Diciotto medaglie d'oro

Diciotto medaglie d'oro Diciotto medaglie d'oro / sublimi eroismi che hanno meritato la màssima decorazione illustrati da semplici e commoventi motivazioni •»TS,on<:ìstate concesse lc seguenti (bMedaglie doro al Valor Militare : .lAlla memoria Colonnello Trizzio Felice, fu Nicola, nato ad Altarnura, 47" Reggimento Fanteria. «In trenta giorni di continua ed aspra lotta, conduceva ripetutamente il suo reggimento all'attacco ed al contrattacco. Sempre alla testa dei battaglioni da lui forgiati e portati alla massima elevatezza spirituale, si imponeva al nemico. Esempio fulgido di comandante ardito e capace, in un ultimo strenuo contrattacco, fante fra i fanti, valoroso fra i valorosi, cadeva eroicamente sul campo. — Valle Drino (Albania), 1» dicembre 1940-XDC>. Colonnello Zacco Luigi, fu Michele, nato a Modica, 84° Regg. Fanteria. « Esperto comandante di un reggimento rinforzato, sosteneva per più giorni una dura lotta in uno dei più contesi settori della fronte, riuscendo a mantenere intatte le posizioni contro furiosi e replu cati attacchi di forze soverchianti. Impavido e instancabile, sempre in linea con i suoi fanti, che, animati dal suo magnanimo esempio, resistevano duramente e contrattaccavano ripetutamente, fu capo intrepido, capace e tenace. In un contrassalto alla baionetta, risoltosi favorevolmente, cadeva al suo posto d'onore chiudendo valorosamente la sua nobile esistenza di combattente di cinque guerre. — Valsshti-Qifarishtes, 4-18 novembre 1940-XTX ». Colonnello Psaro Rodolfo, 7» Artiglieria Alpini. « Con i suoi battaglioni « Feltre » e « Cadore » sosteneva valorosamente e vittoriosamente l'urto di preponderanti forze nemiche. Nell'immediata azione di contrattacco da lui sferrato e guidato con perizia e audacia per stroncare la baldanza nemica, cadeva, colpito mortalmente, alla testa dei suoi magnifici alpini. Superba figura di soldato e di eroico comandante, esempio fulgidissimo di ardimento, di sprezzo del pericolo e di obbedienza alla santa legge della Patria. — Albania, Ciafa Gallina, S dicembre 1940-XIX ». cspscapsticNvcpleb(tvnjl>acdtnmdmgevnmzeutLris"mxttzgtccOc\pTcnentc Francescano Mario, na- ilto a Modave (Belgio), Battaglione [aAlpini « Val Natisone » « Comandante di un presidio posto a difesa di un'importante sella montana, ne manteneva per tre giorni il possesso nonostante ripetuti attacchi avversari. Sopraffatto da forze soverchiatiti, era costretto a osdere terreno; passato al contrattacco, riconquistava valorosamente la posizione e, benché ferito, rifiutava di abbandonare il reparto. In un successivo attacco nemico, ne contrastava accanitamente l'avanzata finché cadeva colpito a morte. Magnifica figura di soldato e di comandante, fulgido esempio di coraggio e di eroismo. — Sella Policànl, 28-30 novembre-Shesh I Mal, 14 dicembre 1940-XTX ». Capitano Savore Manlio fu Eligio, nato a Milano, 9" Battaglione Coloniale. « Perduto un figlio caduto valorosamente sul campo di battaglia durante la campagna etiopica, allo scoppio delle ostilità con l'Inghilterra, chiedeva ed otteneva di assumere il comando dello stesso reparto cui il figlio aveva appar. flstenuto. Sorretto da ardente amorìpatrio e da giovanile entusiasmo,] nonostante i cinquantacinque anni di età ed un fisico già duramente provato, in un cruento attacco contro le linee nemiche fortificate, era di esempio per slancio e sprezzo del pericolo. Ferito, non desisteva dall'attacco e personalmente procedeva all'aggiustamento del tiro delle proprie armi per far tacere quelle nemiche. Ferito gravemente una seconda volta, allontanato di viva forza dalla prima linea e ricoverato in un ospedale da campo, r ccoriosi della fine imminente pe. soppraggiunte complicazioni, con superba tempra di eroe e con sommo stoicismo, chiesti i Conforti della religione, si accomiatava dai camerati clic lo assistevano, dicendosi lieto del dovere compiuto e dell'offerta alla Patria, alle cui fortune andavano gli ultimi suoi voti. — Dahardpruc, 12 agosto 1940-XVIII ». Vice brigadiere Orecchioni Luigi, di Antonio, nato a Arzachena (Sassari), 1" gruppo motorizzato PA.I. « Alla vigilia della campagna contro la Somalia inglese, rifiutava un urgente intervento chirurgico per seguire il suo reparto da lui guerrescamente addestrato al battesimo del fuoco. Vice comandante di una banda P.A.I. in aspro, lungo e violento combattimento contro forze avversarie, superiori per numero e per mezzi bellici, guidava la sua mezza banda, attraverso una cortina di fuoco con leonino coraggio e superbo sprezzo del pericolo, su successive muìdtissime posizioni nemiche. Ferito ad un braccio, sdegnava qualsiasi assistenza. Con raddoppiato ardire, con azione personale assaltava von bombe a mano un osntro di resistenza nemica dotato di due armi automatiche. Investito a bruciapelo da una raffica di mitragliatrice, cadeva per rialzarsi morente e lanciare ancora una bomba contro il nemico, quale suo estremo atto di. dedizione per aprire alle armi della Patria la via della Vittoria. Agli ascari accorsi in suo soccorso, negli ultimi aneliti rivolgeva parole di incitamento a perseverare nell'avanzata, di augnilo e di fede per la Patria e il Corpo ai quali dava in olocausto la propria giovinezza. Esempio mirabile di virtù militare, di sublime sentimento, di dedizione al dovere e di amor di Patria. — La-Faruc, 17 agosto 1940-XVIH » Brandi Nicola, da Carovigno (Brindisi), caporal maggiore, 90 Regg. Fanteria. « Comandante di squadra, guidava i propri uomini all'attacco di un nido di mitragliatrici avversarie che fortemente ostacolavano l'avanzata della propria Compagnia. Ferito una prima volta da una raffica di mitragliatrice, con uno sforzo suprento si manteneva in piedi e continuava a dirigere l'azione del suo reparto. Investito da una successiva raffica, cadeva gridando: «Avanti, ragazzi, Viva l'Italia*. Fulgido esempio di a mor patrio ». — La Colle, 22 giugno 1940-XVm. Ferrari Ferruccio, da Cuneo, sergente 8° Raggruppamento artiglieria Guardia alla Frontiera. «Sottufficiale artiglierìa G.A.F., all'inizio delle ostilità lasciava volontariamente l'ufficio contabilità per salire al forte ed assumere il comando di un pezzo. Durante violentissimo e preciso tiro di contro- (batteria vernieri, pur conscio dcl-z .l'inesorabile sorte, della sua torre,] gcon esempio ammarai serventi del suo stesso magnifico slancio. Colpita in pieno la sua. torre, lui stesso ustionato e mortalmente ferito, coti sovrumano sforzo e sublime altruismo salvava dal rogo quanti più serventi poteva e cedeva ai suoi soldati feriti la barella che gli toccava per turno. Lasciava, poi. il forte incitando e gridando ai compagni la consegna del Duce. Nel delirio dell'agonìa, una sola visieme illuminava il sublime olocausto: il fuoco del suo cannone per la vittoria e la. grandezza della Patria. Luminoso esempio di eroismo e di fede. — Forte Chaberton, 21 giugno 1940-XVHt ». Fiorino Michele, da Molfetta (Bari), sottotenente 37° Reggimento Fanteria. « Comandante di pattuglia avente compito ardito contro munita posizione, ne guidava l'aziojie con tenace valore. Ferito ad l>»a mano, prima sua cura era di assistere alcuni feriti che erano caduti al suo fianco, quindi si medicava egli stesso sommariamente. Proseguendo nella sua missione, si disponeva in punto fortemente battuto per meglio individuare la postazione di armi nemiche. Colpito una seconda volta gravemente al petto, non piegava, ed ancor più si sporgeva per assolvete intero il suo compito, continuando con ferma parola ad animare i suoi fanti. Ferito una terza volta, e a morte, volgeva le sue estreme energie ad accertarsi che una comunicazione sua fosse giunta al Comandante di Compagnia. La generosa vita si- chiudeva con rinnovate parole di incitamento ai suoi e con la sacra invocazione: " Viva l'Italia- ". — Pendici di Cima Campbell, 17 giugno 1940xvm ». Iezza Guerrino, da San Polo Matese, sottotenente 232" Reggimento Fanteria. « Comandante di plotone avanzato, sotto intenso fuoco di artiglieria e di mitragliatrici nemiche trascinava i suoi uomini all'attacco di forti posizioni avversarie con audacia e slancio insuperabili Oltrepassati alcuni ordini di reti colati e trovatosi di fronte ad una \postazione multipla blindata, dal ila quale il nemico ostacolava la [avanzata del suo reparto con rat- l e e a i o fiche micidiali, ergevasi eroicamente in piedi scagliando contro la postazione bombe a mano e scaricando la pistola, finché, in un meraviglioso gesto di ardimento, afferrato un fucile mitragliatore, con un balzo lo infilava in una delle feritoie nemiche, tentando di sornrevdcre ed eliminare l'avversario. Fulminato da una scarica di altra mitragliatrice fiancheggiante, cadeva- esanime al suolo, aprendo con il sacrificio della sua esistenza la ria al reparto avanzante. Esempio senza, pari di coragaio dì valore e di eroismo Colle del Moncenisio, 22-24 giugno 1940-XVIH » Lalli Mario, da Pola, aspirante ufficiale 21" Regg. Fanteria. « Comandante di plotone arditi di battaglione, incaricato di riconoscere l'ubicazione dì mitragliatrici annidate in caverna, alla, testa del reparto oltrepassava arditamente uno sbarramento di reticolati e, scorto il nemico, gli si slanciava contro con bombe a mano intimandogli la resa. Ferito al petto da raffiche di mitragliatrici. pgs—dxstfaditsadigMnsCpstnSTdvmppitbrtgvFvgFpcdnzegndgdipprbttsd2Arìin uno sforzo supremo scaricava la ,] pistola sul nemico, finché, colpito i e a o a o e e i e , n a , e i a o a a al o, o ri i, n o si a di e eiln ti a il a ae eao 0 idi ao aa n a aa a a a uo, i., à il - dsltso, lanciando.' contro ii nemico in Ifuga, grida di: "Vìva il Re! viva da altra raffica, cadeva gridando: "Viva il Re! Viva l'Italia!". Fulgido esempio di eroismo e di alto spirito di sacrificio. — Ponte di San Luigi, 22 giugno 1940-XVTII». Laverà Di Maria Annibale, da Cerignasco (Tonno), tenente 64'' Reggimento Fanteria. « Comandante di un plotone mitraglieri, durante un vigoroso attacco a posizioni nemiche particolarmente agguerrite, spinto da impareggiabite audacia, infondeva con calma mirabile e indomito coraggio un superbo spirito combattivo al proprio reparto. Ferito una prima volta, raddoppiava di ardore nel trascinare i suoi uomini alla lotta con l'animo proteso verso la vittoria. Colpito mortalmente da granata, rifiutava ogni soccor i/ Duce! viva l'Italia! " a testimonianza della sua fede invitta e del suo sublime eroismo. All'ospedale da campo, nel supremo olocausto della vita, confermava ancora una volta le sue eccelse virtù militari. — Eramas, 23 giugno '40-XVIII ». Marrone Alberico, da Lucerà (Foggia), caporale 3« Reggimento Alpini: « Capo gruppo fucilieri di una squadra avanzala e infiltrata attraverso attivi ridottini avversari, dava altissimo ed eccezionale esempio di ardimento e di sprezzo del pericolo lanciandosi sempre primo in avanti. Ferito una prima volta ad una gamba, continuava eroicamente nella lotta, finché cadeva fulminato dalle raffiche ne miche, mentre in piedi tentavalanciare l'ultima sua bomba susci.tundo tale ammirazione nel tiemi-co da indurlo a segnalare il gesto eroico ai suoi superiori. Fulgido esempio di sublimi virtù militari e guerriere. — Abrles, 21 giugno 1940-XVIII ». Moscia, Mario, da Salerno, sottotenente 90° Reggimento Fanteria: « Comandante dì plotone arditi, chiedeva per sé, come un privilegio, il più arduo dei compiti assegnati alla sua Compagnia. Lanciatosi all'assalto di munitissima posizione e preso sotto violento fuoco di artiglieria e mitragliatrici, procedeva impavido neU' azione rincuorando i suoi uomini con l'esempio. Colpito in fronte quando l'obiettivo era quasi raggiunto, con eroico sforzo si sollevava, ed agli arditi che accorrevano per porgergli soccorso, ordinava di avanzare con le parole: « Coraggio, ragazzi. Non curatevi di vie. Avanti! Viva l'Italia!. — Passo Paradiso-Garavan, 22 giugno 1940 xvin». Matteocci Scstilio, da Lugnano di Villa Troiano (Rieti), capitano 89" Reggimento Fanteria: « Comandante di una campa- gnia ai ardili, dava in più azioni fulgide prove di animo intrepido Sempre primo nel cimento, nella offerta, nel sacrificio, si lanciava alla te-'jtu del reparto all'attacco. Colpito da mitragliatrice, non piegava, ma con stoica fierezza perseverava nella lotta. Colpito una seconda volta da scheggia di granata, aveva troncata una gamba. Non piegato l'eroico spirito, ai soldati ordinava di proseguire verso gli obiettivi. Colpito una terza volta, e mortalmente, rivolgeva il pensiero in estremo atto di devo- ziane al colonnello ed alla fami glia reggimentale. Luminoso esem- pio di elette virtù militari già. segnalate con altre prove di valore sui campì di battaglia d'Etiopia. — Castel del Lupo - Les Granges de St. Paul, 14-22 giugno 1940- xvni». Noè Carlo, da Gallarate (Varese), caporale 52" Reggimento Fanteria: « Vice comandante di squadra fucilieri, visto cadere un portaarma, per evitare che questa cadesse in mano nemica, di propria iniziativa si slanciava arditamente, seguito da due fanti, attraverso una zona fortemente battuta da armi automatiche. Con l'impiego di bombe a mano teneva a bada il nemico, e riusciva cosi a raggiungere il fucile mitragliatore. Mentre stava per metterlo' in azione, veniva colpito a morte da schegge di bomba a mano nemica. Cadeva dopo aver incitato i compagni a proseguire nell'azione. Il suo eroico comportamento suscitava la meraviglia e l'ammirazione dello stesso nemico. — Rois de Souffin, 20 giugno 1940-XVni ». Sc7ieroni Remo, di Pietro, da Torino, tenente X Settore G.A.F.: «Scattava per primo all'assalto di una munitissima posizione avversaria, che con pochi ed ardimentosi uomini riusciva ad occupare e saldamente presidiare. Non pago di questa sua bella vittoria, inseguiva U nemico per lungo tratto, assoggettandolo al tiro di bombe a mano. Fatto segno a raffiche di mitragliatrici, solo contro molti, non desisteva dall'inseguimento. Colpito a- morte, gridava ancora il suo ultimo «Savoia!». Fùlgido esempio di eroismo e di virtù militari. — Col du Mont, 21 giugno 1940-XVIII». A vivente Pressato Giuseppe, da Torella (Milano), fante 29u Reggimento Fanteria: « Esploratore di battaglione ini pegnato in combattimento, incari- caio di recapitare al comandante del battaglione una comunicazione, attraversava con sereno sprezzo del pericolo una zona scoperta e battuta da intenso fuoco di artiglieria nemica. Avute ambo le mani quasi completamente asportate da una scheggia di granata, raggiungeva egualmente il comandante del battaglione portandogli il biglietto fra i denti. Giunto al posto di medicazione ed esausto per la eccessiva perdita di sangue, rifiutava di essere trasportato in barella per dare la precedenza al trasporto di un ufficiale gravemente ferito. Sublime esempio di alto sentimento del dovere e di spirito dì sacrificio. — Col Chabaud, 2223 giugno 1940-XVIII». Altre numerose ricompense Sono state concesse le seguenti decorazioni al Valor militare sottonotati militari. Medaglia d'argento al Valor militare «alla memoria »: Soldato Alerno Salvatore di Francesco, nato a Palermo, 18.o Regg. Fant. • Soldato Zandonai Giovanni di Roberto, nato a Villa Lagarina (Trento) 18.0 Regg. Fant. - Alpi no Chica Secondo, nato a Fiviz zano (Apuania), 2.o Regg. Alpini - Capitano Dominici G. Battista fu Matteo, nato a Licata (Agrigento), 43.o Battaglione Coloniale - Bersagliere Milan Bruno di Agostino, nato a Scorze (Venezia) 20.a Compagnia Bersaglieri motociclisti - Guardia di finanza Accordi Francesco di Cesare, nato a S. Giovanni in Persiceto, R. Guardia di Finanza distaccamento « Tripoli ». Un voluminoso supplemento al la Gazzetta Ufficiale del 13 feb braio corrente, contiene, infine, e lencazione di numerosissime ri compense al Valor militare per o perazioni guerresche in O.M.S. Diciotto medaglie d'oro Diciotto medaglie d'oro / sublimi eroismi che hanno meritato la màssima decorazione illustrati da semplici e commoventi motivazioni •»TS,on<:ìstate concesse lc seguenti (bMedaglie doro al Valor Militare : .lAlla memoria Colonnello Trizzio Felice, fu Nicola, nato ad Altarnura, 47" Reggimento Fanteria. «In trenta giorni di continua ed aspra lotta, conduceva ripetutamente il suo reggimento all'attacco ed al contrattacco. Sempre alla testa dei battaglioni da lui forgiati e portati alla massima elevatezza spirituale, si imponeva al nemico. Esempio fulgido di comandante ardito e capace, in un ultimo strenuo contrattacco, fante fra i fanti, valoroso fra i valorosi, cadeva eroicamente sul campo. — Valle Drino (Albania), 1» dicembre 1940-XDC>. Colonnello Zacco Luigi, fu Michele, nato a Modica, 84° Regg. Fanteria. « Esperto comandante di un reggimento rinforzato, sosteneva per più giorni una dura lotta in uno dei più contesi settori della fronte, riuscendo a mantenere intatte le posizioni contro furiosi e replu cati attacchi di forze soverchianti. Impavido e instancabile, sempre in linea con i suoi fanti, che, animati dal suo magnanimo esempio, resistevano duramente e contrattaccavano ripetutamente, fu capo intrepido, capace e tenace. In un contrassalto alla baionetta, risoltosi favorevolmente, cadeva al suo posto d'onore chiudendo valorosamente la sua nobile esistenza di combattente di cinque guerre. — Valsshti-Qifarishtes, 4-18 novembre 1940-XTX ». Colonnello Psaro Rodolfo, 7» Artiglieria Alpini. « Con i suoi battaglioni « Feltre » e « Cadore » sosteneva valorosamente e vittoriosamente l'urto di preponderanti forze nemiche. Nell'immediata azione di contrattacco da lui sferrato e guidato con perizia e audacia per stroncare la baldanza nemica, cadeva, colpito mortalmente, alla testa dei suoi magnifici alpini. Superba figura di soldato e di eroico comandante, esempio fulgidissimo di ardimento, di sprezzo del pericolo e di obbedienza alla santa legge della Patria. — Albania, Ciafa Gallina, S dicembre 1940-XIX ». cspscapsticNvcpleb(tvnjl>acdtnmdmgevnmzeutLris"mxttzgtccOc\pTcnentc Francescano Mario, na- ilto a Modave (Belgio), Battaglione [aAlpini « Val Natisone » « Comandante di un presidio posto a difesa di un'importante sella montana, ne manteneva per tre giorni il possesso nonostante ripetuti attacchi avversari. Sopraffatto da forze soverchiatiti, era costretto a osdere terreno; passato al contrattacco, riconquistava valorosamente la posizione e, benché ferito, rifiutava di abbandonare il reparto. In un successivo attacco nemico, ne contrastava accanitamente l'avanzata finché cadeva colpito a morte. Magnifica figura di soldato e di comandante, fulgido esempio di coraggio e di eroismo. — Sella Policànl, 28-30 novembre-Shesh I Mal, 14 dicembre 1940-XTX ». Capitano Savore Manlio fu Eligio, nato a Milano, 9" Battaglione Coloniale. « Perduto un figlio caduto valorosamente sul campo di battaglia durante la campagna etiopica, allo scoppio delle ostilità con l'Inghilterra, chiedeva ed otteneva di assumere il comando dello stesso reparto cui il figlio aveva appar. flstenuto. Sorretto da ardente amorìpatrio e da giovanile entusiasmo,] nonostante i cinquantacinque anni di età ed un fisico già duramente provato, in un cruento attacco contro le linee nemiche fortificate, era di esempio per slancio e sprezzo del pericolo. Ferito, non desisteva dall'attacco e personalmente procedeva all'aggiustamento del tiro delle proprie armi per far tacere quelle nemiche. Ferito gravemente una seconda volta, allontanato di viva forza dalla prima linea e ricoverato in un ospedale da campo, r ccoriosi della fine imminente pe. soppraggiunte complicazioni, con superba tempra di eroe e con sommo stoicismo, chiesti i Conforti della religione, si accomiatava dai camerati clic lo assistevano, dicendosi lieto del dovere compiuto e dell'offerta alla Patria, alle cui fortune andavano gli ultimi suoi voti. — Dahardpruc, 12 agosto 1940-XVIII ». Vice brigadiere Orecchioni Luigi, di Antonio, nato a Arzachena (Sassari), 1" gruppo motorizzato PA.I. « Alla vigilia della campagna contro la Somalia inglese, rifiutava un urgente intervento chirurgico per seguire il suo reparto da lui guerrescamente addestrato al battesimo del fuoco. Vice comandante di una banda P.A.I. in aspro, lungo e violento combattimento contro forze avversarie, superiori per numero e per mezzi bellici, guidava la sua mezza banda, attraverso una cortina di fuoco con leonino coraggio e superbo sprezzo del pericolo, su successive muìdtissime posizioni nemiche. Ferito ad un braccio, sdegnava qualsiasi assistenza. Con raddoppiato ardire, con azione personale assaltava von bombe a mano un osntro di resistenza nemica dotato di due armi automatiche. Investito a bruciapelo da una raffica di mitragliatrice, cadeva per rialzarsi morente e lanciare ancora una bomba contro il nemico, quale suo estremo atto di. dedizione per aprire alle armi della Patria la via della Vittoria. Agli ascari accorsi in suo soccorso, negli ultimi aneliti rivolgeva parole di incitamento a perseverare nell'avanzata, di augnilo e di fede per la Patria e il Corpo ai quali dava in olocausto la propria giovinezza. Esempio mirabile di virtù militare, di sublime sentimento, di dedizione al dovere e di amor di Patria. — La-Faruc, 17 agosto 1940-XVIH » Brandi Nicola, da Carovigno (Brindisi), caporal maggiore, 90 Regg. Fanteria. « Comandante di squadra, guidava i propri uomini all'attacco di un nido di mitragliatrici avversarie che fortemente ostacolavano l'avanzata della propria Compagnia. Ferito una prima volta da una raffica di mitragliatrice, con uno sforzo suprento si manteneva in piedi e continuava a dirigere l'azione del suo reparto. Investito da una successiva raffica, cadeva gridando: «Avanti, ragazzi, Viva l'Italia*. Fulgido esempio di a mor patrio ». — La Colle, 22 giugno 1940-XVm. Ferrari Ferruccio, da Cuneo, sergente 8° Raggruppamento artiglieria Guardia alla Frontiera. «Sottufficiale artiglierìa G.A.F., all'inizio delle ostilità lasciava volontariamente l'ufficio contabilità per salire al forte ed assumere il comando di un pezzo. Durante violentissimo e preciso tiro di contro- (batteria vernieri, pur conscio dcl-z .l'inesorabile sorte, della sua torre,] gcon esempio ammarai serventi del suo stesso magnifico slancio. Colpita in pieno la sua. torre, lui stesso ustionato e mortalmente ferito, coti sovrumano sforzo e sublime altruismo salvava dal rogo quanti più serventi poteva e cedeva ai suoi soldati feriti la barella che gli toccava per turno. Lasciava, poi. il forte incitando e gridando ai compagni la consegna del Duce. Nel delirio dell'agonìa, una sola visieme illuminava il sublime olocausto: il fuoco del suo cannone per la vittoria e la. grandezza della Patria. Luminoso esempio di eroismo e di fede. — Forte Chaberton, 21 giugno 1940-XVHt ». Fiorino Michele, da Molfetta (Bari), sottotenente 37° Reggimento Fanteria. « Comandante di pattuglia avente compito ardito contro munita posizione, ne guidava l'aziojie con tenace valore. Ferito ad l>»a mano, prima sua cura era di assistere alcuni feriti che erano caduti al suo fianco, quindi si medicava egli stesso sommariamente. Proseguendo nella sua missione, si disponeva in punto fortemente battuto per meglio individuare la postazione di armi nemiche. Colpito una seconda volta gravemente al petto, non piegava, ed ancor più si sporgeva per assolvete intero il suo compito, continuando con ferma parola ad animare i suoi fanti. Ferito una terza volta, e a morte, volgeva le sue estreme energie ad accertarsi che una comunicazione sua fosse giunta al Comandante di Compagnia. La generosa vita si- chiudeva con rinnovate parole di incitamento ai suoi e con la sacra invocazione: " Viva l'Italia- ". — Pendici di Cima Campbell, 17 giugno 1940xvm ». Iezza Guerrino, da San Polo Matese, sottotenente 232" Reggimento Fanteria. « Comandante di plotone avanzato, sotto intenso fuoco di artiglieria e di mitragliatrici nemiche trascinava i suoi uomini all'attacco di forti posizioni avversarie con audacia e slancio insuperabili Oltrepassati alcuni ordini di reti colati e trovatosi di fronte ad una \postazione multipla blindata, dal ila quale il nemico ostacolava la [avanzata del suo reparto con rat- l e e a i o fiche micidiali, ergevasi eroicamente in piedi scagliando contro la postazione bombe a mano e scaricando la pistola, finché, in un meraviglioso gesto di ardimento, afferrato un fucile mitragliatore, con un balzo lo infilava in una delle feritoie nemiche, tentando di sornrevdcre ed eliminare l'avversario. Fulminato da una scarica di altra mitragliatrice fiancheggiante, cadeva- esanime al suolo, aprendo con il sacrificio della sua esistenza la ria al reparto avanzante. Esempio senza, pari di coragaio dì valore e di eroismo Colle del Moncenisio, 22-24 giugno 1940-XVIH » Lalli Mario, da Pola, aspirante ufficiale 21" Regg. Fanteria. « Comandante di plotone arditi di battaglione, incaricato di riconoscere l'ubicazione dì mitragliatrici annidate in caverna, alla, testa del reparto oltrepassava arditamente uno sbarramento di reticolati e, scorto il nemico, gli si slanciava contro con bombe a mano intimandogli la resa. Ferito al petto da raffiche di mitragliatrici. pgs—dxstfaditsadigMnsCpstnSTdvmppitbrtgvFvgFpcdnzegndgdipprbttsd2Arìin uno sforzo supremo scaricava la ,] pistola sul nemico, finché, colpito i e a o a o e e i e , n a , e i a o a a al o, o ri i, n o si a di e eiln ti a il a ae eao 0 idi ao aa n a aa a a a uo, i., à il - dsltso, lanciando.' contro ii nemico in Ifuga, grida di: "Vìva il Re! viva da altra raffica, cadeva gridando: "Viva il Re! Viva l'Italia!". Fulgido esempio di eroismo e di alto spirito di sacrificio. — Ponte di San Luigi, 22 giugno 1940-XVTII». Laverà Di Maria Annibale, da Cerignasco (Tonno), tenente 64'' Reggimento Fanteria. « Comandante di un plotone mitraglieri, durante un vigoroso attacco a posizioni nemiche particolarmente agguerrite, spinto da impareggiabite audacia, infondeva con calma mirabile e indomito coraggio un superbo spirito combattivo al proprio reparto. Ferito una prima volta, raddoppiava di ardore nel trascinare i suoi uomini alla lotta con l'animo proteso verso la vittoria. Colpito mortalmente da granata, rifiutava ogni soccor i/ Duce! viva l'Italia! " a testimonianza della sua fede invitta e del suo sublime eroismo. All'ospedale da campo, nel supremo olocausto della vita, confermava ancora una volta le sue eccelse virtù militari. — Eramas, 23 giugno '40-XVIII ». Marrone Alberico, da Lucerà (Foggia), caporale 3« Reggimento Alpini: « Capo gruppo fucilieri di una squadra avanzala e infiltrata attraverso attivi ridottini avversari, dava altissimo ed eccezionale esempio di ardimento e di sprezzo del pericolo lanciandosi sempre primo in avanti. Ferito una prima volta ad una gamba, continuava eroicamente nella lotta, finché cadeva fulminato dalle raffiche ne miche, mentre in piedi tentavalanciare l'ultima sua bomba susci.tundo tale ammirazione nel tiemi-co da indurlo a segnalare il gesto eroico ai suoi superiori. Fulgido esempio di sublimi virtù militari e guerriere. — Abrles, 21 giugno 1940-XVIII ». Moscia, Mario, da Salerno, sottotenente 90° Reggimento Fanteria: « Comandante dì plotone arditi, chiedeva per sé, come un privilegio, il più arduo dei compiti assegnati alla sua Compagnia. Lanciatosi all'assalto di munitissima posizione e preso sotto violento fuoco di artiglieria e mitragliatrici, procedeva impavido neU' azione rincuorando i suoi uomini con l'esempio. Colpito in fronte quando l'obiettivo era quasi raggiunto, con eroico sforzo si sollevava, ed agli arditi che accorrevano per porgergli soccorso, ordinava di avanzare con le parole: « Coraggio, ragazzi. Non curatevi di vie. Avanti! Viva l'Italia!. — Passo Paradiso-Garavan, 22 giugno 1940 xvin». Matteocci Scstilio, da Lugnano di Villa Troiano (Rieti), capitano 89" Reggimento Fanteria: « Comandante di una campa- gnia ai ardili, dava in più azioni fulgide prove di animo intrepido Sempre primo nel cimento, nella offerta, nel sacrificio, si lanciava alla te-'jtu del reparto all'attacco. Colpito da mitragliatrice, non piegava, ma con stoica fierezza perseverava nella lotta. Colpito una seconda volta da scheggia di granata, aveva troncata una gamba. Non piegato l'eroico spirito, ai soldati ordinava di proseguire verso gli obiettivi. Colpito una terza volta, e mortalmente, rivolgeva il pensiero in estremo atto di devo- ziane al colonnello ed alla fami glia reggimentale. Luminoso esem- pio di elette virtù militari già. segnalate con altre prove di valore sui campì di battaglia d'Etiopia. — Castel del Lupo - Les Granges de St. Paul, 14-22 giugno 1940- xvni». Noè Carlo, da Gallarate (Varese), caporale 52" Reggimento Fanteria: « Vice comandante di squadra fucilieri, visto cadere un portaarma, per evitare che questa cadesse in mano nemica, di propria iniziativa si slanciava arditamente, seguito da due fanti, attraverso una zona fortemente battuta da armi automatiche. Con l'impiego di bombe a mano teneva a bada il nemico, e riusciva cosi a raggiungere il fucile mitragliatore. Mentre stava per metterlo' in azione, veniva colpito a morte da schegge di bomba a mano nemica. Cadeva dopo aver incitato i compagni a proseguire nell'azione. Il suo eroico comportamento suscitava la meraviglia e l'ammirazione dello stesso nemico. — Rois de Souffin, 20 giugno 1940-XVni ». Sc7ieroni Remo, di Pietro, da Torino, tenente X Settore G.A.F.: «Scattava per primo all'assalto di una munitissima posizione avversaria, che con pochi ed ardimentosi uomini riusciva ad occupare e saldamente presidiare. Non pago di questa sua bella vittoria, inseguiva U nemico per lungo tratto, assoggettandolo al tiro di bombe a mano. Fatto segno a raffiche di mitragliatrici, solo contro molti, non desisteva dall'inseguimento. Colpito a- morte, gridava ancora il suo ultimo «Savoia!». Fùlgido esempio di eroismo e di virtù militari. — Col du Mont, 21 giugno 1940-XVIII». A vivente Pressato Giuseppe, da Torella (Milano), fante 29u Reggimento Fanteria: « Esploratore di battaglione ini pegnato in combattimento, incari- caio di recapitare al comandante del battaglione una comunicazione, attraversava con sereno sprezzo del pericolo una zona scoperta e battuta da intenso fuoco di artiglieria nemica. Avute ambo le mani quasi completamente asportate da una scheggia di granata, raggiungeva egualmente il comandante del battaglione portandogli il biglietto fra i denti. Giunto al posto di medicazione ed esausto per la eccessiva perdita di sangue, rifiutava di essere trasportato in barella per dare la precedenza al trasporto di un ufficiale gravemente ferito. Sublime esempio di alto sentimento del dovere e di spirito dì sacrificio. — Col Chabaud, 2223 giugno 1940-XVIII». Altre numerose ricompense Sono state concesse le seguenti decorazioni al Valor militare sottonotati militari. Medaglia d'argento al Valor militare «alla memoria »: Soldato Alerno Salvatore di Francesco, nato a Palermo, 18.o Regg. Fant. • Soldato Zandonai Giovanni di Roberto, nato a Villa Lagarina (Trento) 18.0 Regg. Fant. - Alpi no Chica Secondo, nato a Fiviz zano (Apuania), 2.o Regg. Alpini - Capitano Dominici G. Battista fu Matteo, nato a Licata (Agrigento), 43.o Battaglione Coloniale - Bersagliere Milan Bruno di Agostino, nato a Scorze (Venezia) 20.a Compagnia Bersaglieri motociclisti - Guardia di finanza Accordi Francesco di Cesare, nato a S. Giovanni in Persiceto, R. Guardia di Finanza distaccamento « Tripoli ». Un voluminoso supplemento al la Gazzetta Ufficiale del 13 feb braio corrente, contiene, infine, e lencazione di numerosissime ri compense al Valor militare per o perazioni guerresche in O.M.S.