AVVISAGLIE DI GUERRA nella zona del Pacifico di Leo Rea

AVVISAGLIE DI GUERRA nella zona del Pacifico AVVISAGLIE DI GUERRA nella zona del Pacifico L'Indocina rompe l'armistizio bombardando con aeroplani britannici le forze thailandesi * o e l i n (dal nostro inviato) Zona del Pacifico, 21 febbraio. Il maggiore Akiyama, portavoce nipponico a Sciangai, durante la mordente quotidiana conferenza alla stampa ha detto; «La Gran Bretagna e gli Stati Uniti sono serpi che depongono le proprie uova nel nido della colomba ». La definizione susciterà indubbiamente risentiti commenti degli anglo-americani ina è giustificata dal portavoce stesso col seguente commento: «La Gran Bretagna e gli Stati Uniti stanno facetido ogni sforzo per imporre lo status quo contro il Giappone, mentre furono essi a disturbare lo status quo nell'Oceano Pacifico, denunciando la prima il trattato d'alleanza, i secondi denunciando il trattato commerciale col Giappone». Akiyama ha continuato dicendo che soltanto sulla sponda orientale del Pacifico si parla di (tunin, mentre sulla sponda occidentale il Giappone è impegnato . ! imo sforzo di pacificazione. Con ogni probabilità nel momento in cui parlava, il portavoce ignorava ulteriori atti bellicosi decisi o attuati sull'opposta sponda del Pacifico: da Washington si annuncia che l'addetto aeronautico britannico ha confermato la voce che aeroplani da bombardamento costruiti in California sono trasportati in volo fino alle Hav:ni da piloti americani e quindi da piloti britannici a Singapore; l'addetto ha aggiunto che tali apparecchi sono stati ordinati oo riginariamente per i fronti euro'pei ma che la tensione nel Pacie\fico occidentale ha consigliato di \destinarli a Singapore. Contem- e o r poroneamente il Capo dello Stato Maggiore americano ha annunciato alla Commissione senatoriale che apparecchi da combattimento vengono spediti con la massima celerità alle basì americane del Pacifico. La comunicazione è M numero degli apparecchi è sconosciuto ma è un fatto che la stampa e la radio americane danno la iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitii avvenuta in seduta segreta quindi sione mettendola in parallelo con dla preparazione britannica a Singapore. Il tono più che mai violento della stampa americana indica ad abundantiam come si stia tentando di costituire un fronte unico intimidatorio contro il Giappone. I preparativi militari anglo-americani oltre essere una minaccia fisica ed immediata costituiscono ]probabilmente anche un tentativo di pressione diplomatica ed a questo proposito citiamo le fonti americane: queste dicono di sapere che il nuovo Ambasciatore nipponico a Washington avrebbe lo incarico di dirimere alcune questioni minori, quali i compensi per i danni di guerra in Cina ai cittadini americani, ma si afferma che q- o il Dipartimento di Stato « mentrelin apparenza accoglie favorevol-ìmente le mosse nipponiche intese [a migliorare l'atmosfera, ha reso\chiaro che esistono maggiori problemi nippo-americani, e tra questi l'alleanza nipponica con l'Italia e la Germania, e che il Giappone farebbe i proprii interessi amicandasi gli Stati Uniti-». Discorsi di questo genere scoprono il gioco mirante a comprare il Giappone (a parte ogni considerazione storica o di onor di firmai; ma i giapponesi sanno benissimo con quale moneta gli Stati Uniti abbiano aiutato gli interessi nipponici da quando l'Impero ha cercato di farsi posto per conqui- stare sufficiente riso alle bocche della propria popolazione e di por- tare la civiltà e l'ordine nitoro in Paesi considerati esclusivamente come zone di sfruttamento dei banchieri della City e di Wall Street e dai politicanti a servizio di questi ultimi. Non vale la pena di trattenerci su, questa speranza di comprare il Giappone che si identificherà presto con delusioni crudeli, ma vale la pena di mettere in cronaca l'atteggiamento summenzionato comprovante, non soltanto agli effetti del conflitto ìnel Pacifico ma anche della guerra europea e mondiale, da quale parte vi sia la volontà di una pace costruttiva e da quale altra vi sia la cecità guerrafondaia. Si aggiunga che le rauio anglo-americane annuyiciano oggi il proposito di strangolare economicamente il Giappone comprando nel Sud America tutti i materiali utili al Giappone: si informa da Washinii-fon che Dou-ning Street starebbe ,, . ; r,. .. , , consultandosi col Dipartimento disato allo scopo di stabilire imfronte comune anglo-americano per impedire l'acquisto di materiepritne destinate al Giappone: da parte americana si dovrebbero porre ulteriori restrizioni alle importazioni nipponiche. A parte il ricordare che il Giappone è ormat dalle plutocrazie, non facciamo a\ questo proposito alcun commento, ci limitiamo a rileggere la frase pronunciata stamane a Sciangai dal maggiore Akiyama. La stampa di Tokio continua a deridere le artificiali paure autocreate dall'Inghilterra: d'altra parte avverte che la manovra potrà diventare così boomerang, ed a proposito si ilota che il Governo ha avvertito l'Ambasciatore britannico e il Ministro australiano che le preparazioni belliche dei loro governi sono considerate dal Giappone non necessarie e minaccianti la pace e che il Giappone dovrà disporre contromisure adeguate. Viva sensazione ha prodotto in tutto il Pacifico la radio-smentita lcontrapposta ieri alla voce londiìnese secondo la quale il Governo [di Tokio avrebbe offerto di me\diare il conflitto europeo; quanto alla conferenza Thai-Indocinese, questa ha sofferto le conseguenze della manovra disturbatrice britannica. Si ha oggi notizia da diverse fonti, e tutte credibili, che gli indocinesi hanno rotto l'armistizio bombardando le truppe thailandesi in due settori e si noti che gli aeroplani impiegati sono stati forniti all'Indocina dagli inglesi in questi ultimi giorni. Ciò era da aspettarsi giacché durante le sedute della conferenza quando l'interprete nipponico traduceva la chiacchierata francese, l'ultima i parola era invariabilmente « kés site » cioè jamais, uno dei tanti jamais. Leo Rea cltgpsttapesvrpzcqdafcdcr fi AVVISAGLIE DI GUERRA nella zona del Pacifico AVVISAGLIE DI GUERRA nella zona del Pacifico L'Indocina rompe l'armistizio bombardando con aeroplani britannici le forze thailandesi * o e l i n (dal nostro inviato) Zona del Pacifico, 21 febbraio. Il maggiore Akiyama, portavoce nipponico a Sciangai, durante la mordente quotidiana conferenza alla stampa ha detto; «La Gran Bretagna e gli Stati Uniti sono serpi che depongono le proprie uova nel nido della colomba ». La definizione susciterà indubbiamente risentiti commenti degli anglo-americani ina è giustificata dal portavoce stesso col seguente commento: «La Gran Bretagna e gli Stati Uniti stanno facetido ogni sforzo per imporre lo status quo contro il Giappone, mentre furono essi a disturbare lo status quo nell'Oceano Pacifico, denunciando la prima il trattato d'alleanza, i secondi denunciando il trattato commerciale col Giappone». Akiyama ha continuato dicendo che soltanto sulla sponda orientale del Pacifico si parla di (tunin, mentre sulla sponda occidentale il Giappone è impegnato . ! imo sforzo di pacificazione. Con ogni probabilità nel momento in cui parlava, il portavoce ignorava ulteriori atti bellicosi decisi o attuati sull'opposta sponda del Pacifico: da Washington si annuncia che l'addetto aeronautico britannico ha confermato la voce che aeroplani da bombardamento costruiti in California sono trasportati in volo fino alle Hav:ni da piloti americani e quindi da piloti britannici a Singapore; l'addetto ha aggiunto che tali apparecchi sono stati ordinati oo riginariamente per i fronti euro'pei ma che la tensione nel Pacie\fico occidentale ha consigliato di \destinarli a Singapore. Contem- e o r poroneamente il Capo dello Stato Maggiore americano ha annunciato alla Commissione senatoriale che apparecchi da combattimento vengono spediti con la massima celerità alle basì americane del Pacifico. La comunicazione è M numero degli apparecchi è sconosciuto ma è un fatto che la stampa e la radio americane danno la iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitii avvenuta in seduta segreta quindi sione mettendola in parallelo con dla preparazione britannica a Singapore. Il tono più che mai violento della stampa americana indica ad abundantiam come si stia tentando di costituire un fronte unico intimidatorio contro il Giappone. I preparativi militari anglo-americani oltre essere una minaccia fisica ed immediata costituiscono ]probabilmente anche un tentativo di pressione diplomatica ed a questo proposito citiamo le fonti americane: queste dicono di sapere che il nuovo Ambasciatore nipponico a Washington avrebbe lo incarico di dirimere alcune questioni minori, quali i compensi per i danni di guerra in Cina ai cittadini americani, ma si afferma che q- o il Dipartimento di Stato « mentrelin apparenza accoglie favorevol-ìmente le mosse nipponiche intese [a migliorare l'atmosfera, ha reso\chiaro che esistono maggiori problemi nippo-americani, e tra questi l'alleanza nipponica con l'Italia e la Germania, e che il Giappone farebbe i proprii interessi amicandasi gli Stati Uniti-». Discorsi di questo genere scoprono il gioco mirante a comprare il Giappone (a parte ogni considerazione storica o di onor di firmai; ma i giapponesi sanno benissimo con quale moneta gli Stati Uniti abbiano aiutato gli interessi nipponici da quando l'Impero ha cercato di farsi posto per conqui- stare sufficiente riso alle bocche della propria popolazione e di por- tare la civiltà e l'ordine nitoro in Paesi considerati esclusivamente come zone di sfruttamento dei banchieri della City e di Wall Street e dai politicanti a servizio di questi ultimi. Non vale la pena di trattenerci su, questa speranza di comprare il Giappone che si identificherà presto con delusioni crudeli, ma vale la pena di mettere in cronaca l'atteggiamento summenzionato comprovante, non soltanto agli effetti del conflitto ìnel Pacifico ma anche della guerra europea e mondiale, da quale parte vi sia la volontà di una pace costruttiva e da quale altra vi sia la cecità guerrafondaia. Si aggiunga che le rauio anglo-americane annuyiciano oggi il proposito di strangolare economicamente il Giappone comprando nel Sud America tutti i materiali utili al Giappone: si informa da Washinii-fon che Dou-ning Street starebbe ,, . ; r,. .. , , consultandosi col Dipartimento disato allo scopo di stabilire imfronte comune anglo-americano per impedire l'acquisto di materiepritne destinate al Giappone: da parte americana si dovrebbero porre ulteriori restrizioni alle importazioni nipponiche. A parte il ricordare che il Giappone è ormat dalle plutocrazie, non facciamo a\ questo proposito alcun commento, ci limitiamo a rileggere la frase pronunciata stamane a Sciangai dal maggiore Akiyama. La stampa di Tokio continua a deridere le artificiali paure autocreate dall'Inghilterra: d'altra parte avverte che la manovra potrà diventare così boomerang, ed a proposito si ilota che il Governo ha avvertito l'Ambasciatore britannico e il Ministro australiano che le preparazioni belliche dei loro governi sono considerate dal Giappone non necessarie e minaccianti la pace e che il Giappone dovrà disporre contromisure adeguate. Viva sensazione ha prodotto in tutto il Pacifico la radio-smentita lcontrapposta ieri alla voce londiìnese secondo la quale il Governo [di Tokio avrebbe offerto di me\diare il conflitto europeo; quanto alla conferenza Thai-Indocinese, questa ha sofferto le conseguenze della manovra disturbatrice britannica. Si ha oggi notizia da diverse fonti, e tutte credibili, che gli indocinesi hanno rotto l'armistizio bombardando le truppe thailandesi in due settori e si noti che gli aeroplani impiegati sono stati forniti all'Indocina dagli inglesi in questi ultimi giorni. Ciò era da aspettarsi giacché durante le sedute della conferenza quando l'interprete nipponico traduceva la chiacchierata francese, l'ultima i parola era invariabilmente « kés site » cioè jamais, uno dei tanti jamais. Leo Rea cltgpsttapesvrpzcqdafcdcr fi

Persone citate: Akiyama