I nomi dei cavalli

I nomi dei cavalli Lettere dì Mosca I nomi dei cavalli Mio giovane amico, vi chiamate Dante, e vorreste cambiar vaine? Eli, lo so. I genitori dóweb--bero astenersi dell'affibbiare ai figlinoli nomi dì così grave responsabilità. Già la vita è aspra e difficile: percorrerla con un peso simile sulle spalle dev'essere, immagino, doppia, penosa fatica. Dovreste per giustificare il vostro nome, scrivere almeno un equivalente della Divina Commedia. Vi compiango. Ma non lamentatevi troppo: c'è elli sta, peggio di voi: i cu valli. Non tutti i cavalli, intendiamoci: la maggior parte dei cavalli, quelli da tiro e da soma, hanno nomi semplici, ingenui, nomi che si convengono ai cavalli: Fiorello, Fulmine, Moretto. Biondo, ecc. Parlo dei cavalli da eorsa, nobili, eleganti, generosi quanto volete, ma sempre cavalli, ma sempre bestie. Non v'intendete di iiipica? Non Ve, mai per caso capitato tra mano un programma di corse di cavalli.' Se mai v'è capitato, correte ad acquistarne uno, e rimarrete dì stucco nell'upprcndere di che nomi son caricati quei poveri quadrupedi. Non solo, ma vi meràvigUerète al pensiero di tante grida levatesi, di tanto inchiostro versato contro l'uso di imporre ai cavalli nomi- stranieri (grida c inchiostro risultati inutili), e dì nessuna osservazione, invece, mossa contro l'irriverente abitudine di chiamare i cavalli coi nomi dei nostri uomini più illustri, dei nostri artisti pia grandi. Scorrete, vi ripeto, un programma di corse di cavalli, e vi troverete Petrarca. Raffaello, Foscolo, Lorenzo de' Medici, Buonarroti, Bellini, Puccini. Cristoforo Colombo, Catullo, Gatta/melata, Colleoni, Crispi, e Faà di Bruno. Prendete un giornale sportivo, e leggerete che nella tal corsa di metri mille e quattrocento, Francesco Petrarca, libe- rotasi, fin dalla partenza, dì Boccaccio e di GaliIra, ha raggiunto nell'itti ima curva l'affaticato Cristoforo Colombo, il raduto Donad tello, e con un poderoso guizzo finale hn battuto, proprio sulla li- I nea del traguardai lo sfinito Ugo Foscolo e l'inutilmente. frustato dal fantino Francesco Crispi. In menu di un chilometro r mr-.zri tutta l'impazzita gloria d'Italia che salta e galoppa, che cade e si rincorre. Quanti tristi pt nsieri vengono alla mente! Dori va lavorar tanto, Ugo Foscolo, soffrire, amare tanto, per dare il nome a un cavallo! E Cristoforo Colombo scoprire addirittura l'America e morire in catene in Uria straniera! Ah, se lo avessero saputo! Certamente oggi non avremmo i Sepolcri, non avremmo la Madonna della Seggiola, il Canzoniere, la Bohème, la Norma, il Dccamerone. Questo sì ch'è un uso da condannarsi, non quello di dare o mantenere ai cavalli nomi stranieri! Miss Vermont. Jago Ciprie. Le Court.isan, si chiamino pure, così i cavalli, non ce ne importa. Sono sempre cavalli: non mi sentirò mai compatriota di un cavallo, anche se è nato in Italia. Ma prostituir la memoria dei nostri grandi affidandone il nome n un cavallo, questo sì che vii sembra vergognoso. Ma che faccio.' M'arrabbio.' Mi sdegno.' Me n'esco con parole di fuoco.' Oli illuso che credi di essere ascoltato, calmati, torna in seno alla tua famiglia, diverti i bambini, porta al cinema tua moglie avida di svaghi, non ci pensare più. Quanto a voi, mio giovane amico, voi, almeno, vivendo onestamente, non disonorate it nome di Dante. Volendo, potete scegliervi un nomignolo. Vi saluto caramente, comprendendo appieno il disagio del vostro stato. Mosca

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