L'aeroporto devastato 16 apparecchi distrutti

L'aeroporto devastato 16 apparecchi distrutti L'aeroporto devastato 16 apparecchi distrutti (Da uno dei nostri inviati) Aerobase di X, 27 febbraio. L'azione in massa, di cui è cenno nel Bollettino odierno, effettuata su Malta, ha acquistato una speciale importanza per gli effettivi impegnati, e per 1 risultati ottenuti. Le formazioni, complessivamente ottanta Stuka, scortati da forti aliquote di cacciatori italiani e germanici, lasciano il campo verso l'ora X, salgono ad alta quota, navigano veloci tra cielo e mare, si addentrano sfreccianti nel cuore di Malta in pieno giorno col fa vore di alcuni banchi di nubi che chiazzano il cielo. Si prosegue aumentando la velocità verso la méta, che ormai non è lontana che qualche minuto di volo. La sorpresa, fattore primo del successo, riesce in pieno. Gli Sta ka, giunti sulla verticale del cam po nemico senza che le batterie controaeree ne abbiano sentore e sbucando improvvisamente dalle e e e l e e e nuvole, iniziano la loro opera distruttiva rapida e precisa. L'apparecchio capo formazione dà il segnale dell'attacco piombando in picchiata sull'obiettivo prestabilito; seguono immediatamente, come catapulte lanciate dal cielo, gli altri Stuka, che inquadrano perfettamente sia la pista di lancio che 1 depositi, gli apparecchi disseminati sul campo, le aviorimesse, i depositi di carburante e le riserve di munizioni, eli apprestamenti, gli impianti, le baracche: gli obiettivi vengono colpiti, martellati, incendiati, distrutti. Alcuni depositi di carburante, per quanto abilmente mascherati sul margine destro del campo, si incendiano sotto il grandinare delle bombe facendo alzare nell'aria pesanti nuvole di fumo nerastro e guizzanti lingue di fuoco alte oltre il centinaio di metri. Le riserve di munizioni, centrate in pieno, scoppiano con fragore infernale facendo tremare la terra. Tutta l'organizzazione dell'aeroporto è sconvolta dalle esplosioni che lanciano nell'aria colonne dì terriccio. Mentre le formazioni da bombardamento si susseguono in ridda infernale continuando l'opera distruttiva, la difesa nemica entra in azione con una massa di fuoco rabbiosa e intensa quanto nervosa e imprecisa. Nuvolette minacciose si formano intorno agli Stuka: sì odono scoppi secchi che dominano il rombo dei motori, le esplosioni si succedono sempre più vicine: il nemico aggiusta il tiro. Ma non importa: gli Stuka devono effettuare completamente la missione loro affidata. Si arrampicano veloci verso l'alto, poi piombano fulminei e sganciano il micidiale carico di esplosivo contro alcune decine di velivoli nemici rullanti sul campo e che forse stavano per prendere il volo. Gli apparecchi britannici vengono così inchiodati al suolo, maciullati dalle bombe e resi inservibili. Altre aviorimesse vengono colpite, mentre altri velivoli, ancora nascosti con frasche d'albero, vengono efficacemente colpiti con nuovi picchiate. Gli Stuka scendono quasi verticalmente secondo l'asse di postazione degli apparecchi che si trovano a terra: alcuni velivoli si incendiano sotto le precise raffiche dei bombardieri, che si avvicendano in un vero carosello infernale contro tutti gli impianti del campo che prendono fuoco. L'aeroporto è un immenso rogo, pieno di fumo e di cortine caliginose. Lo scompiglio su tutta la zona è enorme. Ai margini del campo, squassato da ottanta tonnellate di bombe, si vede chiaramente ad intermittenza gente che scappa in tutte le direzioni; sono soldati fuggenti dai rifugi sventrati con precisione dai tiri dei bombardieri. Un aeroporto ben arato: questo il bilancio della magnifica azione. L'artiglieria controaerea di colpo cessa di tempestare le nuvole: è il segnale che la caccia nemica si leva in quota per contrastare il passo ai bombardieri. Infatti nere ombre guizzano già nel cielo tra le formazioni nuvolose, lanciandosi come cornacchie sugli Stuka; ma volando a diverse quote vigilavano sull'azione dei bombardieri i cacciatori italiani e tedeschi che. avvistata la caccia nemica, le sfrecciavano contro sbarrando la strada agli Hurricane e costringendoli al combattimento. In breve sei Hurricane, colpiti da ben centrate raffiche, si inabissano come fogli di carta lasciandosi dietro una scia di fumo nerastro, che si sprigiona dai serbatoi di benzina in fiamme. Qualche pilota nemico riesce a saltare fuori dalla macchina, ormai ridotta a tragica torcia ardente; qua e là alcuni paracadute ondeggiano nell'aria, curiosi funghi bianchi che calano lentamente verso la terra sconvolta dalle ondate degli Stuka. Gli altri apparecchi della formazione da caccia nemica, disorientati dall'insuccesso del primo attacco contro i cacciatori dell'Asse, ora lasciano il cielo del combattimento scomparendo verso il basso. ' Franco Desio L'aeroporto devastato 16 apparecchi distrutti L'aeroporto devastato 16 apparecchi distrutti (Da uno dei nostri inviati) Aerobase di X, 27 febbraio. L'azione in massa, di cui è cenno nel Bollettino odierno, effettuata su Malta, ha acquistato una speciale importanza per gli effettivi impegnati, e per 1 risultati ottenuti. Le formazioni, complessivamente ottanta Stuka, scortati da forti aliquote di cacciatori italiani e germanici, lasciano il campo verso l'ora X, salgono ad alta quota, navigano veloci tra cielo e mare, si addentrano sfreccianti nel cuore di Malta in pieno giorno col fa vore di alcuni banchi di nubi che chiazzano il cielo. Si prosegue aumentando la velocità verso la méta, che ormai non è lontana che qualche minuto di volo. La sorpresa, fattore primo del successo, riesce in pieno. Gli Sta ka, giunti sulla verticale del cam po nemico senza che le batterie controaeree ne abbiano sentore e sbucando improvvisamente dalle e e e l e e e nuvole, iniziano la loro opera distruttiva rapida e precisa. L'apparecchio capo formazione dà il segnale dell'attacco piombando in picchiata sull'obiettivo prestabilito; seguono immediatamente, come catapulte lanciate dal cielo, gli altri Stuka, che inquadrano perfettamente sia la pista di lancio che 1 depositi, gli apparecchi disseminati sul campo, le aviorimesse, i depositi di carburante e le riserve di munizioni, eli apprestamenti, gli impianti, le baracche: gli obiettivi vengono colpiti, martellati, incendiati, distrutti. Alcuni depositi di carburante, per quanto abilmente mascherati sul margine destro del campo, si incendiano sotto il grandinare delle bombe facendo alzare nell'aria pesanti nuvole di fumo nerastro e guizzanti lingue di fuoco alte oltre il centinaio di metri. Le riserve di munizioni, centrate in pieno, scoppiano con fragore infernale facendo tremare la terra. Tutta l'organizzazione dell'aeroporto è sconvolta dalle esplosioni che lanciano nell'aria colonne dì terriccio. Mentre le formazioni da bombardamento si susseguono in ridda infernale continuando l'opera distruttiva, la difesa nemica entra in azione con una massa di fuoco rabbiosa e intensa quanto nervosa e imprecisa. Nuvolette minacciose si formano intorno agli Stuka: sì odono scoppi secchi che dominano il rombo dei motori, le esplosioni si succedono sempre più vicine: il nemico aggiusta il tiro. Ma non importa: gli Stuka devono effettuare completamente la missione loro affidata. Si arrampicano veloci verso l'alto, poi piombano fulminei e sganciano il micidiale carico di esplosivo contro alcune decine di velivoli nemici rullanti sul campo e che forse stavano per prendere il volo. Gli apparecchi britannici vengono così inchiodati al suolo, maciullati dalle bombe e resi inservibili. Altre aviorimesse vengono colpite, mentre altri velivoli, ancora nascosti con frasche d'albero, vengono efficacemente colpiti con nuovi picchiate. Gli Stuka scendono quasi verticalmente secondo l'asse di postazione degli apparecchi che si trovano a terra: alcuni velivoli si incendiano sotto le precise raffiche dei bombardieri, che si avvicendano in un vero carosello infernale contro tutti gli impianti del campo che prendono fuoco. L'aeroporto è un immenso rogo, pieno di fumo e di cortine caliginose. Lo scompiglio su tutta la zona è enorme. Ai margini del campo, squassato da ottanta tonnellate di bombe, si vede chiaramente ad intermittenza gente che scappa in tutte le direzioni; sono soldati fuggenti dai rifugi sventrati con precisione dai tiri dei bombardieri. Un aeroporto ben arato: questo il bilancio della magnifica azione. L'artiglieria controaerea di colpo cessa di tempestare le nuvole: è il segnale che la caccia nemica si leva in quota per contrastare il passo ai bombardieri. Infatti nere ombre guizzano già nel cielo tra le formazioni nuvolose, lanciandosi come cornacchie sugli Stuka; ma volando a diverse quote vigilavano sull'azione dei bombardieri i cacciatori italiani e tedeschi che. avvistata la caccia nemica, le sfrecciavano contro sbarrando la strada agli Hurricane e costringendoli al combattimento. In breve sei Hurricane, colpiti da ben centrate raffiche, si inabissano come fogli di carta lasciandosi dietro una scia di fumo nerastro, che si sprigiona dai serbatoi di benzina in fiamme. Qualche pilota nemico riesce a saltare fuori dalla macchina, ormai ridotta a tragica torcia ardente; qua e là alcuni paracadute ondeggiano nell'aria, curiosi funghi bianchi che calano lentamente verso la terra sconvolta dalle ondate degli Stuka. Gli altri apparecchi della formazione da caccia nemica, disorientati dall'insuccesso del primo attacco contro i cacciatori dell'Asse, ora lasciano il cielo del combattimento scomparendo verso il basso. ' Franco Desio

Persone citate: Franco Desio, Hurricane

Luoghi citati: Malta