La stupefacente medium

La stupefacente medium FIGURE CHE SCOMPAION O La stupefacente medium Una frenetica e morbosa curiosità correva il mondo, nel primo decennio del nostro secolo: la smania di gettare uno sguardo nell'aldilà, oltre « il velo della morte ». Quel velo era simboleggiato materialmente dalla cortina nera chiusa davanti alla medium o alle sue spalle: la cortina oltre la quale lo spirito si muoveva libero, che spostava per stringere le mani e toccare il volto dei presenti, per afferrare oggetti, spostare sedie o tavolini; che schiudeva per mostrare le materiazioni spiritiche sotto forma di brumoso ed evanescente ectoplasma nel quale gli astanti, come i bambini nelle nuvole del cielo, indovinavano il disegno di un volto, di un profilo, il formarsi distinto di una mano. Eusapia Paladino viaggiava portandosi appresso, nel baule, la cortina nera, « il velo oltre il quale ecc. ecc. ». La imprestò a Lombroso, a Carlo Richet, a Flammarion, al colonnello de Rochas, al Beliard t ad altri. Se ne servì davanti a Barzini, che le fece una serie di articoli, battendole intorno la grancassa per soddisfare l'acuta curiosità del pubblico. Ecco una fotografia della celeberrima Eusapia. E' del 1907. La piccola vecchietta napoletana, dall'occhio nero e ardente, dai capelli grigi ben ravviati, dal naso profilato e dalla fronte spaziosa, somiglia stranamente al Caruso degli ultimi anni. Ha un abito a grossi scacchi scozzesi, uno striminzito boa da piccola borghese, la borsa sulle ginocchia e un mazzetto di pochi fiori sulla sinistra. E' in posa, seduta di sghembo sul bracciuolo di una poltrona, sicura, altera, pretenziosa, come tutte le celebrità circondate dal timore e dall'ammirazione. - Non traspare dal suo volto quel sentimento di disappunto, di onestà offesa, che certo dovette provare più e più volte davanti alla diffidenza e alle troppo minuziose precauzioni degli scienziati che la circondavano. Essa appare sicura di sè. Eppure i sospetti vi furono, spesso sanguinosi alla sedia, le strinsero i polsi con cordicelle fissandone i capi a terra con bolli di ceralacca, la spogliarono, le chiusero saldamente con nastri e corde i polsi della giacchetta. Gliene fecero di tutti i colori. Le registrarono la voce, le vibrazioni del corpo, i sussulti. Nulla sfuggì all'oculata metodica e quasi feroce attenzione degli uomini di scienza. Malgrado ciò, Eusapia — il cui occhio nero ardente, con un che di malizia, di furberia meridionale, tra ciglio e ciglio, doveva essere rivelatore — riuscì più e più volte a barare. Sicuro. Barò perchè o l'uditorio non le pareva degno dl meglio o quel giorno non ne aveva voglia. Era sfaticata e burlona, Eusapia. E allora fingeva di cadere in e oltraggiosi, La legarono i imi iiiiimiiiiimiiimimiimiiiimi m trance e diceva parole a caso, cose strane, fanfaluche, attribuendole naturalmente sempre al buon John King, spirito anglosassone ch'ella era usa reincarnare, quasi ogni sera, davanti a commissioni di scienziati o a pubblici di creduloni. Spirito anglosassone... Perchè intendiamoci bene: lo spiritismo, i fenomeni medianici, le reincarnazioni, le materiazioni e simili sono di pura marca anglosassone. I francesi se ne impossessarono in un secondo tempo, come accadde di tanti altri fenomeni, per volgarizzarli, renderli commestibili, digeribili a tutte le masse. Gli inventori però furono gli anglosassoni. * * Il primo fatto avvenne in una casetta di Hydesville (Stato di New York) nel 184?. Le signorine Fox, zitelle, sole, impressionabili, sentivano risuonare colpi violenti nei muri. Talvolta delle mani fredde e rudi le* afferravano tirando loro i vestiti. Quei vestiti che mai nessun uomo aveva tentato, non diciamo di togliere, ma di toccare. In principio, si spaventarono. Ma poi pensarono di interrogare gli esseri invisibili. Ed ebbero risposta. Gli spiriti conversarono con loro, segnando, con il numero dei colpi battuti, l'ordine alfabetico di ogni lettera che volevano comunicare. Un mezzo non diciamo spiccio, ma assai moderno, dati i tempi, perfettamente intonato al telegrafo che si andava allora gloriosamente applicando. Le signorine Fox comunicarono prima con Carlo Rosna, cittadino dell'altro mondo, che aveva finito la sua vita assassinato nella stessa casa. Ma poi ne vennero altri. Figuriamoci un po', erano tanti secoli che gli spiriti aspettavano di manifestarsi e ce ne erano tanti a far coda per quell'unica piccola porticina della casa di Hydesville. « Su su, fatti da parte, ora parlo io ». « No no, tocca a me, sono dieci secoli che aspetto ». L'ultimo spirito che aveva parlato era Caiìomagno. Il quale, tuttavia, non riusci a manifestar si. Gli soffiò la precedenza Beniamino Franklin, che affermò, battendo i colpi nel muro, di venire a portare al mondo una verità nuova. I curiosi cominciarono ad affluire. Se ne dovette interessare la polizia. Sorsero degli alberghi per i turisti, desiderosi di conoscere il « quinto Vange lo ». Le signorine Fox uscirono dalla piccola casa. Acconsentirono a dare nel teatro Corinthian Hall di Rochester delle rappresentazioni, alle quali gli spiriti Intervennero puntualmente, prestando il loro gentile concorso e ripetendo davanti alla folla i fenomeni già operati nell'intimità. Beniamino Franklin non intervenne. Si vede che la sua dignità non glielo permetteva. Da quel tempo gli spiriti non cessarono più di ritornare. Ve ne furono moltissimi, conosciuti per nome e cognome, per età, professione, passato. Lo spirito Jolfh King lavorò per Lombroso attraverso la medium Eusapia Paladino, lo spirito Katie King lavorò per William Crookes attraverso la medium miss Florence Cook. Quando, poi, si trovò il mezzo di far scrivere gli spiriti, accadde di peggio. O di meglio, a scelta. Esiliato da Napoleone -il Piccolo », Victor Hugo fu convertilo alla nuova dottrina dalla moglie di Emile de Girardin. Il poeta partecipò allora a numerose sedute spiritiche. Si rivolgeva agli spiriti in versi. E gli spiriti gli rispondevano negli stessi martelliani, con lo stesso stile, con la stessa aggettivazione, la stessa maniera. Scrivevano alla Hugo. Il che non mancava di far ridere gli scettici. (E anche noi, grazie). Ma ad altri, ben lontani dall'essere Victor Hugo, gli spiriti, i grandi spiriti o, per intenderci, gli spiriti dei grandi, non solo apparvero e parlarono, ma si arrischiarono a scrivere versi e prose. Al medium James l'ombra di Dickens dettò, nello spazio di sette mesi (1872-73), un intero romanzo: The mystery of Edwin Drood. Vi furono, come per i giovani indù, i grandi spiriti alla moda. Shelley, morto annegato, andava a quel biondo. Non mancò all'appuntamento lo spirito del diabolico Paganini, al quale naturalmente gli spiriti offrirono un violino, aspettandosi magari di sciropparsi tranquillamente a domicilio le Streghe o il Carnevale di Venezia. Ma non se ne fece nulla. Un altro spirito molto in voga fu quello di Listz. Anche quello di Brahms ebbe una discreta clientela. Da noi apparve abbastanza spesso lo spirito di Alfieri, forse per una certa analogia con la medium che gli scienziati legavano alla sedia. Non mancò a qualche seduta il Cigno di Busseto, il Leone Maremmano cantore di Satana e il mefistofelico Arrigo Boito. Nelle riunioni di minore importanza, per la gente più alla mano, generalmente in provincia, si manifestò Lorenzo Stecchetti. Le medium scorrazzavano l'Europa e il mondo, come i tenori, come i virtuosi del violino, come i « professori » di prestidigitazione. Ricevevano montagne di lettere di richiesta, erano pagate profumatamente, celebrate, attese, festeggiate, trattate con i più grandi riguardi, poiché i loro sistemi nervosi sensibilissimi, simili a delicati Stradivari, potevano essere scossi dal menomo urto. Specialmente richieste erano le medium capaci di ottenere materiazioni di spiriti. Specialista in questo fu il medium Miller itimiiiiii un iiiiiiniiiiiii munii (uno dei pochi maschi nella pleiade di donne dotate del « sovrumano potere »), capace di far apparire una trentina di fantasmi alla volta. Fra gli altri veniva di consueto alle sue sedute un colossale indiano, con diadema e braccialetti luminosissimi, simili a diamanti. Lo spirito camminava sul palco a grandi passi mormorando parole sconosciute. Del pari non mancava mai una negra, il cui viso era come un buco nero nel candore dei veli. La buona mani mg chiedeva all'assemblea di cantarle una canzoncina allegra e assai nota. Gli astanti non mancavano mai di soddisfarla. Un altro fan- tasma, che spesso pure appariva. si presentava dicendo: — Buona sera, figli miei. Sono . ,. ,. ,.„. . !.,_».!, felice di vedervi qui riuniti! Era come l'annunciatore di certi spettacoli musicali molto in voga ai nostri tempi. Era. di- remo, il Nunzio Filogamo della situazione Non mancarono a^li alhori del Non mancarono agii albori del 1 monarcni spn tu- ìch essi, partecipa- nostro secolo, sti. Uomini anch vano del male dell'epoca. Ci fu- rono del resto i monarchi wagneriani e antiwagneriani, socialistizzanti e reazionari. Nessuna meraviglia che vi fossero personaggi coronati spiritisti e scettici. Il più infatuato di tutti fu 10 sventurato Nicola di Russia. I medium giunsero alla corte russa attraverso il salotto della famosa contessa Ignatiev (la stessa che presentò Rasputin all'imperatrice). Con i numerosi • illuminati », i facitori di miracoli ». « santi pazzi » e ?. pellegrini invasati », giunse a Tsarskoie-Selo anche qualche celebre medium. 11 più noto fu il mago Papus (al secolo Encausse, ginecologo francese) il quale evocò per lo zar lo spirito di Alessandro III, per chiedergli quale atteggiamento dovesse prendere l'imperatore: se bisognasse cioè fare concessioni agli agitatori o invece sfidarli. In seguito alla seduta con Papus, Nicola II si decise a firmare ì'ukase relativo alla Duma. Tutto parve possibile agli uomini, all'alba di questo secolo, anche comunicare con l'aldilà. In quell'epoca infatuata delle invenzioni e delle scoperte, morbosamente curiosa di sollevare un velo impenetrabile, troneggia la figura della medium, circondata da scienziati con occhiali d'oro, redingotes professorali, polsini di celluloide, barboni neri e massonici e occhio scettico, indagatore. Ai piedi della medium, come a irridere a tutta quella scienza positiva e oculata, giace il mandolino e il tamburello coi sonagli che Eusapia Paladino faceva suonare dalle mani inesperte e troppo settentrionali di John King, spirito anglosassone. Nizza e Morbelli iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiii limimi i La stupefacente medium FIGURE CHE SCOMPAION O La stupefacente medium Una frenetica e morbosa curiosità correva il mondo, nel primo decennio del nostro secolo: la smania di gettare uno sguardo nell'aldilà, oltre « il velo della morte ». Quel velo era simboleggiato materialmente dalla cortina nera chiusa davanti alla medium o alle sue spalle: la cortina oltre la quale lo spirito si muoveva libero, che spostava per stringere le mani e toccare il volto dei presenti, per afferrare oggetti, spostare sedie o tavolini; che schiudeva per mostrare le materiazioni spiritiche sotto forma di brumoso ed evanescente ectoplasma nel quale gli astanti, come i bambini nelle nuvole del cielo, indovinavano il disegno di un volto, di un profilo, il formarsi distinto di una mano. Eusapia Paladino viaggiava portandosi appresso, nel baule, la cortina nera, « il velo oltre il quale ecc. ecc. ». La imprestò a Lombroso, a Carlo Richet, a Flammarion, al colonnello de Rochas, al Beliard t ad altri. Se ne servì davanti a Barzini, che le fece una serie di articoli, battendole intorno la grancassa per soddisfare l'acuta curiosità del pubblico. Ecco una fotografia della celeberrima Eusapia. E' del 1907. La piccola vecchietta napoletana, dall'occhio nero e ardente, dai capelli grigi ben ravviati, dal naso profilato e dalla fronte spaziosa, somiglia stranamente al Caruso degli ultimi anni. Ha un abito a grossi scacchi scozzesi, uno striminzito boa da piccola borghese, la borsa sulle ginocchia e un mazzetto di pochi fiori sulla sinistra. E' in posa, seduta di sghembo sul bracciuolo di una poltrona, sicura, altera, pretenziosa, come tutte le celebrità circondate dal timore e dall'ammirazione. - Non traspare dal suo volto quel sentimento di disappunto, di onestà offesa, che certo dovette provare più e più volte davanti alla diffidenza e alle troppo minuziose precauzioni degli scienziati che la circondavano. Essa appare sicura di sè. Eppure i sospetti vi furono, spesso sanguinosi alla sedia, le strinsero i polsi con cordicelle fissandone i capi a terra con bolli di ceralacca, la spogliarono, le chiusero saldamente con nastri e corde i polsi della giacchetta. Gliene fecero di tutti i colori. Le registrarono la voce, le vibrazioni del corpo, i sussulti. Nulla sfuggì all'oculata metodica e quasi feroce attenzione degli uomini di scienza. Malgrado ciò, Eusapia — il cui occhio nero ardente, con un che di malizia, di furberia meridionale, tra ciglio e ciglio, doveva essere rivelatore — riuscì più e più volte a barare. Sicuro. Barò perchè o l'uditorio non le pareva degno dl meglio o quel giorno non ne aveva voglia. Era sfaticata e burlona, Eusapia. E allora fingeva di cadere in e oltraggiosi, La legarono i imi iiiiimiiiiimiiimimiimiiiimi m trance e diceva parole a caso, cose strane, fanfaluche, attribuendole naturalmente sempre al buon John King, spirito anglosassone ch'ella era usa reincarnare, quasi ogni sera, davanti a commissioni di scienziati o a pubblici di creduloni. Spirito anglosassone... Perchè intendiamoci bene: lo spiritismo, i fenomeni medianici, le reincarnazioni, le materiazioni e simili sono di pura marca anglosassone. I francesi se ne impossessarono in un secondo tempo, come accadde di tanti altri fenomeni, per volgarizzarli, renderli commestibili, digeribili a tutte le masse. Gli inventori però furono gli anglosassoni. * * Il primo fatto avvenne in una casetta di Hydesville (Stato di New York) nel 184?. Le signorine Fox, zitelle, sole, impressionabili, sentivano risuonare colpi violenti nei muri. Talvolta delle mani fredde e rudi le* afferravano tirando loro i vestiti. Quei vestiti che mai nessun uomo aveva tentato, non diciamo di togliere, ma di toccare. In principio, si spaventarono. Ma poi pensarono di interrogare gli esseri invisibili. Ed ebbero risposta. Gli spiriti conversarono con loro, segnando, con il numero dei colpi battuti, l'ordine alfabetico di ogni lettera che volevano comunicare. Un mezzo non diciamo spiccio, ma assai moderno, dati i tempi, perfettamente intonato al telegrafo che si andava allora gloriosamente applicando. Le signorine Fox comunicarono prima con Carlo Rosna, cittadino dell'altro mondo, che aveva finito la sua vita assassinato nella stessa casa. Ma poi ne vennero altri. Figuriamoci un po', erano tanti secoli che gli spiriti aspettavano di manifestarsi e ce ne erano tanti a far coda per quell'unica piccola porticina della casa di Hydesville. « Su su, fatti da parte, ora parlo io ». « No no, tocca a me, sono dieci secoli che aspetto ». L'ultimo spirito che aveva parlato era Caiìomagno. Il quale, tuttavia, non riusci a manifestar si. Gli soffiò la precedenza Beniamino Franklin, che affermò, battendo i colpi nel muro, di venire a portare al mondo una verità nuova. I curiosi cominciarono ad affluire. Se ne dovette interessare la polizia. Sorsero degli alberghi per i turisti, desiderosi di conoscere il « quinto Vange lo ». Le signorine Fox uscirono dalla piccola casa. Acconsentirono a dare nel teatro Corinthian Hall di Rochester delle rappresentazioni, alle quali gli spiriti Intervennero puntualmente, prestando il loro gentile concorso e ripetendo davanti alla folla i fenomeni già operati nell'intimità. Beniamino Franklin non intervenne. Si vede che la sua dignità non glielo permetteva. Da quel tempo gli spiriti non cessarono più di ritornare. Ve ne furono moltissimi, conosciuti per nome e cognome, per età, professione, passato. Lo spirito Jolfh King lavorò per Lombroso attraverso la medium Eusapia Paladino, lo spirito Katie King lavorò per William Crookes attraverso la medium miss Florence Cook. Quando, poi, si trovò il mezzo di far scrivere gli spiriti, accadde di peggio. O di meglio, a scelta. Esiliato da Napoleone -il Piccolo », Victor Hugo fu convertilo alla nuova dottrina dalla moglie di Emile de Girardin. Il poeta partecipò allora a numerose sedute spiritiche. Si rivolgeva agli spiriti in versi. E gli spiriti gli rispondevano negli stessi martelliani, con lo stesso stile, con la stessa aggettivazione, la stessa maniera. Scrivevano alla Hugo. Il che non mancava di far ridere gli scettici. (E anche noi, grazie). Ma ad altri, ben lontani dall'essere Victor Hugo, gli spiriti, i grandi spiriti o, per intenderci, gli spiriti dei grandi, non solo apparvero e parlarono, ma si arrischiarono a scrivere versi e prose. Al medium James l'ombra di Dickens dettò, nello spazio di sette mesi (1872-73), un intero romanzo: The mystery of Edwin Drood. Vi furono, come per i giovani indù, i grandi spiriti alla moda. Shelley, morto annegato, andava a quel biondo. Non mancò all'appuntamento lo spirito del diabolico Paganini, al quale naturalmente gli spiriti offrirono un violino, aspettandosi magari di sciropparsi tranquillamente a domicilio le Streghe o il Carnevale di Venezia. Ma non se ne fece nulla. Un altro spirito molto in voga fu quello di Listz. Anche quello di Brahms ebbe una discreta clientela. Da noi apparve abbastanza spesso lo spirito di Alfieri, forse per una certa analogia con la medium che gli scienziati legavano alla sedia. Non mancò a qualche seduta il Cigno di Busseto, il Leone Maremmano cantore di Satana e il mefistofelico Arrigo Boito. Nelle riunioni di minore importanza, per la gente più alla mano, generalmente in provincia, si manifestò Lorenzo Stecchetti. Le medium scorrazzavano l'Europa e il mondo, come i tenori, come i virtuosi del violino, come i « professori » di prestidigitazione. Ricevevano montagne di lettere di richiesta, erano pagate profumatamente, celebrate, attese, festeggiate, trattate con i più grandi riguardi, poiché i loro sistemi nervosi sensibilissimi, simili a delicati Stradivari, potevano essere scossi dal menomo urto. Specialmente richieste erano le medium capaci di ottenere materiazioni di spiriti. Specialista in questo fu il medium Miller itimiiiiii un iiiiiiniiiiiii munii (uno dei pochi maschi nella pleiade di donne dotate del « sovrumano potere »), capace di far apparire una trentina di fantasmi alla volta. Fra gli altri veniva di consueto alle sue sedute un colossale indiano, con diadema e braccialetti luminosissimi, simili a diamanti. Lo spirito camminava sul palco a grandi passi mormorando parole sconosciute. Del pari non mancava mai una negra, il cui viso era come un buco nero nel candore dei veli. La buona mani mg chiedeva all'assemblea di cantarle una canzoncina allegra e assai nota. Gli astanti non mancavano mai di soddisfarla. Un altro fan- tasma, che spesso pure appariva. si presentava dicendo: — Buona sera, figli miei. Sono . ,. ,. ,.„. . !.,_».!, felice di vedervi qui riuniti! Era come l'annunciatore di certi spettacoli musicali molto in voga ai nostri tempi. Era. di- remo, il Nunzio Filogamo della situazione Non mancarono a^li alhori del Non mancarono agii albori del 1 monarcni spn tu- ìch essi, partecipa- nostro secolo, sti. Uomini anch vano del male dell'epoca. Ci fu- rono del resto i monarchi wagneriani e antiwagneriani, socialistizzanti e reazionari. Nessuna meraviglia che vi fossero personaggi coronati spiritisti e scettici. Il più infatuato di tutti fu 10 sventurato Nicola di Russia. I medium giunsero alla corte russa attraverso il salotto della famosa contessa Ignatiev (la stessa che presentò Rasputin all'imperatrice). Con i numerosi • illuminati », i facitori di miracoli ». « santi pazzi » e ?. pellegrini invasati », giunse a Tsarskoie-Selo anche qualche celebre medium. 11 più noto fu il mago Papus (al secolo Encausse, ginecologo francese) il quale evocò per lo zar lo spirito di Alessandro III, per chiedergli quale atteggiamento dovesse prendere l'imperatore: se bisognasse cioè fare concessioni agli agitatori o invece sfidarli. In seguito alla seduta con Papus, Nicola II si decise a firmare ì'ukase relativo alla Duma. Tutto parve possibile agli uomini, all'alba di questo secolo, anche comunicare con l'aldilà. In quell'epoca infatuata delle invenzioni e delle scoperte, morbosamente curiosa di sollevare un velo impenetrabile, troneggia la figura della medium, circondata da scienziati con occhiali d'oro, redingotes professorali, polsini di celluloide, barboni neri e massonici e occhio scettico, indagatore. Ai piedi della medium, come a irridere a tutta quella scienza positiva e oculata, giace il mandolino e il tamburello coi sonagli che Eusapia Paladino faceva suonare dalle mani inesperte e troppo settentrionali di John King, spirito anglosassone. Nizza e Morbelli iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiii limimi i

Luoghi citati: Busseto, Europa, New York, Nizza, Rochester, Russia, Venezia