La resistenza di Giarabub

La resistenza di Giarabub Un assedio che costa caro agli inglesi La resistenza di Giarabub Il presidio italiano, rifornito dagli aerei, si difende giorno e notte come una famiglia assalita dai predoni Tripoli, 18 febbraio. Nell'oasi di Giarabub, un contingente italiano comandato da un valoroso ufficiale sta scrivendo una pagina di autentico eroismo, la quale rimarrà per la storia militare dell'Italia così come la eroica pagina di Narvik é scritta a caratteri d'oro nella storia militare della Germania. Completamente accerchiato, il valoroso presidio si difende intrepidamente contro i continui attacchi di forze nemiche soverchiaci. I viveri e le munizioni sono quelli che sono, e gli unici rifornimenti sono quelli che il presidio riceve per via aerea, quando ciò è possibile. Lo spirito del Piave anima le eroiche truppe; contro di esse si logorano inesorabilmente forze nemiche dieci volte superiori. La vigilanza di quei magnifici soldati ha fatto fallire tutti i tentativi nemici di sorpresa notturna. Ripetuti assalti generali fatti dagli inglesi, con una impressionante massa di mezzi e colla cooperazione di grosse aliquote di aviazione, si sono tutti spezzati, finora, contro la ferrea volontà di tener duro di quel superbo presidio, verso il quale è rivolto il pensiero affettuoso dell'Italia ammirata e riconoscente. Gli aviatori che hanno sorvolato la zona descrivono Giarabub circondata dal nemico come una isola nel mare di sabbia del deserto. Piccola è l'isola, ma grande è il cuore di coloro che l'abitano. Intorno a Giarabub le forze motorizzate nemiche, in perpetuo movimento, fanno pensare a una forte flotta che cerchi di smantellare uno scoglio fortificato, senza riuscire «è a sbarcarvi nè a demolirlo. I cannoni inglesi tuonano dall'alba al tramonto, ma dai misteriosi nascondigli, fra le palme, i cannoni italiani rispondono senza posa con tiri misurati e precisi. Varie volte i carri armati britannici sono arrivati fin sui margini dell'oasi seguiti dalla fanteria motorizzata, la quale, scendendo fulmineamente dagli automezzi, ha cercato di penetrare nei palmeti della cinta esterna; ma il fuoco micidiale delle mitragliatrici ha sempre falciato gli assalitori, i quali, dopo un poco, hanno dovuto risalire sugli automezzi ed abbandonare il luogo, sotto la protezione dei carri armati. Gli indigeni dell'oasi cooperano con i soldati italiani nella intrepida difesa. Già ripetute volte, il comando inglese ha rinforzato gli effettivi che assediano Giarabub, ma finora tutti i rinforzi sono risultati insufficienti contro l'indomabile resistenza dell'oasi eroica. I pozzi dell'oasi assicurano l'acqua. J viveri sono razionati in modo che possano durare il più a lungo possibile. Le munizioni sono consumate in maniera che possibilmente nessun colpo vada perduto. TI morale dei soldati è quello di una famiglia che difende il suo podere contro i briganti del deserto.. mh Giarabub e Cheren sono due moniti per il nemico che, ingannato da altre situazioni nelle quali ha beneficiato dell'imponderabile, ha creduto forse la partita africana più facile di quanto lo sia, e soprattutto di quanto lo sarà. (Stefani) La resistenza di Giarabub Un assedio che costa caro agli inglesi La resistenza di Giarabub Il presidio italiano, rifornito dagli aerei, si difende giorno e notte come una famiglia assalita dai predoni Tripoli, 18 febbraio. Nell'oasi di Giarabub, un contingente italiano comandato da un valoroso ufficiale sta scrivendo una pagina di autentico eroismo, la quale rimarrà per la storia militare dell'Italia così come la eroica pagina di Narvik é scritta a caratteri d'oro nella storia militare della Germania. Completamente accerchiato, il valoroso presidio si difende intrepidamente contro i continui attacchi di forze nemiche soverchiaci. I viveri e le munizioni sono quelli che sono, e gli unici rifornimenti sono quelli che il presidio riceve per via aerea, quando ciò è possibile. Lo spirito del Piave anima le eroiche truppe; contro di esse si logorano inesorabilmente forze nemiche dieci volte superiori. La vigilanza di quei magnifici soldati ha fatto fallire tutti i tentativi nemici di sorpresa notturna. Ripetuti assalti generali fatti dagli inglesi, con una impressionante massa di mezzi e colla cooperazione di grosse aliquote di aviazione, si sono tutti spezzati, finora, contro la ferrea volontà di tener duro di quel superbo presidio, verso il quale è rivolto il pensiero affettuoso dell'Italia ammirata e riconoscente. Gli aviatori che hanno sorvolato la zona descrivono Giarabub circondata dal nemico come una isola nel mare di sabbia del deserto. Piccola è l'isola, ma grande è il cuore di coloro che l'abitano. Intorno a Giarabub le forze motorizzate nemiche, in perpetuo movimento, fanno pensare a una forte flotta che cerchi di smantellare uno scoglio fortificato, senza riuscire «è a sbarcarvi nè a demolirlo. I cannoni inglesi tuonano dall'alba al tramonto, ma dai misteriosi nascondigli, fra le palme, i cannoni italiani rispondono senza posa con tiri misurati e precisi. Varie volte i carri armati britannici sono arrivati fin sui margini dell'oasi seguiti dalla fanteria motorizzata, la quale, scendendo fulmineamente dagli automezzi, ha cercato di penetrare nei palmeti della cinta esterna; ma il fuoco micidiale delle mitragliatrici ha sempre falciato gli assalitori, i quali, dopo un poco, hanno dovuto risalire sugli automezzi ed abbandonare il luogo, sotto la protezione dei carri armati. Gli indigeni dell'oasi cooperano con i soldati italiani nella intrepida difesa. Già ripetute volte, il comando inglese ha rinforzato gli effettivi che assediano Giarabub, ma finora tutti i rinforzi sono risultati insufficienti contro l'indomabile resistenza dell'oasi eroica. I pozzi dell'oasi assicurano l'acqua. J viveri sono razionati in modo che possano durare il più a lungo possibile. Le munizioni sono consumate in maniera che possibilmente nessun colpo vada perduto. TI morale dei soldati è quello di una famiglia che difende il suo podere contro i briganti del deserto.. mh Giarabub e Cheren sono due moniti per il nemico che, ingannato da altre situazioni nelle quali ha beneficiato dell'imponderabile, ha creduto forse la partita africana più facile di quanto lo sia, e soprattutto di quanto lo sarà. (Stefani)