Dove si vive già la vita di domani di Guido Tonella

Dove si vive già la vita di domani VIAGGIO NEL PROTETTORATO Dove si vive già la vita di domani In Boemia e Moravia, sonante cantiere deY industria pesante tedesca, si ha una suggestiva visione di pace e di lavoro -- La popolazione sa che l'attuale stato di prosperità è condizionato a una sana e duratura collaborazione col popolo del Reich Praga, 22 marzo. Del Protettorato di Boemia e Moravia poco si sente parlare da qualche tempo. Si tratta di un paese sjluato troppo lontano dalla zonn di guerra, e si capisce che il pubhlico preferisca leggere le corrispondenze che trattano della vita nei paesi occupati dalla Germania, a Occidente o a Settentrione, in prossimità immediata del fronte contro l'Inghilterra Per di più, la sorte dell'ex Repubblica ceka appare regolata in modo talmente definitivo, da min poter ragionevolmente suscitare lo stesso interesse dei diversi paesi sia del tronco germanico settentrionale, sia del gruppo fiammingo occupati dalle truppe tedesche nella primavera scorsa. Il bacino boemo e la guerra Questa mancanza di interessamento da parte del pubblico se è giustificato in quanto espressione del convincimento che il Trotettorato rimarrà immutabilmente quello che e, vale a diro un territorio facente corpo col Reich, lo è assai meno in quanto si trova fondato sulla supposizione che il Protettorato stesso nulla abbia a che vedere con la guerra. Chi può infatti ignorare l'importanza fondamentale che ha il complesso economico-industriale del bacino boemo nella organizzazione militare tedesca? Ma anche se ci ai dovesse limitare soltanto a considerare l'evoluzione spirituale e politica di questa popolazione nei primi due anni di vita comune col Reich, un viaggio-inchiesta nel Protettorato non significherebbe affatto allontanarsi dalle questioni di interesse immediato. Nel Protettorato si lavora con V" intensità quale mai qui si rieorda a memoria d'uomo; il ritmo produttivo delle imprese industriali di Boemia e Moravia è salito a un grado mai raggiunto in nessuna altra epoca; la classe operaia ceka guadagna come mai aveva guadagnato in altri tempi; tra la massa, compreso il ramo agricolo, regna, , com^atibi'lmentecon le speciali esigenze di vita create dalla guerra, un diffuso senso di prosperità e di benesse-re; tutta la popolazione insomma, compresa anche la maggior parte dei funzionari e degli impiegati della vecchia amministrazione repubhlicana — ai quali è stato tolto ogni motivo di lamentela ''on adeguati provvedimenti di quiescenza e di riassorbimento nei nuovi servizi — appare economicamente soddisfatta, tranquilla e sicura del domani. Per lo stesso tedesco che viene nel Protettorato del Reich vero e proprio, cioè da un territorio do> ve IX per conto della popolazio- - l— t ne e sotto le armi (e questo 'K— è inutile aggiungerlo — corri sponde a una cifra relativamente molto elevata) per lo stesso cittadino del Reich questi 7 milioni e 2(10 mila ceki, che godono coni-piutamente delle due maggiori benedizioni che il ciclo possa con- cedere agli uomini, la pace ? il lavoro, devono apparire, questo particolare aspetto, l'immagine più suggestiva mondo di domani. Pieno accordo coi tedeschi Queste constatazioni sulla situazione esistente nel Frotettorato abbiamo potuto farle indipendentemente da una più approfondita inchiesta sulla vita economica e industriale di Boemia e Moravia, fin dal primo giorno del nostro viaggio nel visitare la fiera di Praga e nel parlare con gli esponenti del mondo economico ceko riuniti nella capitale per la giornata inaugurale di questa importante manifestazione. Il ReichprotektoV von Neurath, che ci ha ricevuti con alcuni altri colleglli italiani, ci ha autorevolmente confermato che l'evoluzione spirituale, economica e politica della popolazione ceka nei confronti della Germania si può già considerare, a distanza di due anni dall'incorporazione dell'ex-Repubblica ceka nel Reich, come coronata dal più completo successo. « E' un successo — ci ha dichiarato il barone voti Neurath — che supera tutte le mie aspettative. L'esperienza di due anni di vita comune ha infatti convinto tutti quelli che hanno una visione realistica del problema, come la via scelta dal Presidente Hacha fosse l'unica possibile. La Cecoslovacchia era sorta da una artificiosa formula politica di pura origine ginevrina. < Benes non aveva capito come dopo il 1933, vale a dire dopo l'avvento al potere del nazionalsocialismo e dopo l'uscita della Germania dalla Lega, si era creata una situazione completamente nuova. Non era più possibile che esistesse uno Stato ceko con una funzione prettamente antigermanica. La fine di questo Stato era da prevedersi. Questo ha capito la popolazione di Boemia e Moravia, la quale nella sua grande maggioranza si è ormai resa conto come ia. sua prosperità sia condizionata da una sana collaborazione col Reich tedesco. Ciò diverrà per tutti chiaro non appena saranno finite le tlifficoltà contingenti determinate dalla guerra. Il totale dei risparmi controllati che i lavorato occupati in Germania hanno a tutt'oggi inviato in Patria assomma a ben 40 milioni di corone. E' questo un fatto concreto a cui il popolo del Protettorato non può certamente rimanere insensibile. «E" da rilevare a questo proposito — ha continuato Von Neurath — che tutti i lavoratori ceki ìecatisi a lavorare in Germania lo hanno fatto di loro spontanea volontà, senza alcuna coercizione. Le possibilità di assorbimento della mano d'opera ceka nel Reich sona tuttora per cosi diie illimitate; sotto come de) tuttavia questo afflusso è frenato odal fatto che l'industria del Pro- tettorato si tro-a in continuo in- pcremento. I li j- .> |Un paese senza disoccupati j «Non solo non esiste più alcu- 'tna disoccupazione, ma già si fagsentile una mancanza di braccia. \ Non solo la Skoda e l'industria pe- ; sante in genere lavorano notte cjgiorno senza interruzione, ma lavattività di tutti rami della produ-;Kzione dalle piccole alle maggiori ì timprese, è in pieno sviluppo. Il | risultato di questa straordinaria ri-1 presa è che le banche sono tal--dmente sature di denaro liquido, dal znon sapere come investirlo*. ; pPer quanto riguarda la situazio- j ne nel campo culturale, a propo- sito della quale la propaganda av- ! versarla cerca di inscenare delle i retrospettive speculazioni dai no-1 cti incidenti avvenuti lo scorso an-|no nell'Università di Praga, si sajquale sia la verità: le Università|vceke sono chiuse e non saranno ' triaperte per ragioni connesse coni la situazione attuale. tiQuesto non significa che dai parte tedesca vengano frapposti | ostacoli al libero sviluppo della cultura ceka o che si cerchi di imporre ai ceki la lingua germanica, i Basti tener conto del fatto — ci ha sottolineato il Reichprotektor _ che attualmente si contano in tutto il Protettorato soltanto cinglie giornali tedeschi, mentre le pubblicazioni quotidiane e periodiche in lingua ceka sono ben 1500. Sia nel campo scolastico che in vello letterario la cultura cekai KÌ sviluppa liberamente. Tutti i teatri sono aperti; l'attività libra-1 ria è oggi, malgrado la guerra, notevolmente superiore a quella, degli ultimi due anni; la produzione musicale, tradizionale nel • popolo ceko, è in piena fioritura. « Se oggi la popolazione ceka cerca di imparare il tedesco, non lo fa certo per imposizione da j parte germanica: si tratta di una conclusione pratica che tutti traggono direttamente dall'esperienza di questi due anni. E' cosi che i vecchi Rapprendono quella lingua tedesca che conoscevano perfetta- | mente venti anni or sono, mentre i giovani si sforzano di impararla al più presto possibile ». Guido Tonella

Persone citate: Benes, Del Protettorato, Moravia, Von Neurath