L'unità di coscienza continentale rafforzata e approfondita di Giuseppe Piazza

L'unità di coscienza continentale rafforzata e approfondita BordiffHeM*a e Bea*cHtessgatleii L'unità di coscienza continentale rafforzata e approfondita Mentre il continente si è tutto polarizzato intorno all'Asse, il nuovo Wellington attende la sua salvez za da un Blùcher che non potrà arrivare in tempo Berlino, 17 febbraio. La eco destata nella stampa Jugoslava dall'intervista di Berchtesgaden ripercuotendosi nell'opinione pubblica tedesca vi riconferma l'impressione lasciatavi dal comunicato ufficiale di uno dei più rilevanti avvenimenti di portata e di carattere « europeo » del presente sviluppo diplomatico della situazione: 1 colloqui di Berchtesgaden e di Salisburgo — cosi in succinto si esprimono i giornali di Belgrado nella concorde segnalazione dei corrispondenti tedeschi — rientrano nella cornice dei colloqui pertinenti alla creazione del nuovo or dine europeo. Unità di coscienza Nulla di diverso, ma anche nulla di meno esprimeva del resto, pur nella sua estrema discrezione, la comunicazione ufficiale — che continua per altro a rimanere il solo elemento autorizzato di cui si dispone sull'argomento — nell'unico accenno concreto a cui si limitava, quello cioè dei « tradizionali rapporti di amicizia » fra i due Paesi; per tutti coloro almeno che hanno la coscienza e il ricordo di quale valido sostegno, la solidarietà e la continuità di quei rapporti siano stati nel costituire l'elemento principale negli ultimi critici anni di Europa, dall'annessione dell'Austria in qua, per il mantenimento stesso della pace europea della quale hanno contribuito a trattenere e punteJlare l'intero settore balcanico ai fini e nello spirito della politica di pacificazione e di consolidamento europei, propri non soltanto della Germania ma dell'Asse come insieme; e basta, per convin cersi di ciò, riferirsi non soltanto ai continuati rapporti amichevoli che hanno costituito in tutto questo tempo le relazioni fra Jugoslavia e Germania, ma anche agli ac cordi che il Governo jugoslavo ha, in varie riprese, concluso con l'Italia, con l'Ungheria e con la Bulgaria. Non può quilidl recar meraviglia che l'intervista di Berchtesgaden venendo a due giorni di distanza da quella di Bordighera fra Mus solini e Franco abbia anch'essa contribuito, malgrado l'assenza di particolari appigli di fatto nella co municazione ufficiale, ad avvalorare insieme con quella, nella opinione tedesca, la sensazione costruttiva di quella intierezza europea che è nei fini supremi della guerra stessa dell'Asse e della politica della Germania e che è opera a cui, con tutte le sue forze l'Inghilterra si oppone, e che per ultimo essa ha cercato di spezzare in mano alla diplomazia dell'Asse con la speculazione politica della sua offensiva nord-africana, destinata a convincere 1 popoli tutti della fatalità e immancabllità della sua vittoria. « Accordo continentale », dicono oggi i giornali tedeschi, e cosi serive ad esempio la Deutsche Allge meine Zeitung, notando come se, dopo l'offensiva inglese, 1' Europa continua da Bordighera a Berchtesgaden a muoversi attorno all'Asse, e se l'Inghilterra è costretta a dare patenti di cortezza di mente ai popoli balcanici perchè non credono in lei, ritirandosi intanto dalle ultime cittadelle dove spadroneggiava e nelle quali, come a Bucarest, l'ordine subentra a mano a mano che essa si ritira; se tutto ciò accade, ciò costituisce un dei segni più chiaramente dimostrativi che la punta di presa politica della sua offensiva è completamente fallita, senza remissione, nella coscienza europea. « La posizione e il compito tedesco in questa guerra — cosi scrive la Deutsche Allgemeine Zeitung unendo insieme Bordighera e Berchtesgaden — si identificano con la realizzazione della unità di coscienza europea e la vittoria tede sca in Occidente, che ha già nello scorso anno contribuito a costituire quella unità di coscienza continentale, a rafforzarla, e ad approfondirla considerevolmente in ogni di rezione. Ora, mentre l'Inghilterra invano si affanna ad ostacolare e distruggere questa unità di coscienza europea, che è già una realtà vivente ed operante in Eu ropa, con la finzione di una guerra dei due fronti, che poi realmente ad altro non si riduce che ad una immobilizzazione delle sue proprie forze, la condotta di guerra dell'Asse, nostaniemente ferma ed irremovibilmente indirizzata all'obbiettivo dell'abbattimento della potenza britannica, mira per forza di cose all'ampliamento della decisione suprema, che fu già avviata nell'anno 1940 e che l'anno in corso, col duro linguaggio delle armi, completerà; e questa decisione già sin da ora si può dire che riguarderà le sorti totali deU'Europa ». Fatuità di un calcolo Svolgendo considerazioni press'a poco del medesimo stampo, l'autorevole rivista settimanale politica Dos Reich rileva in proposito come effettivamente la misura del fallimento politico dell'offensiva nord africana è .stata data da quell'accusa di corta veduta rivol tp. da Churchill ai popoli balcanici, azcl'fcrspsl'tdfndspgl'm—iièlusinrsimqddinnrad«cssrmuggtgcpllsmmFaderinnqdcmrg«ddgfcBttatvibcc g n o e a e a a e a e i a , à ». a a el a a l i, ai quali rimproverava, in sostanza, di non avere identificato i successi di Wavell con la vittoria dell'Inghilterra sull'Asse. Qui era la fatuità del calcolo inglese; e qui è che è caduta la vittoria britannica, riducendosi a nient'altro che ad un successo di carattere locale, incapace di esercitare un'efficacia qualsiasi, se non in senso negativo, per l'Inghilterra stessa, la quale si trova ora in evidente dispersione di forze, in una « doppiezza di fronte », che illusoriamente sostiene di avere inflitto ad altri. L'autorevole organo passa quindi a rilevare la comprensione che si ha in Germania per il fatto che, presentemente, l'intero peso della guerra attiva sia sostenuto dall'Italia; « non è infatti — si domanda su questo punto il giornale — uno spettacolo assolutamente insolito quello che un alleato lotti in una tensione delle sue forze che è assolutamente estrema, mentre l'altro per modo di dire conduce una guerra di esplorazione, persistendo in una qualsiasi completa inattività? ». A questa domanda la rivista risponde però con delle constatazioni che sono estremamente importanti a caratterizzare la qualità della cosiddetta pausa tedesca (pausa che del resto è densa di così colossali eventi, fatalmente indebolitori della resistenza britannica di cui un giorno si conosceranno gli effetti non solo), ma più ancora a caratterizzare lo spirito di quella che il giornale chiama « calma tedesca ». « Il popolo tedesco — cosi dichiara la rivista — sa che dalle sue fabbriche escono in numero sempre crescente aeroplani su aeroplani, anche se non vengono immediatamente adoperati; sa che un sottomarino dopo l'altro scivola giù dai cantieri anche se non ven gono tutti immediatamente lanciati contro il nemico. La direzione di guerra non è nervosa. Essa non cerca successi di prestigio militari perchè non ne ha bisogno. Attende la sua ora ». La rivista ricorda come un'analoga ora di attesa ed una identica situazione di tensione si fosse formata l'inverno scorso, « ed essa mostrò allora ben presto che il Ftlhrer del Reich tedesco, quando aspetta lo fa non già per ragioni di indecisione, ma soltanto perchè egli sceglie il momento più favorevole per il colpo decisivo ». Il fatto che la Germania si trovi in una situazione non di costrizione, spiega la tranquillità tedesca; questa calma è il segno più chiaro della potenza del Reich e della decisione di farne uso quando il momento sarà maturo. Churchill — rileva in fine — ha avuto il coraggio di paragonare l'Inghilterra « vittoriosa » della presente fase della guerra a Wellington nel quadrato di Waterloo. Ahimè: gli inglesi che evidentemente non sono forti in storia, hanno dimenticato che se non fosse allora accorso BlUcher, Wellington sarebbe peri to nel suo quadrato, insieme con tutta la fortuna britannica; egli attere, allora, per tutta la giornata, con l'orologio alla mano l'arrivo « o della notte, o di BlUcher » e il Wellington di oggi, che potrebbe essere rappresentato da Churchill, attende anch'egli con l'orologio alla mano, l'arrivo dell'America, che rappresenterebbe il BlUcher di oggi, ma che non potrà, ahimè, arrivare in tempo. L'arrivo di Oshima a Berlino tttllaPzvtmblaldagrlItUdE' atteso per oggi a Berlino il nuovo ambasciatore giapponese generale Oshima, grande amico e conoscitore della Germania, presso il cui governo egli viene per la seconda volta a rappresentare il proprio Paese, avendolo già rappresentato nella medesima qualità negli anni critici del 1938-39 fino a tutta la campagna polacca quando nuovi importanti compiti politici lo richiamarono in Giap pone; e avendovi anche trascorso in missioni varie, e infine come addetto militare, gli anni 1921-23 e 1923-25; anche l'intermezzo politico in fine dal generale trascorso in patria, dallo scoppio della guerra europea a questa parte, non ha che vivamente contribuito ad approfondire i suoi titoli di benemerenza verso l'amicizia e la alleanza con la Germania, essendosi egli fatto un assertore degli sviluppi politici che hanno portato al Patto tripartito, e, perciò è uno dei fondatori principali dello statuto fondamentale, sul quale si baserà l'ordinamento spaziale del mondo quale è nell'ideale delle armi dell'Asse. Il suo arrivo è pertanto atteso ed annunciato in Germania come quello non soltanto di un- sicuro amico e rappresentante della grande Potenza asiatica alleata, ma come quello di uno degli artefici principali della stessa nuova Europa, e del nuovo mondo di domani; e Berlino, dove la Pcdzraprzpstnnacmvralincsnpbsippstromamtl'tvdSaspBgode amici ed estimatori numerosissimi, gli prepara sicuramente le più cordiali accoglienze. Oshima stesso, nella sua sosta di sabato a Mosca, ricevendo i giornalisti tedeschi, colà resìden- sua personalità ti, ha, da parte sua, sottolineato la sua viva soddisfazione di ritornare a Berlino ed ha rilevato la sua gioia ed il suo proposito di lavorare al perfezionamento ed alla completa realizzazione del Patto tripartito, la cui unità e funzionalità operante si è, nel tempo, venuti» consolidando, così da costituire ormai, nella coscienza del mondo contemporaneo, una delle basi — si può dire unica — della futura pace, garanzia di stabilità e di ordine nel mondo. Le dichiarazioni di Oshima si sono ancìie estese ai rapporti russogiapponesi, ed hanno, per questo riguardo, corrisposto, come a Berlino si è espressamente rilevato, agli accenni già ripetutamente fatti dal Ministro degli esteri Matsuoka in varie occasioni, circa la possibilità e il proposito di sempre maggiori sviluppi dei rapporti fra Mosca e Tokio. « La efficacia funzionale dunque — conclude fra gli altri la agenzia D.A.D. —• della concezione del Patto tripartito, nel senso di un coordinamento di esso all'Unione sovietica, coordinamento il quale già dal Ministro stesso degli Esteri Von Ribbentrop, fu preconizzato nel 1939, appare da queste dichiarazioni giapponesi chiaramente rilevabile ». Come particolare cronistico sd rileva che l'ambasciatore Oshima arriva a Berlino accompagnato da un grosso stato maggiore di collaboratori, parte dei quali saranno destinati ad assumere funzioni speciali nelle missioni dal Patto tripartito previste, per la propria realizzazione. Tutto ciò appare certamente importante e confortevole nel momento stesso in cui il significativo afflosciamento di una rumorosa offensiva allarmistica della propaganda anglo-sassone, circa la situazione oceanica, non ha fatto altro, in definitiva, che confermare, con implicito riconoscimento avversario, la importanza assunta dal Patto tripartito nello sviluppo delle situazioni mondiali e collaudare la sua efficienza come elemento di pace, di ordine, di stabilità nel mondo. Giuseppe Piazza L'unità di coscienza continentale rafforzata e approfondita BordiffHeM*a e Bea*cHtessgatleii L'unità di coscienza continentale rafforzata e approfondita Mentre il continente si è tutto polarizzato intorno all'Asse, il nuovo Wellington attende la sua salvez za da un Blùcher che non potrà arrivare in tempo Berlino, 17 febbraio. La eco destata nella stampa Jugoslava dall'intervista di Berchtesgaden ripercuotendosi nell'opinione pubblica tedesca vi riconferma l'impressione lasciatavi dal comunicato ufficiale di uno dei più rilevanti avvenimenti di portata e di carattere « europeo » del presente sviluppo diplomatico della situazione: 1 colloqui di Berchtesgaden e di Salisburgo — cosi in succinto si esprimono i giornali di Belgrado nella concorde segnalazione dei corrispondenti tedeschi — rientrano nella cornice dei colloqui pertinenti alla creazione del nuovo or dine europeo. Unità di coscienza Nulla di diverso, ma anche nulla di meno esprimeva del resto, pur nella sua estrema discrezione, la comunicazione ufficiale — che continua per altro a rimanere il solo elemento autorizzato di cui si dispone sull'argomento — nell'unico accenno concreto a cui si limitava, quello cioè dei « tradizionali rapporti di amicizia » fra i due Paesi; per tutti coloro almeno che hanno la coscienza e il ricordo di quale valido sostegno, la solidarietà e la continuità di quei rapporti siano stati nel costituire l'elemento principale negli ultimi critici anni di Europa, dall'annessione dell'Austria in qua, per il mantenimento stesso della pace europea della quale hanno contribuito a trattenere e punteJlare l'intero settore balcanico ai fini e nello spirito della politica di pacificazione e di consolidamento europei, propri non soltanto della Germania ma dell'Asse come insieme; e basta, per convin cersi di ciò, riferirsi non soltanto ai continuati rapporti amichevoli che hanno costituito in tutto questo tempo le relazioni fra Jugoslavia e Germania, ma anche agli ac cordi che il Governo jugoslavo ha, in varie riprese, concluso con l'Italia, con l'Ungheria e con la Bulgaria. Non può quilidl recar meraviglia che l'intervista di Berchtesgaden venendo a due giorni di distanza da quella di Bordighera fra Mus solini e Franco abbia anch'essa contribuito, malgrado l'assenza di particolari appigli di fatto nella co municazione ufficiale, ad avvalorare insieme con quella, nella opinione tedesca, la sensazione costruttiva di quella intierezza europea che è nei fini supremi della guerra stessa dell'Asse e della politica della Germania e che è opera a cui, con tutte le sue forze l'Inghilterra si oppone, e che per ultimo essa ha cercato di spezzare in mano alla diplomazia dell'Asse con la speculazione politica della sua offensiva nord-africana, destinata a convincere 1 popoli tutti della fatalità e immancabllità della sua vittoria. « Accordo continentale », dicono oggi i giornali tedeschi, e cosi serive ad esempio la Deutsche Allge meine Zeitung, notando come se, dopo l'offensiva inglese, 1' Europa continua da Bordighera a Berchtesgaden a muoversi attorno all'Asse, e se l'Inghilterra è costretta a dare patenti di cortezza di mente ai popoli balcanici perchè non credono in lei, ritirandosi intanto dalle ultime cittadelle dove spadroneggiava e nelle quali, come a Bucarest, l'ordine subentra a mano a mano che essa si ritira; se tutto ciò accade, ciò costituisce un dei segni più chiaramente dimostrativi che la punta di presa politica della sua offensiva è completamente fallita, senza remissione, nella coscienza europea. « La posizione e il compito tedesco in questa guerra — cosi scrive la Deutsche Allgemeine Zeitung unendo insieme Bordighera e Berchtesgaden — si identificano con la realizzazione della unità di coscienza europea e la vittoria tede sca in Occidente, che ha già nello scorso anno contribuito a costituire quella unità di coscienza continentale, a rafforzarla, e ad approfondirla considerevolmente in ogni di rezione. Ora, mentre l'Inghilterra invano si affanna ad ostacolare e distruggere questa unità di coscienza europea, che è già una realtà vivente ed operante in Eu ropa, con la finzione di una guerra dei due fronti, che poi realmente ad altro non si riduce che ad una immobilizzazione delle sue proprie forze, la condotta di guerra dell'Asse, nostaniemente ferma ed irremovibilmente indirizzata all'obbiettivo dell'abbattimento della potenza britannica, mira per forza di cose all'ampliamento della decisione suprema, che fu già avviata nell'anno 1940 e che l'anno in corso, col duro linguaggio delle armi, completerà; e questa decisione già sin da ora si può dire che riguarderà le sorti totali deU'Europa ». Fatuità di un calcolo Svolgendo considerazioni press'a poco del medesimo stampo, l'autorevole rivista settimanale politica Dos Reich rileva in proposito come effettivamente la misura del fallimento politico dell'offensiva nord africana è .stata data da quell'accusa di corta veduta rivol tp. da Churchill ai popoli balcanici, azcl'fcrspsl'tdfndspgl'm—iièlusinrsimqddinnrad«cssrmuggtgcpllsmmFaderinnqdcmrg«ddgfcBttatvibcc g n o e a e a a e a e i a , à ». a a el a a l i, ai quali rimproverava, in sostanza, di non avere identificato i successi di Wavell con la vittoria dell'Inghilterra sull'Asse. Qui era la fatuità del calcolo inglese; e qui è che è caduta la vittoria britannica, riducendosi a nient'altro che ad un successo di carattere locale, incapace di esercitare un'efficacia qualsiasi, se non in senso negativo, per l'Inghilterra stessa, la quale si trova ora in evidente dispersione di forze, in una « doppiezza di fronte », che illusoriamente sostiene di avere inflitto ad altri. L'autorevole organo passa quindi a rilevare la comprensione che si ha in Germania per il fatto che, presentemente, l'intero peso della guerra attiva sia sostenuto dall'Italia; « non è infatti — si domanda su questo punto il giornale — uno spettacolo assolutamente insolito quello che un alleato lotti in una tensione delle sue forze che è assolutamente estrema, mentre l'altro per modo di dire conduce una guerra di esplorazione, persistendo in una qualsiasi completa inattività? ». A questa domanda la rivista risponde però con delle constatazioni che sono estremamente importanti a caratterizzare la qualità della cosiddetta pausa tedesca (pausa che del resto è densa di così colossali eventi, fatalmente indebolitori della resistenza britannica di cui un giorno si conosceranno gli effetti non solo), ma più ancora a caratterizzare lo spirito di quella che il giornale chiama « calma tedesca ». « Il popolo tedesco — cosi dichiara la rivista — sa che dalle sue fabbriche escono in numero sempre crescente aeroplani su aeroplani, anche se non vengono immediatamente adoperati; sa che un sottomarino dopo l'altro scivola giù dai cantieri anche se non ven gono tutti immediatamente lanciati contro il nemico. La direzione di guerra non è nervosa. Essa non cerca successi di prestigio militari perchè non ne ha bisogno. Attende la sua ora ». La rivista ricorda come un'analoga ora di attesa ed una identica situazione di tensione si fosse formata l'inverno scorso, « ed essa mostrò allora ben presto che il Ftlhrer del Reich tedesco, quando aspetta lo fa non già per ragioni di indecisione, ma soltanto perchè egli sceglie il momento più favorevole per il colpo decisivo ». Il fatto che la Germania si trovi in una situazione non di costrizione, spiega la tranquillità tedesca; questa calma è il segno più chiaro della potenza del Reich e della decisione di farne uso quando il momento sarà maturo. Churchill — rileva in fine — ha avuto il coraggio di paragonare l'Inghilterra « vittoriosa » della presente fase della guerra a Wellington nel quadrato di Waterloo. Ahimè: gli inglesi che evidentemente non sono forti in storia, hanno dimenticato che se non fosse allora accorso BlUcher, Wellington sarebbe peri to nel suo quadrato, insieme con tutta la fortuna britannica; egli attere, allora, per tutta la giornata, con l'orologio alla mano l'arrivo « o della notte, o di BlUcher » e il Wellington di oggi, che potrebbe essere rappresentato da Churchill, attende anch'egli con l'orologio alla mano, l'arrivo dell'America, che rappresenterebbe il BlUcher di oggi, ma che non potrà, ahimè, arrivare in tempo. L'arrivo di Oshima a Berlino tttllaPzvtmblaldagrlItUdE' atteso per oggi a Berlino il nuovo ambasciatore giapponese generale Oshima, grande amico e conoscitore della Germania, presso il cui governo egli viene per la seconda volta a rappresentare il proprio Paese, avendolo già rappresentato nella medesima qualità negli anni critici del 1938-39 fino a tutta la campagna polacca quando nuovi importanti compiti politici lo richiamarono in Giap pone; e avendovi anche trascorso in missioni varie, e infine come addetto militare, gli anni 1921-23 e 1923-25; anche l'intermezzo politico in fine dal generale trascorso in patria, dallo scoppio della guerra europea a questa parte, non ha che vivamente contribuito ad approfondire i suoi titoli di benemerenza verso l'amicizia e la alleanza con la Germania, essendosi egli fatto un assertore degli sviluppi politici che hanno portato al Patto tripartito, e, perciò è uno dei fondatori principali dello statuto fondamentale, sul quale si baserà l'ordinamento spaziale del mondo quale è nell'ideale delle armi dell'Asse. Il suo arrivo è pertanto atteso ed annunciato in Germania come quello non soltanto di un- sicuro amico e rappresentante della grande Potenza asiatica alleata, ma come quello di uno degli artefici principali della stessa nuova Europa, e del nuovo mondo di domani; e Berlino, dove la Pcdzraprzpstnnacmvralincsnpbsippstromamtl'tvdSaspBgode amici ed estimatori numerosissimi, gli prepara sicuramente le più cordiali accoglienze. Oshima stesso, nella sua sosta di sabato a Mosca, ricevendo i giornalisti tedeschi, colà resìden- sua personalità ti, ha, da parte sua, sottolineato la sua viva soddisfazione di ritornare a Berlino ed ha rilevato la sua gioia ed il suo proposito di lavorare al perfezionamento ed alla completa realizzazione del Patto tripartito, la cui unità e funzionalità operante si è, nel tempo, venuti» consolidando, così da costituire ormai, nella coscienza del mondo contemporaneo, una delle basi — si può dire unica — della futura pace, garanzia di stabilità e di ordine nel mondo. Le dichiarazioni di Oshima si sono ancìie estese ai rapporti russogiapponesi, ed hanno, per questo riguardo, corrisposto, come a Berlino si è espressamente rilevato, agli accenni già ripetutamente fatti dal Ministro degli esteri Matsuoka in varie occasioni, circa la possibilità e il proposito di sempre maggiori sviluppi dei rapporti fra Mosca e Tokio. « La efficacia funzionale dunque — conclude fra gli altri la agenzia D.A.D. —• della concezione del Patto tripartito, nel senso di un coordinamento di esso all'Unione sovietica, coordinamento il quale già dal Ministro stesso degli Esteri Von Ribbentrop, fu preconizzato nel 1939, appare da queste dichiarazioni giapponesi chiaramente rilevabile ». Come particolare cronistico sd rileva che l'ambasciatore Oshima arriva a Berlino accompagnato da un grosso stato maggiore di collaboratori, parte dei quali saranno destinati ad assumere funzioni speciali nelle missioni dal Patto tripartito previste, per la propria realizzazione. Tutto ciò appare certamente importante e confortevole nel momento stesso in cui il significativo afflosciamento di una rumorosa offensiva allarmistica della propaganda anglo-sassone, circa la situazione oceanica, non ha fatto altro, in definitiva, che confermare, con implicito riconoscimento avversario, la importanza assunta dal Patto tripartito nello sviluppo delle situazioni mondiali e collaudare la sua efficienza come elemento di pace, di ordine, di stabilità nel mondo. Giuseppe Piazza L'unità di coscienza continentale rafforzata e approfondita BordiffHeM*a e Bea*cHtessgatleii L'unità di coscienza continentale rafforzata e approfondita Mentre il continente si è tutto polarizzato intorno all'Asse, il nuovo Wellington attende la sua salvez za da un Blùcher che non potrà arrivare in tempo Berlino, 17 febbraio. La eco destata nella stampa Jugoslava dall'intervista di Berchtesgaden ripercuotendosi nell'opinione pubblica tedesca vi riconferma l'impressione lasciatavi dal comunicato ufficiale di uno dei più rilevanti avvenimenti di portata e di carattere « europeo » del presente sviluppo diplomatico della situazione: 1 colloqui di Berchtesgaden e di Salisburgo — cosi in succinto si esprimono i giornali di Belgrado nella concorde segnalazione dei corrispondenti tedeschi — rientrano nella cornice dei colloqui pertinenti alla creazione del nuovo or dine europeo. Unità di coscienza Nulla di diverso, ma anche nulla di meno esprimeva del resto, pur nella sua estrema discrezione, la comunicazione ufficiale — che continua per altro a rimanere il solo elemento autorizzato di cui si dispone sull'argomento — nell'unico accenno concreto a cui si limitava, quello cioè dei « tradizionali rapporti di amicizia » fra i due Paesi; per tutti coloro almeno che hanno la coscienza e il ricordo di quale valido sostegno, la solidarietà e la continuità di quei rapporti siano stati nel costituire l'elemento principale negli ultimi critici anni di Europa, dall'annessione dell'Austria in qua, per il mantenimento stesso della pace europea della quale hanno contribuito a trattenere e punteJlare l'intero settore balcanico ai fini e nello spirito della politica di pacificazione e di consolidamento europei, propri non soltanto della Germania ma dell'Asse come insieme; e basta, per convin cersi di ciò, riferirsi non soltanto ai continuati rapporti amichevoli che hanno costituito in tutto questo tempo le relazioni fra Jugoslavia e Germania, ma anche agli ac cordi che il Governo jugoslavo ha, in varie riprese, concluso con l'Italia, con l'Ungheria e con la Bulgaria. Non può quilidl recar meraviglia che l'intervista di Berchtesgaden venendo a due giorni di distanza da quella di Bordighera fra Mus solini e Franco abbia anch'essa contribuito, malgrado l'assenza di particolari appigli di fatto nella co municazione ufficiale, ad avvalorare insieme con quella, nella opinione tedesca, la sensazione costruttiva di quella intierezza europea che è nei fini supremi della guerra stessa dell'Asse e della politica della Germania e che è opera a cui, con tutte le sue forze l'Inghilterra si oppone, e che per ultimo essa ha cercato di spezzare in mano alla diplomazia dell'Asse con la speculazione politica della sua offensiva nord-africana, destinata a convincere 1 popoli tutti della fatalità e immancabllità della sua vittoria. « Accordo continentale », dicono oggi i giornali tedeschi, e cosi serive ad esempio la Deutsche Allge meine Zeitung, notando come se, dopo l'offensiva inglese, 1' Europa continua da Bordighera a Berchtesgaden a muoversi attorno all'Asse, e se l'Inghilterra è costretta a dare patenti di cortezza di mente ai popoli balcanici perchè non credono in lei, ritirandosi intanto dalle ultime cittadelle dove spadroneggiava e nelle quali, come a Bucarest, l'ordine subentra a mano a mano che essa si ritira; se tutto ciò accade, ciò costituisce un dei segni più chiaramente dimostrativi che la punta di presa politica della sua offensiva è completamente fallita, senza remissione, nella coscienza europea. « La posizione e il compito tedesco in questa guerra — cosi scrive la Deutsche Allgemeine Zeitung unendo insieme Bordighera e Berchtesgaden — si identificano con la realizzazione della unità di coscienza europea e la vittoria tede sca in Occidente, che ha già nello scorso anno contribuito a costituire quella unità di coscienza continentale, a rafforzarla, e ad approfondirla considerevolmente in ogni di rezione. Ora, mentre l'Inghilterra invano si affanna ad ostacolare e distruggere questa unità di coscienza europea, che è già una realtà vivente ed operante in Eu ropa, con la finzione di una guerra dei due fronti, che poi realmente ad altro non si riduce che ad una immobilizzazione delle sue proprie forze, la condotta di guerra dell'Asse, nostaniemente ferma ed irremovibilmente indirizzata all'obbiettivo dell'abbattimento della potenza britannica, mira per forza di cose all'ampliamento della decisione suprema, che fu già avviata nell'anno 1940 e che l'anno in corso, col duro linguaggio delle armi, completerà; e questa decisione già sin da ora si può dire che riguarderà le sorti totali deU'Europa ». Fatuità di un calcolo Svolgendo considerazioni press'a poco del medesimo stampo, l'autorevole rivista settimanale politica Dos Reich rileva in proposito come effettivamente la misura del fallimento politico dell'offensiva nord africana è .stata data da quell'accusa di corta veduta rivol tp. da Churchill ai popoli balcanici, azcl'fcrspsl'tdfndspgl'm—iièlusinrsimqddinnrad«cssrmuggtgcpllsmmFaderinnqdcmrg«ddgfcBttatvibcc g n o e a e a a e a e i a , à ». a a el a a l i, ai quali rimproverava, in sostanza, di non avere identificato i successi di Wavell con la vittoria dell'Inghilterra sull'Asse. Qui era la fatuità del calcolo inglese; e qui è che è caduta la vittoria britannica, riducendosi a nient'altro che ad un successo di carattere locale, incapace di esercitare un'efficacia qualsiasi, se non in senso negativo, per l'Inghilterra stessa, la quale si trova ora in evidente dispersione di forze, in una « doppiezza di fronte », che illusoriamente sostiene di avere inflitto ad altri. L'autorevole organo passa quindi a rilevare la comprensione che si ha in Germania per il fatto che, presentemente, l'intero peso della guerra attiva sia sostenuto dall'Italia; « non è infatti — si domanda su questo punto il giornale — uno spettacolo assolutamente insolito quello che un alleato lotti in una tensione delle sue forze che è assolutamente estrema, mentre l'altro per modo di dire conduce una guerra di esplorazione, persistendo in una qualsiasi completa inattività? ». A questa domanda la rivista risponde però con delle constatazioni che sono estremamente importanti a caratterizzare la qualità della cosiddetta pausa tedesca (pausa che del resto è densa di così colossali eventi, fatalmente indebolitori della resistenza britannica di cui un giorno si conosceranno gli effetti non solo), ma più ancora a caratterizzare lo spirito di quella che il giornale chiama « calma tedesca ». « Il popolo tedesco — cosi dichiara la rivista — sa che dalle sue fabbriche escono in numero sempre crescente aeroplani su aeroplani, anche se non vengono immediatamente adoperati; sa che un sottomarino dopo l'altro scivola giù dai cantieri anche se non ven gono tutti immediatamente lanciati contro il nemico. La direzione di guerra non è nervosa. Essa non cerca successi di prestigio militari perchè non ne ha bisogno. Attende la sua ora ». La rivista ricorda come un'analoga ora di attesa ed una identica situazione di tensione si fosse formata l'inverno scorso, « ed essa mostrò allora ben presto che il Ftlhrer del Reich tedesco, quando aspetta lo fa non già per ragioni di indecisione, ma soltanto perchè egli sceglie il momento più favorevole per il colpo decisivo ». Il fatto che la Germania si trovi in una situazione non di costrizione, spiega la tranquillità tedesca; questa calma è il segno più chiaro della potenza del Reich e della decisione di farne uso quando il momento sarà maturo. Churchill — rileva in fine — ha avuto il coraggio di paragonare l'Inghilterra « vittoriosa » della presente fase della guerra a Wellington nel quadrato di Waterloo. Ahimè: gli inglesi che evidentemente non sono forti in storia, hanno dimenticato che se non fosse allora accorso BlUcher, Wellington sarebbe peri to nel suo quadrato, insieme con tutta la fortuna britannica; egli attere, allora, per tutta la giornata, con l'orologio alla mano l'arrivo « o della notte, o di BlUcher » e il Wellington di oggi, che potrebbe essere rappresentato da Churchill, attende anch'egli con l'orologio alla mano, l'arrivo dell'America, che rappresenterebbe il BlUcher di oggi, ma che non potrà, ahimè, arrivare in tempo. L'arrivo di Oshima a Berlino tttllaPzvtmblaldagrlItUdE' atteso per oggi a Berlino il nuovo ambasciatore giapponese generale Oshima, grande amico e conoscitore della Germania, presso il cui governo egli viene per la seconda volta a rappresentare il proprio Paese, avendolo già rappresentato nella medesima qualità negli anni critici del 1938-39 fino a tutta la campagna polacca quando nuovi importanti compiti politici lo richiamarono in Giap pone; e avendovi anche trascorso in missioni varie, e infine come addetto militare, gli anni 1921-23 e 1923-25; anche l'intermezzo politico in fine dal generale trascorso in patria, dallo scoppio della guerra europea a questa parte, non ha che vivamente contribuito ad approfondire i suoi titoli di benemerenza verso l'amicizia e la alleanza con la Germania, essendosi egli fatto un assertore degli sviluppi politici che hanno portato al Patto tripartito, e, perciò è uno dei fondatori principali dello statuto fondamentale, sul quale si baserà l'ordinamento spaziale del mondo quale è nell'ideale delle armi dell'Asse. Il suo arrivo è pertanto atteso ed annunciato in Germania come quello non soltanto di un- sicuro amico e rappresentante della grande Potenza asiatica alleata, ma come quello di uno degli artefici principali della stessa nuova Europa, e del nuovo mondo di domani; e Berlino, dove la Pcdzraprzpstnnacmvralincsnpbsippstromamtl'tvdSaspBgode amici ed estimatori numerosissimi, gli prepara sicuramente le più cordiali accoglienze. Oshima stesso, nella sua sosta di sabato a Mosca, ricevendo i giornalisti tedeschi, colà resìden- sua personalità ti, ha, da parte sua, sottolineato la sua viva soddisfazione di ritornare a Berlino ed ha rilevato la sua gioia ed il suo proposito di lavorare al perfezionamento ed alla completa realizzazione del Patto tripartito, la cui unità e funzionalità operante si è, nel tempo, venuti» consolidando, così da costituire ormai, nella coscienza del mondo contemporaneo, una delle basi — si può dire unica — della futura pace, garanzia di stabilità e di ordine nel mondo. Le dichiarazioni di Oshima si sono ancìie estese ai rapporti russogiapponesi, ed hanno, per questo riguardo, corrisposto, come a Berlino si è espressamente rilevato, agli accenni già ripetutamente fatti dal Ministro degli esteri Matsuoka in varie occasioni, circa la possibilità e il proposito di sempre maggiori sviluppi dei rapporti fra Mosca e Tokio. « La efficacia funzionale dunque — conclude fra gli altri la agenzia D.A.D. —• della concezione del Patto tripartito, nel senso di un coordinamento di esso all'Unione sovietica, coordinamento il quale già dal Ministro stesso degli Esteri Von Ribbentrop, fu preconizzato nel 1939, appare da queste dichiarazioni giapponesi chiaramente rilevabile ». Come particolare cronistico sd rileva che l'ambasciatore Oshima arriva a Berlino accompagnato da un grosso stato maggiore di collaboratori, parte dei quali saranno destinati ad assumere funzioni speciali nelle missioni dal Patto tripartito previste, per la propria realizzazione. Tutto ciò appare certamente importante e confortevole nel momento stesso in cui il significativo afflosciamento di una rumorosa offensiva allarmistica della propaganda anglo-sassone, circa la situazione oceanica, non ha fatto altro, in definitiva, che confermare, con implicito riconoscimento avversario, la importanza assunta dal Patto tripartito nello sviluppo delle situazioni mondiali e collaudare la sua efficienza come elemento di pace, di ordine, di stabilità nel mondo. Giuseppe Piazza

Persone citate: Churchill, Matsuoka, Oshima, Von Ribbentrop