La luminosa figura del contrammiraglio Massimiliano Vietina

La luminosa figura del contrammiraglio Massimiliano Vietina La luminosa figura del contrammiraglio Massimiliano Vietina Roma, 22 febbraio. Dai rapporti delle autorità e dalle narrazioni dei testimoni oculari, risalta sempre più luminosa la figura del contrammiraglio Massimiliano Vietina, che dal 27 luglio 1940 aveva assunto il comando del settore militare marittimo di Tobruck. Nel periodo precedente all'inizio della controffensiva britannica, egli dedicò tutta la sua vasta competenza per migliorare l'organizzazione militare e logistica di quel settore affidato al suo comando, sempre tenendosi in stretto contatto col comando della piazzaforte tenuto da un generale dell'Eoercìto. Molteplici erano i servizi dipendenti dal comando del settore, sia per i rifornimenti e la manutenzione delle navi stazionarie o In transito, sia per la difesa della piazza, dall'aria e dal mare. Come è noto, la difesa del settore di Tobruk era costituita da numerose batterie costiere ed antiaeree, ma il perno era la nave San Giorrjio di cui gli italiani co¬ e a o 7 o , noscono l'eroico comportamento e la fine tragica ma gloriosa. Le disposizioni prese dall'ammiraglio Vietina, anche nei momenti critici, e sotto il continuo martellamento delle offese avversarle, furono sempre improntato alla massima calma e serenità, dando la piena misura del suo spirito superiore e delle sue elevate qualità di uomo e di soldato per la risoluzione, delle più gravi difficoltà. Aveva pensato e provveduto a tutto. Tutto aveva predisposto, fin dai primi accenni delle possibilità di sfavorevoli svolgimenti della lotta, fedelmente ed intelligentemente coadiuvato dal suo capo di Stato Maggiore capitano di vascello Mario Salvestroni. Pochi e fortunati animosi, che quando la loro opera non era più indispensabile alla difesa della piazza, poterono lasciare Tobruk con gli ultimi battelli diretti su Bengasi o sulle coste italiane, narrano che, durante la loro navigazione di allontanamento, sentivano ancora i colpi delle mitragliatrici delle ultime batterie che, anche se isolate da più ore, per la distruzione dei mezzi di comunicazione avvenuta durante l'assalto, continuavano a resistere e a difendersi. Essi udirono anche grandi scoppi, che durarono parecchie ore, ed osservarono incendi vastissimi che dimostravano — insieme con il sacrificio della San Giorrjio — che nulla fu lasciato in mano al nemico che gli potesse servire. L'ammiraglio Vietina è sempre rimasto calmo e sereno al suo posto, ha sempre avuto una parola di incoraggiamento per tutti i suoi dipendenti, e non ha mai smentito questa sua serenità davanti alla ineluttabile sorte, nemmeno quando, trovandosi solo davanti alla sua coscienza di capo ha dovuto prendere gravissime decisioni che solo un eroico comandante ha il coraggio di prendere. E' stato, si può dire, nel senso più vasto ed umano della parola, l'animatore della lotta in un settore aspramente combattuto. bfditteteclpgldn La luminosa figura del contrammiraglio Massimiliano Vietina La luminosa figura del contrammiraglio Massimiliano Vietina Roma, 22 febbraio. Dai rapporti delle autorità e dalle narrazioni dei testimoni oculari, risalta sempre più luminosa la figura del contrammiraglio Massimiliano Vietina, che dal 27 luglio 1940 aveva assunto il comando del settore militare marittimo di Tobruck. Nel periodo precedente all'inizio della controffensiva britannica, egli dedicò tutta la sua vasta competenza per migliorare l'organizzazione militare e logistica di quel settore affidato al suo comando, sempre tenendosi in stretto contatto col comando della piazzaforte tenuto da un generale dell'Eoercìto. Molteplici erano i servizi dipendenti dal comando del settore, sia per i rifornimenti e la manutenzione delle navi stazionarie o In transito, sia per la difesa della piazza, dall'aria e dal mare. Come è noto, la difesa del settore di Tobruk era costituita da numerose batterie costiere ed antiaeree, ma il perno era la nave San Giorrjio di cui gli italiani co¬ e a o 7 o , noscono l'eroico comportamento e la fine tragica ma gloriosa. Le disposizioni prese dall'ammiraglio Vietina, anche nei momenti critici, e sotto il continuo martellamento delle offese avversarle, furono sempre improntato alla massima calma e serenità, dando la piena misura del suo spirito superiore e delle sue elevate qualità di uomo e di soldato per la risoluzione, delle più gravi difficoltà. Aveva pensato e provveduto a tutto. Tutto aveva predisposto, fin dai primi accenni delle possibilità di sfavorevoli svolgimenti della lotta, fedelmente ed intelligentemente coadiuvato dal suo capo di Stato Maggiore capitano di vascello Mario Salvestroni. Pochi e fortunati animosi, che quando la loro opera non era più indispensabile alla difesa della piazza, poterono lasciare Tobruk con gli ultimi battelli diretti su Bengasi o sulle coste italiane, narrano che, durante la loro navigazione di allontanamento, sentivano ancora i colpi delle mitragliatrici delle ultime batterie che, anche se isolate da più ore, per la distruzione dei mezzi di comunicazione avvenuta durante l'assalto, continuavano a resistere e a difendersi. Essi udirono anche grandi scoppi, che durarono parecchie ore, ed osservarono incendi vastissimi che dimostravano — insieme con il sacrificio della San Giorrjio — che nulla fu lasciato in mano al nemico che gli potesse servire. L'ammiraglio Vietina è sempre rimasto calmo e sereno al suo posto, ha sempre avuto una parola di incoraggiamento per tutti i suoi dipendenti, e non ha mai smentito questa sua serenità davanti alla ineluttabile sorte, nemmeno quando, trovandosi solo davanti alla sua coscienza di capo ha dovuto prendere gravissime decisioni che solo un eroico comandante ha il coraggio di prendere. E' stato, si può dire, nel senso più vasto ed umano della parola, l'animatore della lotta in un settore aspramente combattuto. bfditteteclpgldn

Persone citate: Mario Salvestroni, Massimiliano Vietina

Luoghi citati: Bengasi, Roma