Il Bologna battuto a Bergamo (2-0) di Luigi Cavallero

Il Bologna battuto a Bergamo (2-0) Il risultato tanto atteso : Il Bologna battuto a Bergamo (2-0) Deficienze della squadra "vedetta,, priva di Andreolo e di Sansone - Gioco sbrigativo e risolutivo dei nerazzurri che segnano una rete per tempo RETI: Caddoni al 41* del 1.0 tempo; Pagliano al 25' della ripresa. A TAL A NT A: Lanfranco; Cinnramrrla. Citterio; Bovoli, Ferrucci, Schiavi ; Fabbri, Comincili, Gaddoni, Tabanclli, Pagliano. BOLOGNA: P. terrari: Fiorini. Eieri; Fagotto, Ponlforti. Marchese; Hinvati, (i. Ferrari, Pariceli!, Andreoli, Resuzzoni. ARBITRO: Pizziolo. (Dal nostro inviato) Bergamo, 24 febbraio. Dal giorno in cui, giuccando male il primo tempo ed inutilmente bene il secondo, s'era fatto battere all'Arena, il Bologna non aveva più perso. S'era sistemato saldamente nei reparti, utilizzando tre terzini e valendosi della piena ripresa del gagliardo Andreolo. Marchese era tornato il fine ed abile giuocatore di due anni or sono, Puricelli s'era, no- iiiiiiiihiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiIiiiiiiiiiiiii vello Aligi, destato dal sonnecchia re delle prime giornate 'del* toYneo per tornare ad essere il tiratore scelto della compagnia. Nuova lena animava il « vecchio » Giovannino Ferrari, cervello dell'attacco; Biavati filava come ai tempi dei suol trionfi in maglia azzurra e Reguzzoni metteva a segno palloni preziosi per la classifica. La grande squadra, scatenatasi alla conquista di punti, ne fece, per nove domeniche, tale raccolta da filar via sola al comando lasciando 1 più tenaci inseguitóri- a.-debita distanza. Correva, da un campo all'altro, la parola d'ordine: « bisogna battere il Bologna ». ma non c'era verso di riuscirvi. Tentarono in parecchi ma tutti ne uscirono con le ossa rotte. Niente da fare; forte e fortunato, il Bologna faceva la sua strada superando ogni ostacolo. La consegna venne commessa anche all'Atalanta ma, per la verità, si dubitava assai che le riuscisse il grosso colpo di prendere i due punti agli aspiranti campioni. La giovane squadra di provincia ha invece fatto 11 suo dovere ma ecco che, proprio mentre il Bologna perde finalmente dopo mesi di imbattibilità, scivolano anche i suoi avversari diretti: l'Ambrosiana rinuncia ad un punto, in casa, di fronte a quella Lazio che si batte per non retrocedere; il Torino fa un capitombolo ancor più grave al cospetto di quel Venezia che da un anno conduce vita grama. Il destino del campionato è evidentemente segnato se, anche perdendo, il Bologna non viene minacciato. Valide attenuanti La sua sconfitta al Brumana ha delle attenuanti. Uomini del valore di Andreolo e di Sansone non possono esser sostituiti senza che la squadra ne risenta la mancanza. Il Bologna ha un forte complesso ma senza centro sostegno e una macchina senza motore. Gira a vuoto; giuoca ma non avanza, si difende ma non fa muro. Al posto del classico Michele era ieri una recluta: quel Boniforti, fratello del terzino milanista che i dirigenti rosso-blu hanno ingaggiato per impedire al bollente titolare di far le bizze. Una riserva di scarso rilievo, a giudicar dalla prova fornita, un ragazzo di limitate possibilità e molto emozionato; un mediocentro che si è limitato (quando ha potuto farlo) a smistar la palla ai suoi laterali, senza avere la visione di un più ampio giuoco e le aperture dei quali l'attacco bolognese ha bisogno per lanciarsi all'offesa. Ne è derivato che la squadra illudendosi di poter passare egualmente, non ha ripetuto il guardingo giuoco di Torino, ma si è distesa ed ha cercato il gol prestando il fianco, di conseguenza, alle freccie dei contrattacchi bergamaschi. Alloi? l'Atalanta, a sua volta priva del centro sostegno titolare, ma alimentata nella sua azione da un Ferrucci abile e ccntinuativo, he messo nella rete di Pietro Ferrari un pallone al termine del primo tempo ed un secondo ve ne ha cacciato a metà della ripresa, quando c'era da attendersi (e pareva infatti profilarsi) la riscossa dei rossoblu. Si può dare all'Atalanta tutta » la lode che merita per la bella vittoria conseguita, si può notare, nel Bologna, la giornata nera di qualche elemento — di Fagotto che, preso un colpo In testa nelle prime battute della gara, ha poi difettato di precisione e di tempestività; di Fiorini, volutamente ed esageratamente falloso; di Andreoli, inferiore ai compagni di linea — ma resta In noi la convinzione che, a ranghi rossoblu completi, la partita avrebbe avuto altro svolgimento ed altro esito. Semplice impressione? Può darsi, ma chi conosce il Bologna sv sa cosa contano, per 0 suo giuoco, Andreolo e Sansone. Sono due forze vive, due intelligenze operanti, due elementi basilari per la squadra. Boniforti ed Andreoli hanno cercato di cooperare alla manovra dell'intero complesso, ma sono mancati nei momenti cruciali, nè si poteva pretendere che essi rendessero quanto i due « assi » assenti. Ora a noi pare che il Bologna abbia perso, oltre che per il giuoco sbrigativo e risolutivo dell'Atalanta, anche per la propria incerta condotta di gara. Mancava Felsner dai margini del campo e la squadra ha fatto di testa sua ora attaccando ed ora difendendosi, senza una precisa direttiva. Altre volte il «mestiere? aveva salvato U Bologna in circostanze ancora più critiche; questa volta la squadra è andata incontro alla sconfitta spavaldamente, come se fosse stata un'onta la cautela, cercando di picchiar sodo e di intimidire gli avversari, senza pensare che per giuocar di forza bisogna soprattutto... essere forti in ogni punto. Illuse e s'illuse Il miglior Bologna fu quello del primo tempo, quando illuse e si illuse. Mediani laterali ed interni d'attacco si sostituirono così bene al centro sostegno da tessere essi stessi il giuoco offensivo. L'Atalanta non era ancora alla giusta pressione e commetteva errori grossi dovuti all'orgasmo. Liberavano a caso i difensori e sciupavano ogni palla gli avanti. Solo la mediana fece completo il suo dovere. Prendeva a poco a poco quota il giuoco del Bologna: arrembaggi di Puricelli, sempre pronto a scoccare il tiro; fughe e centri di Biavati, scattante e ratto come ai bei dì, sgroppate di Reguzzoni, il veterano che non s'arrende mai e, su tutto e più di tutto, il caracollare di Ferrari, quel tran-tran che pare lento e non lo è, quel senso del giuoco, quell'abilità sulla palla e quella scaltrezza nei duelli che ti rivelano il fuori classe. Per mezz'ora il Bologna visse e brillò del giuoco di Giovanni Ferrari, campione che, dato per finito due anni or sono, ceduto, gratuitamente dalla sua società,! che ora è costretta a valersi dei ventenni... estrosi (scriteriati), ingaggiato... senza stipendio e pagato solo in base al rendimento, mostra di essere ancora il migliore Furono di Ferrari i migliori passaggi a Puricelli, i più esatti lanci a Biavati ed alcuni tiri, .così secchi, così precisi, .cosi improvvisi, da farci fare tanto d'occhi. L'Atalanta pareva ipnotizzata dalla fama e dalla bravura degli avversari. Si difendeva, ma non mseqtmrnmPvrmmntuzfgntssa6ucrddifipsud , ! metteva palla all'attivo per la sventatezza di Fabbri e la calma estatica di Gaddoni. Eppure, dopo quaranta minuti di martellamento ai fianchi, s'arrabbiò decisamente e fece partire un colpo duro che mise l'avversario con le ginocchia a terra. Fu Bovoli, un mastino, a dare un bel pallone a Pagliano ed il tiro dell'estrema venne parato a pugni tesi da Ferrari; riprese svelto Tabanelli che mandò la palla a picchiare fra montante e traversa; arrivò infine Gaddoni ad assestare la pedata risolutiva. Tutto ciò avvenne in un certo trambusto perchè ai terzini bolognesi non piace l'area affollata, ma la palla fu dovuta togliere dalla rete... Riscossa stroncata •] Il Bologna finì il tempo « suonato » ma si ripresentò con velleità di riscossa; velleità che si spensero presto, essendosi l'Atalanta scrollato -di desso ogni timore ed attaccando con bella decisione. Al 6.0 il piccolo Fabbri si prodigò in una gran bella fuga ma poi, a pochi passi dalla porta, passò bellamente a Ricci, che già era superato, ed il punto fu cosi evitato dal Bologna per un puro sbaglio degli avversari. Contmuarono poi i nerazzurri ad attaccare, approfittando del vuoto prodottosi nel bel mezzo della mediana rossoblu, ma non portarono a fondo azioni pericolose e c'era da aspettarsi da un momento all'altro, che il Bologna saltasse fuori a produrre lo sforzo decisivo. Si ebbe, infatti, una certa qual riorganizzazione dei repatti bolognesi e qualche tiro diretto su Lanfranco, ma prima che la minaccia si facesse veramente seria, scappò Gaddoni sulla destra e, centrando lungo a Pagliano, lo mise in condizione di sorprendere Ferrari e di mandare rn rete senza scampo. Gioia e sconforto negli opposti campi. L'Atalanta domina per il resto della gara. Gaddoni impegna il portiere bolognese in una difficile parata. Non sortono altri punti. Ad incontro ultimato tutta la gran folla sosta sugli spalti per ascoltare la parola del Duce, diffusa dagli altoparlanti. Interessante partita, nel complesso, anche se nel campionato il suo valore non è che episodico. Il Bologna l'ha persa per quanto s'è detto; l'Atalanta l'ha vinta perchè e ardita, volitiva, capace. Pizziolo ha diretto bene, superando le difficoltà che il Bologna crea con i suoi trucchi e le suo malizie. Il primo, minuto è stato di silenzio; il -pensiero di tutti si è volto agli atleti Caduti In combattimento per la Patria. Luigi Cavallero Il Bologna battuto a Bergamo (2-0) Il risultato tanto atteso : Il Bologna battuto a Bergamo (2-0) Deficienze della squadra "vedetta,, priva di Andreolo e di Sansone - Gioco sbrigativo e risolutivo dei nerazzurri che segnano una rete per tempo RETI: Caddoni al 41* del 1.0 tempo; Pagliano al 25' della ripresa. A TAL A NT A: Lanfranco; Cinnramrrla. Citterio; Bovoli, Ferrucci, Schiavi ; Fabbri, Comincili, Gaddoni, Tabanclli, Pagliano. BOLOGNA: P. terrari: Fiorini. Eieri; Fagotto, Ponlforti. Marchese; Hinvati, (i. Ferrari, Pariceli!, Andreoli, Resuzzoni. ARBITRO: Pizziolo. (Dal nostro inviato) Bergamo, 24 febbraio. Dal giorno in cui, giuccando male il primo tempo ed inutilmente bene il secondo, s'era fatto battere all'Arena, il Bologna non aveva più perso. S'era sistemato saldamente nei reparti, utilizzando tre terzini e valendosi della piena ripresa del gagliardo Andreolo. Marchese era tornato il fine ed abile giuocatore di due anni or sono, Puricelli s'era, no- iiiiiiiihiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiIiiiiiiiiiiiii vello Aligi, destato dal sonnecchia re delle prime giornate 'del* toYneo per tornare ad essere il tiratore scelto della compagnia. Nuova lena animava il « vecchio » Giovannino Ferrari, cervello dell'attacco; Biavati filava come ai tempi dei suol trionfi in maglia azzurra e Reguzzoni metteva a segno palloni preziosi per la classifica. La grande squadra, scatenatasi alla conquista di punti, ne fece, per nove domeniche, tale raccolta da filar via sola al comando lasciando 1 più tenaci inseguitóri- a.-debita distanza. Correva, da un campo all'altro, la parola d'ordine: « bisogna battere il Bologna ». ma non c'era verso di riuscirvi. Tentarono in parecchi ma tutti ne uscirono con le ossa rotte. Niente da fare; forte e fortunato, il Bologna faceva la sua strada superando ogni ostacolo. La consegna venne commessa anche all'Atalanta ma, per la verità, si dubitava assai che le riuscisse il grosso colpo di prendere i due punti agli aspiranti campioni. La giovane squadra di provincia ha invece fatto 11 suo dovere ma ecco che, proprio mentre il Bologna perde finalmente dopo mesi di imbattibilità, scivolano anche i suoi avversari diretti: l'Ambrosiana rinuncia ad un punto, in casa, di fronte a quella Lazio che si batte per non retrocedere; il Torino fa un capitombolo ancor più grave al cospetto di quel Venezia che da un anno conduce vita grama. Il destino del campionato è evidentemente segnato se, anche perdendo, il Bologna non viene minacciato. Valide attenuanti La sua sconfitta al Brumana ha delle attenuanti. Uomini del valore di Andreolo e di Sansone non possono esser sostituiti senza che la squadra ne risenta la mancanza. Il Bologna ha un forte complesso ma senza centro sostegno e una macchina senza motore. Gira a vuoto; giuoca ma non avanza, si difende ma non fa muro. Al posto del classico Michele era ieri una recluta: quel Boniforti, fratello del terzino milanista che i dirigenti rosso-blu hanno ingaggiato per impedire al bollente titolare di far le bizze. Una riserva di scarso rilievo, a giudicar dalla prova fornita, un ragazzo di limitate possibilità e molto emozionato; un mediocentro che si è limitato (quando ha potuto farlo) a smistar la palla ai suoi laterali, senza avere la visione di un più ampio giuoco e le aperture dei quali l'attacco bolognese ha bisogno per lanciarsi all'offesa. Ne è derivato che la squadra illudendosi di poter passare egualmente, non ha ripetuto il guardingo giuoco di Torino, ma si è distesa ed ha cercato il gol prestando il fianco, di conseguenza, alle freccie dei contrattacchi bergamaschi. Alloi? l'Atalanta, a sua volta priva del centro sostegno titolare, ma alimentata nella sua azione da un Ferrucci abile e ccntinuativo, he messo nella rete di Pietro Ferrari un pallone al termine del primo tempo ed un secondo ve ne ha cacciato a metà della ripresa, quando c'era da attendersi (e pareva infatti profilarsi) la riscossa dei rossoblu. Si può dare all'Atalanta tutta » la lode che merita per la bella vittoria conseguita, si può notare, nel Bologna, la giornata nera di qualche elemento — di Fagotto che, preso un colpo In testa nelle prime battute della gara, ha poi difettato di precisione e di tempestività; di Fiorini, volutamente ed esageratamente falloso; di Andreoli, inferiore ai compagni di linea — ma resta In noi la convinzione che, a ranghi rossoblu completi, la partita avrebbe avuto altro svolgimento ed altro esito. Semplice impressione? Può darsi, ma chi conosce il Bologna sv sa cosa contano, per 0 suo giuoco, Andreolo e Sansone. Sono due forze vive, due intelligenze operanti, due elementi basilari per la squadra. Boniforti ed Andreoli hanno cercato di cooperare alla manovra dell'intero complesso, ma sono mancati nei momenti cruciali, nè si poteva pretendere che essi rendessero quanto i due « assi » assenti. Ora a noi pare che il Bologna abbia perso, oltre che per il giuoco sbrigativo e risolutivo dell'Atalanta, anche per la propria incerta condotta di gara. Mancava Felsner dai margini del campo e la squadra ha fatto di testa sua ora attaccando ed ora difendendosi, senza una precisa direttiva. Altre volte il «mestiere? aveva salvato U Bologna in circostanze ancora più critiche; questa volta la squadra è andata incontro alla sconfitta spavaldamente, come se fosse stata un'onta la cautela, cercando di picchiar sodo e di intimidire gli avversari, senza pensare che per giuocar di forza bisogna soprattutto... essere forti in ogni punto. Illuse e s'illuse Il miglior Bologna fu quello del primo tempo, quando illuse e si illuse. Mediani laterali ed interni d'attacco si sostituirono così bene al centro sostegno da tessere essi stessi il giuoco offensivo. L'Atalanta non era ancora alla giusta pressione e commetteva errori grossi dovuti all'orgasmo. Liberavano a caso i difensori e sciupavano ogni palla gli avanti. Solo la mediana fece completo il suo dovere. Prendeva a poco a poco quota il giuoco del Bologna: arrembaggi di Puricelli, sempre pronto a scoccare il tiro; fughe e centri di Biavati, scattante e ratto come ai bei dì, sgroppate di Reguzzoni, il veterano che non s'arrende mai e, su tutto e più di tutto, il caracollare di Ferrari, quel tran-tran che pare lento e non lo è, quel senso del giuoco, quell'abilità sulla palla e quella scaltrezza nei duelli che ti rivelano il fuori classe. Per mezz'ora il Bologna visse e brillò del giuoco di Giovanni Ferrari, campione che, dato per finito due anni or sono, ceduto, gratuitamente dalla sua società,! che ora è costretta a valersi dei ventenni... estrosi (scriteriati), ingaggiato... senza stipendio e pagato solo in base al rendimento, mostra di essere ancora il migliore Furono di Ferrari i migliori passaggi a Puricelli, i più esatti lanci a Biavati ed alcuni tiri, .così secchi, così precisi, .cosi improvvisi, da farci fare tanto d'occhi. L'Atalanta pareva ipnotizzata dalla fama e dalla bravura degli avversari. Si difendeva, ma non mseqtmrnmPvrmmntuzfgntssa6ucrddifipsud , ! metteva palla all'attivo per la sventatezza di Fabbri e la calma estatica di Gaddoni. Eppure, dopo quaranta minuti di martellamento ai fianchi, s'arrabbiò decisamente e fece partire un colpo duro che mise l'avversario con le ginocchia a terra. Fu Bovoli, un mastino, a dare un bel pallone a Pagliano ed il tiro dell'estrema venne parato a pugni tesi da Ferrari; riprese svelto Tabanelli che mandò la palla a picchiare fra montante e traversa; arrivò infine Gaddoni ad assestare la pedata risolutiva. Tutto ciò avvenne in un certo trambusto perchè ai terzini bolognesi non piace l'area affollata, ma la palla fu dovuta togliere dalla rete... Riscossa stroncata •] Il Bologna finì il tempo « suonato » ma si ripresentò con velleità di riscossa; velleità che si spensero presto, essendosi l'Atalanta scrollato -di desso ogni timore ed attaccando con bella decisione. Al 6.0 il piccolo Fabbri si prodigò in una gran bella fuga ma poi, a pochi passi dalla porta, passò bellamente a Ricci, che già era superato, ed il punto fu cosi evitato dal Bologna per un puro sbaglio degli avversari. Contmuarono poi i nerazzurri ad attaccare, approfittando del vuoto prodottosi nel bel mezzo della mediana rossoblu, ma non portarono a fondo azioni pericolose e c'era da aspettarsi da un momento all'altro, che il Bologna saltasse fuori a produrre lo sforzo decisivo. Si ebbe, infatti, una certa qual riorganizzazione dei repatti bolognesi e qualche tiro diretto su Lanfranco, ma prima che la minaccia si facesse veramente seria, scappò Gaddoni sulla destra e, centrando lungo a Pagliano, lo mise in condizione di sorprendere Ferrari e di mandare rn rete senza scampo. Gioia e sconforto negli opposti campi. L'Atalanta domina per il resto della gara. Gaddoni impegna il portiere bolognese in una difficile parata. Non sortono altri punti. Ad incontro ultimato tutta la gran folla sosta sugli spalti per ascoltare la parola del Duce, diffusa dagli altoparlanti. Interessante partita, nel complesso, anche se nel campionato il suo valore non è che episodico. Il Bologna l'ha persa per quanto s'è detto; l'Atalanta l'ha vinta perchè e ardita, volitiva, capace. Pizziolo ha diretto bene, superando le difficoltà che il Bologna crea con i suoi trucchi e le suo malizie. Il primo, minuto è stato di silenzio; il -pensiero di tutti si è volto agli atleti Caduti In combattimento per la Patria. Luigi Cavallero Il Bologna battuto a Bergamo (2-0) Il risultato tanto atteso : Il Bologna battuto a Bergamo (2-0) Deficienze della squadra "vedetta,, priva di Andreolo e di Sansone - Gioco sbrigativo e risolutivo dei nerazzurri che segnano una rete per tempo RETI: Caddoni al 41* del 1.0 tempo; Pagliano al 25' della ripresa. A TAL A NT A: Lanfranco; Cinnramrrla. Citterio; Bovoli, Ferrucci, Schiavi ; Fabbri, Comincili, Gaddoni, Tabanclli, Pagliano. BOLOGNA: P. terrari: Fiorini. Eieri; Fagotto, Ponlforti. Marchese; Hinvati, (i. Ferrari, Pariceli!, Andreoli, Resuzzoni. ARBITRO: Pizziolo. (Dal nostro inviato) Bergamo, 24 febbraio. Dal giorno in cui, giuccando male il primo tempo ed inutilmente bene il secondo, s'era fatto battere all'Arena, il Bologna non aveva più perso. S'era sistemato saldamente nei reparti, utilizzando tre terzini e valendosi della piena ripresa del gagliardo Andreolo. Marchese era tornato il fine ed abile giuocatore di due anni or sono, Puricelli s'era, no- iiiiiiiihiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiIiiiiiiiiiiiii vello Aligi, destato dal sonnecchia re delle prime giornate 'del* toYneo per tornare ad essere il tiratore scelto della compagnia. Nuova lena animava il « vecchio » Giovannino Ferrari, cervello dell'attacco; Biavati filava come ai tempi dei suol trionfi in maglia azzurra e Reguzzoni metteva a segno palloni preziosi per la classifica. La grande squadra, scatenatasi alla conquista di punti, ne fece, per nove domeniche, tale raccolta da filar via sola al comando lasciando 1 più tenaci inseguitóri- a.-debita distanza. Correva, da un campo all'altro, la parola d'ordine: « bisogna battere il Bologna ». ma non c'era verso di riuscirvi. Tentarono in parecchi ma tutti ne uscirono con le ossa rotte. Niente da fare; forte e fortunato, il Bologna faceva la sua strada superando ogni ostacolo. La consegna venne commessa anche all'Atalanta ma, per la verità, si dubitava assai che le riuscisse il grosso colpo di prendere i due punti agli aspiranti campioni. La giovane squadra di provincia ha invece fatto 11 suo dovere ma ecco che, proprio mentre il Bologna perde finalmente dopo mesi di imbattibilità, scivolano anche i suoi avversari diretti: l'Ambrosiana rinuncia ad un punto, in casa, di fronte a quella Lazio che si batte per non retrocedere; il Torino fa un capitombolo ancor più grave al cospetto di quel Venezia che da un anno conduce vita grama. Il destino del campionato è evidentemente segnato se, anche perdendo, il Bologna non viene minacciato. Valide attenuanti La sua sconfitta al Brumana ha delle attenuanti. Uomini del valore di Andreolo e di Sansone non possono esser sostituiti senza che la squadra ne risenta la mancanza. Il Bologna ha un forte complesso ma senza centro sostegno e una macchina senza motore. Gira a vuoto; giuoca ma non avanza, si difende ma non fa muro. Al posto del classico Michele era ieri una recluta: quel Boniforti, fratello del terzino milanista che i dirigenti rosso-blu hanno ingaggiato per impedire al bollente titolare di far le bizze. Una riserva di scarso rilievo, a giudicar dalla prova fornita, un ragazzo di limitate possibilità e molto emozionato; un mediocentro che si è limitato (quando ha potuto farlo) a smistar la palla ai suoi laterali, senza avere la visione di un più ampio giuoco e le aperture dei quali l'attacco bolognese ha bisogno per lanciarsi all'offesa. Ne è derivato che la squadra illudendosi di poter passare egualmente, non ha ripetuto il guardingo giuoco di Torino, ma si è distesa ed ha cercato il gol prestando il fianco, di conseguenza, alle freccie dei contrattacchi bergamaschi. Alloi? l'Atalanta, a sua volta priva del centro sostegno titolare, ma alimentata nella sua azione da un Ferrucci abile e ccntinuativo, he messo nella rete di Pietro Ferrari un pallone al termine del primo tempo ed un secondo ve ne ha cacciato a metà della ripresa, quando c'era da attendersi (e pareva infatti profilarsi) la riscossa dei rossoblu. Si può dare all'Atalanta tutta » la lode che merita per la bella vittoria conseguita, si può notare, nel Bologna, la giornata nera di qualche elemento — di Fagotto che, preso un colpo In testa nelle prime battute della gara, ha poi difettato di precisione e di tempestività; di Fiorini, volutamente ed esageratamente falloso; di Andreoli, inferiore ai compagni di linea — ma resta In noi la convinzione che, a ranghi rossoblu completi, la partita avrebbe avuto altro svolgimento ed altro esito. Semplice impressione? Può darsi, ma chi conosce il Bologna sv sa cosa contano, per 0 suo giuoco, Andreolo e Sansone. Sono due forze vive, due intelligenze operanti, due elementi basilari per la squadra. Boniforti ed Andreoli hanno cercato di cooperare alla manovra dell'intero complesso, ma sono mancati nei momenti cruciali, nè si poteva pretendere che essi rendessero quanto i due « assi » assenti. Ora a noi pare che il Bologna abbia perso, oltre che per il giuoco sbrigativo e risolutivo dell'Atalanta, anche per la propria incerta condotta di gara. Mancava Felsner dai margini del campo e la squadra ha fatto di testa sua ora attaccando ed ora difendendosi, senza una precisa direttiva. Altre volte il «mestiere? aveva salvato U Bologna in circostanze ancora più critiche; questa volta la squadra è andata incontro alla sconfitta spavaldamente, come se fosse stata un'onta la cautela, cercando di picchiar sodo e di intimidire gli avversari, senza pensare che per giuocar di forza bisogna soprattutto... essere forti in ogni punto. Illuse e s'illuse Il miglior Bologna fu quello del primo tempo, quando illuse e si illuse. Mediani laterali ed interni d'attacco si sostituirono così bene al centro sostegno da tessere essi stessi il giuoco offensivo. L'Atalanta non era ancora alla giusta pressione e commetteva errori grossi dovuti all'orgasmo. Liberavano a caso i difensori e sciupavano ogni palla gli avanti. Solo la mediana fece completo il suo dovere. Prendeva a poco a poco quota il giuoco del Bologna: arrembaggi di Puricelli, sempre pronto a scoccare il tiro; fughe e centri di Biavati, scattante e ratto come ai bei dì, sgroppate di Reguzzoni, il veterano che non s'arrende mai e, su tutto e più di tutto, il caracollare di Ferrari, quel tran-tran che pare lento e non lo è, quel senso del giuoco, quell'abilità sulla palla e quella scaltrezza nei duelli che ti rivelano il fuori classe. Per mezz'ora il Bologna visse e brillò del giuoco di Giovanni Ferrari, campione che, dato per finito due anni or sono, ceduto, gratuitamente dalla sua società,! che ora è costretta a valersi dei ventenni... estrosi (scriteriati), ingaggiato... senza stipendio e pagato solo in base al rendimento, mostra di essere ancora il migliore Furono di Ferrari i migliori passaggi a Puricelli, i più esatti lanci a Biavati ed alcuni tiri, .così secchi, così precisi, .cosi improvvisi, da farci fare tanto d'occhi. L'Atalanta pareva ipnotizzata dalla fama e dalla bravura degli avversari. Si difendeva, ma non mseqtmrnmPvrmmntuzfgntssa6ucrddifipsud , ! metteva palla all'attivo per la sventatezza di Fabbri e la calma estatica di Gaddoni. Eppure, dopo quaranta minuti di martellamento ai fianchi, s'arrabbiò decisamente e fece partire un colpo duro che mise l'avversario con le ginocchia a terra. Fu Bovoli, un mastino, a dare un bel pallone a Pagliano ed il tiro dell'estrema venne parato a pugni tesi da Ferrari; riprese svelto Tabanelli che mandò la palla a picchiare fra montante e traversa; arrivò infine Gaddoni ad assestare la pedata risolutiva. Tutto ciò avvenne in un certo trambusto perchè ai terzini bolognesi non piace l'area affollata, ma la palla fu dovuta togliere dalla rete... Riscossa stroncata •] Il Bologna finì il tempo « suonato » ma si ripresentò con velleità di riscossa; velleità che si spensero presto, essendosi l'Atalanta scrollato -di desso ogni timore ed attaccando con bella decisione. Al 6.0 il piccolo Fabbri si prodigò in una gran bella fuga ma poi, a pochi passi dalla porta, passò bellamente a Ricci, che già era superato, ed il punto fu cosi evitato dal Bologna per un puro sbaglio degli avversari. Contmuarono poi i nerazzurri ad attaccare, approfittando del vuoto prodottosi nel bel mezzo della mediana rossoblu, ma non portarono a fondo azioni pericolose e c'era da aspettarsi da un momento all'altro, che il Bologna saltasse fuori a produrre lo sforzo decisivo. Si ebbe, infatti, una certa qual riorganizzazione dei repatti bolognesi e qualche tiro diretto su Lanfranco, ma prima che la minaccia si facesse veramente seria, scappò Gaddoni sulla destra e, centrando lungo a Pagliano, lo mise in condizione di sorprendere Ferrari e di mandare rn rete senza scampo. Gioia e sconforto negli opposti campi. L'Atalanta domina per il resto della gara. Gaddoni impegna il portiere bolognese in una difficile parata. Non sortono altri punti. Ad incontro ultimato tutta la gran folla sosta sugli spalti per ascoltare la parola del Duce, diffusa dagli altoparlanti. Interessante partita, nel complesso, anche se nel campionato il suo valore non è che episodico. Il Bologna l'ha persa per quanto s'è detto; l'Atalanta l'ha vinta perchè e ardita, volitiva, capace. Pizziolo ha diretto bene, superando le difficoltà che il Bologna crea con i suoi trucchi e le suo malizie. Il primo, minuto è stato di silenzio; il -pensiero di tutti si è volto agli atleti Caduti In combattimento per la Patria. Luigi Cavallero

Luoghi citati: Bergamo, Bologna, Lazio, Torino