Sicura attesa e segni indubitabili di avvenimenti imminenti e decisivi di Giuseppe Piazza

Sicura attesa e segni indubitabili di avvenimenti imminenti e decisivi DUE POPOLI E UNA FRONTIERA Sicura attesa e segni indubitabili di avvenimenti imminenti e decisivi Berlino, 25 febbraio. H campo dell'attenzione universale è ancor tutto dominato dalle due grandi manifestazioni dell'Asse: i discorsi di Mussolini e di Hitler. Quest'ultimo, che, per essere venuto dopo, ha completato e approfondito l'impressione dappertutto destata dal primo, mettendo l'opinione mondiale davanti ad una manifestazione complessiva effettivamente unitaria del'Asse stesso, è oggi speciale oggetto dei commenti dei giornali tedeschi, i quali ne fanno cadere principalmente su quattro punti l'accento politico di attualità immediata. La parte decisiva del discorso — si osserva — è consistita nell'annuncio chiaramente dal Fuhrer fatto di immediate azioni militari che caratterizzeranno la imminente primavera; ed è su questo riguardo che principalmente si valutano le dichiarazioni di Adolfo Hitler come una manifestazione parallela a quella di Benito Mussolini, e si definiscono perciò i due discorsi come il segnale dato, o insomma l'introduzione agli imminenti decisivi avvenimenti, che fanno parte dei programmi attivi dell'Asse, nell'assoluta certezza della definitiva vittoria. «Dovunque si trovino» Due sono al riguardo i punti più significativi del discorso di Hitler: l'annuncio dato cioè delle 215 mila tonnellate di stazza affondate negli ultimi due giorni (di cui 190 mila dovute ai sottomarini) come anticipo di quell'i inizio » della grossa guerra sottomarina che il Flihrer ha con fermato per il marzo e l'aprile; e insieme con ciò la dichiarazione fatta che la Germania attende ancora la famosa offensiva continentale dell'Inghilterra, la quale per altro non arriva mai, mentre invece l'Inghilterra la sposta altrove, cosicché è necessario correrle dietro; ebbene — ha annunciato il Fuhrer — la Germania incontrerà e fronteggerà gli inglesi dovunque essi si trovino, ma nello stesso tempo li colpirà anche là dove il colpo sarà per loro mortale. Non meno importante appare in secondo luogo nei commenti tedeschi la parte economica del discorso in cui il Fuhrer ha nuovamente e solennemente affermato di fronte al mondo la straordinaria forza economica rappresentata dall' immensa capacità di consumo e di produzione di un popolo di 85 milioni di uomini che ne fa un elemento insopprimibile anzi determinante della economia mondiale: e in ciò il Fuhrer ha inteso, come è chiaro, specialmente di rivolgersi a quegli illusi economisti politici della plutocrazia anglo-americana, che credono di poter mettere le grandi forze economiche del nuovo mondo nel sacco pieno ma fatuo della loro inutile potenza aurea. In terzo luogo il Fuhrer ha fatto poi una nuova, sèmpre più impressionante affermazione della forza e della potenza militare raggiunta in questi ultimi mesi dal popolo tedesco, affermazione che ha voluto essere un significativo complemento a quanto già altre volte egli aveva detto sul potenziale di guerra della Germania. Con questa forza, che è la più grande che la storia cosi tedesca come del mondo abbia mai visto e che è ancora ben lungi dall'avere dato di sè anche lontanamente la reale misura, la Germania vede con tranquillità approssimarsi la primavera. Quarto e ultimo punto, infine, di raggrup- ?amento e di concentrazione deiattenzione pubblica sul discorso del Fiiher, sono state le espressioni di riconoscimento — da noi ampiamente rilevate nel primo istante — che egli ha dedicato al contributo dell'Italia alla guerra, deducendone la sempre più concreta, attiva e ormai assoluta unità di fronte delle due Potenze militari contro il comune e unico nemico da abbattere dovunque egli si trovi. Con ciò — si osserva e si conclude — il discorso del Duce dell'Italia fascista è stato confermato e sottoscritto dal Ftlhrer della Germania nazionalsocialista. E se i due grandi Capi dell'Asse in questo momento si sono esposti tutti e due con la loro responsabilità, unitamente, alle pubbliche opinioni, rispettiva e mondiale, ciò è ancora una volta un indub nnaodftsh—blmnnstspfispulabio segno"e"annuncio"-—- e certa- 'mente il maggiore — degli avve nimenti decisivi, che l'immediato avvenire viserba nel suo seno. Le illusioni della propaganda La propaganda britannica invece, la quale insieme con la stampa d'oltre oceano era rimasta visibilmente colpita dal discorso di Mussolini, che all'una e all'altra aveva tutto ad un tratto rivelato la piena salute di quell'Italia che esse ciedevano prostrata a terra dall'offensiva di Wavell e dal colpo proditorio di Genova, ecco che ha colto l'occasione del discorso del Fuhrer per rifarsi della cattiva sorpresa. E all'uopo, dopo avere nel primo momento intonato la solita bolsa sinfonia che il discorso del Fuhrer non avrebbe recato « nulla di nuovo e di sensazionale », accortasi di averla detta troppo grossa perchè la potessero bere non soltanto i suoi, ma anche quelli di fuori e soprattutto quelli dell'altra riva, ne ha inventata un'altra, e cioè questa: che il Flihrer avrebbe alla lesta imbastito il suo discorso all'indomani di quello di Mussolini, mettendo insieme alla meglio le quattro coserelle che ha trovato modo di dire, al solo e unico scopo di cancellare e compensare l'effetto deprimente che il discorso del Duce, con le sue « verità » avrebbe esercitato su tutta la pubblica opinione italiana e dell'Asse in genere. A parte la ricorrenza, che dava occasione, quest'anno esattamentecome l'anno scorso, alla parola del Ftthrer, anche per quanto riguar-da il contenuto del discorso, la ri dicola trovata della propaganda britannica non regge in piedi, e ce mai si dà la zappa sui medesimi, sìa cioè per quanto riguarda l'annuncio dato di eventi futuri, per cui esso non ha costituito se non lo sviluppo naturale di prean- nunci già precedentemente dati, ali'infuori di qualsiasi contingente occasione, sia per quanto riguar-'da, ad esemplo, il particolare dei formidabili affondamenti delle ultime ventiquattro ore da parte dei sottomarini del Reich di cui Hitler ha dato là prima notizia. Infatti — osserva la stampa tedesca — basta semplicemente riflettere che la formidabile azione di affondamenti era evidentemente in corso non soltanto durante la determinazione e la redazione del discorso del Fuhrer, ma necessariamente prima ancora di quello di Mussolini, per concludere nella impossibilità che la materia che ha fatto oggetto della parola di Hitler potesse in qualsiasi modo essere in correlazione diretta con l'effetto suscitato da quella trattata da Mussolini, e per mandare quindi pietosamente all'aria tutta questa fantastica costruzione della propaganda britannica. Ciò non toglie naturalmente che il signor Churchill e i suoi continuino a battere più che mai le latte vuote della loro propaganda rivelando ai popoli quanto di marcio e di catastrofico si nasconderebbe dietro e sotto l'apparente unità di facciata riaffermata dai solleciti colpi di cazzuola riparatori del discorso di Hitler, e cioè che, ad esempio, le|truppe tedesche avrebbero intanto a poco a poco messo le mani su |tutte le solide posizioni strategl- che dell Italia mentre d'altra par- te lltalia continuerebbe a raffor- zare prudenzialmente il solitolpasso del Brennero per opporsi |una volta o l'altra alla calata del grosso dei tedeschi; e cose amene di questo genere. Il vero è, si risponde a tutto ciò a Berlino, che ancora una volta con tutti questi j veri e propri deliri la stampa in-;glese e quella americana che finge di andarle dietro, altro non fanno se non dipingere il quadro più fe- dele di quel che furono e ancora|sono le alleanze democratiche. fat-|te tutte a base di egoistiche ri-1 serve mentali, e di speculazioni pescecagnesche, fondate sul plus valore assoluto, anzi addirittura usuraio del proprio tornaconto sopra quello dell'alleato, tornaconto che spesso rappresenta la pelle stessa dell'alleato, come è pure il caso dell'attuale alleanza che la legge degli aiuti al senato americano sta, sebbene non scritta, consacrando. Mentalità rivoluzionaria Ora anche in questo, nell'avere cioè rinnovellato lo spirito delle alleanze e lo spirito in genere della trattativa diplomatica, si rivela la mentalità rivoluzionaria e totalitaria dell'Asse. Hitler in questo, come già nell'altro suo precedente discorso, ha in breve disegnato che cosa siano queste alleanze dalla diplomazia nuova instaurate. Esse sono alleanze le quali identificano il fine proprio in quello dell'alleato e perciò non abbisognano di compensazioni interne, compensandosi abbastanza di se stesse e in se stesse, con l'abbattimento del comune nemico in piena coscienza riconosciuto. Quando il soldato italiano combatte in Atlantico, o il soldato tedesco combatta in Libia, l'uno e l'altro sentono il combattere non tanto per la causa dell'alleato, quanto per la causa propria e non sentono perciò il bisogno di compensazioni speciali. E nell'affermazione di questa unità effettiva di fronte che la stampa tedesca esprime la nota conclusiva ai commenti dei discorsi dei due grandi Capi. « Due popoli e una frontiera » scrive il Voeìkischer Beobachter; è questa in sostanza la « fine della strada » che Mussolini ammoniva fin dal suo discorso di Campo di Maggio di sapere e volere percorrere fino in fondo tenendosi per mano con l'amico una volta scelto e trovato. In questo modo si marcerà insieme senz'altro alla vittoria ormai certa e imminente. Noi dovremmo diminuire — cosi leggiamo a un dipresso in un giornale tedesco — se in questa unità di fronte distinguessimo la parte nostra da quella dell'alleato, se nell'immenso peso della guerra per tanto tempo sostenuto da sola dall'Italia vedessimo qualche cosa di meno che un gravame spettante in comune a tutte e due. che è interesse diretto tedesco, 'come è interesse diretto italiano 1di scontare e passare all'attivo dell'una e indivisibile causa. E questa causa, si potrebbe aggiungere, è causa di tutte e due perchè è in sostanza una di quelle che, superando gli egoismi, trascende runa e l'altra delle due per assurgere a causa di quella futura Europa, ppr la cui creazione di fronte al secoli avvenire vale la pena di combattere e di sanguinare, vale la pena di morire, per rinascere nella zolla fecondata dal proprio sangue. Nella cornice delle discussioni e delle aspettazioni pubbliche destate dai due discorsi, grande attenzione desta fra l'altro oggi — come rileva la ufficiosa agenzia D.A.D. — la comunicazione fatta per radio, e riportata da tutti i giornali — ai soldati attualmente m licenza che già presero parte alle operazioni in Norvegia, di annunciarsi alla prossima autorità militare dichiarando il giorno del proprio ordine di partenza. Giuseppe Piazza Sicura attesa e segni indubitabili di avvenimenti imminenti e decisivi DUE POPOLI E UNA FRONTIERA Sicura attesa e segni indubitabili di avvenimenti imminenti e decisivi Berlino, 25 febbraio. H campo dell'attenzione universale è ancor tutto dominato dalle due grandi manifestazioni dell'Asse: i discorsi di Mussolini e di Hitler. Quest'ultimo, che, per essere venuto dopo, ha completato e approfondito l'impressione dappertutto destata dal primo, mettendo l'opinione mondiale davanti ad una manifestazione complessiva effettivamente unitaria del'Asse stesso, è oggi speciale oggetto dei commenti dei giornali tedeschi, i quali ne fanno cadere principalmente su quattro punti l'accento politico di attualità immediata. La parte decisiva del discorso — si osserva — è consistita nell'annuncio chiaramente dal Fuhrer fatto di immediate azioni militari che caratterizzeranno la imminente primavera; ed è su questo riguardo che principalmente si valutano le dichiarazioni di Adolfo Hitler come una manifestazione parallela a quella di Benito Mussolini, e si definiscono perciò i due discorsi come il segnale dato, o insomma l'introduzione agli imminenti decisivi avvenimenti, che fanno parte dei programmi attivi dell'Asse, nell'assoluta certezza della definitiva vittoria. «Dovunque si trovino» Due sono al riguardo i punti più significativi del discorso di Hitler: l'annuncio dato cioè delle 215 mila tonnellate di stazza affondate negli ultimi due giorni (di cui 190 mila dovute ai sottomarini) come anticipo di quell'i inizio » della grossa guerra sottomarina che il Flihrer ha con fermato per il marzo e l'aprile; e insieme con ciò la dichiarazione fatta che la Germania attende ancora la famosa offensiva continentale dell'Inghilterra, la quale per altro non arriva mai, mentre invece l'Inghilterra la sposta altrove, cosicché è necessario correrle dietro; ebbene — ha annunciato il Fuhrer — la Germania incontrerà e fronteggerà gli inglesi dovunque essi si trovino, ma nello stesso tempo li colpirà anche là dove il colpo sarà per loro mortale. Non meno importante appare in secondo luogo nei commenti tedeschi la parte economica del discorso in cui il Fuhrer ha nuovamente e solennemente affermato di fronte al mondo la straordinaria forza economica rappresentata dall' immensa capacità di consumo e di produzione di un popolo di 85 milioni di uomini che ne fa un elemento insopprimibile anzi determinante della economia mondiale: e in ciò il Fuhrer ha inteso, come è chiaro, specialmente di rivolgersi a quegli illusi economisti politici della plutocrazia anglo-americana, che credono di poter mettere le grandi forze economiche del nuovo mondo nel sacco pieno ma fatuo della loro inutile potenza aurea. In terzo luogo il Fuhrer ha fatto poi una nuova, sèmpre più impressionante affermazione della forza e della potenza militare raggiunta in questi ultimi mesi dal popolo tedesco, affermazione che ha voluto essere un significativo complemento a quanto già altre volte egli aveva detto sul potenziale di guerra della Germania. Con questa forza, che è la più grande che la storia cosi tedesca come del mondo abbia mai visto e che è ancora ben lungi dall'avere dato di sè anche lontanamente la reale misura, la Germania vede con tranquillità approssimarsi la primavera. Quarto e ultimo punto, infine, di raggrup- ?amento e di concentrazione deiattenzione pubblica sul discorso del Fiiher, sono state le espressioni di riconoscimento — da noi ampiamente rilevate nel primo istante — che egli ha dedicato al contributo dell'Italia alla guerra, deducendone la sempre più concreta, attiva e ormai assoluta unità di fronte delle due Potenze militari contro il comune e unico nemico da abbattere dovunque egli si trovi. Con ciò — si osserva e si conclude — il discorso del Duce dell'Italia fascista è stato confermato e sottoscritto dal Ftlhrer della Germania nazionalsocialista. E se i due grandi Capi dell'Asse in questo momento si sono esposti tutti e due con la loro responsabilità, unitamente, alle pubbliche opinioni, rispettiva e mondiale, ciò è ancora una volta un indub nnaodftsh—blmnnstspfispulabio segno"e"annuncio"-—- e certa- 'mente il maggiore — degli avve nimenti decisivi, che l'immediato avvenire viserba nel suo seno. Le illusioni della propaganda La propaganda britannica invece, la quale insieme con la stampa d'oltre oceano era rimasta visibilmente colpita dal discorso di Mussolini, che all'una e all'altra aveva tutto ad un tratto rivelato la piena salute di quell'Italia che esse ciedevano prostrata a terra dall'offensiva di Wavell e dal colpo proditorio di Genova, ecco che ha colto l'occasione del discorso del Fuhrer per rifarsi della cattiva sorpresa. E all'uopo, dopo avere nel primo momento intonato la solita bolsa sinfonia che il discorso del Fuhrer non avrebbe recato « nulla di nuovo e di sensazionale », accortasi di averla detta troppo grossa perchè la potessero bere non soltanto i suoi, ma anche quelli di fuori e soprattutto quelli dell'altra riva, ne ha inventata un'altra, e cioè questa: che il Flihrer avrebbe alla lesta imbastito il suo discorso all'indomani di quello di Mussolini, mettendo insieme alla meglio le quattro coserelle che ha trovato modo di dire, al solo e unico scopo di cancellare e compensare l'effetto deprimente che il discorso del Duce, con le sue « verità » avrebbe esercitato su tutta la pubblica opinione italiana e dell'Asse in genere. A parte la ricorrenza, che dava occasione, quest'anno esattamentecome l'anno scorso, alla parola del Ftthrer, anche per quanto riguar-da il contenuto del discorso, la ri dicola trovata della propaganda britannica non regge in piedi, e ce mai si dà la zappa sui medesimi, sìa cioè per quanto riguarda l'annuncio dato di eventi futuri, per cui esso non ha costituito se non lo sviluppo naturale di prean- nunci già precedentemente dati, ali'infuori di qualsiasi contingente occasione, sia per quanto riguar-'da, ad esemplo, il particolare dei formidabili affondamenti delle ultime ventiquattro ore da parte dei sottomarini del Reich di cui Hitler ha dato là prima notizia. Infatti — osserva la stampa tedesca — basta semplicemente riflettere che la formidabile azione di affondamenti era evidentemente in corso non soltanto durante la determinazione e la redazione del discorso del Fuhrer, ma necessariamente prima ancora di quello di Mussolini, per concludere nella impossibilità che la materia che ha fatto oggetto della parola di Hitler potesse in qualsiasi modo essere in correlazione diretta con l'effetto suscitato da quella trattata da Mussolini, e per mandare quindi pietosamente all'aria tutta questa fantastica costruzione della propaganda britannica. Ciò non toglie naturalmente che il signor Churchill e i suoi continuino a battere più che mai le latte vuote della loro propaganda rivelando ai popoli quanto di marcio e di catastrofico si nasconderebbe dietro e sotto l'apparente unità di facciata riaffermata dai solleciti colpi di cazzuola riparatori del discorso di Hitler, e cioè che, ad esempio, le|truppe tedesche avrebbero intanto a poco a poco messo le mani su |tutte le solide posizioni strategl- che dell Italia mentre d'altra par- te lltalia continuerebbe a raffor- zare prudenzialmente il solitolpasso del Brennero per opporsi |una volta o l'altra alla calata del grosso dei tedeschi; e cose amene di questo genere. Il vero è, si risponde a tutto ciò a Berlino, che ancora una volta con tutti questi j veri e propri deliri la stampa in-;glese e quella americana che finge di andarle dietro, altro non fanno se non dipingere il quadro più fe- dele di quel che furono e ancora|sono le alleanze democratiche. fat-|te tutte a base di egoistiche ri-1 serve mentali, e di speculazioni pescecagnesche, fondate sul plus valore assoluto, anzi addirittura usuraio del proprio tornaconto sopra quello dell'alleato, tornaconto che spesso rappresenta la pelle stessa dell'alleato, come è pure il caso dell'attuale alleanza che la legge degli aiuti al senato americano sta, sebbene non scritta, consacrando. Mentalità rivoluzionaria Ora anche in questo, nell'avere cioè rinnovellato lo spirito delle alleanze e lo spirito in genere della trattativa diplomatica, si rivela la mentalità rivoluzionaria e totalitaria dell'Asse. Hitler in questo, come già nell'altro suo precedente discorso, ha in breve disegnato che cosa siano queste alleanze dalla diplomazia nuova instaurate. Esse sono alleanze le quali identificano il fine proprio in quello dell'alleato e perciò non abbisognano di compensazioni interne, compensandosi abbastanza di se stesse e in se stesse, con l'abbattimento del comune nemico in piena coscienza riconosciuto. Quando il soldato italiano combatte in Atlantico, o il soldato tedesco combatta in Libia, l'uno e l'altro sentono il combattere non tanto per la causa dell'alleato, quanto per la causa propria e non sentono perciò il bisogno di compensazioni speciali. E nell'affermazione di questa unità effettiva di fronte che la stampa tedesca esprime la nota conclusiva ai commenti dei discorsi dei due grandi Capi. « Due popoli e una frontiera » scrive il Voeìkischer Beobachter; è questa in sostanza la « fine della strada » che Mussolini ammoniva fin dal suo discorso di Campo di Maggio di sapere e volere percorrere fino in fondo tenendosi per mano con l'amico una volta scelto e trovato. In questo modo si marcerà insieme senz'altro alla vittoria ormai certa e imminente. Noi dovremmo diminuire — cosi leggiamo a un dipresso in un giornale tedesco — se in questa unità di fronte distinguessimo la parte nostra da quella dell'alleato, se nell'immenso peso della guerra per tanto tempo sostenuto da sola dall'Italia vedessimo qualche cosa di meno che un gravame spettante in comune a tutte e due. che è interesse diretto tedesco, 'come è interesse diretto italiano 1di scontare e passare all'attivo dell'una e indivisibile causa. E questa causa, si potrebbe aggiungere, è causa di tutte e due perchè è in sostanza una di quelle che, superando gli egoismi, trascende runa e l'altra delle due per assurgere a causa di quella futura Europa, ppr la cui creazione di fronte al secoli avvenire vale la pena di combattere e di sanguinare, vale la pena di morire, per rinascere nella zolla fecondata dal proprio sangue. Nella cornice delle discussioni e delle aspettazioni pubbliche destate dai due discorsi, grande attenzione desta fra l'altro oggi — come rileva la ufficiosa agenzia D.A.D. — la comunicazione fatta per radio, e riportata da tutti i giornali — ai soldati attualmente m licenza che già presero parte alle operazioni in Norvegia, di annunciarsi alla prossima autorità militare dichiarando il giorno del proprio ordine di partenza. Giuseppe Piazza