Visioni della catastrofe abbattutasi sulla penisola iberica di Riccardo Forte

Visioni della catastrofe abbattutasi sulla penisola iberica Visioni della catastrofe abbattutasi sulla penisola iberica Le apocalittiche giornate di Santander - 30 mila persone dormono sulla paglia L'arresto della vita nei commerci e nelle industrie -1 disastri provocati dal ciclone Barcellona, 19 febbraio. Settecento abitanti di Santander, colpiti improvvisamente da congiuntivite in seguito all'incendio che ha divampato durante tre giorni e che ha distrutto il centro della città, si sono presentati ieri ai pos/t di pronto soccorso nei quartieri rimasti immuni per farsi medicare gli occhi. Questo, insieme alla morte repentina di 3 cardiaci, che non hanno potuto resistere alla fortissima pressione, è stato l'unico danno fisico immediato che il sinistro ha causato alla popolazione. Certo, 30 mila persone dormono oggi e dormiranno per chissà quanti giorni sulla paglia invece che nelle proprie c.ase e 120 mila abitanti della città debbono spartirsi il pane, i ceni ed il riso che altre province hanno mandalo caritatevolmente, pri vandosi, come abbiamo già detto, perfino del necessario alla propria vita in questi tempi di rigorosa cvsdiptcgsecstvvgpmcvctsmNstrettezza; ma gli spagnoli sono\ie avvezzi a sopportare stoicamente le più severe ed insistenti sofferenze materiali e nell'enorme disgrazia che l'ha colpita, la popolazione si giudica ancora — e non ha torto — fortunata. La vita familiare è intatta, anche se si passa la notte sulla terra ghiaccia e nel cerchio di affetti di ciascuno, non un uomo, non mi bambino manca all'appello. Che si vuole di più? I senza tetto •77 Ministro dei Lavori Pubblici è arrivato a Santander dove lo | aveva preceduto da poche ore quello dell'Industria e del Commercio e dove si trovava anche il Commissario generale per gli approvvigionamenti ed i trasporti. I tre ministri hanno presieduto una riunione colle autorità di Santander e di'Burgos per esaminare siibifo le soluzioni da dare al problema dell'alloggio e dell'alimentazione della popolazione colpita. Entrambe le questioni sono momentaneamente risolte grazie agli invìi di pane e di legumi fatti dalle province vicine ed all'adattamento di dormitori improvvisati nel Gran Casino,, nello stabilimento balneare del Sardinero, negli alberghi, nelle chiese, nelle scuole ed in tutte le case private dove vi fosse un solo vano disponibile, ma si tratta di un accomodamento provvisorio e l'alloggia di 30 mila persone che non hanno più neppure la più elementare biancheria personale perchè tutlo hanno dovuto abbandonare nella fuga precipitosa, non è un problema facile. E' ancora difficile fare un calcolo esatto dei danni causati dal- ahndadpdsrvesesi o a o a , i I l'incendio. La cifra di un miliardo c mezzo di pesete, messa avanti da una agenzia spagnola è forse ec cessiva; tuttavia, secondo dati ufficiali, il valore degli edifici distrutti raggiungerebbe da solo i 200 milioni di pesete. Vistosi magazzini di merci di ogni genere c di fabbriche che davano lavoro a centinaia di operai ciascuna, sono andate distrutte. Si calcola che il novanta per cento del commercio santanderino sia stato inghiottito nella catastrofe ed. infatti la parte principale della attività mercantile della città si raccoglieva appunto nella zona compresa fra le vie Della Bianca e San Francesco, che è stata quella maggiormente colpita dal sinistro. Oltre quaranta strade della città, sono praticamente scomparse in seguito all'incendio che si è estc o su una lunghezza di un Chilo-o metro ed una larghezza di 800 metri. Un racconto drammatico numero del giornale o o i „ o 1 pij»iu -lantandenno Diario Montanes che - -.si pubblica fuori della città è uscie to ieri a Palencia. - • Il direttore del giornale, arriva- ' to a Palencia stanotte, ha fatto- „„ ampio racconto della catastro-™ ' /<*. ™> ha, assistito. « Sulla città - '■'',. . . , . , ,. o W» ha ,larrato ~ è passata la die struzwne, come in una visione ^apocalittica. L'uragano è incomin ciato nel pomeriggio di sabato. Un vento violentissimo si è scatenato su Santander, spazzando le strade e rendendo le case pressoché inabitabili poiché strappava le porte ed i balconi, rompeva i vetri ed abbatteva i tetti. Ma è al calar della notte che venne la tragedia. La furia della tempesta sconvolse il mare, unendo i suoi effetti a quelli del vento infernale che soffiava sulla città. Le ondo si alzarono a parecchi metri d'altezza, rovesciandosi sui moli ed investirono parecchi edifici della riva, molti dei quali furono danneggiati. Il viale di Peretta-, strada principale della città, parallelo al mare, divenne impraticabile poiché le acque ed il vento portavano via alberi interi che andavano a cadere qua e là e finivano nel porto. Alcuni edifici ebbero le pareti spaccate dal vento fortissimo e dei muri si incrinavano e si aprivano Nella baia le navi erano trastul- \i„te senza pietà dal temporale ed , e i e o - alcune affondarono « Tutto ciò non era abbastanza, ha continuato il direttore del giornale santanderino. Alle 8 e mezza di sera il fuoco si è aggiunto agli altri elementi scatenati ed ha prodotto il disastro. La scintilla è partita, come sapete, da una casa della strada di Cadice e di li c passato alla via Mendez Nuhez, alia rua Mayor, alla rua Menar, alle vie di Atarazanas, San Francesco e Della Bianca. Pochi momenti soltanto erano trascorsi e già gli edifici, lambiti da una breve fiamma, formavano immense pire. Il vento soffiava sul fuoco impetuosamente e l'incendio si propagava con rapidità vertiginosa. Non era passata un'ora che già centinaia di case ardevano. Il fuoco si prò mRloMsMvdcldtldGssiivsfasqgtlLdvclppagava a nuove strade e migliaia ìdi persone terrorizzate abbondo- \ navano i loro lari, senza quasi\avere il tempo di prender nulla con sé. Man mano che l'incendio devastatore progrediva, il vento acquistava maggior velocità e una tremenda pioggia di fuoco andò a cadere su una zona vastissima, provocando numerosi altri incendi che la truppa, i pompieri ed i volontari della popolazione ch'ile attaccarono con esemplare eroismo. A mezzanotte, un mare di fuoco divorava un vasto settore della città. Trentasei strade erano già state ragghiate dal sinistro e più di cinquemila famiglie fuggivano in preda al panico. Finalmente venne l'alba di do¬ menica. Durante tutta quella sf-o a i c a o l o o e o, e e condn giornata, corjinuò la lotta fra gli uomini ed il flagello che dalla sera di sabato non aveva avuto un momento di sosta. L'opera di estinzione del fuoco si faceva sempre più vigorosa e più precisa ma soltanto dopo 36 ore di lavoro e dopo un'altra notte, cioè soltanto lunedi a mezzanotte, si Iriuscì a circoscrivere il sinistro*. Nelle altre regioni della Spagna Continuano intanto a giungere nuovi particolari sui danni causati dal ciclone scatenatosi su tutta la penisola iberica. Il vento nord-ovest ha, soprattutto, fatto strage a Vigo, le cui comunicazioni con le altre parti della Spagna e col Portogallo sono tuttora interrotte. Il servizio dei treni con Madrid è stato ripreso solamente martedì. La motonave Monte Ayala si è incagliata all'altezza di Vigo: i passeggeri e l'equipaggio sono stati -\mlvaii soìo rfop0 ',j,-,ln(ii sforzi. 0 e e o\rai specializzati inviate sul po o-st°< ìa corrente elettrica è stata e Mancano notizie della nave spaglinola El Vasco. Nel porto ed in mare aperto numerosi pescherecci sono affondati. Grandi estensioni di boschi sono state devastate dall' impeto del vento. Malgrado l'attività delle truppe del genio e delle squadre di ope riattivata solo parzialmente in modo che molte industrie non hanno potuto ancora riprendere la io attività. Anche in Galizia e nella Estre- madura, come nella regione di Rioja, un uragano ha raso al snolo enormi estensioni di boschi. A Mizcaya 35Q case sono state distrutte e 350 dichiarate inabitabili. Millecinquecento famiglie si trovano senza tetto, esposte al freddo ed alla pioggia che continua a cadere a rovesci. A Cordova è crollata la chiesa del Carmine. I fedeli che vi si trovavano hanno fatto appena in tempo a fuggire all'aperto mentre crollava il tetto dell'antico edificio. A Siviglia, il Guadalquivir è salito di 9 metri sul livello normale e le sue acque, straripando in vari punti hanno invaso la campagna. A Badajoz i danni sinora accertati sono gra vissimi. .Si lamentano un morto e sette feriti. Le distruzioni in Portogallo Secondo i dati raccolti dall'ufficio meteorologico centrale da 8" anni non si era abbattuto su Lisbona un ciclone della violenza di quello che l'ha colpita in questi giorni. Si è constatato che il vento — che a Lisbona aveva la ve locità dì 122 chilometri — a Capo La Rocca, estremità occidentale dell' Europa, ha raggiunto quella veramente eccezionale di oltre 200 chilometri. I danni sono enormi e le vìttime numerose anche nelle province e specialmente nella regione centrale di Alcnicio. Le ondate, alla foce del Togo, hanno raggiunto l'altezza di 20 mc'ri. Abbattendosi sulle banchine, esse le hanno devastate. Alcune gru sono state rovesciate c le altre attrezzature del porto sono andate distrutte. Le navi affondate sono 17. Anche numerose imbarcazioni minori sono scomparse. Le co- Ntmptdb/qmaspmgris«dd-cFn ìmunicazioni stradali, clettroferro \ viarie, telefoniche e telegrafiche \Sono nella massima parte inter , i . o a à ù o ¬ -'lata. Altri aiberit caduti lungo le a e a i è i . a e i i o i i. a o i o e coperto 'gli isolotti'e i trédici' di-sgraziati - ad un certo nomentorotte. In conseguenza dei danni verificatisi lungo le strade ferrate, ove, in alcune zone, sono statiì asportati lunghi tratti di binario, i treni internazionali si sono dovuti arrestare. I danni prodotti dal ciclone al ricchissimo patrimonio boschivo del Portogallo sono ingenti: migliaia e migliaia di alberi sono stati divelti, abbattuti e trasportati spesso a ?no(ii metri di distanza. In un paese nelle vicinanze di Lisbona, un albero sradicato e sollevato dal vento, è andato a cozzare come una catapulta contro una casa colonica che è eroi- strade maestre ostruiscono il tran sito. Alcuni ponti sono stati tra volti dalla furia delle acque dei fiumi in piena. Nella sola borgata di Sesimbra, presso Lisbona, sono andate distrutte 300 bai che e tutti gli attrezzi da pesca. Ver amen te drammatico è stato il salva taggio di 117 persone che si sono trovate accerchiate dalle acque in alcuni isolotti del Tugo. Cento quattro sono staie salvate e le altre sono perite malgrado gli eroici tentativi di marinai e di pescatori del luogo per strapparle alla morte. L'acqua aveva ormai quasi ri n n a e- SgWZtULl UU « ". l / < U JtiUlìlKIlLU — sono stati trascinati lontano dalla impetuosa corrente del fiume che ha abbattuto e travolto quasi tutte le abitazioni. Più di 100 persone sono stute uccise nel Portogallo dal ciclone dei gioì ni scorsi. Vi sono inoltre 500 feriti. Trecento imbarcazioni sono naufragate. I danni sono valutati a 500 milioni di scudi portoghesi. Nelle vicinanze di Alhundra, borgata sulla riva destra dell'Estuario del l'ago, sono stati ripescati i cadaveri di 25 contadini che, travolti dal nubifragio, si so' no miseramente annegati domenica scorsa. Ovunque, reparti dell'esercito e della marina e squadre di volontari provvedono alle opere di soccorso ma la situazione è aggravata dal fatto che il maltempo continua. Riccardo Forte Visioni della catastrofe abbattutasi sulla penisola iberica Visioni della catastrofe abbattutasi sulla penisola iberica Le apocalittiche giornate di Santander - 30 mila persone dormono sulla paglia L'arresto della vita nei commerci e nelle industrie -1 disastri provocati dal ciclone Barcellona, 19 febbraio. Settecento abitanti di Santander, colpiti improvvisamente da congiuntivite in seguito all'incendio che ha divampato durante tre giorni e che ha distrutto il centro della città, si sono presentati ieri ai pos/t di pronto soccorso nei quartieri rimasti immuni per farsi medicare gli occhi. Questo, insieme alla morte repentina di 3 cardiaci, che non hanno potuto resistere alla fortissima pressione, è stato l'unico danno fisico immediato che il sinistro ha causato alla popolazione. Certo, 30 mila persone dormono oggi e dormiranno per chissà quanti giorni sulla paglia invece che nelle proprie c.ase e 120 mila abitanti della città debbono spartirsi il pane, i ceni ed il riso che altre province hanno mandalo caritatevolmente, pri vandosi, come abbiamo già detto, perfino del necessario alla propria vita in questi tempi di rigorosa cvsdiptcgsecstvvgpmcvctsmNstrettezza; ma gli spagnoli sono\ie avvezzi a sopportare stoicamente le più severe ed insistenti sofferenze materiali e nell'enorme disgrazia che l'ha colpita, la popolazione si giudica ancora — e non ha torto — fortunata. La vita familiare è intatta, anche se si passa la notte sulla terra ghiaccia e nel cerchio di affetti di ciascuno, non un uomo, non mi bambino manca all'appello. Che si vuole di più? I senza tetto •77 Ministro dei Lavori Pubblici è arrivato a Santander dove lo | aveva preceduto da poche ore quello dell'Industria e del Commercio e dove si trovava anche il Commissario generale per gli approvvigionamenti ed i trasporti. I tre ministri hanno presieduto una riunione colle autorità di Santander e di'Burgos per esaminare siibifo le soluzioni da dare al problema dell'alloggio e dell'alimentazione della popolazione colpita. Entrambe le questioni sono momentaneamente risolte grazie agli invìi di pane e di legumi fatti dalle province vicine ed all'adattamento di dormitori improvvisati nel Gran Casino,, nello stabilimento balneare del Sardinero, negli alberghi, nelle chiese, nelle scuole ed in tutte le case private dove vi fosse un solo vano disponibile, ma si tratta di un accomodamento provvisorio e l'alloggia di 30 mila persone che non hanno più neppure la più elementare biancheria personale perchè tutlo hanno dovuto abbandonare nella fuga precipitosa, non è un problema facile. E' ancora difficile fare un calcolo esatto dei danni causati dal- ahndadpdsrvesesi o a o a , i I l'incendio. La cifra di un miliardo c mezzo di pesete, messa avanti da una agenzia spagnola è forse ec cessiva; tuttavia, secondo dati ufficiali, il valore degli edifici distrutti raggiungerebbe da solo i 200 milioni di pesete. Vistosi magazzini di merci di ogni genere c di fabbriche che davano lavoro a centinaia di operai ciascuna, sono andate distrutte. Si calcola che il novanta per cento del commercio santanderino sia stato inghiottito nella catastrofe ed. infatti la parte principale della attività mercantile della città si raccoglieva appunto nella zona compresa fra le vie Della Bianca e San Francesco, che è stata quella maggiormente colpita dal sinistro. Oltre quaranta strade della città, sono praticamente scomparse in seguito all'incendio che si è estc o su una lunghezza di un Chilo-o metro ed una larghezza di 800 metri. Un racconto drammatico numero del giornale o o i „ o 1 pij»iu -lantandenno Diario Montanes che - -.si pubblica fuori della città è uscie to ieri a Palencia. - • Il direttore del giornale, arriva- ' to a Palencia stanotte, ha fatto- „„ ampio racconto della catastro-™ ' /<*. ™> ha, assistito. « Sulla città - '■'',. . . , . , ,. o W» ha ,larrato ~ è passata la die struzwne, come in una visione ^apocalittica. L'uragano è incomin ciato nel pomeriggio di sabato. Un vento violentissimo si è scatenato su Santander, spazzando le strade e rendendo le case pressoché inabitabili poiché strappava le porte ed i balconi, rompeva i vetri ed abbatteva i tetti. Ma è al calar della notte che venne la tragedia. La furia della tempesta sconvolse il mare, unendo i suoi effetti a quelli del vento infernale che soffiava sulla città. Le ondo si alzarono a parecchi metri d'altezza, rovesciandosi sui moli ed investirono parecchi edifici della riva, molti dei quali furono danneggiati. Il viale di Peretta-, strada principale della città, parallelo al mare, divenne impraticabile poiché le acque ed il vento portavano via alberi interi che andavano a cadere qua e là e finivano nel porto. Alcuni edifici ebbero le pareti spaccate dal vento fortissimo e dei muri si incrinavano e si aprivano Nella baia le navi erano trastul- \i„te senza pietà dal temporale ed , e i e o - alcune affondarono « Tutto ciò non era abbastanza, ha continuato il direttore del giornale santanderino. Alle 8 e mezza di sera il fuoco si è aggiunto agli altri elementi scatenati ed ha prodotto il disastro. La scintilla è partita, come sapete, da una casa della strada di Cadice e di li c passato alla via Mendez Nuhez, alia rua Mayor, alla rua Menar, alle vie di Atarazanas, San Francesco e Della Bianca. Pochi momenti soltanto erano trascorsi e già gli edifici, lambiti da una breve fiamma, formavano immense pire. Il vento soffiava sul fuoco impetuosamente e l'incendio si propagava con rapidità vertiginosa. Non era passata un'ora che già centinaia di case ardevano. Il fuoco si prò mRloMsMvdcldtldGssiivsfasqgtlLdvclppagava a nuove strade e migliaia ìdi persone terrorizzate abbondo- \ navano i loro lari, senza quasi\avere il tempo di prender nulla con sé. Man mano che l'incendio devastatore progrediva, il vento acquistava maggior velocità e una tremenda pioggia di fuoco andò a cadere su una zona vastissima, provocando numerosi altri incendi che la truppa, i pompieri ed i volontari della popolazione ch'ile attaccarono con esemplare eroismo. A mezzanotte, un mare di fuoco divorava un vasto settore della città. Trentasei strade erano già state ragghiate dal sinistro e più di cinquemila famiglie fuggivano in preda al panico. Finalmente venne l'alba di do¬ menica. Durante tutta quella sf-o a i c a o l o o e o, e e condn giornata, corjinuò la lotta fra gli uomini ed il flagello che dalla sera di sabato non aveva avuto un momento di sosta. L'opera di estinzione del fuoco si faceva sempre più vigorosa e più precisa ma soltanto dopo 36 ore di lavoro e dopo un'altra notte, cioè soltanto lunedi a mezzanotte, si Iriuscì a circoscrivere il sinistro*. Nelle altre regioni della Spagna Continuano intanto a giungere nuovi particolari sui danni causati dal ciclone scatenatosi su tutta la penisola iberica. Il vento nord-ovest ha, soprattutto, fatto strage a Vigo, le cui comunicazioni con le altre parti della Spagna e col Portogallo sono tuttora interrotte. Il servizio dei treni con Madrid è stato ripreso solamente martedì. La motonave Monte Ayala si è incagliata all'altezza di Vigo: i passeggeri e l'equipaggio sono stati -\mlvaii soìo rfop0 ',j,-,ln(ii sforzi. 0 e e o\rai specializzati inviate sul po o-st°< ìa corrente elettrica è stata e Mancano notizie della nave spaglinola El Vasco. Nel porto ed in mare aperto numerosi pescherecci sono affondati. Grandi estensioni di boschi sono state devastate dall' impeto del vento. Malgrado l'attività delle truppe del genio e delle squadre di ope riattivata solo parzialmente in modo che molte industrie non hanno potuto ancora riprendere la io attività. Anche in Galizia e nella Estre- madura, come nella regione di Rioja, un uragano ha raso al snolo enormi estensioni di boschi. A Mizcaya 35Q case sono state distrutte e 350 dichiarate inabitabili. Millecinquecento famiglie si trovano senza tetto, esposte al freddo ed alla pioggia che continua a cadere a rovesci. A Cordova è crollata la chiesa del Carmine. I fedeli che vi si trovavano hanno fatto appena in tempo a fuggire all'aperto mentre crollava il tetto dell'antico edificio. A Siviglia, il Guadalquivir è salito di 9 metri sul livello normale e le sue acque, straripando in vari punti hanno invaso la campagna. A Badajoz i danni sinora accertati sono gra vissimi. .Si lamentano un morto e sette feriti. Le distruzioni in Portogallo Secondo i dati raccolti dall'ufficio meteorologico centrale da 8" anni non si era abbattuto su Lisbona un ciclone della violenza di quello che l'ha colpita in questi giorni. Si è constatato che il vento — che a Lisbona aveva la ve locità dì 122 chilometri — a Capo La Rocca, estremità occidentale dell' Europa, ha raggiunto quella veramente eccezionale di oltre 200 chilometri. I danni sono enormi e le vìttime numerose anche nelle province e specialmente nella regione centrale di Alcnicio. Le ondate, alla foce del Togo, hanno raggiunto l'altezza di 20 mc'ri. Abbattendosi sulle banchine, esse le hanno devastate. Alcune gru sono state rovesciate c le altre attrezzature del porto sono andate distrutte. Le navi affondate sono 17. Anche numerose imbarcazioni minori sono scomparse. Le co- Ntmptdb/qmaspmgris«dd-cFn ìmunicazioni stradali, clettroferro \ viarie, telefoniche e telegrafiche \Sono nella massima parte inter , i . o a à ù o ¬ -'lata. Altri aiberit caduti lungo le a e a i è i . a e i i o i i. a o i o e coperto 'gli isolotti'e i trédici' di-sgraziati - ad un certo nomentorotte. In conseguenza dei danni verificatisi lungo le strade ferrate, ove, in alcune zone, sono statiì asportati lunghi tratti di binario, i treni internazionali si sono dovuti arrestare. I danni prodotti dal ciclone al ricchissimo patrimonio boschivo del Portogallo sono ingenti: migliaia e migliaia di alberi sono stati divelti, abbattuti e trasportati spesso a ?no(ii metri di distanza. In un paese nelle vicinanze di Lisbona, un albero sradicato e sollevato dal vento, è andato a cozzare come una catapulta contro una casa colonica che è eroi- strade maestre ostruiscono il tran sito. Alcuni ponti sono stati tra volti dalla furia delle acque dei fiumi in piena. Nella sola borgata di Sesimbra, presso Lisbona, sono andate distrutte 300 bai che e tutti gli attrezzi da pesca. Ver amen te drammatico è stato il salva taggio di 117 persone che si sono trovate accerchiate dalle acque in alcuni isolotti del Tugo. Cento quattro sono staie salvate e le altre sono perite malgrado gli eroici tentativi di marinai e di pescatori del luogo per strapparle alla morte. L'acqua aveva ormai quasi ri n n a e- SgWZtULl UU « ". l / < U JtiUlìlKIlLU — sono stati trascinati lontano dalla impetuosa corrente del fiume che ha abbattuto e travolto quasi tutte le abitazioni. Più di 100 persone sono stute uccise nel Portogallo dal ciclone dei gioì ni scorsi. Vi sono inoltre 500 feriti. Trecento imbarcazioni sono naufragate. I danni sono valutati a 500 milioni di scudi portoghesi. Nelle vicinanze di Alhundra, borgata sulla riva destra dell'Estuario del l'ago, sono stati ripescati i cadaveri di 25 contadini che, travolti dal nubifragio, si so' no miseramente annegati domenica scorsa. Ovunque, reparti dell'esercito e della marina e squadre di volontari provvedono alle opere di soccorso ma la situazione è aggravata dal fatto che il maltempo continua. Riccardo Forte