AUSTERI RITI IN TUTTA ITALIA PER IL 23 MARZO

AUSTERI RITI IN TUTTA ITALIA PER IL 23 MARZO La celebrazione dell'annuale dei AUSTERI RITI IN TUTTA ITALIA PER IL 23 MARZO Fervide adunate di popolo acclamante La celebrazione romana Roma, 24 marzo. Torna nel tempo la data del 23 marzo 1910, clic vide la storica adunata in piazza San Sepolcro, e ritorna dopo ventidue anni densi di eventi memorabili e carichi di destino. Dal nascere allo sbocco fatalo della Marcia su Roma, il Fascismo fu impeto travolgente e necessario per spianare la via all'idea rivoluzionaria; dal 28 ottobre 1922 all'ottobre. 1935 fu ricostruzione dello Stato, in ogni suo settore, su basi totalitarie di giustizia sociale; dall'ottobre 1935 ad oggi, attraverso la folgorante conquista dell'Impero, fu, ed è, dapprima col peso politico e quindi col peso delie armi, creatore e assertore di uri ordine morale e materiale nuovo dell'Europa che sta formandosi e sorgendo dal fuoco rigeneratore della guerra. Ma le premesse rivoluzionarie, imposte fin dal 23 marzo 1919, e cioè totalitaria giustizia sociale per il popolo lavoratore e più equa giustizia fra i popoli e fra le nazioni, hanno indirizzato tutti gli avvenimenti successivi, dal 1919 ad oggi, direttamente e indirettamente scaturiti da quel primo grido di riscossa e di liberazione. Cosi, per oltre un ventennio, la generosa e umana azione del Duce è stata costantemente rivolta a prospettare l'assoluta necessità di una revisione di giustizia sui piani della collaborazione europea. Respinta stoltamente questa collaborazione delle potenze demoplutocratiche, avide e gelose dei loro iniqui privilegi, esse imposero la guerra. Ma la guerra, cosi voluta, segnerà la loro definitiva disfatta. Oggi la marcia rivoluzionaria delle Camicie Nere — vigilata e guidata dal genio del suo grande Duce — continua a svolgersi col ritmo celere e serrato che le impressero A suoi in~dii<ienticabili canti dèlia vigilia. JSskO è trasfuso, all'interno, nel sorrèggere il popolo che lavora e prepara '«r,arml alla vittoria, ed è trasfuso sui fronti di battaglia, nell'ineftare al saciiticlo e alla gloria l'altro prynJi!"Nello stesso sangue e dello s ., S « Credo » che impugna quelli!? armi per dare al mondo la sua giusta pace, liberandolo per sempre dal nefa-r sti dell'idra demoplutocratica che 10 soffoca moralmente e materialmente. A Palazzo Venezia « Credere - Obbedire - Combatli trinomio Mussoliniano è oggi — come ieri, come sempre — l'imperativo categorico del popolo italiano lavoratore e guerriero. E in esso e per esso -— ancora una volta — il nostro popolo schiaccerà con piede di bronzo e volontà di ferro ogni ostacolo, cogliendo 11 premio della meritata vittoria. La celebrazione romana ha assunto un tono di particolare solennità. Alle ore 10 le gloriose insegne del Direttorio nazionale del P. N. F., scortate da mia centuria di squadristi e di reduci, da, una centuria della Milizia universitaria e da una centuria. dell'Accademia della G.I.L., al comando del Segretario federale dell'Urbe, sono state recate, dalla Sede Littoria, a Palazzo Venezia, Nella mattinata primaverile allietata dal sole, le insegne sono state romanamente salutate dalla cittadinanza che faceva ala al loro passaggio, In piazza Venezia, una fitta folla di popolo, occupava la platea della piazza. Allorché le insegne sono giunte, i reparti della scorta d'onore si sono schierati dinnanzi a Palazzo Venezia. Agli squilli d'attenti — mentre la folla scattava nel saluto romano un drappello recava le insegne nell'interno del palazzo. Poco dopo esse venivano esposte al balcone. La musica dell'Accademia della G.I.L. ha quindi intonato l'inno della Rivoluzione, accolto dagli applausi della folla. Di lì a poco, nella via dei Trionfi, in una superba, magnifica cornice di giovinezza, si è svolta la manifestazione celebrativa del 22" annuale dei Fasci. Sulle pendici del Palatino e lungo il rettifilo, era ammassata grandissima folla. Nel fondo, a ridosso dell'arcq di Costantino, era stato elevato un palco, ricoperto da un ampio drappeggio rosso e sormontato da tricolori, bandiere littorie e bandiere dai colori di Roma. Tutta la via dei Trionfi era costellata da una festosa policromia di vessilli. Le organizzazioni giovanili dell'Urbe — superbo fiore di giovinezza guerriera, tempra salda e ferrea della gioventù del Littorio — inquadrata saldamente, all'altezza del Circo Massimo, sono state passate in rassegna dal Federale dell'Urbe comandante generale della G.I.L., accompagnato dalle gerarchie del Fascismo romano. Fra queste era pure una rappresentanza del Partito nazionalsocialista, che, al suo giungere, è stata accolta da una vibrantissima acclamazione. Dopo la rassegna, i reparti della Gioventù del Littorio hanno sfilato, tra l'ammirazione della folla che applaudiva incessantemente, dinnanzi alle gerarchie. Si sono cosi succeduti, al ritmo delle fanfare e a passo ferrea-mente cadenzato, il battaglione premilitare « 9 Maggio » del Guf, ì giovani fascisti premilitari, i volontari -della G.I.L., gli avanr guardisti moschettieri, marinaretti e premarinari, le giovani italiane c lo giovani fasciste. La colonna si è attestata dinnanzi al palco, formando un ampio campo fiorito di giovane splendore. Frattanto, ài Iati del palco, si erano disposti reparti di balilla trombettieri e di balilla tamburini, che, con la fanfara dei volontari della G.I.L., alternavano, nell'attesa, gli inni della Patria e della Rivoluzione, fra ardenti acclamazioni all'indirizzo del Duce. Il discorso celebrativo di Suardo Poco dopo le undici, il camerata Giacomo Suardo, Presidente del Senato, è salito sul palco, seguito dalle altre autorità e gerarchie. Dopo il saluto al Duce, il Federale ha dato lettura dell'ardente indirizzo inviato al Duce dal Segretario del Partito, a nome delle Camicie Nere, contenuto nell'ultimo « Fogli d'ordini ». Quindi, tra fervidissime acclamazioni d' entusiasmo, il Presidente del Senato ha pronunciato il discorso celebrativo. L'oratore, rievocata la storica data del 23 marzo e l'appello del Duce a quanti erano decisi a difendere la vittoria italiana sulle piazze dopo averla conquistata nelle trincee, ha ricordato, con appassionata parola, l'epopea dello Squadrismo e la lotta condotta sin dalla prima vigilia fascista contro quei « borghesi » in ispirito che hanno oggi la più ripugnante, odiosa e completa espressione in quel mondo anglo-sassone, contro il quale l'Italia fascista è scesa in armi. Dopo aver affermato che il programma d'azione tracciato dal Duce sin dal lontano 1910 e che mirava a far grande l'Italia, è lo stesso che. tuttora anima l'Italia fascista in una lotta senza compromessi, l'oratore ha illustrato la grandezza del compito che l'Italia, a fianco della Germania nazista, di cui è strettamente solidale, si assume per ridare all'Europa il suo posto nel mondo e per aprire ai popoli, attraverso l'aspra ma necessaria via del sacrificio, le vie della libertà spirituale e del benessere economico. Esaltando il valore dei combattenti e ricordando l'aspetto cavalleresco ed umano della guerra delle nostre armi, nell'ultima parte del suo discorso il Presidente del Senato ha particolarmente indicato ai giovani il dovere di preptt rarsi alle responsabilità di doma ni, per adempiere sino in fondo alla missione che il Duce ha loro affidata per la continuità della Rivoluzione e la realizzazione di una più alta giustizia sociale. Ricordata la recente parola del Duce, anticipatrice di primavera, il conte Suardo ha concluso la rievocazione del ventiduesimo annuale dei Fasci con una appassionata invocazione alla gioventù guerriera d'Italia. ■ Il fiero discorso del conte Suardo, sottolineato frequentemente da forti applausi, è stato, infine, salutato dalla massa dei giovani e del popolo da imponenti dimostra! zioni al Duce e alle eroiche Forze | Armate d'Italia. Calde ovazioni al Duce e al FUhrer hanno concluso la celebra1 zione, mentre le musiche intorni vano gli inni delle duo Potenze amiche ed alleate che combattono contro il comune nemico per quella sicura vittoria, che darà ai popoli in Europa un nuovo ordine di giustizia sociale. Alle ore in, alla presenza ancora di numerosissima folla, le gloriose Insegne del Partito sono stale tolte dal balcone di Palazzo Venezia. Scortate sempre dalla centuria di Squadristi e di reduci, dalla centuria di Milizia universitaria e dalla centuria dell'Accademia della G.I.L., le Insegne, al suono dell'inno della Rivoluzione, sono state recate alla Sede lilto- min i 1111 ■ I ri 11 {Il 11 ■ I ■ 1111 IIUIIIII ria, salutate romanamente dal1 popolo che faceva ala al loro pas- saggio. Nel quadro delle manifestazioni celebrative dell'annuale dei Fase di Combattimento, sul piazzale antistante alla stazione Ostiense, per iniziativa del Comando della Milizia Ferroviaria, si è svolta ieri a Roma la consegna delle ricompense al Valor militare e civile e dei premi della « Fondazione XV Legione Luigi Razza » ai legionari distintisi per atti di valore e di coraggio. Hanno presenziato alla cerimonia il ministro HostVenturi, autorità e gerarchie dell'Urbe e una folla di Camicie Ne- re e di popolo. La consegna delle medaglie d'argento, di bronzo e delle croci di guerra e dei vari premi è stata fatta personalmen te dal Ministro. Sul piazzale era no schierati reparti armati della Milizia Ferroviaria, che infine hanno sfilato al canto degli inni dola Patria e della Rivoluzione. Nella mattina, a Villa Patrizi, era stato reso omaggio, da parte dei più alti funzionari del Dicastero, da rappresentanze dell'Associazione fascista ferrovieri, della Milizia Ferroviaria e della Federazione dell'Urbe ai Sacrario dei ferrovieri caduti in guerra e per la Rivoluzione. Le Insegne del Partito vengono issate sul balcone di Palazzo Venezia. AUSTERI RITI IN TUTTA ITALIA PER IL 23 MARZO La celebrazione dell'annuale dei AUSTERI RITI IN TUTTA ITALIA PER IL 23 MARZO Fervide adunate di popolo acclamante La celebrazione romana Roma, 24 marzo. Torna nel tempo la data del 23 marzo 1910, clic vide la storica adunata in piazza San Sepolcro, e ritorna dopo ventidue anni densi di eventi memorabili e carichi di destino. Dal nascere allo sbocco fatalo della Marcia su Roma, il Fascismo fu impeto travolgente e necessario per spianare la via all'idea rivoluzionaria; dal 28 ottobre 1922 all'ottobre. 1935 fu ricostruzione dello Stato, in ogni suo settore, su basi totalitarie di giustizia sociale; dall'ottobre 1935 ad oggi, attraverso la folgorante conquista dell'Impero, fu, ed è, dapprima col peso politico e quindi col peso delie armi, creatore e assertore di uri ordine morale e materiale nuovo dell'Europa che sta formandosi e sorgendo dal fuoco rigeneratore della guerra. Ma le premesse rivoluzionarie, imposte fin dal 23 marzo 1919, e cioè totalitaria giustizia sociale per il popolo lavoratore e più equa giustizia fra i popoli e fra le nazioni, hanno indirizzato tutti gli avvenimenti successivi, dal 1919 ad oggi, direttamente e indirettamente scaturiti da quel primo grido di riscossa e di liberazione. Cosi, per oltre un ventennio, la generosa e umana azione del Duce è stata costantemente rivolta a prospettare l'assoluta necessità di una revisione di giustizia sui piani della collaborazione europea. Respinta stoltamente questa collaborazione delle potenze demoplutocratiche, avide e gelose dei loro iniqui privilegi, esse imposero la guerra. Ma la guerra, cosi voluta, segnerà la loro definitiva disfatta. Oggi la marcia rivoluzionaria delle Camicie Nere — vigilata e guidata dal genio del suo grande Duce — continua a svolgersi col ritmo celere e serrato che le impressero A suoi in~dii<ienticabili canti dèlia vigilia. JSskO è trasfuso, all'interno, nel sorrèggere il popolo che lavora e prepara '«r,arml alla vittoria, ed è trasfuso sui fronti di battaglia, nell'ineftare al saciiticlo e alla gloria l'altro prynJi!"Nello stesso sangue e dello s ., S « Credo » che impugna quelli!? armi per dare al mondo la sua giusta pace, liberandolo per sempre dal nefa-r sti dell'idra demoplutocratica che 10 soffoca moralmente e materialmente. A Palazzo Venezia « Credere - Obbedire - Combatli trinomio Mussoliniano è oggi — come ieri, come sempre — l'imperativo categorico del popolo italiano lavoratore e guerriero. E in esso e per esso -— ancora una volta — il nostro popolo schiaccerà con piede di bronzo e volontà di ferro ogni ostacolo, cogliendo 11 premio della meritata vittoria. La celebrazione romana ha assunto un tono di particolare solennità. Alle ore 10 le gloriose insegne del Direttorio nazionale del P. N. F., scortate da mia centuria di squadristi e di reduci, da, una centuria della Milizia universitaria e da una centuria. dell'Accademia della G.I.L., al comando del Segretario federale dell'Urbe, sono state recate, dalla Sede Littoria, a Palazzo Venezia, Nella mattinata primaverile allietata dal sole, le insegne sono state romanamente salutate dalla cittadinanza che faceva ala al loro passaggio, In piazza Venezia, una fitta folla di popolo, occupava la platea della piazza. Allorché le insegne sono giunte, i reparti della scorta d'onore si sono schierati dinnanzi a Palazzo Venezia. Agli squilli d'attenti — mentre la folla scattava nel saluto romano un drappello recava le insegne nell'interno del palazzo. Poco dopo esse venivano esposte al balcone. La musica dell'Accademia della G.I.L. ha quindi intonato l'inno della Rivoluzione, accolto dagli applausi della folla. Di lì a poco, nella via dei Trionfi, in una superba, magnifica cornice di giovinezza, si è svolta la manifestazione celebrativa del 22" annuale dei Fasci. Sulle pendici del Palatino e lungo il rettifilo, era ammassata grandissima folla. Nel fondo, a ridosso dell'arcq di Costantino, era stato elevato un palco, ricoperto da un ampio drappeggio rosso e sormontato da tricolori, bandiere littorie e bandiere dai colori di Roma. Tutta la via dei Trionfi era costellata da una festosa policromia di vessilli. Le organizzazioni giovanili dell'Urbe — superbo fiore di giovinezza guerriera, tempra salda e ferrea della gioventù del Littorio — inquadrata saldamente, all'altezza del Circo Massimo, sono state passate in rassegna dal Federale dell'Urbe comandante generale della G.I.L., accompagnato dalle gerarchie del Fascismo romano. Fra queste era pure una rappresentanza del Partito nazionalsocialista, che, al suo giungere, è stata accolta da una vibrantissima acclamazione. Dopo la rassegna, i reparti della Gioventù del Littorio hanno sfilato, tra l'ammirazione della folla che applaudiva incessantemente, dinnanzi alle gerarchie. Si sono cosi succeduti, al ritmo delle fanfare e a passo ferrea-mente cadenzato, il battaglione premilitare « 9 Maggio » del Guf, ì giovani fascisti premilitari, i volontari -della G.I.L., gli avanr guardisti moschettieri, marinaretti e premarinari, le giovani italiane c lo giovani fasciste. La colonna si è attestata dinnanzi al palco, formando un ampio campo fiorito di giovane splendore. Frattanto, ài Iati del palco, si erano disposti reparti di balilla trombettieri e di balilla tamburini, che, con la fanfara dei volontari della G.I.L., alternavano, nell'attesa, gli inni della Patria e della Rivoluzione, fra ardenti acclamazioni all'indirizzo del Duce. Il discorso celebrativo di Suardo Poco dopo le undici, il camerata Giacomo Suardo, Presidente del Senato, è salito sul palco, seguito dalle altre autorità e gerarchie. Dopo il saluto al Duce, il Federale ha dato lettura dell'ardente indirizzo inviato al Duce dal Segretario del Partito, a nome delle Camicie Nere, contenuto nell'ultimo « Fogli d'ordini ». Quindi, tra fervidissime acclamazioni d' entusiasmo, il Presidente del Senato ha pronunciato il discorso celebrativo. L'oratore, rievocata la storica data del 23 marzo e l'appello del Duce a quanti erano decisi a difendere la vittoria italiana sulle piazze dopo averla conquistata nelle trincee, ha ricordato, con appassionata parola, l'epopea dello Squadrismo e la lotta condotta sin dalla prima vigilia fascista contro quei « borghesi » in ispirito che hanno oggi la più ripugnante, odiosa e completa espressione in quel mondo anglo-sassone, contro il quale l'Italia fascista è scesa in armi. Dopo aver affermato che il programma d'azione tracciato dal Duce sin dal lontano 1910 e che mirava a far grande l'Italia, è lo stesso che. tuttora anima l'Italia fascista in una lotta senza compromessi, l'oratore ha illustrato la grandezza del compito che l'Italia, a fianco della Germania nazista, di cui è strettamente solidale, si assume per ridare all'Europa il suo posto nel mondo e per aprire ai popoli, attraverso l'aspra ma necessaria via del sacrificio, le vie della libertà spirituale e del benessere economico. Esaltando il valore dei combattenti e ricordando l'aspetto cavalleresco ed umano della guerra delle nostre armi, nell'ultima parte del suo discorso il Presidente del Senato ha particolarmente indicato ai giovani il dovere di preptt rarsi alle responsabilità di doma ni, per adempiere sino in fondo alla missione che il Duce ha loro affidata per la continuità della Rivoluzione e la realizzazione di una più alta giustizia sociale. Ricordata la recente parola del Duce, anticipatrice di primavera, il conte Suardo ha concluso la rievocazione del ventiduesimo annuale dei Fasci con una appassionata invocazione alla gioventù guerriera d'Italia. ■ Il fiero discorso del conte Suardo, sottolineato frequentemente da forti applausi, è stato, infine, salutato dalla massa dei giovani e del popolo da imponenti dimostra! zioni al Duce e alle eroiche Forze | Armate d'Italia. Calde ovazioni al Duce e al FUhrer hanno concluso la celebra1 zione, mentre le musiche intorni vano gli inni delle duo Potenze amiche ed alleate che combattono contro il comune nemico per quella sicura vittoria, che darà ai popoli in Europa un nuovo ordine di giustizia sociale. Alle ore in, alla presenza ancora di numerosissima folla, le gloriose Insegne del Partito sono stale tolte dal balcone di Palazzo Venezia. Scortate sempre dalla centuria di Squadristi e di reduci, dalla centuria di Milizia universitaria e dalla centuria dell'Accademia della G.I.L., le Insegne, al suono dell'inno della Rivoluzione, sono state recate alla Sede lilto- min i 1111 ■ I ri 11 {Il 11 ■ I ■ 1111 IIUIIIII ria, salutate romanamente dal1 popolo che faceva ala al loro pas- saggio. Nel quadro delle manifestazioni celebrative dell'annuale dei Fase di Combattimento, sul piazzale antistante alla stazione Ostiense, per iniziativa del Comando della Milizia Ferroviaria, si è svolta ieri a Roma la consegna delle ricompense al Valor militare e civile e dei premi della « Fondazione XV Legione Luigi Razza » ai legionari distintisi per atti di valore e di coraggio. Hanno presenziato alla cerimonia il ministro HostVenturi, autorità e gerarchie dell'Urbe e una folla di Camicie Ne- re e di popolo. La consegna delle medaglie d'argento, di bronzo e delle croci di guerra e dei vari premi è stata fatta personalmen te dal Ministro. Sul piazzale era no schierati reparti armati della Milizia Ferroviaria, che infine hanno sfilato al canto degli inni dola Patria e della Rivoluzione. Nella mattina, a Villa Patrizi, era stato reso omaggio, da parte dei più alti funzionari del Dicastero, da rappresentanze dell'Associazione fascista ferrovieri, della Milizia Ferroviaria e della Federazione dell'Urbe ai Sacrario dei ferrovieri caduti in guerra e per la Rivoluzione. Le Insegne del Partito vengono issate sul balcone di Palazzo Venezia.