IL MUSEO NELL'OFFICINA

IL MUSEO NELL'OFFICINA CINEMA nniM REICH IL MUSEO NELL'OFFICINA (Dal nostro inviato) iBERLINO, gennaio. Vi starò a dire che cosa è l'Ufa,,e dov'è, e com'è ! OlaTobisì Ven-\Vanni di « tifo ■» cinennatografico,'e almeno quindici di stampa idem, vi hanno fatti assai scaltriti, per \quel che è la solita visita a studi ecosfera; sarebbe perciò quasi offendervi il descrivervi minutamente, metro per metro, questa Cinecittà di Babelsberg. E poi dovrebbe venire la volta della Tobis. E poi della Terra. E così via, E aTunf'ilm. Sono repertori, fotog allora, tanto per limitarci all'Ufo, eccovi, di scorcio, alcuni degli ultimi dati:' — un apposito teatro per particolari ingrandimenti fotografici. Una negativa di em. 13 per 18 vi può essere ingrandita fino a co- prire una superficie dì tremila me. \tri quadrati, sino a un formalo, 'snpponiamo, di cinquanta metri]per sessanta; e ciò per avere eie-menti scenografici, e non soltanto 1 di sfondo: la fotografia enorme- mente ingrandita qui sostituisce ■ quasi sempre il fondai;, sovente anche l'elemento di primo piano; -— un apposito reparto fotografico annualmente eseguisce 1H.000 ritratti d'interpreti, registi eccetera, oltre 250.000 fotografie di film in lavorazione: vengono di- stribuite in tutto il mondo per\complessivi due milioni di copie; — un archivio di provini a di-,sposizione dei capi di produzione - e dei registi che lavorano pcr\t'Ufa: a tutt'oggi sono circa sei-(cento gli aspiranti accuratamente selezionati e giudicati idonei fra un numero assai maggiore di concorrenti; — un archivio fotografico e soywro, nel qua il materiale rep scartato dal n: 10 cosi due ini mei irufìco e sonoro, c»o ospitano, suddivisi per argomento,]frammenti e frammenti che po-iiranno essere adoperati in altrilfilm (da un treno in corsa a uneffetto di nubi controluce, dalla \esplosione di una caldaia a un bal-\letto di danzatrici siamesi): oggi\l'archivio elenca brani e f rum men-> ti per complessivi metri t50.000:\ una macchina per « /(.re » la net-e, da poco affiancatasi a quel-^la per « fare » la nebbia: e la nei. vicata è autentica, ottenuta dapprima da minutissimi frantoi per il ghiaccio, e poi equamente fatta code-re da ingegnosi distributori a ventaglio. * * Sono curiosità quasi spicciole,, che però vi diranno, molto di scor-, ciò, quanto sia perfetta l'attrezzatura di questi vasti studi che tra \ fabbricati e aree disponibili perì gli esterni occupano circa 500.000 metri quadrati, un'immensa radura ' nella verde foresta che si stende dal Wannsee a Potsdam. Ma Za 1 iniziativa più singolare dell'Ufo, | che indirettamente ancom ne con- j ferma la potenza, è il museo, a- I morosamente seguito da uno dei suoi dirigenti, il Klitzsch. E' l'u. nico del genere esistente al mondo, da solo meriterebbe un viaggio fin qui; e l'aver voluto un museo alle soglie nell'officina, un museo che illustra e rispecchia nei suoi elementi tecnici, artistici ed economici la complessa attività che anche a questa officina dà vita, è un altro segno del come il cinema qui sia considerato. Non aridi principii accademici, non una raccolta di occasionali curiosità: ma criterii. invece, assai rigorosi, e concretati in ordina¬ mentì tanto piani quanto acce*. alienti. Così l'artista e il tecnico vi troveranno cose in parte risapute, ma altre ne troveranno che 'forse ignoravano; mentre il digiu no di qualsiasi nozione cinematografira verrà condotto per mano adagio adagio, a farsi una idea esatta ed esauriente di quanto prima gli appariva complicatissimo e misterioso. Un impeccabile rigore, e il continuo scrupolo di una persuasiva, auwncenfe divulgazione: ecco il più felice segreto di que- 0pvptpsrsta mostra, divisa in tre grandi sezioni. La prima è di carattere tecnicostorico, delinea la nascita e lo sviluppo del ci7iema in sé, dai primi apparecchi di Edison, di Lumière e di Messter fino alle complesse, attuali conquiste: dai primi maci- nini sperimentali al più potenteìrteleobbiettivo. La seconda illustralrutti gli elementi che possono or-ìrdinatamente sintetizzare il vasto bprocedimento per il quale nascereun film, dalla pre-sceneggiatura ealla sua apparizione dinanzi al\spubblico, non esclusi i cartelloni ejlI biglietti d'ingresso. La terza com-\tprende tutti i problemi, diremo]ccosì, singoli: come lavora il regista, l'architetto, l'operatore; come sì produce la pellicola, come ne lrsavviene lo sviluppo e la stampa .{dcome si crea un disegno animuto;\pcoinè si effettuano le riprese so?-j atomarine; come si costruisce e si, porganìzza un aggiornato teatro di.mposa; come si gradua - e si diaci-] tp7ina il «lancio» e la distribuzio-\cme di un film; come funziona la] pcensiira cinematografica. [mAmpli i/ràfici e modellini, sche-ipmi luminosi e semoventi, spaccati] caio e parecchio spazio; tanto per'.dnvogliarvi a farvi una capatimi j dse venite da queste parti (il mu seo è aperto anche al pubblico), soffermiamoci, quasi a caso, dinanzi a due vetrine, * £ „ ... 9"«*<« ser,e dimostrativa è de- dicala allo studio delle luci che ^ "" Pri»'° P'"n° compie l'opeppus ratore. Un primo piano, e tantoipili se di un non facile volto, è unì problema d'illuminazione non sem-\plice da risolvere. Molti operatori\si affidano alla praticaccia; ma la'si conquista assai lentamente, e al prezzo di molti errori. Questa se- rie di prospetti paralleli denuncia\ i varii procedimenti. Si allineano, di coppia, la disposizione delle luci e il risultato ottenuto nel fotogramma. Tutti gli effetti possibili sono qui successivamente esposti. Un riflettore posto troppo in alto 0 troppo in basso, troppo crudo perché troppo radente o troppo vago perché troppo... prudente, può svisare, tradire qualsiasi volto; e non si dimentichi cìte, in un primo piano cinenuitogra-fico, non si tratta soltanto di efficacemente riprendere quel volto come in un ìritratto, ma ci si deve mettere nelle condizioni di poterlo seguire duìrante tutta l'espressione di un mo bile stato d'animo; e il carattere re il tono della ripresa dovranno essere coerenti all'intuizione e allo \stile del regista e del film. A sottojlineare tutta l'intelligente delica- \tezza della collaborazione che si]chiede a un operatore, qui non so-lo si denunciano veri e propri! or rari, ma si dimostra come, per il solo effetto di questa o di quella {disposizione di luci, lo stesso volto \possu apparire diversissimo, quasi j appartenente a tntt'altra persona; , per poi giungere infine alla for.mula corretta, scolastica se cole ] te: ma è da questa fondamentale\correttezza che l'artista dovrà poi ] partire per giungere alla sua for- [mula efficacemente ardita, magàriiper cadere nell'anacoluto. ] In quest'altra pinete è lo sche-'.da un altoparlante si ode un suono j determinato, la sua immagine ée proiettata su di un piccolo schermo. (Ciò serve ai tecnici per sorvegliare la ripresa di un suono per non lasciarlo andare «fuori banda», verso distorsioni dan-uose). Ma questa visione offre al profano la più assurda e fanta-siosa danza astratta. I film, perl'appunto « astratti », di Fischiti ger e seguaci, che miravano a dare un'illustrazione grafica di una determinata pagina musicale, potrannn allora sembrare soltanto dei tentativi, al confronto di gite sta pantomima frenetica e fedele, estrosa e disciplinata: ogni vibra-' zione sonora coatemporancame.nl'e tradotta in filiformi oscillazioni da diagramma, che incessantemente si compongono e si frangono, si fondono e si svincolane, dardeggiano e s'inchinano, balzano e ricadono, in una fluorescenza quasi meditìnica, in una vertiginosa armonia innaturale: e il suono lo si vede e il segno lo si ode, frecce pàlpiti e serpentelli-suscitati e animati da quella che è la loro voce. * * n museo (che ha già progettata la sua nuova sede, quattro volte più vanta), ha infine una biblio¬ teca. Veramente, qui la chiamano archivio. Perché una parte non piccola è riservata a vasti schedari, nei quali, ad esempio, sono raccolte le licenze di proiezione di tutti i film che sono apparsi in Germania dal 1915 in poi. ISe considerate che ognuna di queste Zi- \cenze ha in sè gli «estremi» del ' " film, produttore, regista, Inter- preti, tecnici ecc., comprenderete,allora l'importanza di questo re-'parto i,J vera e propria * grafe). Altre sezioni dell'archivio sono dedicate a fotografie d'inter- preti e di film (In.000, d'ogni Paese), alla raccolta di soggetti, sceneggiature, piani di pròduzio- mentre la biblioteca vera e prò- ine; „„,. pria aduna tutto ciò che può Me- \ressare 1 uomo d, cinema, dalla \musica al teatro, dalla storia del- \Varte a quella del costume, oltre 'a tutto quanto si è stampato e si ] ultimo tocco ai questo qnaaio re- !f«i^-r«/^^nJe._sappj«fe_W»e, nel- la sua collezione dedicata allo schermo. l'editore Hierscmann di Lìpsìa annuncia, a cura di Hans Tranb e di Wilhelm Lavies un cieutscne \!»'osso volume, Das Filmschrifttum: la completissima 'bibliografia cinematografica te-iìdescu.du quando cinema esiste) Mario Gromo La sezione scenografica del museo dell'Ufa. 1 1 I[''' Otto Gebùhr in « Federico il Grande », di Veit Harlan. , , \ ì ' 1 | j I ,.tsiI'ti; ,i! ii Mentre si gira un film di guerra: « La squadriglia Liitzow », della Tcbis. IL MUSEO NELL'OFFICINA CINEMA nniM REICH IL MUSEO NELL'OFFICINA (Dal nostro inviato) iBERLINO, gennaio. Vi starò a dire che cosa è l'Ufa,,e dov'è, e com'è ! OlaTobisì Ven-\Vanni di « tifo ■» cinennatografico,'e almeno quindici di stampa idem, vi hanno fatti assai scaltriti, per \quel che è la solita visita a studi ecosfera; sarebbe perciò quasi offendervi il descrivervi minutamente, metro per metro, questa Cinecittà di Babelsberg. E poi dovrebbe venire la volta della Tobis. E poi della Terra. E così via, E aTunf'ilm. Sono repertori, fotog allora, tanto per limitarci all'Ufo, eccovi, di scorcio, alcuni degli ultimi dati:' — un apposito teatro per particolari ingrandimenti fotografici. Una negativa di em. 13 per 18 vi può essere ingrandita fino a co- prire una superficie dì tremila me. \tri quadrati, sino a un formalo, 'snpponiamo, di cinquanta metri]per sessanta; e ciò per avere eie-menti scenografici, e non soltanto 1 di sfondo: la fotografia enorme- mente ingrandita qui sostituisce ■ quasi sempre il fondai;, sovente anche l'elemento di primo piano; -— un apposito reparto fotografico annualmente eseguisce 1H.000 ritratti d'interpreti, registi eccetera, oltre 250.000 fotografie di film in lavorazione: vengono di- stribuite in tutto il mondo per\complessivi due milioni di copie; — un archivio di provini a di-,sposizione dei capi di produzione - e dei registi che lavorano pcr\t'Ufa: a tutt'oggi sono circa sei-(cento gli aspiranti accuratamente selezionati e giudicati idonei fra un numero assai maggiore di concorrenti; — un archivio fotografico e soywro, nel qua il materiale rep scartato dal n: 10 cosi due ini mei irufìco e sonoro, c»o ospitano, suddivisi per argomento,]frammenti e frammenti che po-iiranno essere adoperati in altrilfilm (da un treno in corsa a uneffetto di nubi controluce, dalla \esplosione di una caldaia a un bal-\letto di danzatrici siamesi): oggi\l'archivio elenca brani e f rum men-> ti per complessivi metri t50.000:\ una macchina per « /(.re » la net-e, da poco affiancatasi a quel-^la per « fare » la nebbia: e la nei. vicata è autentica, ottenuta dapprima da minutissimi frantoi per il ghiaccio, e poi equamente fatta code-re da ingegnosi distributori a ventaglio. * * Sono curiosità quasi spicciole,, che però vi diranno, molto di scor-, ciò, quanto sia perfetta l'attrezzatura di questi vasti studi che tra \ fabbricati e aree disponibili perì gli esterni occupano circa 500.000 metri quadrati, un'immensa radura ' nella verde foresta che si stende dal Wannsee a Potsdam. Ma Za 1 iniziativa più singolare dell'Ufo, | che indirettamente ancom ne con- j ferma la potenza, è il museo, a- I morosamente seguito da uno dei suoi dirigenti, il Klitzsch. E' l'u. nico del genere esistente al mondo, da solo meriterebbe un viaggio fin qui; e l'aver voluto un museo alle soglie nell'officina, un museo che illustra e rispecchia nei suoi elementi tecnici, artistici ed economici la complessa attività che anche a questa officina dà vita, è un altro segno del come il cinema qui sia considerato. Non aridi principii accademici, non una raccolta di occasionali curiosità: ma criterii. invece, assai rigorosi, e concretati in ordina¬ mentì tanto piani quanto acce*. alienti. Così l'artista e il tecnico vi troveranno cose in parte risapute, ma altre ne troveranno che 'forse ignoravano; mentre il digiu no di qualsiasi nozione cinematografira verrà condotto per mano adagio adagio, a farsi una idea esatta ed esauriente di quanto prima gli appariva complicatissimo e misterioso. Un impeccabile rigore, e il continuo scrupolo di una persuasiva, auwncenfe divulgazione: ecco il più felice segreto di que- 0pvptpsrsta mostra, divisa in tre grandi sezioni. La prima è di carattere tecnicostorico, delinea la nascita e lo sviluppo del ci7iema in sé, dai primi apparecchi di Edison, di Lumière e di Messter fino alle complesse, attuali conquiste: dai primi maci- nini sperimentali al più potenteìrteleobbiettivo. La seconda illustralrutti gli elementi che possono or-ìrdinatamente sintetizzare il vasto bprocedimento per il quale nascereun film, dalla pre-sceneggiatura ealla sua apparizione dinanzi al\spubblico, non esclusi i cartelloni ejlI biglietti d'ingresso. La terza com-\tprende tutti i problemi, diremo]ccosì, singoli: come lavora il regista, l'architetto, l'operatore; come sì produce la pellicola, come ne lrsavviene lo sviluppo e la stampa .{dcome si crea un disegno animuto;\pcoinè si effettuano le riprese so?-j atomarine; come si costruisce e si, porganìzza un aggiornato teatro di.mposa; come si gradua - e si diaci-] tp7ina il «lancio» e la distribuzio-\cme di un film; come funziona la] pcensiira cinematografica. [mAmpli i/ràfici e modellini, sche-ipmi luminosi e semoventi, spaccati] caio e parecchio spazio; tanto per'.dnvogliarvi a farvi una capatimi j dse venite da queste parti (il mu seo è aperto anche al pubblico), soffermiamoci, quasi a caso, dinanzi a due vetrine, * £ „ ... 9"«*<« ser,e dimostrativa è de- dicala allo studio delle luci che ^ "" Pri»'° P'"n° compie l'opeppus ratore. Un primo piano, e tantoipili se di un non facile volto, è unì problema d'illuminazione non sem-\plice da risolvere. Molti operatori\si affidano alla praticaccia; ma la'si conquista assai lentamente, e al prezzo di molti errori. Questa se- rie di prospetti paralleli denuncia\ i varii procedimenti. Si allineano, di coppia, la disposizione delle luci e il risultato ottenuto nel fotogramma. Tutti gli effetti possibili sono qui successivamente esposti. Un riflettore posto troppo in alto 0 troppo in basso, troppo crudo perché troppo radente o troppo vago perché troppo... prudente, può svisare, tradire qualsiasi volto; e non si dimentichi cìte, in un primo piano cinenuitogra-fico, non si tratta soltanto di efficacemente riprendere quel volto come in un ìritratto, ma ci si deve mettere nelle condizioni di poterlo seguire duìrante tutta l'espressione di un mo bile stato d'animo; e il carattere re il tono della ripresa dovranno essere coerenti all'intuizione e allo \stile del regista e del film. A sottojlineare tutta l'intelligente delica- \tezza della collaborazione che si]chiede a un operatore, qui non so-lo si denunciano veri e propri! or rari, ma si dimostra come, per il solo effetto di questa o di quella {disposizione di luci, lo stesso volto \possu apparire diversissimo, quasi j appartenente a tntt'altra persona; , per poi giungere infine alla for.mula corretta, scolastica se cole ] te: ma è da questa fondamentale\correttezza che l'artista dovrà poi ] partire per giungere alla sua for- [mula efficacemente ardita, magàriiper cadere nell'anacoluto. ] In quest'altra pinete è lo sche-'.da un altoparlante si ode un suono j determinato, la sua immagine ée proiettata su di un piccolo schermo. (Ciò serve ai tecnici per sorvegliare la ripresa di un suono per non lasciarlo andare «fuori banda», verso distorsioni dan-uose). Ma questa visione offre al profano la più assurda e fanta-siosa danza astratta. I film, perl'appunto « astratti », di Fischiti ger e seguaci, che miravano a dare un'illustrazione grafica di una determinata pagina musicale, potrannn allora sembrare soltanto dei tentativi, al confronto di gite sta pantomima frenetica e fedele, estrosa e disciplinata: ogni vibra-' zione sonora coatemporancame.nl'e tradotta in filiformi oscillazioni da diagramma, che incessantemente si compongono e si frangono, si fondono e si svincolane, dardeggiano e s'inchinano, balzano e ricadono, in una fluorescenza quasi meditìnica, in una vertiginosa armonia innaturale: e il suono lo si vede e il segno lo si ode, frecce pàlpiti e serpentelli-suscitati e animati da quella che è la loro voce. * * n museo (che ha già progettata la sua nuova sede, quattro volte più vanta), ha infine una biblio¬ teca. Veramente, qui la chiamano archivio. Perché una parte non piccola è riservata a vasti schedari, nei quali, ad esempio, sono raccolte le licenze di proiezione di tutti i film che sono apparsi in Germania dal 1915 in poi. ISe considerate che ognuna di queste Zi- \cenze ha in sè gli «estremi» del ' " film, produttore, regista, Inter- preti, tecnici ecc., comprenderete,allora l'importanza di questo re-'parto i,J vera e propria * grafe). Altre sezioni dell'archivio sono dedicate a fotografie d'inter- preti e di film (In.000, d'ogni Paese), alla raccolta di soggetti, sceneggiature, piani di pròduzio- mentre la biblioteca vera e prò- ine; „„,. pria aduna tutto ciò che può Me- \ressare 1 uomo d, cinema, dalla \musica al teatro, dalla storia del- \Varte a quella del costume, oltre 'a tutto quanto si è stampato e si ] ultimo tocco ai questo qnaaio re- !f«i^-r«/^^nJe._sappj«fe_W»e, nel- la sua collezione dedicata allo schermo. l'editore Hierscmann di Lìpsìa annuncia, a cura di Hans Tranb e di Wilhelm Lavies un cieutscne \!»'osso volume, Das Filmschrifttum: la completissima 'bibliografia cinematografica te-iìdescu.du quando cinema esiste) Mario Gromo La sezione scenografica del museo dell'Ufa. 1 1 I[''' Otto Gebùhr in « Federico il Grande », di Veit Harlan. , , \ ì ' 1 | j I ,.tsiI'ti; ,i! ii Mentre si gira un film di guerra: « La squadriglia Liitzow », della Tcbis.

Persone citate: Hans Tranb, Mario Gromo, Veit Harlan

Luoghi citati: Germania, Potsdam