La rottura con l'Inghilterra accolta a Bucarest con senso di sollievo

La rottura con l'Inghilterra accolta a Bucarest con senso di sollievo La rottura con l'Inghilterra accolta a Bucarest con senso di sollievo Bucarest, 11 febbraio. Il giardino zoologico di Bucarest perderà in uno di questi giorni, e più precisamente sabato prossimo, uno dei suoi più insigni e... una volta temuti ospiti, un leon- cello di razza antlosassone, dalla bocca ormai sdentata e dagli ar-tigli consunti che risponde al no- me britannico di sir Reginald Hoare, il non mai abbastanza lodato e intraprendente baronetto che per alcuni anni ha rappresenstato in Romania la Corte di San Giacomo. La notizia dell'imminente e definitiva partenza del ministro d'Inghilterra e di pochi collaboratori che con lui ancora erano rimasti in Romania, nonché della relativa rottura dei rapporti diplomatici fra questo Paese e Londra annunciata dalla radio inglese, benché sino a questa aera i quo tidiani locali non avessero credu to opportuno di riportarla, sia pure sulle colonne riservate alla cro- , e a e e l naca, non ha meravigliato nessuno ed è stata accolta in tutti i circoli locali con la più grande indifferenza in considerazione anche che, di fatto, tutti i romeni di qualsiasi categoria si domandavano già da un pezzo che cosa stesse ancora a fare qui sir Reginald una volta che perdute le zanne e gli artigli — in altra e più propizia epoca rappresentati dagli innumerevoli agenti dell'Intelligence Service, dei quali però fin da qualche mese il governo del generale Antonescu aveva effettuato il repulisti con l'espulsione in massa di tutti i sudditi britannici qui residenti — era ormai costretto, poverino, a rimanere semi-inoffensivo nella propria gabbia e accontentarsi delle parole di condoglianze che gli andavano sussurrando all'orecchio i pochi e impenitenti cultori di anglofilia ancora sopravviventi in questo paese. Non sarà ad ogni modo inopportuno ricordare che se oggi — grazie al domatore Antonescu — il leoncello britannico ospitato in Romania ha perduto le zanne e gli artigli, non è ancora tanto lontana l'epoca in cui questa nazione non ha mancato di essere deliziata dal. la intraprendente attività di questo diplomatico, attività che si concretizzò a silo tempo nella esplosione e nell'incendio, tuttora avvolti nel mistero, della fabbrica di cellulosa di Zarn^st, disastro nel quale perirono varie centinaia di vittime innocenti, nel fallito criminoso tentativo di interrompere la navigazione sul Danubio previo affondamento di ch'atte e brillamento di mine alle Porte di Ferro in quel di Turnu Severin, sventato miracolosamente all'ultimo momento, senza parlare di una serie di inesplicabili incendi che periodicamente si verificavano nella zona petrolifera e chi più ne ha più ne metta. Il popolo romeno che non dimentica tanto facilmente, non solo non ha alcun motivo di rimpiangere la ormai sepolta disinteressata amicizia della Gran Bretagna, ma nella sua grande maggioranza prova oggi un v?ro senso di sollievo nell apprende che finalmente gli ultimi mertr'-ori in acque torbide se ne vanno per non più ritornare. La salvaguardia degli interessi britannici in Romania sarà — manco a dirlo — assunta dalla locale legazione della -Repubbi'ca stellata il cui ministro a Bucarest sta in questi giorni cruciali per la Gran Bretagna esplicando una attività nni vista finora l'egijn'e. Infatti, all'infuori dei tè, dei ricevimenti, dei pranzi, la missione diploniRt'ca americana non hi mai avuto qui molto da fare... L'America è a-sai lontana e gli scambi commerciali fra i due paesi sono da tempo molto ridotti per mancanza di... dollari. Come spiegare dunque questo improvviso fervore da cui è stato invaso l'eccpllente rappresentante del signor Roosevelt a Bucarest e le prolungate visite a lui rese in questi giorni dai rappresentanti locali dei governi di Grecia e di Turchia? Ai posteri l'ardua sentenza. L. Armellani La rottura con l'Inghilterra accolta a Bucarest con senso di sollievo La rottura con l'Inghilterra accolta a Bucarest con senso di sollievo Bucarest, 11 febbraio. Il giardino zoologico di Bucarest perderà in uno di questi giorni, e più precisamente sabato prossimo, uno dei suoi più insigni e... una volta temuti ospiti, un leon- cello di razza antlosassone, dalla bocca ormai sdentata e dagli ar-tigli consunti che risponde al no- me britannico di sir Reginald Hoare, il non mai abbastanza lodato e intraprendente baronetto che per alcuni anni ha rappresenstato in Romania la Corte di San Giacomo. La notizia dell'imminente e definitiva partenza del ministro d'Inghilterra e di pochi collaboratori che con lui ancora erano rimasti in Romania, nonché della relativa rottura dei rapporti diplomatici fra questo Paese e Londra annunciata dalla radio inglese, benché sino a questa aera i quo tidiani locali non avessero credu to opportuno di riportarla, sia pure sulle colonne riservate alla cro- , e a e e l naca, non ha meravigliato nessuno ed è stata accolta in tutti i circoli locali con la più grande indifferenza in considerazione anche che, di fatto, tutti i romeni di qualsiasi categoria si domandavano già da un pezzo che cosa stesse ancora a fare qui sir Reginald una volta che perdute le zanne e gli artigli — in altra e più propizia epoca rappresentati dagli innumerevoli agenti dell'Intelligence Service, dei quali però fin da qualche mese il governo del generale Antonescu aveva effettuato il repulisti con l'espulsione in massa di tutti i sudditi britannici qui residenti — era ormai costretto, poverino, a rimanere semi-inoffensivo nella propria gabbia e accontentarsi delle parole di condoglianze che gli andavano sussurrando all'orecchio i pochi e impenitenti cultori di anglofilia ancora sopravviventi in questo paese. Non sarà ad ogni modo inopportuno ricordare che se oggi — grazie al domatore Antonescu — il leoncello britannico ospitato in Romania ha perduto le zanne e gli artigli, non è ancora tanto lontana l'epoca in cui questa nazione non ha mancato di essere deliziata dal. la intraprendente attività di questo diplomatico, attività che si concretizzò a silo tempo nella esplosione e nell'incendio, tuttora avvolti nel mistero, della fabbrica di cellulosa di Zarn^st, disastro nel quale perirono varie centinaia di vittime innocenti, nel fallito criminoso tentativo di interrompere la navigazione sul Danubio previo affondamento di ch'atte e brillamento di mine alle Porte di Ferro in quel di Turnu Severin, sventato miracolosamente all'ultimo momento, senza parlare di una serie di inesplicabili incendi che periodicamente si verificavano nella zona petrolifera e chi più ne ha più ne metta. Il popolo romeno che non dimentica tanto facilmente, non solo non ha alcun motivo di rimpiangere la ormai sepolta disinteressata amicizia della Gran Bretagna, ma nella sua grande maggioranza prova oggi un v?ro senso di sollievo nell apprende che finalmente gli ultimi mertr'-ori in acque torbide se ne vanno per non più ritornare. La salvaguardia degli interessi britannici in Romania sarà — manco a dirlo — assunta dalla locale legazione della -Repubbi'ca stellata il cui ministro a Bucarest sta in questi giorni cruciali per la Gran Bretagna esplicando una attività nni vista finora l'egijn'e. Infatti, all'infuori dei tè, dei ricevimenti, dei pranzi, la missione diploniRt'ca americana non hi mai avuto qui molto da fare... L'America è a-sai lontana e gli scambi commerciali fra i due paesi sono da tempo molto ridotti per mancanza di... dollari. Come spiegare dunque questo improvviso fervore da cui è stato invaso l'eccpllente rappresentante del signor Roosevelt a Bucarest e le prolungate visite a lui rese in questi giorni dai rappresentanti locali dei governi di Grecia e di Turchia? Ai posteri l'ardua sentenza. L. Armellani

Persone citate: Antonescu, Reginald Hoare, Roosevelt, Turnu Severin