado avrebbe finito col restare lettera morta e da una parte e dall'altra sarebbe intervenuta prima o poi quella diffidente indifferenza che già improntò per lunghi anni i rapporti ungaro-jugoslavi, rapporti — vale bene la pena di ricordarlo — che si sono grado grado modificati con la firma del Patto adriatico di cui ora ricorre il quarto anniversario. Anche la dichiarazione Italo-tedesca sul rispetto alla integrità territoriale della Jugoslavia ha provocato in questi -circoli la migliore impressione. Il corrispondente da Belgrado del Pester Lloyd scrive: «Quelli che hanno seguito la politica jugoslava non possono essere sorpresi. La Jugoslavia svolge da alcuni anni una rettilinea politica estera il cui scopo è la collaborazione con gli Stati vicini. Dopo lo scoppio della guerra questa tendenza è diventata ancor più visibile e molti sintomi dimostravano che le relazioni italo-jugoslave e tedesco-jugoslave si sviluppavano sempre più cordialmente. A poco a poco, la Jugoslavia si è avvicinata alla idea del nuovo ordine eurooeo ed è logico che. per completare la sua politica, abbia tito per poter esprimere in questo modo, anche esteriormente, la sua volontà di collaborare con l'Asse », II Magyarsa// constata che l'Inghilterra ha ormai perduto ogni speranza, in seguito alla decisione jugoslava, di svolgere le sue macchinazioni provocatorie nei Baici- ni e che anche la Grecia si trova in una situazione critica. L,'Uj Maqyarsag, in un com- men'o" redazionale, rileva la nuova vittoria diplomatica dell'Asse, che assicura alla Jugoslavia un posto degno nel nuovo ordine europeo. La Jugoslavia potrà ora partecipare direttamente all'opera di costruzione del continente.

Persone citate: Baici