Moniti agli Stati Uniti

Moniti agli Stati Uniti clzpomslslStgfradtvstcemellpdgstidclsL Europa ha il suo. destino già segnato e la vittoria militare del Fascismo sta per essere un fatto compiuto. Ma, al di sopra delle posizioni dialettiche, stanno le gravi responsabilità storiche dei popoli d'oltre Oceano. L'America, che trasse tutta la forza della sua civiltà dai colonizzatori italiani e spagnoli, deve pronunziarsi nettamente. Quésta guerra larvata con cui la democrazia nordamericana combatte insidiosamente i popoli dell'Asse, questa scandalosa violazione della neutralità.a. beneficio di una sola potenza belligerante, sono fatti che ormai sollevano la riprovazione universale. A noi non interessa sapere che pochi isolazionisti si battono per il non-intervento degli Stati Uniti d'America, mentre tutta la stampa quotidiana dell'altro emisfero diffama sistematicamente le Potenze dell'Asse. I misteri dell'elettoralismo americano a noi non interessano, anche perchè sappiamo che il più fanatico isolazionista nasconde sempre un partigiano irriducibile della democrazia. Quello che a noi importa è lo stato d'animo del popolo americano che a noi sembra paurosamente proclive allo intervento morale ed economico, se non militare. Ma l'intervento morale, contro di noi, gli aiuti economici alla Gran Bretagna, la tendenza democratica che mira a valorizzare i relitti della vecchia Italia, sono altrettante solenni smentite della no-l 3 di neutralità. Quando noi S1. :rao sulla stampa ameri- cai~i che alcuni caporioni della democrazia americana si sono fatti sostenitori di un ridicolo i saecKcenpLhrcdcepdRmzvfvfzntitsttdlm1cslpcdsnpgruppo di « rottami di loggia » che vorrebbero agitare a sproposito lo spauracchio della libertà, non possiamo fare a meno di pensare che in America deve esistere un madornale equivoco nei confronti dell'Italia fascista. L'Italia di Mussolini ha la piena coscienza delle sue responsabilità. Per questo, l'alleanza italo-germanica assolve una funzione storica della nuova Europa e risponde pienamente ai sentimenti del popolo italiano nell' attuale momento. Questa inflessibile solidarietà fra due rivoluzioni è il frutto della politica di Versaglia, ma è anche il bisogno ideale di due giovani grandi popoli che sono lé due forze politiche convergenti della nuova Europa. Pensare che un comitato americano più o meno connivente con gli ultimi residui del fuoruscitismo italiano possa scalfire questa granitica realtà storica, significa cadere nel puro vaneggiamento. I due condottieri dell'Asse hanno ribadito la loro suprema certezza nella vittoria. E' l'atto di fede di due rivoluzioni totalitarie che si battono su un unico fronte, contro un solo nemico. La loro parola altissima trascende l'attualità politica-, per assurgere a elemento fondamentale della nuova Storia. Il Duce, che con la Sua eloquenza politica rinnova sempre 1 prodigi del grande Tribuno che scosse dal letargo l'Italia, ha avuto la misura di quanto sia illimitata la devozione e la fiducia degli italiani. Il Fuhrer ha trovato, come sempre, degli accenti potentissimi di rievocazione storica che definiscono la coscienza e la fermezza della Germania Nazionalsocialista.. Più si meditano attentamente questi due discorsi, più se ne trae il convincimento che la vittoria del Fascismo è assicurata non solo sul piano europeo, ma anche su quello mondiale, L'America deve riflettere sul suo destino, perchè, se i sentimenti dei due popoli dell'Asse dovessero mutare, l'effimero benessere della civiltà nordamericana cesserebbe d'incanto. L'America è stata sempre tributaria della civiltà europea. L'Europa, la vecchia Europa di ieri, col suo spirito di mimetismo e di rassegnazione servile., ha fatto indirettamente la ricchezza e la grandezza del Nord-America. I traffici commerciali americani hanno sempre trovato da noi un terreno fertilissimo. L'industria cinematografica d'oltre Oceano ha sempre fatto assegnamento sulla tendenza ad «americanizzarsi » delle masse europee. Se non abbiamo letto che pochi romanzi americani, rifatti con dilazione grottesca dei nostri grandi classici, è perchè la civiltà dei dollari e delle macchine non ha mai avuto nè idee, nè cultura, nè poesia, nè arte. Ora, l'America vorrebbe rinnegare il suo passato con la scusa che la democrazia è tramontata in Europa. Ma, che cosa ha di democratico il continente americano, se si eccettua la effimera e insincera manifestazione del suffragio ? Un francese, poeta uscito dalle trincee dell'altra guerra, ha fatto della democrazia americana un ritratto implacabile. L'America, che balza viva dalle pagine delle Scene della Vita Futura, suscita un senso di orrore perchè dall'immenso ingranaggio della civiltà capitalistica lo spirito umano ne esce distrutto, distrutto soprattutto nei suoi valori morali. Su qua5e premessa si basa la democrazia a mericana, se tutte le libertà dell'uomo affogano nel gigantesco mattatoio del macchinismo, se tutta la società civile è schiava dell'alta finanza e dei trust, se perfino la cosiddetta libertà politica non esula dalla pura finzione? Questa testimonianza gallica giova indirettamente a lumeggiare il nostro discorso L'America deve ascoltare i moniti che le hanno rivolto i due reggitori delle Nazioni totalitarie. Se non li ascolta, essa si espone alle più gravi complica zioni che abbiano mai minaccia Lto il continente americano. Già Moniti agli Stati Uniti l'America del Sud, che pure ha un peso enórme nel complesso della politica panamericana, ha fatto sentire la sua voce che è di netto "dissenso. Le 'repubbliche latine, -più vicine 'per ininterrotte tradizioni al nostro spirito, comprendono l'altissimo compito di civiltà dei popoli dell'Asse in Europa. La democrazia bellicista ci attribuisce dei piani fantastici di aggressione, ormai nettamente e definitivamente smentiti come cosa assurda dalla parola del Duce. Ma la stessa democrazia imperialista di Wall Street non dissimula le sue mire egemoniche nel Sud America, nel Pacifico, in tutti i mari del mondo dove può giungere la potenza della sua flotta. Mentre le navi da guerra americane si spingono fino all'isola di Guam, nessun presidio militare dell'Asse si è spinato fuori dalla zona europea dove si combatte. Le parti, come si vede, sono nettamente invertite. E' l'egemonia nordamericana che pesa su tutto l'altro emisfero e minaccia indirettamente anche l'Europa. Questa egemonia arresterebbe di colpo la nostra espansione commerciale in Oriente, se l'Alleato Giappone non montasse buona guardia. Che poi tutto questo programma egemonico americano sia svolto in nome di una ipotetica democrazia, la cosa è senza importanza. Comunque, l'America deve decidersi, prima che la schiacciante vittoria dei popoli dell'Asse le abbiano tolto ogni possibilità di iniziativa. Giuseppe Mastromattei Moniti agli Stati Uniti clzpomslslStgfradtvstcemellpdgstidclsL Europa ha il suo. destino già segnato e la vittoria militare del Fascismo sta per essere un fatto compiuto. Ma, al di sopra delle posizioni dialettiche, stanno le gravi responsabilità storiche dei popoli d'oltre Oceano. L'America, che trasse tutta la forza della sua civiltà dai colonizzatori italiani e spagnoli, deve pronunziarsi nettamente. Quésta guerra larvata con cui la democrazia nordamericana combatte insidiosamente i popoli dell'Asse, questa scandalosa violazione della neutralità.a. beneficio di una sola potenza belligerante, sono fatti che ormai sollevano la riprovazione universale. A noi non interessa sapere che pochi isolazionisti si battono per il non-intervento degli Stati Uniti d'America, mentre tutta la stampa quotidiana dell'altro emisfero diffama sistematicamente le Potenze dell'Asse. I misteri dell'elettoralismo americano a noi non interessano, anche perchè sappiamo che il più fanatico isolazionista nasconde sempre un partigiano irriducibile della democrazia. Quello che a noi importa è lo stato d'animo del popolo americano che a noi sembra paurosamente proclive allo intervento morale ed economico, se non militare. Ma l'intervento morale, contro di noi, gli aiuti economici alla Gran Bretagna, la tendenza democratica che mira a valorizzare i relitti della vecchia Italia, sono altrettante solenni smentite della no-l 3 di neutralità. Quando noi S1. :rao sulla stampa ameri- cai~i che alcuni caporioni della democrazia americana si sono fatti sostenitori di un ridicolo i saecKcenpLhrcdcepdRmzvfvfzntitsttdlm1cslpcdsnpgruppo di « rottami di loggia » che vorrebbero agitare a sproposito lo spauracchio della libertà, non possiamo fare a meno di pensare che in America deve esistere un madornale equivoco nei confronti dell'Italia fascista. L'Italia di Mussolini ha la piena coscienza delle sue responsabilità. Per questo, l'alleanza italo-germanica assolve una funzione storica della nuova Europa e risponde pienamente ai sentimenti del popolo italiano nell' attuale momento. Questa inflessibile solidarietà fra due rivoluzioni è il frutto della politica di Versaglia, ma è anche il bisogno ideale di due giovani grandi popoli che sono lé due forze politiche convergenti della nuova Europa. Pensare che un comitato americano più o meno connivente con gli ultimi residui del fuoruscitismo italiano possa scalfire questa granitica realtà storica, significa cadere nel puro vaneggiamento. I due condottieri dell'Asse hanno ribadito la loro suprema certezza nella vittoria. E' l'atto di fede di due rivoluzioni totalitarie che si battono su un unico fronte, contro un solo nemico. La loro parola altissima trascende l'attualità politica-, per assurgere a elemento fondamentale della nuova Storia. Il Duce, che con la Sua eloquenza politica rinnova sempre 1 prodigi del grande Tribuno che scosse dal letargo l'Italia, ha avuto la misura di quanto sia illimitata la devozione e la fiducia degli italiani. Il Fuhrer ha trovato, come sempre, degli accenti potentissimi di rievocazione storica che definiscono la coscienza e la fermezza della Germania Nazionalsocialista.. Più si meditano attentamente questi due discorsi, più se ne trae il convincimento che la vittoria del Fascismo è assicurata non solo sul piano europeo, ma anche su quello mondiale, L'America deve riflettere sul suo destino, perchè, se i sentimenti dei due popoli dell'Asse dovessero mutare, l'effimero benessere della civiltà nordamericana cesserebbe d'incanto. L'America è stata sempre tributaria della civiltà europea. L'Europa, la vecchia Europa di ieri, col suo spirito di mimetismo e di rassegnazione servile., ha fatto indirettamente la ricchezza e la grandezza del Nord-America. I traffici commerciali americani hanno sempre trovato da noi un terreno fertilissimo. L'industria cinematografica d'oltre Oceano ha sempre fatto assegnamento sulla tendenza ad «americanizzarsi » delle masse europee. Se non abbiamo letto che pochi romanzi americani, rifatti con dilazione grottesca dei nostri grandi classici, è perchè la civiltà dei dollari e delle macchine non ha mai avuto nè idee, nè cultura, nè poesia, nè arte. Ora, l'America vorrebbe rinnegare il suo passato con la scusa che la democrazia è tramontata in Europa. Ma, che cosa ha di democratico il continente americano, se si eccettua la effimera e insincera manifestazione del suffragio ? Un francese, poeta uscito dalle trincee dell'altra guerra, ha fatto della democrazia americana un ritratto implacabile. L'America, che balza viva dalle pagine delle Scene della Vita Futura, suscita un senso di orrore perchè dall'immenso ingranaggio della civiltà capitalistica lo spirito umano ne esce distrutto, distrutto soprattutto nei suoi valori morali. Su qua5e premessa si basa la democrazia a mericana, se tutte le libertà dell'uomo affogano nel gigantesco mattatoio del macchinismo, se tutta la società civile è schiava dell'alta finanza e dei trust, se perfino la cosiddetta libertà politica non esula dalla pura finzione? Questa testimonianza gallica giova indirettamente a lumeggiare il nostro discorso L'America deve ascoltare i moniti che le hanno rivolto i due reggitori delle Nazioni totalitarie. Se non li ascolta, essa si espone alle più gravi complica zioni che abbiano mai minaccia Lto il continente americano. Già Moniti agli Stati Uniti l'America del Sud, che pure ha un peso enórme nel complesso della politica panamericana, ha fatto sentire la sua voce che è di netto "dissenso. Le 'repubbliche latine, -più vicine 'per ininterrotte tradizioni al nostro spirito, comprendono l'altissimo compito di civiltà dei popoli dell'Asse in Europa. La democrazia bellicista ci attribuisce dei piani fantastici di aggressione, ormai nettamente e definitivamente smentiti come cosa assurda dalla parola del Duce. Ma la stessa democrazia imperialista di Wall Street non dissimula le sue mire egemoniche nel Sud America, nel Pacifico, in tutti i mari del mondo dove può giungere la potenza della sua flotta. Mentre le navi da guerra americane si spingono fino all'isola di Guam, nessun presidio militare dell'Asse si è spinato fuori dalla zona europea dove si combatte. Le parti, come si vede, sono nettamente invertite. E' l'egemonia nordamericana che pesa su tutto l'altro emisfero e minaccia indirettamente anche l'Europa. Questa egemonia arresterebbe di colpo la nostra espansione commerciale in Oriente, se l'Alleato Giappone non montasse buona guardia. Che poi tutto questo programma egemonico americano sia svolto in nome di una ipotetica democrazia, la cosa è senza importanza. Comunque, l'America deve decidersi, prima che la schiacciante vittoria dei popoli dell'Asse le abbiano tolto ogni possibilità di iniziativa. Giuseppe Mastromattei

Persone citate: Duce, Giuseppe Mastromattei, Mussolini