L'aggressione diplomatica americana alla libera decisione europea di Giuseppe Piazza

L'aggressione diplomatica americana alla libera decisione europea L'aggressione diplomatica americana alla libera decisione europea a i n Berlino, 10 marzo. |fPersiste ancora viva l'eco della j ginaudita minatoria e ricattatoria ; eaggressione diplomatica america-1 pna alla libertà di decisione dello I pStato jugoslavo, implicante un at-l ptentato al diritto di autonomia e t | Un affronto alla dignità stessa sdell'intero Continente europeo; e nl'eco di stupore e di indignazione è ancora di più accentuato daij tentativi di smentita che, con una i timidezza e un imbarazzo che non I fanno altro se non aumentarne lai sostanziale sfacciataggine, vengo- e 'l'e su' terreno positivo delle conte-' 1 . no fatti dalla stampa americana come da quella britannica. Si tratta, per la verità, di balbettii di smentita che, come la stampa tedesca constata, non fanno se non confermare la incontrovertibile realtà dei fatti. Invece di smenti a lutazioni e delle documentazioni, si e, ' cerca semplicemente di creare la , .impressione della insussistenza dei iiiiiiiititiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiif u fatti, passando direttamente alla!e gratuita accusa di falsificazione, e ciò richiamandosi, come fa so prattutto spudoratamente la stalli pa americana, alla analogia delle pretese falsificazioni documenta te di cui la diplomazia tedesca si sarebbe resa colpevole all'indoma ni della guerra polacca, j COIOSSale miStlfiCaZÌOne sl'mcddzsrds I L'accenno temeraria è preso a I ai volo e smascherato dai giornali del - Reich. i quali obiettano come nes-|suna più esplicita conferma gaincauti organi americani potreo- ia i n e i a i bero fornire dei fatti ora addebl tati alla diplomazia del signor Roosevelt, se non richiamandosi a quei documenti pubblicati dal Governo del Reich, i quali già una volta, e senza che da Washington una sola parola di smentita o di difP9- s; sia potuta levare, han-|no in maniera definitiva stabilito davanti al tribunale dell'opinione |mondiale la incontestabile respon-Igsabihta del Governo e della diplo- cmazia del signor Roosevelt nel .fecrimine di questa guerra. I fatti!eodierni forniscono la conferma eicingrandiscono ancora di più il peso di questa responsabilità. Intanto mentre il Senato americano ha proceduto alle ultime nmctvotazioni che ieri stesso hanno sfatto del progetto degli aiuti al- sl'Inghilterra una legge che dis-|esolvera e corromperà nelle mani ldispotiche del signor Roosevelt ngu ultimi resti delle cosiddette f- liberta democratiche:, dello Sta-|fto di Giorgio Washington, il Pre- siderite, che non perde tempo ha pronunciato un'allocuzione alla ra aio, che la stampa tedesca rile.^ e nella q„ale eg]i passa tlalla partita delle armi alla partita dei | viveri e dei prodotti agricoli esu' belanti al fabbisogno del Paese. e da fornire all'Inghilterra, sol tanto all'Inghilterra, e al suo even tuale seguito di Paesi disposti a combattere con essa per le liberIta democratiche, dappoiché, come lsi sa, per la liberissima e umani taria democrazia americana il di' ritto al pane è riservato soltanto 'ai democratici. In realtà nient'al;tro che un altro lato della misti ficazione, il rovescio «viveri» ' cioè della medaglia il cui diritto |reca «armamenti": uno e l'altro 'due formidabili cambiali di acconjto in natura che avranno domani il privilegio di rendere (anche se iPer «forza maggiore •> le conse' Sne non si potranno per caso falXfi) all'astuto fornitore, trasfor\mandosi in nuove basi navali e in riuovi titoli di possesso della flotta , britannica ipdttlpptnsmdfcrfdBiiempsgdVbpdt—gGlPer quanto riguarda l'approvazione al Senato della legge sugli aiuti che da ieri è un fatto, esso non sorprende l'opinione tedesca che già da tempo l'ha scontata. Sulla approvazione della legge, che alla luce degli ultimi emendamenti ha visto rincarato il suo carattere dispotico di poteri nelle mani del Presidente, manca finora qualsiasi presa di posizione. ?oltan.t0 il °ss?.rva C°H^|doP°' 'approvazione degli emenda-..menti 1 opposizione abbia dichia- elrat0 di d'ora in poi « lottare <tro ,R Acutamente! t j ,a Fr(nt^llltcr zeltung affon-1 r]^ a ferro nella realu amerjcana Grilevando da tutte le discussioni lsvoltesi al Senato la rivelatrice in-1 aterruzione di un senatore: «la-|tsciateci faro un plebiscito! ».isQuesta interruzione illumina ptrjiil giornale come un lampo l'abis-1 gso che separa nella grande demo-j gcrazia transoceanica la realtà del | aconsenso e della volontà dai macchinosi gradini delle sue costituzionali manifestazioni: è l'abisso riempito dalla « colossale mistificazione » che lo storico giudizio di Benito Mussolini ha recentemente denunciato. A completare il quadro delle illusioni e della incomprensione democratica della nuova realtà euJrcpea, la quale non aspetta per pmcdsdapT essere tale e per funzionare l'è-[strema e definitiva vittoria del- ll'Asse, è venuta a rincalzo della malconsigliata diplomazia ameri- cari anche la povera eloquenza ldel signor Benès, il quale alla radio di Londra ha messo a disposizione della losca manovra anglosassone nell'ultimo angolo di Europa l'autorità di cui egli si illudo di disporre presso il popolo jugoslavo, nella sua qualità di antico I cuciniere della ^Piccola Intesa i Bgli na rivoito infatti un predi-|cozzo ai p0poio iugoslavo accu- asandolo di essere uno dei fattori- iprincipali della definitiva fortunar i l a n tedesca nei Balcani e gli offre il modo di redimersi e di « salvare il suo onore ». E questo modo sarebbe quello di inviare urgentemente 400 mila uomini a Salonicco per essere tra- i sportati nell'Africa del nord ed |essere cola gettati neUa fornace di ;uerra che arderà « per la salvez- |£a deilVcTviltà europea^'che V'ìnIghilterra, prima dopo Roma anti ca, na finalmente portato in quel .fe spiagge. Codesta gente non ha !evidentemente capito nulla di quel iche si SVolge sotto i suoi occhi non ha capito che nei Balcani, come in Europa, è definitivamente chiuso il ciclo storico della ex-potenza britannica, che non lascia di se m tutti , popoli del Continente I se n0n un ricordo di sfruttamento '|e di dolore; e, dimenticando che' l'apparizione dei soldati tedeschi nell'ultimo margine bulgaro del fEuròpa segna per tutti 1Ttempi la |fine de] suo dominio, continua <■ illudersi di poter ammonticchiare popoli su popoli e mondi su mondi per aiutarla ancora a dare l'ultima scalata al cielo: finché, naturalmente, l'estrema folgore delle armi germaniche non la colpisca. Concludendo questo istruttivo e. pisodio dell'aggressione diplomatica americana alla libera decisione europea, la stampa tedesca osserva che esso ha dimostrato come ancora una volta la volontà dell'Europa di un nuovo ordine, fondato sulle autentiche forze continentali, le sole capaci di garantirne la stabilità, sia stata più forte di tutti i tentativi britannici di mantenersi aperta la porta dei Balcani. Questa porta le è stata invece chiusa e sbattuta in facinvece chiusa e sbattuta in faccia. I fatti contro le menzogne Con la decisione della Bulgaria e or ora con l'evidente atteggiamento della Jugoslavia, sono i popoli che parlano e hanno parlato sbugiardando le vanterie dell'Inghilterra. Ora, secondo le parole del ministro von Ribbentrop a Vienna, al posto delle menzogne britanniche subentreranno ben presto con la primavera i fatti tedeschi. ■.< Le parole di von Ribbentrop — scrive la rivista Das Reich — suonano come un chiaro programma: esse attestano che la Germania è pronta a colpire e che la volontà di venire all'estrema H^^b^À^^^Z^i ." teeMdeS^™ftÌ* da aIcUn espeaiertte diplomatico ». Le stesse cose del resto ha det- ! to. sulla medesima rivista, il già 1 riportato articolo del ministro Goebbels, il quale ha rinnovato l'annuncio hitleriano; e l'ufficiosa 1 agenzia D.a.D. rilevando lo scrit|to del Ministro della propaganda isottolinea come « la forma con cui jil ministro Goebbels annuncia i 1 grandi eventi imminenti della j guerra non è soltanto degno di | attenzione per la sicurezza della prognosi, bensì anche per la illimitata fiducia che dimostra nel corso degli eventi che l'iniziativa delia direzione di guerra tedesca scatenerà ». Completa autorevolmente l'odierno quadro di stampa tedesca, al soffio degli idea:- del Patto tripartito, che sempre più fonde da Tokio, a Berlino, a Roma, la sollevazione concorde di tutti i popol: ; giovani del mondo, net nome del- la giustizia, del rispetto e della stabilità internazionale contro le sterili perturbazioni anglo-sassoni, la parola del nuovo ambasciatore giapponese a Berlino, generale Oshima in un'intervista concessa ieri al Voelkischer Beobachter, Dichiarazioni di Oshima 'I Dopo aver parlato della rina- isclta giapponese, che si riassume 1 nell'unione di tutte le volontà e - ene*Ble del popolo nel tempo per |un ntorno all'antica forza e sema|Pllclta ai vila dl stlle nipponico, l e i - d I sere. Anche l'Asia orientale aspi 'ra a ciò ed è ciò che costituisce la 'cura del Giappone, e ciò per cui riscattato da ogni estranea perturbazione occidentale di influenza britannica o americana, l'ambasciatore è venuto a parlare appunto di questa influenza nel mondo estremo-orientale. « Che cosa ha fatto l'Inghilterra in Asia orientale? — si è domandato. — Essa ha asservito uomini, li ha oppressi, li ha munti, li ha fatti schiavi. Ma non è a tedeschi che io debbo spiegare che cosa sia la politica di soggiogamento della Gran Bretagna. Il FUhrer dei tedeschi ne ha sempre detto abbastanza: essa è quanto di più avverso vi sia alla ragione, alla giustizia, alla natura. I popoli hanno diritto alla loro propria vita, e al proprio benes- il Giappone lotta ». Dopo avere aggiunto che in Cina il Giappone altro non vuole che questo paese non sia più preda a sfruttamenti di altre potenze, e che non sono le conquiste — più che non lo siano per la Germania in Europa — quelle che formano lo scopo della politica giapponese, bensi soltanto la volontà di vedere una Cina migliore nel pieno sviluppo delle sue forze e nella sua piena integrità politica, l'ambasciatore ha così concluso: «Noi vogliamo la pace per il nostro paese, ma non a costo del nostro onore e dei nostri più sacri obiettivi. Noi abbiamo sempre cercato un'intesa con gli Stati Uniti, senonehè sembra che colà questa nostra volontà di pace intenzionalmente non trovi corresponsione. Mai noi abbiamo assunto atteggiamenti provocatori contro la politica anglo-sassone e mal li assumeremo. Ma noi siamo gente forte e senza paura, e siamo pronti a fare ciò che si iimostri necessario di essere fatto. Il Giappone va diritto per la sua via; il nuovo ordine dello spazio grande — asiatico — orientale è il nostro inderogabile obiettivo. Che l'America a ciò si voglia opporre con la forza, è cosa che io non posso e noti voglio assolutamente credere. Ma se ciò dovesse essere, allora gli Stati Uniti non trarrebbero alcuna utilità dalla loro opposizione », Giuseppe Piazza L'aggressione diplomatica americana alla libera decisione europea L'aggressione diplomatica americana alla libera decisione europea a i n Berlino, 10 marzo. |fPersiste ancora viva l'eco della j ginaudita minatoria e ricattatoria ; eaggressione diplomatica america-1 pna alla libertà di decisione dello I pStato jugoslavo, implicante un at-l ptentato al diritto di autonomia e t | Un affronto alla dignità stessa sdell'intero Continente europeo; e nl'eco di stupore e di indignazione è ancora di più accentuato daij tentativi di smentita che, con una i timidezza e un imbarazzo che non I fanno altro se non aumentarne lai sostanziale sfacciataggine, vengo- e 'l'e su' terreno positivo delle conte-' 1 . no fatti dalla stampa americana come da quella britannica. Si tratta, per la verità, di balbettii di smentita che, come la stampa tedesca constata, non fanno se non confermare la incontrovertibile realtà dei fatti. Invece di smenti a lutazioni e delle documentazioni, si e, ' cerca semplicemente di creare la , .impressione della insussistenza dei iiiiiiiititiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiif u fatti, passando direttamente alla!e gratuita accusa di falsificazione, e ciò richiamandosi, come fa so prattutto spudoratamente la stalli pa americana, alla analogia delle pretese falsificazioni documenta te di cui la diplomazia tedesca si sarebbe resa colpevole all'indoma ni della guerra polacca, j COIOSSale miStlfiCaZÌOne sl'mcddzsrds I L'accenno temeraria è preso a I ai volo e smascherato dai giornali del - Reich. i quali obiettano come nes-|suna più esplicita conferma gaincauti organi americani potreo- ia i n e i a i bero fornire dei fatti ora addebl tati alla diplomazia del signor Roosevelt, se non richiamandosi a quei documenti pubblicati dal Governo del Reich, i quali già una volta, e senza che da Washington una sola parola di smentita o di difP9- s; sia potuta levare, han-|no in maniera definitiva stabilito davanti al tribunale dell'opinione |mondiale la incontestabile respon-Igsabihta del Governo e della diplo- cmazia del signor Roosevelt nel .fecrimine di questa guerra. I fatti!eodierni forniscono la conferma eicingrandiscono ancora di più il peso di questa responsabilità. Intanto mentre il Senato americano ha proceduto alle ultime nmctvotazioni che ieri stesso hanno sfatto del progetto degli aiuti al- sl'Inghilterra una legge che dis-|esolvera e corromperà nelle mani ldispotiche del signor Roosevelt ngu ultimi resti delle cosiddette f- liberta democratiche:, dello Sta-|fto di Giorgio Washington, il Pre- siderite, che non perde tempo ha pronunciato un'allocuzione alla ra aio, che la stampa tedesca rile.^ e nella q„ale eg]i passa tlalla partita delle armi alla partita dei | viveri e dei prodotti agricoli esu' belanti al fabbisogno del Paese. e da fornire all'Inghilterra, sol tanto all'Inghilterra, e al suo even tuale seguito di Paesi disposti a combattere con essa per le liberIta democratiche, dappoiché, come lsi sa, per la liberissima e umani taria democrazia americana il di' ritto al pane è riservato soltanto 'ai democratici. In realtà nient'al;tro che un altro lato della misti ficazione, il rovescio «viveri» ' cioè della medaglia il cui diritto |reca «armamenti": uno e l'altro 'due formidabili cambiali di acconjto in natura che avranno domani il privilegio di rendere (anche se iPer «forza maggiore •> le conse' Sne non si potranno per caso falXfi) all'astuto fornitore, trasfor\mandosi in nuove basi navali e in riuovi titoli di possesso della flotta , britannica ipdttlpptnsmdfcrfdBiiempsgdVbpdt—gGlPer quanto riguarda l'approvazione al Senato della legge sugli aiuti che da ieri è un fatto, esso non sorprende l'opinione tedesca che già da tempo l'ha scontata. Sulla approvazione della legge, che alla luce degli ultimi emendamenti ha visto rincarato il suo carattere dispotico di poteri nelle mani del Presidente, manca finora qualsiasi presa di posizione. ?oltan.t0 il °ss?.rva C°H^|doP°' 'approvazione degli emenda-..menti 1 opposizione abbia dichia- elrat0 di d'ora in poi « lottare <tro ,R Acutamente! t j ,a Fr(nt^llltcr zeltung affon-1 r]^ a ferro nella realu amerjcana Grilevando da tutte le discussioni lsvoltesi al Senato la rivelatrice in-1 aterruzione di un senatore: «la-|tsciateci faro un plebiscito! ».isQuesta interruzione illumina ptrjiil giornale come un lampo l'abis-1 gso che separa nella grande demo-j gcrazia transoceanica la realtà del | aconsenso e della volontà dai macchinosi gradini delle sue costituzionali manifestazioni: è l'abisso riempito dalla « colossale mistificazione » che lo storico giudizio di Benito Mussolini ha recentemente denunciato. A completare il quadro delle illusioni e della incomprensione democratica della nuova realtà euJrcpea, la quale non aspetta per pmcdsdapT essere tale e per funzionare l'è-[strema e definitiva vittoria del- ll'Asse, è venuta a rincalzo della malconsigliata diplomazia ameri- cari anche la povera eloquenza ldel signor Benès, il quale alla radio di Londra ha messo a disposizione della losca manovra anglosassone nell'ultimo angolo di Europa l'autorità di cui egli si illudo di disporre presso il popolo jugoslavo, nella sua qualità di antico I cuciniere della ^Piccola Intesa i Bgli na rivoito infatti un predi-|cozzo ai p0poio iugoslavo accu- asandolo di essere uno dei fattori- iprincipali della definitiva fortunar i l a n tedesca nei Balcani e gli offre il modo di redimersi e di « salvare il suo onore ». E questo modo sarebbe quello di inviare urgentemente 400 mila uomini a Salonicco per essere tra- i sportati nell'Africa del nord ed |essere cola gettati neUa fornace di ;uerra che arderà « per la salvez- |£a deilVcTviltà europea^'che V'ìnIghilterra, prima dopo Roma anti ca, na finalmente portato in quel .fe spiagge. Codesta gente non ha !evidentemente capito nulla di quel iche si SVolge sotto i suoi occhi non ha capito che nei Balcani, come in Europa, è definitivamente chiuso il ciclo storico della ex-potenza britannica, che non lascia di se m tutti , popoli del Continente I se n0n un ricordo di sfruttamento '|e di dolore; e, dimenticando che' l'apparizione dei soldati tedeschi nell'ultimo margine bulgaro del fEuròpa segna per tutti 1Ttempi la |fine de] suo dominio, continua <■ illudersi di poter ammonticchiare popoli su popoli e mondi su mondi per aiutarla ancora a dare l'ultima scalata al cielo: finché, naturalmente, l'estrema folgore delle armi germaniche non la colpisca. Concludendo questo istruttivo e. pisodio dell'aggressione diplomatica americana alla libera decisione europea, la stampa tedesca osserva che esso ha dimostrato come ancora una volta la volontà dell'Europa di un nuovo ordine, fondato sulle autentiche forze continentali, le sole capaci di garantirne la stabilità, sia stata più forte di tutti i tentativi britannici di mantenersi aperta la porta dei Balcani. Questa porta le è stata invece chiusa e sbattuta in facinvece chiusa e sbattuta in faccia. I fatti contro le menzogne Con la decisione della Bulgaria e or ora con l'evidente atteggiamento della Jugoslavia, sono i popoli che parlano e hanno parlato sbugiardando le vanterie dell'Inghilterra. Ora, secondo le parole del ministro von Ribbentrop a Vienna, al posto delle menzogne britanniche subentreranno ben presto con la primavera i fatti tedeschi. ■.< Le parole di von Ribbentrop — scrive la rivista Das Reich — suonano come un chiaro programma: esse attestano che la Germania è pronta a colpire e che la volontà di venire all'estrema H^^b^À^^^Z^i ." teeMdeS^™ftÌ* da aIcUn espeaiertte diplomatico ». Le stesse cose del resto ha det- ! to. sulla medesima rivista, il già 1 riportato articolo del ministro Goebbels, il quale ha rinnovato l'annuncio hitleriano; e l'ufficiosa 1 agenzia D.a.D. rilevando lo scrit|to del Ministro della propaganda isottolinea come « la forma con cui jil ministro Goebbels annuncia i 1 grandi eventi imminenti della j guerra non è soltanto degno di | attenzione per la sicurezza della prognosi, bensì anche per la illimitata fiducia che dimostra nel corso degli eventi che l'iniziativa delia direzione di guerra tedesca scatenerà ». Completa autorevolmente l'odierno quadro di stampa tedesca, al soffio degli idea:- del Patto tripartito, che sempre più fonde da Tokio, a Berlino, a Roma, la sollevazione concorde di tutti i popol: ; giovani del mondo, net nome del- la giustizia, del rispetto e della stabilità internazionale contro le sterili perturbazioni anglo-sassoni, la parola del nuovo ambasciatore giapponese a Berlino, generale Oshima in un'intervista concessa ieri al Voelkischer Beobachter, Dichiarazioni di Oshima 'I Dopo aver parlato della rina- isclta giapponese, che si riassume 1 nell'unione di tutte le volontà e - ene*Ble del popolo nel tempo per |un ntorno all'antica forza e sema|Pllclta ai vila dl stlle nipponico, l e i - d I sere. Anche l'Asia orientale aspi 'ra a ciò ed è ciò che costituisce la 'cura del Giappone, e ciò per cui riscattato da ogni estranea perturbazione occidentale di influenza britannica o americana, l'ambasciatore è venuto a parlare appunto di questa influenza nel mondo estremo-orientale. « Che cosa ha fatto l'Inghilterra in Asia orientale? — si è domandato. — Essa ha asservito uomini, li ha oppressi, li ha munti, li ha fatti schiavi. Ma non è a tedeschi che io debbo spiegare che cosa sia la politica di soggiogamento della Gran Bretagna. Il FUhrer dei tedeschi ne ha sempre detto abbastanza: essa è quanto di più avverso vi sia alla ragione, alla giustizia, alla natura. I popoli hanno diritto alla loro propria vita, e al proprio benes- il Giappone lotta ». Dopo avere aggiunto che in Cina il Giappone altro non vuole che questo paese non sia più preda a sfruttamenti di altre potenze, e che non sono le conquiste — più che non lo siano per la Germania in Europa — quelle che formano lo scopo della politica giapponese, bensi soltanto la volontà di vedere una Cina migliore nel pieno sviluppo delle sue forze e nella sua piena integrità politica, l'ambasciatore ha così concluso: «Noi vogliamo la pace per il nostro paese, ma non a costo del nostro onore e dei nostri più sacri obiettivi. Noi abbiamo sempre cercato un'intesa con gli Stati Uniti, senonehè sembra che colà questa nostra volontà di pace intenzionalmente non trovi corresponsione. Mai noi abbiamo assunto atteggiamenti provocatori contro la politica anglo-sassone e mal li assumeremo. Ma noi siamo gente forte e senza paura, e siamo pronti a fare ciò che si iimostri necessario di essere fatto. Il Giappone va diritto per la sua via; il nuovo ordine dello spazio grande — asiatico — orientale è il nostro inderogabile obiettivo. Che l'America a ciò si voglia opporre con la forza, è cosa che io non posso e noti voglio assolutamente credere. Ma se ciò dovesse essere, allora gli Stati Uniti non trarrebbero alcuna utilità dalla loro opposizione », Giuseppe Piazza

Persone citate: Benito Mussolini, Giorgio Washington, Goebbels, Oshima, Roosevelt