GLI STRANI GUSTI del cav. Flaminio...

GLI STRANI GUSTI del cav. Flaminio... GLI STRANI GUSTI del cav. Flaminio... Dal nulla o quasi, appena una manata di libri ereditati dal padre buonanima, il cav. Flaminio B. s'era venuto facendo nel giro di pochi lustri quel po' po' di biblioteca. Eccoli 11, allineati lungo le pareti dello studio, eccoli 11 quegli ottocento volumi messi insieme con tanta industria, conservati con tanta cura: e tutti nuovi o come nuovi, e tutti o quasi rilegati. Perchè è da sapere che la passione di raccogliere libri s'accompagnava nel nostro con quella di farli rilegare, anzi era tutt'una: tanto che molto spesso, da casa sua al libraio e da questo al rilegatore, egli faceva un viaggio Bolo. Ma, domanderete, Il leggeva poi i suoi libri il cav. Flaminio? E^co: comprarli, farli rilegare, metterli e toglierli dagli scaffali, contemplarli, lisciarli, accarezzarli, questo si e di continuo: leggerli è un altro paio di maniche. Leggere, il cav. Flaminio non leggeva che il giornale. Aveva però fatto un' eccezione Eier l'opera rara di un esploraore finlandese dal titolo: Sei anni fra i cannibali (troppi, per non doversi meravigliare che l'autore sia potuto rimpatriare intero), la quale opera, se ancora non aveva fatto rilegare, era perchè non aveva mal saputo decidersi fra più modelli di rilegatura sopraffina. Quest'inverno il cav. Flaminio è morto, non tanto all'Improvviso però, che non abbia avuto tempo di consegnare alla moglie un plico, contenente, oltre al testamento vero e proprio, una lettera con questa soprascritta: « da aprirsi In presenza del notalo subito dopo il mio decesso ». La vedova con¬ vocò puntualmente il personaggio, questi ruppe i bolli di ceralacca e « Cara moglie — diceva la lettera — ti lascio e me ne duole. Ma tieni-per fermo che se non farai quello che ora ti dirò, non avrò mai pace, e preghiere e Messe ci potranno poco. Una delle ragioni per cui mi dispiace di morire è di non aver fatto in tempo a far rilegare Sei anni fra i cannibali. Dispongo pertanto che lo faccia rilegare tu. e, intendi bene, con la mia pelle: tanto, andando dove vo, a che cosa mi dovrebbe ancora servire? Mentre so di positivo che la pelle umana, specie quella della schiena, onde sarà tua cura di farmela ricavare, si presta egregiamente, sottoposta che sia stata a debita concia, a fare delle meravigliose rilegature. Impartisco a parte al rilegatore le necessarie istruzioni. Comunque, si resta intesi cosi: dorso in pelle (la mia), piatti di pergamena e taglio dorato. Fare presente al rilegatore, prima di contrattare 11 prezzo, che la pelle ce la mettiamo noi, anzi ce la metto io. Addio Adalgisa... » seguivano toccanti espressioni di commiato. Come sian rimasti, la vedova e il notaio, non domandate. Ma alla fine la prima è sbottata: « no, no, mille volte no! Fossi matta! E a Giosafatte poi, chi la rimedierebbe ? In pelle di bue li farò rilegare, quei maledetti cannibali, e sarà anche troppo per loro! Quanto a mio marito, troverò bene il verso di placarlo, quando sarò andata anch'io nell'ai di là: se no, vorrebbe dire che da morta Adalgisa non è più lei

Persone citate: Giosafatte, Messe