La collaborazione italo - tedesca sempre più stretta, vigorosa ed efficiente di Giuseppe Piazza

La collaborazione italo - tedesca sempre più stretta, vigorosa ed efficiente La collaborazione italo - tedesca sempre più stretta, vigorosa ed efficiente Sbalzi epilettici della temperatura spirituale inglese dopo i discorsi di Roma e di Monaco - Dalla minimizzazione dell'avvenimento, al nero pessimismo, alla mentita euforia Berlino, 27 febbraio. | La visita del ministro Eden in Ankara non ha destato troppa attenzione a Berlino dove, se mai, si attende a giudicarla dai fatti. Alla sua parata dimostrativa, di cui hanno fatto parte la compa- Ènia del capo di Stato Maggiore 'ili. nonché la coreografica chiamata del trombatissimo ambasciatore Cripps da Mosca, si contrappongono pacatamente a Berlino sintomi e fatti assai più sicuri e col piede sulla terra come la recente « dichiarazione di pace » che la Turchia ha stretto con la Bulgaria nonché le ripetute manifestazioni del ministro Saragioglu e di altri personaggi responsabili turchi. Adulterazione inefficace Appunto a queste ultime ci si richiama esplicitamente a Berlino fer confutare e mettere in mora tentativi vari e insistenti della propaganda britannica di questi giorni di adulterare per ogni verso la situazione balcanica, fra cui ad esempio il tentativo fatto di falsificare talune dichiarazioni del ministro turco a Washington a proposito dell'atteggiamento della Turchia nei riguardi degli avvenimenti greci che si è tentato di interpretare in senso favorevole alla politica britannica. Speciale rilievo riceve in relazione a tutto ciò la notizia da Ankara di un ricevimento dato proprio ieri dall'ambasciatore tedesco von Papen in onore del ministro presidente turco e del ministrò degli Esteri con l'intervento di tutti i principali personaggi dirigenti della politica turca. « In presenza — nota l'ufficiosa D.a.D. (*■ dei numerosi rumori messi in giro circa la presente situazione nel sud europeo questo ricevimento riveste un indubbio carattere di importanza e di interesse tutto speciale ». L'agenzìa riferisce infine come anche oggi nei circoli ufficiosi tedeschi abbiano ricevuto nuova smentita le notizie messe in giro da giorni circa la presenza di truppe tedesche in Bulgaria. In ultima analisi il viaggio mediterraneo orientale del signor Eden, che qualche giornale carat' terizza addirittura come una peregrinazione di incasso non solo della sconfitta diplomatica di Ankara-Sofia come di quello dei passeggeri successi militari nel nord Africa, non manca di essere messo infine in diretta relazione con i nuovi avvenimenti della fratellanza d'armi italo-tedesca che si manifesta nei campi di Libia e che costituisce per la stampa tedesca il fatto nuovo della presente fase della guerra. Se è vero — secondo la parola del Duce — che ancora una volta il tempo moderno vedrà in termini nuovi nel vecchio bacino mediterraneo la decisione delle sorti tra Roma e Cartagine, assume un vivo significato il fatto che inconsapevolmente gli inglesi stessi abbiano nella loro manovra diversiva della guerra portato il conflitto proprio su quelle spiagge nord africane in cui già una volta il fatale duello si decise: e assume conseguentemente per lo spirito della futura Europa quale sorgerà dalla guerra grandissimo valore ir fatto che a questo duello direttamente partecipino da oggi sulla costa africana stessa le truppe tedesche e che l'Asse insomma, responsabile quale sarà della futura Europa, compaia in comune come unità nei campi stessi mediterranei da cui questa Europa sorge. Se è giustissimo infatti quanto i giornali tedeschi hanno sempre sostenuto circa la preminenza assoluta del teatro di guerra dell'isola britannica come campo di decisione della guerra, non è però meno vero che nel Mediterraneo hanno sempre avuto e hanno sede i complessi gangli nervosi centrali e il meccanismo funzionante della guerra su cui per una specie di inconsapevole motoriflesso di auto conservazione il comando britannico non per nulla ha concentrato la sua manovra diversiva i Fratellanza d'armi libica • I giornali del Reich dottolineano in ogni modo con compiacimento la nuova prova di fratellanza d'armi libica manifestatasi nei primi contatti esplorativi di ieri ad Agedabia richiamandosi alle parole del FUhrer che le truppe tedesche sarebbero andate dietro agli inglesi ovunque essi avrebbero spostato e spostassero quella loro famosa offensiva continentale che non è mai venuta e dovunque li troveranno li batteranno a fondo e a morte. Oggetto del compiacimento più incondizionato e di tutta la stam pa e dei circoli tedeschi è poi la felice conclusione che ha avuto luogo a Roma delle trattative economiche per il regolamento degli scambi fra Italia e Germania per l'anno 1941. Questo degli scambi commerciali fra Italia e Germania costituisce uno degli aspetti e degli episodi di tutta la storia della guerra e rimarrà come esempio di quello che possa come elemento motore e moltiplicatore di forza la collaborazione sincera e decisa fra due Paesi, quando essa è instaurata in un clima che trascende i particolarismi individuali per affermarsi nel nome di un nuovo e maggiore interesse comune. Basti osservare in breve e in blocco, come fanno oggi i giornali, come i due Paesi abbiano saputo spremere da sé nel clima della guerra energie tali di produzione da rivolgere in reciproco completamento delle rispettive economie cosi da abbondantemente raddop piare per l'anno ora incominciatoll volume globale dei loro scambi da quello che era finora, spingen- dolo fino a un miliardo di mar- chi. Ciò — si osserva — mentre testimonia che le due economie non sono in modo alcuno compres-se o impedite bensì soltanto « indi-rizzàte » dalla guerra costituisce poi un esempio che supera per si- gnificato e per importanza le relazioni stesse fra i due Stati per assurgere a modello e ad anticipo degli imprevedibili potenziamenti economici che potrà raggiungere l'Europa di domani nel clima dell'autarchia continentale quale sarà alimentata dal sistema della regionalità dei terreni economici e del completamento delle economie reciproche. In particolare poi per quanto riguarda le trattative oggi concluse tra i due Paesi dell'Asse speciale soddisfazione si esprime in primo luogo per l'aumentato volume delle reciproche forniture per cui si osserva che il programma di materie prime dell Asse per il riuovo anno è pienamente assicurato; in secondo luogo per il principio consacrato che le oscillazioni del sistema dei pagamenti non debbono essere di ostacolo nemmeno solo momentaneo al procedere indisturbato degli scambi per le materie più importanti per la guerra; ed in terzo luogo per la funzione che eserciteranno nell'equilibrio generale dei pagamenti stessi le rimesse dei lavoratori italiani in Germania i quali hanno già raggiunto la rispettabile massa di 315 mila operai, forza preziosa di lavoro primissima fra le materie prime necessarie alla guerra come alla pace nonché alla reciproca conoscenza, all'affiatamento, alla solidarietà dei due popoli che dovranno costituire la salda base del nuovo ordine europeo di domani. L'incontro di Budapest La visita del Ministro jugoslavo Markovic a Budapest che attira tanto maggiormente su di sé l'attenzione di questi circoli inquantochè segue a poca distanza alla visita di Zvetkovlc e di Markovic a Berthesgaden viene naturalmente salutata in Germania con la più viva soddisfazione. E' noto l'interesse che la politica tedesca e quella dell'Asse in genere hanno sempre mostrato per un progrediente sviluppo del processo solutivo pacifico degli interessi e del problemi interbalcanici il cui inasprimento invece e il cui perenne contrasto formavano quella mentita guerra latente sul cui punto acuto riposavano come su un letto di piume la politica bellicistica ed egemonlstica britannica. Berlino trova sempre al contrario motivo di soddisfazione tutte le volte che tentativi o passi di approfondimento collaborativo e conciliativo si manifestino o si compiano nei Balcani; e alla serie di questi passi e di questi tentativi indubbiamente appartiene il viaggio di Markovic a Budapest. Non si rischierà di andare troppo lontano dalla verità nel ritenere in definitiva che questa visita jugoslava a Budapest si compie nel clima stesso delle recenti conversazioni di Berthesgaden fra gli uomini di Stato jugoslavi ed Adolfo Hitler. Da Londra dopo i primi tentativi di minimizzazione dei due discorsi di Mussolini e di Hitler che ebbero subito come reazione un immediato cupo aggravamento dei toni pessimistici della propaganda britannica, si rileva ora una terza fase della ripercussione delle due manifestazioni oratorie dell'Asse, fase che si effonde in una improvvisa aura di artificioso ottimismo e di euforia che non può a meno di dare all'occhio. E si può anche capire. C'è Eden ad Ankara e si avvicina d'altra parte alla sua conclusione la discussione al Senato americano, la quale per via —e sia detto senza per questo modificare minimamente la previsione del voto che approverà la legge — non ha visto che aumentarsi le file dell'opposizione. Euforia artificiosa Sul conto di questa artificiosa aura di euforia a cui hanno dato la stura le dichiarazioni del ministro Sinclair su quello che la aviazione britannica sarà capace di fare alla nuova ripresa (a Berlino si risponde subito però che il ministro britannico ha dimenticato di fare i conti su una geometricamente aumentata difesa come offesa dell'aviazione germanica) è messa dalla stampa germanica anche la nuova untuosa e idealistica dichiarazione del sottosegretario Buttler che la causa di guerra dell'Inghilterra non avrebbe nulla a che fare con guadagni territoriali e commerciali e materiali in genere, bensì riguarda solo l'avvenire dell'umanità intera. Questo nuovo ipocrita e disgustoso surrogato di quei fini di guerra inglesi che il signor Churchill aspetta il momento più opportuno anzi opportunistico per rivelare al mondo — momento che gli sfuggirà — non duo per la stampa tedesca che suscitare l'ilarità più incondizionata di tutta l'opinione mondiale; ma se per caso la dichiarazione fosse stata fatta per influire sempre su quei fanciulloni dei senatori americani che sono alla vigilia del voto si rileva a Berlino come alla dichiarazione abbia fatto subito eco la dichiarazione di un senatore americano, il senatore Clark, il quale ha dichiarato che « l'Inghilterra non combatte affatto né per la libertà né per la democrazia, bensì combatte sempre per l'unica cosa per cui ha sempre combattuto, e cioè per il suo incontrastato dominio economico sul mondo per cui ha tentato e tenta di prendere per fame la Germania». Quello che vi eia di idealìstico e di umanitario nei fini di guerra inglesi lo dimostra una dichiarazione sfug- !gita al pio autocontrollo del de cano della cattedrale di S. Paolo il quale si è iasciato scappare che l'Inghilterra dovrà senz'altro do minare con le armi tutta l'Euro pa. Sono questi toni lievi quanto 1 innocenti della nuova aura eufo1 rica che spira a Londra a reazio ne dei terrori suscitati dai due 1 discorsi dei due capi dell'Asse. Ma anche per il decano della cattedrale di S. Paolo c'è stata in America gente abbastanza allegra e franca per guastare il suo buon umore; ed è stata la signora Dorotea Thompso, propagandista se altra mai delle idee rooscveltiane e amica del cuore della presidentessa, la quale in un eccesso di allegria e franchezza si è lasciata sfuggire l'affermazione che « non già l'Inghilterra ma l'America dovrà essere in testa al mondo di domani e il leone britannico dovrà soltanto trotterellarle dietro ». C'è materia sufficiente di riflessione anche per il decano della cattedrale di S. Paolo che per dominare l'Europa aspetta tutto dall'America. Giuseppe Piazza La collaborazione italo - tedesca sempre più stretta, vigorosa ed efficiente La collaborazione italo - tedesca sempre più stretta, vigorosa ed efficiente Sbalzi epilettici della temperatura spirituale inglese dopo i discorsi di Roma e di Monaco - Dalla minimizzazione dell'avvenimento, al nero pessimismo, alla mentita euforia Berlino, 27 febbraio. | La visita del ministro Eden in Ankara non ha destato troppa attenzione a Berlino dove, se mai, si attende a giudicarla dai fatti. Alla sua parata dimostrativa, di cui hanno fatto parte la compa- Ènia del capo di Stato Maggiore 'ili. nonché la coreografica chiamata del trombatissimo ambasciatore Cripps da Mosca, si contrappongono pacatamente a Berlino sintomi e fatti assai più sicuri e col piede sulla terra come la recente « dichiarazione di pace » che la Turchia ha stretto con la Bulgaria nonché le ripetute manifestazioni del ministro Saragioglu e di altri personaggi responsabili turchi. Adulterazione inefficace Appunto a queste ultime ci si richiama esplicitamente a Berlino fer confutare e mettere in mora tentativi vari e insistenti della propaganda britannica di questi giorni di adulterare per ogni verso la situazione balcanica, fra cui ad esempio il tentativo fatto di falsificare talune dichiarazioni del ministro turco a Washington a proposito dell'atteggiamento della Turchia nei riguardi degli avvenimenti greci che si è tentato di interpretare in senso favorevole alla politica britannica. Speciale rilievo riceve in relazione a tutto ciò la notizia da Ankara di un ricevimento dato proprio ieri dall'ambasciatore tedesco von Papen in onore del ministro presidente turco e del ministrò degli Esteri con l'intervento di tutti i principali personaggi dirigenti della politica turca. « In presenza — nota l'ufficiosa D.a.D. (*■ dei numerosi rumori messi in giro circa la presente situazione nel sud europeo questo ricevimento riveste un indubbio carattere di importanza e di interesse tutto speciale ». L'agenzìa riferisce infine come anche oggi nei circoli ufficiosi tedeschi abbiano ricevuto nuova smentita le notizie messe in giro da giorni circa la presenza di truppe tedesche in Bulgaria. In ultima analisi il viaggio mediterraneo orientale del signor Eden, che qualche giornale carat' terizza addirittura come una peregrinazione di incasso non solo della sconfitta diplomatica di Ankara-Sofia come di quello dei passeggeri successi militari nel nord Africa, non manca di essere messo infine in diretta relazione con i nuovi avvenimenti della fratellanza d'armi italo-tedesca che si manifesta nei campi di Libia e che costituisce per la stampa tedesca il fatto nuovo della presente fase della guerra. Se è vero — secondo la parola del Duce — che ancora una volta il tempo moderno vedrà in termini nuovi nel vecchio bacino mediterraneo la decisione delle sorti tra Roma e Cartagine, assume un vivo significato il fatto che inconsapevolmente gli inglesi stessi abbiano nella loro manovra diversiva della guerra portato il conflitto proprio su quelle spiagge nord africane in cui già una volta il fatale duello si decise: e assume conseguentemente per lo spirito della futura Europa quale sorgerà dalla guerra grandissimo valore ir fatto che a questo duello direttamente partecipino da oggi sulla costa africana stessa le truppe tedesche e che l'Asse insomma, responsabile quale sarà della futura Europa, compaia in comune come unità nei campi stessi mediterranei da cui questa Europa sorge. Se è giustissimo infatti quanto i giornali tedeschi hanno sempre sostenuto circa la preminenza assoluta del teatro di guerra dell'isola britannica come campo di decisione della guerra, non è però meno vero che nel Mediterraneo hanno sempre avuto e hanno sede i complessi gangli nervosi centrali e il meccanismo funzionante della guerra su cui per una specie di inconsapevole motoriflesso di auto conservazione il comando britannico non per nulla ha concentrato la sua manovra diversiva i Fratellanza d'armi libica • I giornali del Reich dottolineano in ogni modo con compiacimento la nuova prova di fratellanza d'armi libica manifestatasi nei primi contatti esplorativi di ieri ad Agedabia richiamandosi alle parole del FUhrer che le truppe tedesche sarebbero andate dietro agli inglesi ovunque essi avrebbero spostato e spostassero quella loro famosa offensiva continentale che non è mai venuta e dovunque li troveranno li batteranno a fondo e a morte. Oggetto del compiacimento più incondizionato e di tutta la stam pa e dei circoli tedeschi è poi la felice conclusione che ha avuto luogo a Roma delle trattative economiche per il regolamento degli scambi fra Italia e Germania per l'anno 1941. Questo degli scambi commerciali fra Italia e Germania costituisce uno degli aspetti e degli episodi di tutta la storia della guerra e rimarrà come esempio di quello che possa come elemento motore e moltiplicatore di forza la collaborazione sincera e decisa fra due Paesi, quando essa è instaurata in un clima che trascende i particolarismi individuali per affermarsi nel nome di un nuovo e maggiore interesse comune. Basti osservare in breve e in blocco, come fanno oggi i giornali, come i due Paesi abbiano saputo spremere da sé nel clima della guerra energie tali di produzione da rivolgere in reciproco completamento delle rispettive economie cosi da abbondantemente raddop piare per l'anno ora incominciatoll volume globale dei loro scambi da quello che era finora, spingen- dolo fino a un miliardo di mar- chi. Ciò — si osserva — mentre testimonia che le due economie non sono in modo alcuno compres-se o impedite bensì soltanto « indi-rizzàte » dalla guerra costituisce poi un esempio che supera per si- gnificato e per importanza le relazioni stesse fra i due Stati per assurgere a modello e ad anticipo degli imprevedibili potenziamenti economici che potrà raggiungere l'Europa di domani nel clima dell'autarchia continentale quale sarà alimentata dal sistema della regionalità dei terreni economici e del completamento delle economie reciproche. In particolare poi per quanto riguarda le trattative oggi concluse tra i due Paesi dell'Asse speciale soddisfazione si esprime in primo luogo per l'aumentato volume delle reciproche forniture per cui si osserva che il programma di materie prime dell Asse per il riuovo anno è pienamente assicurato; in secondo luogo per il principio consacrato che le oscillazioni del sistema dei pagamenti non debbono essere di ostacolo nemmeno solo momentaneo al procedere indisturbato degli scambi per le materie più importanti per la guerra; ed in terzo luogo per la funzione che eserciteranno nell'equilibrio generale dei pagamenti stessi le rimesse dei lavoratori italiani in Germania i quali hanno già raggiunto la rispettabile massa di 315 mila operai, forza preziosa di lavoro primissima fra le materie prime necessarie alla guerra come alla pace nonché alla reciproca conoscenza, all'affiatamento, alla solidarietà dei due popoli che dovranno costituire la salda base del nuovo ordine europeo di domani. L'incontro di Budapest La visita del Ministro jugoslavo Markovic a Budapest che attira tanto maggiormente su di sé l'attenzione di questi circoli inquantochè segue a poca distanza alla visita di Zvetkovlc e di Markovic a Berthesgaden viene naturalmente salutata in Germania con la più viva soddisfazione. E' noto l'interesse che la politica tedesca e quella dell'Asse in genere hanno sempre mostrato per un progrediente sviluppo del processo solutivo pacifico degli interessi e del problemi interbalcanici il cui inasprimento invece e il cui perenne contrasto formavano quella mentita guerra latente sul cui punto acuto riposavano come su un letto di piume la politica bellicistica ed egemonlstica britannica. Berlino trova sempre al contrario motivo di soddisfazione tutte le volte che tentativi o passi di approfondimento collaborativo e conciliativo si manifestino o si compiano nei Balcani; e alla serie di questi passi e di questi tentativi indubbiamente appartiene il viaggio di Markovic a Budapest. Non si rischierà di andare troppo lontano dalla verità nel ritenere in definitiva che questa visita jugoslava a Budapest si compie nel clima stesso delle recenti conversazioni di Berthesgaden fra gli uomini di Stato jugoslavi ed Adolfo Hitler. Da Londra dopo i primi tentativi di minimizzazione dei due discorsi di Mussolini e di Hitler che ebbero subito come reazione un immediato cupo aggravamento dei toni pessimistici della propaganda britannica, si rileva ora una terza fase della ripercussione delle due manifestazioni oratorie dell'Asse, fase che si effonde in una improvvisa aura di artificioso ottimismo e di euforia che non può a meno di dare all'occhio. E si può anche capire. C'è Eden ad Ankara e si avvicina d'altra parte alla sua conclusione la discussione al Senato americano, la quale per via —e sia detto senza per questo modificare minimamente la previsione del voto che approverà la legge — non ha visto che aumentarsi le file dell'opposizione. Euforia artificiosa Sul conto di questa artificiosa aura di euforia a cui hanno dato la stura le dichiarazioni del ministro Sinclair su quello che la aviazione britannica sarà capace di fare alla nuova ripresa (a Berlino si risponde subito però che il ministro britannico ha dimenticato di fare i conti su una geometricamente aumentata difesa come offesa dell'aviazione germanica) è messa dalla stampa germanica anche la nuova untuosa e idealistica dichiarazione del sottosegretario Buttler che la causa di guerra dell'Inghilterra non avrebbe nulla a che fare con guadagni territoriali e commerciali e materiali in genere, bensì riguarda solo l'avvenire dell'umanità intera. Questo nuovo ipocrita e disgustoso surrogato di quei fini di guerra inglesi che il signor Churchill aspetta il momento più opportuno anzi opportunistico per rivelare al mondo — momento che gli sfuggirà — non duo per la stampa tedesca che suscitare l'ilarità più incondizionata di tutta l'opinione mondiale; ma se per caso la dichiarazione fosse stata fatta per influire sempre su quei fanciulloni dei senatori americani che sono alla vigilia del voto si rileva a Berlino come alla dichiarazione abbia fatto subito eco la dichiarazione di un senatore americano, il senatore Clark, il quale ha dichiarato che « l'Inghilterra non combatte affatto né per la libertà né per la democrazia, bensì combatte sempre per l'unica cosa per cui ha sempre combattuto, e cioè per il suo incontrastato dominio economico sul mondo per cui ha tentato e tenta di prendere per fame la Germania». Quello che vi eia di idealìstico e di umanitario nei fini di guerra inglesi lo dimostra una dichiarazione sfug- !gita al pio autocontrollo del de cano della cattedrale di S. Paolo il quale si è iasciato scappare che l'Inghilterra dovrà senz'altro do minare con le armi tutta l'Euro pa. Sono questi toni lievi quanto 1 innocenti della nuova aura eufo1 rica che spira a Londra a reazio ne dei terrori suscitati dai due 1 discorsi dei due capi dell'Asse. Ma anche per il decano della cattedrale di S. Paolo c'è stata in America gente abbastanza allegra e franca per guastare il suo buon umore; ed è stata la signora Dorotea Thompso, propagandista se altra mai delle idee rooscveltiane e amica del cuore della presidentessa, la quale in un eccesso di allegria e franchezza si è lasciata sfuggire l'affermazione che « non già l'Inghilterra ma l'America dovrà essere in testa al mondo di domani e il leone britannico dovrà soltanto trotterellarle dietro ». C'è materia sufficiente di riflessione anche per il decano della cattedrale di S. Paolo che per dominare l'Europa aspetta tutto dall'America. Giuseppe Piazza