Roosevelt conduce l'America verso l'abisso dell'intervento

Roosevelt conduce l'America verso l'abisso dell'intervento Roosevelt conduce l'America verso l'abisso dell'intervento La flotta britannica presa in pegno per.compensare gli aiuti americani e in previsione della messa fuori combattimento dell' Inghilterra Berlino, 22 febbraio. 3' chiaro che. a mano a mano che sulla base di tanta personale perizia e di tanti sopraluoghi americani a Londra si consolida a Washington la convinzione della crescente precarietà dell'intera situazione britannica di fronte all'assedio del controblocco tedesco il quale assumerà presto, secondo il prearn mzio di Hitler, proporzioni massime, e dell'investimento militare in genere dell'isola, è cresciuto l'interesse della politica americana agli aiuti all'Inghilterra quale si manifesta infatti nella legge relativa; ma proporzionalmente di altrettanto è cresciuto anche nella pubblica opinione l'interessamen o alla sorte complessiva finale della flotta britannica stessa nel caso di insostenibile situazione nelle acque dell'isola. Su questo tema il nuovo interlocutore contrammiragilo Stirling, il quale prende la parola dal Daily Mirrar, ha detto cose assai più chiare e più grosse dichiarando senz'altro come bisogni ormai fare i conti sulla possibilità di un pieno investimento e superamento militare tedesco dell'isola britannica e come per tal caso la sola sicurezza che gli Stati Uniti potrebbero procurarsi sarebbe di avere fin da ora garanzie sicure che in caso di estrema minaccia la flotta britannica si vada « ad unire con quella degli Stati Uni' ti ». Soltanto sotto questa premessa — cosi si esprime il contrammiraglio — sarebbe possibile eseguire la legge degli aiuti all'Inghilterra ». • Un avido mercato Questo contributo interpretativo alla legge sugli aiuti e questa passione disinteressata di discussioni che essa ha suscitato nell'opinione americana appare quanto mai prezioso alla stampa del Reich la quale fa rilevare quanto edificante e profondo senso assumano a questi lumi tutte le diatribe antiimperialistiche del Senato americano ispirate al solo purissimo interesse della libertà delle nazioni, mentre non si fa altro che approfittare delle disgrazie dell'amica unicamente per ricattarla e per spremerne a solo vantaggio della propria potenza e del proprio imperialismo tutto quello cne essa ancora può dare prima di trarre l'ultimo respiro. « Gli imperialisti di Washington — nota questa sera ad esempio la Nachtaufsgabe — propendono in realtà per una valutazione realistica della situazione anziché per una politica di illusioni; e rendendosi cónto della possibilità di una completa sconfitta? britannica nell'isola essi utilizzano già la legge sugli aiuti (con le altissime note delle severe accuse all'imperialismo nazionalsocialista avido di conquistare l'intera terra) unicamente come esca al consenso della garanzia desiderata per un così essenziale rafforzamento della flotta americana la quale dovrà servire di base all'im- Ferialismo degli Stati Uniti dalAtlantico al Pacifico ». I giornali tedeschi poi a confe rire anche maggior luce a queste già abbastanza eloquenti dichiarazione dell'ammiraglio, prendono anche qualche particolare del progetto nei circoli navali di New York, progetto il quale dovrebbe sostituire per ora come programma minimo il programma massimo del progetto in corso del proposto scambio di ulteriori caccia americani dei quali gli inglesi hanno urgente bisogno contro grandi navi da battaglia britanniche di cui hanno invece bisogno gli americani e che si dimostrano superflue in questa guerra per gli inglesi. Se gli inglesi non vogliono o non possono per ora addivei.ire subito a questo scambio il rrrclesto ammiraglio propone intanto in via provvisoria che gli inglesi mandino ben quattro navi da battaglia deia classe Re Giorgio nel settore di Singapore per far montare contemporaneamente la guardia aeli interessi americani mentre l'America potrebbe fornire in compenso all'Inghilterra qualche vecchio incrociatore leggero per lei non più servibile ma prezioso per l'Inghilterra nella sua imminente lotta coi sottomarini te deschi. Tutto ciò lascerebbe natu ralmente impregiudicato il grosso del baratto da esaminare. In definitiva — nota la stampa tedesca — l'importante è sempre che la flotta britannica passi già fin da ora, e tanto più presto tanto meglio, al servizio dell'America; e non importa se. ciò facendo. essa dovesse indebolire graVemen-te' la difesa dell'isola britannicache. col'a legge degli aiuti, si so-s'iere davanti al grosso pubblico di voler rendere possibile per lalibertà dei popoli e contro gli im perialismi altrui. Conversione Ai Reynolds Un caso importante e certamente significativo — unicamente tuttavia come sintomo e non già mai come elemento capace di pesare e di significare qualcosa sulla decisione delle sorti stesse degli aiuti — appare, sempre ai margini della discussione al Senato americano, la conversione all'ultimo momento del senatore Reynolds il quale, dopo essere stato uno dei più accaniti sostenitori degli aiuti all'Inghilterra, ha l'altro giorno improvvisamente parlato facendosi assertore e ammonitore di pericoli esiziali e totali che la esecuzione di questa légge, quale è concepita e diretta dalla mente rooseveltiana, nasconderebbe sè per la democrazia della repufr blica stellata. Egli ha sostenuto innanzitutto che la legge costituisce come atto politico un tentativo, per altro disperato, di salvare l'Inghilterra a spese però del contribuente e della vita stessa della gioventù americana dappoiché e- f;li si è dichiarato convinto che la egge, quale essa è nelle intenzio j_nlli di taluni anzi di molti fra i |suol sostenitori porterebbe imo | mancabilmente alla guerra. Ma e eaeasil il ni iuriage di laia ne oil y ù do an o na oare a d ienle nvo sni ne ea n a iini, oa er a ma re ti ra — une oita? no lse ta rnta aa m- le te ano ow be mioa si o io o li oeil nna o ar a ni re lro ea e u so ia a a nio. intanto — ha detto —"se l'Inghil terra dichiara di essere senza la America irremissibilmente perduta vi è in ciò già una preventiva condizione di fatto che pone senz'altro l'Inghilterra alla dipendenza dell'America. Una complicazione guerresca che sarebbe per altro inutile ai fini di salvare l'Inghilterra non farebbe che portare alla bancarotta e alla dissoluzione rivoluzionaria la democrazia americana. Sostenendo questo pericolo rivoluzionario che minaccerebbe l'America il senatore Reynolds in sostanza si è fatto eco dei seri timori da cui sono da qual. che tempo presi gli elementi più pensosi della democrazia stellata; egli si è cioè fatto in sostanza — ci pare — propagatore press'a poco delle medesime perplessità di un Kennedv il quale ha acutamente già visto come l'immancabile convulsione sociale che scuoterà nel letto di morte della sua sconfitta il corpo invecchiato della « nazione socialmente più arretrata del mondo * non potrà a meno di propagarsi all'organismo della sua imprudente salvatrice la quale avrà identificato col destino di essa il proprio destino e avrà con ciò pienamente fallito il proprio segreto calcolo di sfuggire con gli aiuti all'Inghilterra e c„n l'estremo tentativo di salvarla ai propri terrori per il dirs irne della rivoluzione autoritaria. In un modo o nell'altro cioè, la democrazia americana non sfuggirebbe al pericolo che sarebbe però infinitamente maggiore nel caso che essa si decidesse varamente a stringere il suo abbraccio mortale con l'Inehilterra. Comunque, il senatore Reynolds ha sostenuto che l'America, se la si vuol difendere davvero, bisogna pensare a difenderla in casa propria e non a migliaia e migliaia di chilometri di distanza. E non gli darà torto nessuno il quale abbia potuto osservare quale triste prova abbiano fatto in Europa da Baldwin in poi tutte le sballate teorie di spostamenti metaforici delle frontiere difensive di un paese che altro non nascondevano se non inconfessabili interessi bellicistici in cerca di paradossali impressionanti e propagandistiche giustificazioni. Responsabilità di un uomo L'enigma americano del resto in tutto quello che ha di non del tutto comprensibile a noi continentali di quest'altra riva dell'oceano nelle sue inconciliabili antinomie fra parole e fatti, fra mezzi e fini, tra convinzioni di ieri e convinzioni di oggi, appare sempre più chiaro alla pubblica opinione tedesca ridursi quasi unicamente o in ogni modo tipicamente alla persona del suo Presidente Roosevelt, in cui poi tutte queste antinomie si riassumono nella contraddizione suprema di un democratico che si dice alfiere di tutte le libertà e di tutti gli ideali democratici, e che poi attraverso ciò si prepara a divenire l'autoritario più autentico incontrollato e incontrollabile del mondo nel condurre a suo piacere i destini del proprio popolo, che è poi il fine vero e proprio e in ogni modo sarà il risultato pratico ultimo dell'approvazione della legge degli aiuti. Notevole è a questo riguardo il progetto o il semplice suggerimento per ora che 1 pieni poteri ai Presidente Roosevelt non si debbano limitare alla sola disposizione degli aiuti all'Inghilterra, alla Grecia e alla Cina, ma possano estendersi ad eventuali aiuti a qualunque parte o paese che possa dimostrarsi importante per la difesa americana. Poteri cesarei dunque. Tutti questi intimi contrasti poi, quali si riassumono nella sua persona — nota il Voelkischer Beobarhtcr — i quali si riflettono nell'odierna discussione della legge sugli aiuti, hanno un solo denominatore comune che tutti li assorbe, ed è il denominatore comune dell'odio contro i paesi autoritari d'Europa ad alimen; tare il quale nelle masse popolari meno fornite di autocontrollo è stata creata l'inaudita favola della volontà di aggressione di questi paesi contro l'emisfero e la democrazia americana. Comunque sia, per quanto questo odio si riduca quasi unicamente nella persona di Roosevelt o di chi sta immediatamente dietro, il giornale nazional socialista conclude 'in-IC0me importante e decisivo sia aI unicamente questo: e cioè che la o-|nreSrnte via degli Stati Uniti si co j identifica con la vìr di Roosevelt a. assai pju e pju interamente di m ds ate à elerto lyo eo o re a le te fr to iire na e- a o come la via dell'Am<?rica al tem po della guerra mondiale si iden'ificava con la via di Wilson: e ciò perchè Wilson si lasciava condurre e Roosevelt invece conduce. CYuseppe Piazza Consiglio notturno a Vichy Vichy, 22 febbraio. Nella notte dal venerdì al sabato si è riunito il consiglio dei ministri, sotto la presidenza del maresciallo Pétain. Al termine della riunione è stato diramato un comunicato ufficiale nel quale è detto che il Consiglio si è occupato delle questioni relative all'Estremo Oriente ed a questioni relative alla politica interna. Il Ministro dell'Istruzione pub_n! blica, Chevalier, si è dimesso. \Belgrado, 22 febbraio Il Principe Reggente Paolo ha ricevuto in questi giorni il ministro ungherese dell'istruzione dottore Homan. Il Ministro ha quindi visitato il ministro degli este i Jri Zinzar Markovic. !HniTlfln fl nP, 2Tflfin iUI" -l-'v-'aO A M"*V Iì Roosevelt conduce l'America verso l'abisso dell'intervento Roosevelt conduce l'America verso l'abisso dell'intervento La flotta britannica presa in pegno per.compensare gli aiuti americani e in previsione della messa fuori combattimento dell' Inghilterra Berlino, 22 febbraio. 3' chiaro che. a mano a mano che sulla base di tanta personale perizia e di tanti sopraluoghi americani a Londra si consolida a Washington la convinzione della crescente precarietà dell'intera situazione britannica di fronte all'assedio del controblocco tedesco il quale assumerà presto, secondo il prearn mzio di Hitler, proporzioni massime, e dell'investimento militare in genere dell'isola, è cresciuto l'interesse della politica americana agli aiuti all'Inghilterra quale si manifesta infatti nella legge relativa; ma proporzionalmente di altrettanto è cresciuto anche nella pubblica opinione l'interessamen o alla sorte complessiva finale della flotta britannica stessa nel caso di insostenibile situazione nelle acque dell'isola. Su questo tema il nuovo interlocutore contrammiragilo Stirling, il quale prende la parola dal Daily Mirrar, ha detto cose assai più chiare e più grosse dichiarando senz'altro come bisogni ormai fare i conti sulla possibilità di un pieno investimento e superamento militare tedesco dell'isola britannica e come per tal caso la sola sicurezza che gli Stati Uniti potrebbero procurarsi sarebbe di avere fin da ora garanzie sicure che in caso di estrema minaccia la flotta britannica si vada « ad unire con quella degli Stati Uni' ti ». Soltanto sotto questa premessa — cosi si esprime il contrammiraglio — sarebbe possibile eseguire la legge degli aiuti all'Inghilterra ». • Un avido mercato Questo contributo interpretativo alla legge sugli aiuti e questa passione disinteressata di discussioni che essa ha suscitato nell'opinione americana appare quanto mai prezioso alla stampa del Reich la quale fa rilevare quanto edificante e profondo senso assumano a questi lumi tutte le diatribe antiimperialistiche del Senato americano ispirate al solo purissimo interesse della libertà delle nazioni, mentre non si fa altro che approfittare delle disgrazie dell'amica unicamente per ricattarla e per spremerne a solo vantaggio della propria potenza e del proprio imperialismo tutto quello cne essa ancora può dare prima di trarre l'ultimo respiro. « Gli imperialisti di Washington — nota questa sera ad esempio la Nachtaufsgabe — propendono in realtà per una valutazione realistica della situazione anziché per una politica di illusioni; e rendendosi cónto della possibilità di una completa sconfitta? britannica nell'isola essi utilizzano già la legge sugli aiuti (con le altissime note delle severe accuse all'imperialismo nazionalsocialista avido di conquistare l'intera terra) unicamente come esca al consenso della garanzia desiderata per un così essenziale rafforzamento della flotta americana la quale dovrà servire di base all'im- Ferialismo degli Stati Uniti dalAtlantico al Pacifico ». I giornali tedeschi poi a confe rire anche maggior luce a queste già abbastanza eloquenti dichiarazione dell'ammiraglio, prendono anche qualche particolare del progetto nei circoli navali di New York, progetto il quale dovrebbe sostituire per ora come programma minimo il programma massimo del progetto in corso del proposto scambio di ulteriori caccia americani dei quali gli inglesi hanno urgente bisogno contro grandi navi da battaglia britanniche di cui hanno invece bisogno gli americani e che si dimostrano superflue in questa guerra per gli inglesi. Se gli inglesi non vogliono o non possono per ora addivei.ire subito a questo scambio il rrrclesto ammiraglio propone intanto in via provvisoria che gli inglesi mandino ben quattro navi da battaglia deia classe Re Giorgio nel settore di Singapore per far montare contemporaneamente la guardia aeli interessi americani mentre l'America potrebbe fornire in compenso all'Inghilterra qualche vecchio incrociatore leggero per lei non più servibile ma prezioso per l'Inghilterra nella sua imminente lotta coi sottomarini te deschi. Tutto ciò lascerebbe natu ralmente impregiudicato il grosso del baratto da esaminare. In definitiva — nota la stampa tedesca — l'importante è sempre che la flotta britannica passi già fin da ora, e tanto più presto tanto meglio, al servizio dell'America; e non importa se. ciò facendo. essa dovesse indebolire graVemen-te' la difesa dell'isola britannicache. col'a legge degli aiuti, si so-s'iere davanti al grosso pubblico di voler rendere possibile per lalibertà dei popoli e contro gli im perialismi altrui. Conversione Ai Reynolds Un caso importante e certamente significativo — unicamente tuttavia come sintomo e non già mai come elemento capace di pesare e di significare qualcosa sulla decisione delle sorti stesse degli aiuti — appare, sempre ai margini della discussione al Senato americano, la conversione all'ultimo momento del senatore Reynolds il quale, dopo essere stato uno dei più accaniti sostenitori degli aiuti all'Inghilterra, ha l'altro giorno improvvisamente parlato facendosi assertore e ammonitore di pericoli esiziali e totali che la esecuzione di questa légge, quale è concepita e diretta dalla mente rooseveltiana, nasconderebbe sè per la democrazia della repufr blica stellata. Egli ha sostenuto innanzitutto che la legge costituisce come atto politico un tentativo, per altro disperato, di salvare l'Inghilterra a spese però del contribuente e della vita stessa della gioventù americana dappoiché e- f;li si è dichiarato convinto che la egge, quale essa è nelle intenzio j_nlli di taluni anzi di molti fra i |suol sostenitori porterebbe imo | mancabilmente alla guerra. Ma e eaeasil il ni iuriage di laia ne oil y ù do an o na oare a d ienle nvo sni ne ea n a iini, oa er a ma re ti ra — une oita? no lse ta rnta aa m- le te ano ow be mioa si o io o li oeil nna o ar a ni re lro ea e u so ia a a nio. intanto — ha detto —"se l'Inghil terra dichiara di essere senza la America irremissibilmente perduta vi è in ciò già una preventiva condizione di fatto che pone senz'altro l'Inghilterra alla dipendenza dell'America. Una complicazione guerresca che sarebbe per altro inutile ai fini di salvare l'Inghilterra non farebbe che portare alla bancarotta e alla dissoluzione rivoluzionaria la democrazia americana. Sostenendo questo pericolo rivoluzionario che minaccerebbe l'America il senatore Reynolds in sostanza si è fatto eco dei seri timori da cui sono da qual. che tempo presi gli elementi più pensosi della democrazia stellata; egli si è cioè fatto in sostanza — ci pare — propagatore press'a poco delle medesime perplessità di un Kennedv il quale ha acutamente già visto come l'immancabile convulsione sociale che scuoterà nel letto di morte della sua sconfitta il corpo invecchiato della « nazione socialmente più arretrata del mondo * non potrà a meno di propagarsi all'organismo della sua imprudente salvatrice la quale avrà identificato col destino di essa il proprio destino e avrà con ciò pienamente fallito il proprio segreto calcolo di sfuggire con gli aiuti all'Inghilterra e c„n l'estremo tentativo di salvarla ai propri terrori per il dirs irne della rivoluzione autoritaria. In un modo o nell'altro cioè, la democrazia americana non sfuggirebbe al pericolo che sarebbe però infinitamente maggiore nel caso che essa si decidesse varamente a stringere il suo abbraccio mortale con l'Inehilterra. Comunque, il senatore Reynolds ha sostenuto che l'America, se la si vuol difendere davvero, bisogna pensare a difenderla in casa propria e non a migliaia e migliaia di chilometri di distanza. E non gli darà torto nessuno il quale abbia potuto osservare quale triste prova abbiano fatto in Europa da Baldwin in poi tutte le sballate teorie di spostamenti metaforici delle frontiere difensive di un paese che altro non nascondevano se non inconfessabili interessi bellicistici in cerca di paradossali impressionanti e propagandistiche giustificazioni. Responsabilità di un uomo L'enigma americano del resto in tutto quello che ha di non del tutto comprensibile a noi continentali di quest'altra riva dell'oceano nelle sue inconciliabili antinomie fra parole e fatti, fra mezzi e fini, tra convinzioni di ieri e convinzioni di oggi, appare sempre più chiaro alla pubblica opinione tedesca ridursi quasi unicamente o in ogni modo tipicamente alla persona del suo Presidente Roosevelt, in cui poi tutte queste antinomie si riassumono nella contraddizione suprema di un democratico che si dice alfiere di tutte le libertà e di tutti gli ideali democratici, e che poi attraverso ciò si prepara a divenire l'autoritario più autentico incontrollato e incontrollabile del mondo nel condurre a suo piacere i destini del proprio popolo, che è poi il fine vero e proprio e in ogni modo sarà il risultato pratico ultimo dell'approvazione della legge degli aiuti. Notevole è a questo riguardo il progetto o il semplice suggerimento per ora che 1 pieni poteri ai Presidente Roosevelt non si debbano limitare alla sola disposizione degli aiuti all'Inghilterra, alla Grecia e alla Cina, ma possano estendersi ad eventuali aiuti a qualunque parte o paese che possa dimostrarsi importante per la difesa americana. Poteri cesarei dunque. Tutti questi intimi contrasti poi, quali si riassumono nella sua persona — nota il Voelkischer Beobarhtcr — i quali si riflettono nell'odierna discussione della legge sugli aiuti, hanno un solo denominatore comune che tutti li assorbe, ed è il denominatore comune dell'odio contro i paesi autoritari d'Europa ad alimen; tare il quale nelle masse popolari meno fornite di autocontrollo è stata creata l'inaudita favola della volontà di aggressione di questi paesi contro l'emisfero e la democrazia americana. Comunque sia, per quanto questo odio si riduca quasi unicamente nella persona di Roosevelt o di chi sta immediatamente dietro, il giornale nazional socialista conclude 'in-IC0me importante e decisivo sia aI unicamente questo: e cioè che la o-|nreSrnte via degli Stati Uniti si co j identifica con la vìr di Roosevelt a. assai pju e pju interamente di m ds ate à elerto lyo eo o re a le te fr to iire na e- a o come la via dell'Am<?rica al tem po della guerra mondiale si iden'ificava con la via di Wilson: e ciò perchè Wilson si lasciava condurre e Roosevelt invece conduce. CYuseppe Piazza Consiglio notturno a Vichy Vichy, 22 febbraio. Nella notte dal venerdì al sabato si è riunito il consiglio dei ministri, sotto la presidenza del maresciallo Pétain. Al termine della riunione è stato diramato un comunicato ufficiale nel quale è detto che il Consiglio si è occupato delle questioni relative all'Estremo Oriente ed a questioni relative alla politica interna. Il Ministro dell'Istruzione pub_n! blica, Chevalier, si è dimesso. \Belgrado, 22 febbraio Il Principe Reggente Paolo ha ricevuto in questi giorni il ministro ungherese dell'istruzione dottore Homan. Il Ministro ha quindi visitato il ministro degli este i Jri Zinzar Markovic. !HniTlfln fl nP, 2Tflfin iUI" -l-'v-'aO A M"*V Iì