Quaranta aerei nemici colpiti in una giornata di Filippo Pennese

Quaranta aerei nemici colpiti in una giornata Quaranta aerei nemici colpiti in una giornata Oltre i 12 abbattuti in combattimento e 2 dalle batterie anti aeree, 14 colpiti in volo e altri 12 a terra (Nostro servizio particolare) Roma, 21 febbraio. Nella giornata di ieri, la nostra aviazione, impegnata sui vari fronti di guerra, ha ottenuto una nuova vittoria sulle forze aeree nemiche. Nel combattimenti aerei, nelle 1 azioni di mitragliamento, bombardamento e spezzonamento sono stati rispettivamente abbattuti dodici apparecchi nemici, quattordici colpiti e probabilmente abbattuti, dodici colpiti a terra e presumibilmente distrutti e altri due abbattuti dalle nostre batterie controaerce. Quaranta aerui greci e inglesi sono stati raggiunti dal fuoco delle nostre armi. Quotidianamente, dunque, l'abilita e ii coraggio dei nostri piloti si impongono vittoriosamente sulle forze aeree nemiche anche se queste si presentano numericamente superiori. Sul fronte greco e nel settore della XI Armata le azioni terrestri sono state anche ieri efficacemente appoggiate dalla nostra aviazione. Posizioni nemiche, concentramenti di truppe, salmerie e vie di rifornimento sono state violentemente sottoposte a lancio di spezzoni ed a mitragliamento. Nella'zona di Klisura alcune nostre formazioni di caccia di scorta ai ricognitori, hanno avvistato nella mattinata una formazione nemica composta di circa trenta apparecchi P.Z.L., Gloster e veli voli da bombardamento e da rico gnizione. Impegnato il combattimento, la nostra caccia riusciva, dopo una serie di audacissimi duelli, ad abbattere in fiamme dieci P.Z.L. colpendo sicuramente con precise raffiche altri otto apparecchi nemici che si allontanavano lasciando dietro di loro una lunga scia di fumo. Nel pomeriggio una grossa formazione avversaria di ventidue apparecchi, di cui sedici da bombardamento, tentava una incursione su una nostra base aerea. La nostra caccia, partita su allarme, impediva il bombardamento costringendo il nemico ad invertire la rotta ed a scaricare il carico di bombe, per poter meglio fuggire, su una zona priva di importanza militare. La nostra formazione da caccia riusciva, durante l'inseguimento, ad abbattere due velivoli avversari, un Blenheim ed un Gloster, e a colpirne altri quattro. La stessa formazione si incontrava, poco dopo, a sud del monte Tomori, con una ventina di Gloster e alcuni Spitfirc. Ingaggiato subito il combattimento, i nostri, pur essendo numericamente inferiori, riuscivano a disperdere le formazioni avversarie impedendo loro di compiere la missione, che era quella di scorta a molti apparecchi rifornitori. E1 durante l'episodio che ancora una volta ha confermato le al¬ ■tiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiriiHiiiiiiiii a i e e a , , , l te doti di coraggio e di audacia dei nostri piloti, che uno dei nostri apparecchi fu colpito dal fuoco nemico. Il pilota, per quanto gravemente ferito, riuscì a condurre l'aereo nel suo ultimo volo entro le nostre lince. La salma del valoroso ufficiale potè essere ricuperata dai nostri reparti combattenti in quel settore. Uno dei nostri cacciatori, ferito alla gamba destra da un proiettile e con l'apparecchio gravemente danneggiato, riusciva a compiere un fortunoso atterraggio sul proprio campo. Due apparecchi sono rientrati con morti e feriti a bordo. Le azioni di ieri hanno ancora una volta confermato la netta superiorità dei nostri piloti anche quando si trovano di fronte a formazioni nemiche numericamente superiori. Nostri aerei in ricognizione offensiva nell'Egeo bombardavano un piroscafo alla fonda nel porto di loro e, successivamente, attaccavano importanti obiettivi militari. Nell'Africa settentrionale gli aerei del C.A.T. hanno investito violentemente le basi aerea e navale di Bengasi attaccando velivoli al suolo e postazioni controaeree. Nostri velivoli hanno compiuto in questo settore africano della nostra guerra lunghi voli di esplorazione, anche nei più lontani punti del deserto libico, constatando i danni rilevanti inferti dai nostri aerei in precedenti azioni su basi aeree e navali e sulle formazioni motorizzate nemiche. Sul fronte di Cheren, dove le nostre forze terrestri stanno coprendosi di gloria, nostri aerei hanno bombardato alcune retrovie nemiche con visibili risultati. Cinque apparecchi avversari sono stati colpiti al suolo su un campo di aviazione e sono stati provocati due grandi incendi. Nelle vicinanze di Pozzi i no* stri reparti aerei hanno bombardato truppe colpendo anche in modo grave un aereo al suolo. In un'altra base aerea nemica venivano spezzonati sei velivoli al suolo in modo cosi evidente che si ritiene siano andati distrutti. Sempre nel settore settentrionale dell'Africa orientale sono stati probabilmente abbattuti due Hurricancs, mentre altri due apparecchi nemici, raggiunti dal tiro della nostra difesa controaerea, precipitavano in fiamme. Nel settore del Giuba i nostri bombardieri, in cooperazione con le nostre valorose truppe, attaccavano con bombe automezzi nemici e colpivano un aereo che deve ritenersi probabilmente abbattuto. Filippo Pennese Quaranta aerei nemici colpiti in una giornata Quaranta aerei nemici colpiti in una giornata Oltre i 12 abbattuti in combattimento e 2 dalle batterie anti aeree, 14 colpiti in volo e altri 12 a terra (Nostro servizio particolare) Roma, 21 febbraio. Nella giornata di ieri, la nostra aviazione, impegnata sui vari fronti di guerra, ha ottenuto una nuova vittoria sulle forze aeree nemiche. Nel combattimenti aerei, nelle 1 azioni di mitragliamento, bombardamento e spezzonamento sono stati rispettivamente abbattuti dodici apparecchi nemici, quattordici colpiti e probabilmente abbattuti, dodici colpiti a terra e presumibilmente distrutti e altri due abbattuti dalle nostre batterie controaerce. Quaranta aerui greci e inglesi sono stati raggiunti dal fuoco delle nostre armi. Quotidianamente, dunque, l'abilita e ii coraggio dei nostri piloti si impongono vittoriosamente sulle forze aeree nemiche anche se queste si presentano numericamente superiori. Sul fronte greco e nel settore della XI Armata le azioni terrestri sono state anche ieri efficacemente appoggiate dalla nostra aviazione. Posizioni nemiche, concentramenti di truppe, salmerie e vie di rifornimento sono state violentemente sottoposte a lancio di spezzoni ed a mitragliamento. Nella'zona di Klisura alcune nostre formazioni di caccia di scorta ai ricognitori, hanno avvistato nella mattinata una formazione nemica composta di circa trenta apparecchi P.Z.L., Gloster e veli voli da bombardamento e da rico gnizione. Impegnato il combattimento, la nostra caccia riusciva, dopo una serie di audacissimi duelli, ad abbattere in fiamme dieci P.Z.L. colpendo sicuramente con precise raffiche altri otto apparecchi nemici che si allontanavano lasciando dietro di loro una lunga scia di fumo. Nel pomeriggio una grossa formazione avversaria di ventidue apparecchi, di cui sedici da bombardamento, tentava una incursione su una nostra base aerea. La nostra caccia, partita su allarme, impediva il bombardamento costringendo il nemico ad invertire la rotta ed a scaricare il carico di bombe, per poter meglio fuggire, su una zona priva di importanza militare. La nostra formazione da caccia riusciva, durante l'inseguimento, ad abbattere due velivoli avversari, un Blenheim ed un Gloster, e a colpirne altri quattro. La stessa formazione si incontrava, poco dopo, a sud del monte Tomori, con una ventina di Gloster e alcuni Spitfirc. Ingaggiato subito il combattimento, i nostri, pur essendo numericamente inferiori, riuscivano a disperdere le formazioni avversarie impedendo loro di compiere la missione, che era quella di scorta a molti apparecchi rifornitori. E1 durante l'episodio che ancora una volta ha confermato le al¬ ■tiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiriiHiiiiiiiii a i e e a , , , l te doti di coraggio e di audacia dei nostri piloti, che uno dei nostri apparecchi fu colpito dal fuoco nemico. Il pilota, per quanto gravemente ferito, riuscì a condurre l'aereo nel suo ultimo volo entro le nostre lince. La salma del valoroso ufficiale potè essere ricuperata dai nostri reparti combattenti in quel settore. Uno dei nostri cacciatori, ferito alla gamba destra da un proiettile e con l'apparecchio gravemente danneggiato, riusciva a compiere un fortunoso atterraggio sul proprio campo. Due apparecchi sono rientrati con morti e feriti a bordo. Le azioni di ieri hanno ancora una volta confermato la netta superiorità dei nostri piloti anche quando si trovano di fronte a formazioni nemiche numericamente superiori. Nostri aerei in ricognizione offensiva nell'Egeo bombardavano un piroscafo alla fonda nel porto di loro e, successivamente, attaccavano importanti obiettivi militari. Nell'Africa settentrionale gli aerei del C.A.T. hanno investito violentemente le basi aerea e navale di Bengasi attaccando velivoli al suolo e postazioni controaeree. Nostri velivoli hanno compiuto in questo settore africano della nostra guerra lunghi voli di esplorazione, anche nei più lontani punti del deserto libico, constatando i danni rilevanti inferti dai nostri aerei in precedenti azioni su basi aeree e navali e sulle formazioni motorizzate nemiche. Sul fronte di Cheren, dove le nostre forze terrestri stanno coprendosi di gloria, nostri aerei hanno bombardato alcune retrovie nemiche con visibili risultati. Cinque apparecchi avversari sono stati colpiti al suolo su un campo di aviazione e sono stati provocati due grandi incendi. Nelle vicinanze di Pozzi i no* stri reparti aerei hanno bombardato truppe colpendo anche in modo grave un aereo al suolo. In un'altra base aerea nemica venivano spezzonati sei velivoli al suolo in modo cosi evidente che si ritiene siano andati distrutti. Sempre nel settore settentrionale dell'Africa orientale sono stati probabilmente abbattuti due Hurricancs, mentre altri due apparecchi nemici, raggiunti dal tiro della nostra difesa controaerea, precipitavano in fiamme. Nel settore del Giuba i nostri bombardieri, in cooperazione con le nostre valorose truppe, attaccavano con bombe automezzi nemici e colpivano un aereo che deve ritenersi probabilmente abbattuto. Filippo Pennese

Persone citate: Pozzi

Luoghi citati: Bengasi, Roma