Giornalisti tedeschi e nipponici alla Scuola della Polizia dell'Africa italiana

Giornalisti tedeschi e nipponici alla Scuola della Polizia dell'Africa italiana Giornalisti tedeschi e nipponici alla Scuola della Polizia dell'Africa italiana Tivoli, 17 marzo. I rappresentanti della stampa taliana e i corrispondenti romani dei principali giornali germanici e mormonici hanno visitato la scuola della polizia dell'Africa Italiana ove attualmente, oltre al battaglione di guardie che compie il suo normale ciclo di addestramento, un folto gruppo di ufficiali del- ' 3 Z1C le S. S. e funzionari della polizia dei Reich frequentano il terzo cor- a o i a o a o e i l , e n so di addestramento teorico e pratico. I rappresentanti della stampa delle tre nazioni amiche ed alleate accompagnati da ' un generale pettore della P. A. I. e dal comandante la scuola con numerosi ufficiali hanno visitato anzitutto la scuola stessa interessandosi al normale funzionamento di essa. II corpo della P.A.I., come precìsa il suo regolamento organico, assicura l'ordine è la sicurezza nella A. I. e costituisce una forza di cui si vale l'autorità politica per il conseguimento dei fini im periali che lo stato fascista si -pro pone fjr assicurare la difesa delle istituzioni del territorio e per salvaguardare .la, sanità fisica e morale dèlie pòpolaaroni. Costituito nel dicembre del 1936 con il nome di «polizia coloniale »; poi mutato nella denominazione di « Polizia dell'Africa Italiana », esso è riuscito a dotare l'impero dì un .organismo di polizia,'snèllo, organico e perfettamente attrezzato. Modellata sulla struttura politico-amministrativa della Libia e dell'A.O.I. è l'organizzazione del Corpo, che ha a Roma, presso il Ministero dell'Africa Italiana, il comando generale; a Tripoli ed a Addis Abeba ha due ispettorati generali; e in ogni capoluogo di governo ha una questura che a sua volta allunga le sue propaggini nei centri minori con uffici commissariali, sezioni, stazioni e posti di polizia, a seconda della densità della popolazione, dei traffici e del movimento stradale. Il corpo ha inoltre due centri di reclutamento per indigeni, uno ad Addis Abeba e l'altro all'Asmara; e una banda regolare a cavallo, più bande regolari, e sette battaglioni ai quali il Duce ha imposto i nomi di gloriosi pionieri della espansione italiana in Africa.. I battaglioni sono tutti usciti dalla scuola di addestramento di Tivoli. Le funzioni di questo Corpo speciale, che finora si compone di un organico di circa 12.500 uomini di cui oltre 3.000 sono nazionali, sono varie e complesse perchè debbono assicurare l'osservanza dell'ordinamento africano fascista. Naturalmente tali compiti sono numerosi, diffìcili e delicati, e come tali essi esigono una disciplina ed una altrettanto salda preparazione tecnica. Reparti specializzati esplicano, inoltre, i servizi di polizia stradale, ferroviaria, portuaria e confinaria. Nel corso di questa guerra il Corpo di Polizia dell'Africa Italiana ha partecipato a numerose azioni belliche in A.O.I. e a tutto il ciclo di operazioni contro il Somaliland, distinguendosi per ardimento e perizia. Il contributo di sangue e di gloria dato dalla Polizia dell'Africa Italiana è sintetizzato, oltre che dalle numerose ricompense concesse agli appartenenti al Corpo, dall'eroismo sublime del vice brigadiere Orecchioni ,il quale, cadendo da prode, ha meritato la più ambita conferma del suo valore. Così il Corpo, in pochi anni, ha raggiunto un grado di efficienza e di organizzazione tecnico-militare da farlo additare ad esempio, mentre ha offerto argomento di studio ai nostri alleati tedeschi, i quali, a più riprese hanno inviato contingenti di truppe e di ufficiali a frequentare speciali corsi di orien tamento sull'organizzazione e sul funzionamento della polizia del l'Africa Italiana. I giornalisti hanno assistito an che, con viva ammirazione, al campo sportivo, a una normale esercitazione del battaglione allievi, che ha compiuto interessanti prove dimostrando la sua già matura preparazione bellica. Una compagnia del battaglione ha anche eseguito alcuni movimenti in ordine chiuso, cantando da ultimo l'inno Impero e l'inno nazionale del Reich. I rappresentanti della stampa hanno infine fraternizzato, unitamente agli ufficiali del P. A. I. e agli ufficiali tedeschi in una cameratesca riunione svoltasi a Villa d'Este. otetamzdfdccnztctsdarpicvBztpdunlsn

Persone citate: Duce, Orecchioni