Falsificazioni

Falsificazioni Falsificazioni e à a Roma, 10 febbraio. I continui falsi che Infiorano sempre i discorsi propagandistici degli uomini di governo inglesi non potevano non mancare nella nuova edizione oratoria del signor, Churchill. I punti fondamentali di questo discorso sono stasera segnalati e confutati dal Giornale d'Italia. Churchill vuole pacificare fondati dubbi degli oppositori, e anche di molti interventisti, assicurando che l'America non sarebbe questa volta costretta a esporre uomini a fianco dell'Inghilterra. Duplice inganno « II primo ministro britannico inganna il popolo americano — scrive il giornale — come ha ingannato il suo • popolo. Non può pretendere di anticipare le reazioni dell'Asse e dei suoi alleati agli sviluppi della politica americana, che l'Asse non provoca, e che si lascia travolgere sempre più nel dichiarato intervento. Churchill vuole raffigurare al mondo un'Inghilterra ancora sana, ordinata, prosperosa e tranquilla. Arriva a negare che vi siano epidemie e aumenti di criminalità per furti, saccheggi e disordini. E' stato in precedenza smentito dagli stessi giornali del suo paese; sono essi che hanno scritto, con il consenso della censura, che la popolazione di Londra e delle altre cit tà inglesi bombardate sono costrette a vivere nei malsani e affollatissimi rifugi sotterranei in condizioni atroci. Churchill, che vuole capovolgere la storia elementare dei fatti, arriva a dichiarare che le tribù arabe della Cirenaica hanno sofferto sotto il Regime fascista e figurerebbero di essere oggi liberate e felici nella temporanea occupazione inglese, Figura di ignorare che l'Italia fascista ha dato agli arabi della Libia, come ha dato agli indigeni del l'Etiopia, villaggi nuovi, moschee scuole, bestiame, attrezzi agricoli, assistenze civili. Figura anche di ignorare che l'Inghilterra ha, in vece, dato agli arabi dei territori da essa occupati, le persecuzioni gli arresti, le impiccagioni, la mitraglia ed ha raso al suolo, invece di ingrandirli, i villaggi costruiti dagli arabi della Palestina con tanti sacrifici. Figura poi di ignorare le sue avventure nell'Hadramaut sottoposto anche ai gas asfissianti del bombardieri britannici, perchè pretendeva di muoversi per la libertà. Il regime della tirannia sulle popolazioni arabe appartiene tutto e solo all'Inghilterra che le ha tradite quando, per trascinarle nella guerra contro i turchi, ha promesso una libertà che non è mai venuta. « Churchill, il sinistro favoliere, lancia arbitrarie insinuazioni su pretesi disegni di attacchi dell'Asse nel nord Africa francese e perfino contro la Russia. Questo è il consueto allarmismo incendiario di pura marca britannica che l'Eu- arcrslrnncceedntsdfftca a » o -. - -!r?Pa ormai conosce per esperlen liierza. o n... _i j u- j i -, DOVe Si OeCIOera !d gU6Fra o e i a l o . l a - .- Churchill, che ha voluto naturalmente levare i più calorosi inni intorno alle operazioni belliche, tuttora in corso nell'Africa settentrionale, ha però detto che « la sorte di questa guerra sarà decisa da quanto accadrà nell'oceano, nell'aria, e soprattutto nell'isola ontani 'ca >. « Non intendiamo contraddirlo, ma con queste parole Churchill smentisce le sue precedenti affermazioni sui risolutivi successi inglesi in Libia, e conferma quanto a a u i bbdacgidangntnIabblamo sempre scritto: I temporanei successi britannici, in Africa, non possono decidere la guerra perchè non eliminano la resistenza nè la capacità bellica dell'Italia. . « Churchill ha voluto annunciare la distruzione del porto di Genova per il bombardamento di ieri; non occorre dire che si inganna, come si è ingannato tutte le volte che si è affrettato a parlare della eliminazione dalla guerra di navi e di mezzi italiani. Del bombardamento di ieri rimane soltanto il nuovo fatto di un'aggressione contro una città aperta, che sarà a suo tempo e nel debito modo vendicata. Rimane pure la cresciuta fierezza dei genovesi e di tutta la forte gente ligure per questa inutile ferita sofferta. « Churchill ha voluto, infine, commuoversi sulle sorti dei Paesi europei « che un tempo erano felici ». Felici non erano certo il popolo italiano e tedesco, costretti a sopportare la prepotenza britannica che nel Mediterraneo prendeva duri aspetti carcerari. « Ma Churchill, in ogni caso, ha dimenticato di dire che questa felicità di alcuni popoli è stata distrutta dalla stessa Inghilterra, perchè è stato solo il governo britannico a volere e preparare la guerra, ed i suoi lutti e le sue devastazioni, e ad assumersene, quindi, tutte le responsabilità prima con la politica dell'accerchiamento, poi con la politica della provocante intransigenza nei giorni della crisi finale. Impressioni internazionali Il discorso pronunciato ieri se- i , a a , l o britannico ha avuto nella stampa internazionale una abbondante reazione di articoli variamente intonati, a seconda dell'impressione da esso prodotta nei varii Paesi. I principali organi della stampa internazionale rilevano, anzitutto, come, malgrado l'intenzione di co» municare alle popolazioni dell'Impero britannico un ottimismo che probabilmente egli stesso non prova, l'oratore non abbia potuto nascondere le sue gravi preoccupazioni. Esaltando i successi riportati dalle armate eteroclite dell'Impero, Churchill ha voluto tonificare la preparazione della popolazione isolana a sopportare il peggio. Si rileva, poi, particolarmente, nella stampa internazionale, come il Primo ministro britannico non sia riuscito nemmeno a promettere una superiorità aerea del Paese, poiché egli ha affermato che l'Inghilterra sta prendendo soltanto ora i provvedimenti necessari per mettere in grado la propria aviazione di capovolgere a proprio favore il vantaggio attuale dell'aviazione germanica. Per quanto riguarda le forze terrestri, varii giornali stranieri osservano come le operazioni inglesi in Africa non siano calcolate dallo stesso.Churchill come di importanza eccezionale, in quanto che egli stesso ha riconosciuto che, malgrado l'impiego di tutte le forze dell'immenso Impero, 1 risultati raggiunti non sono che un « episodio » nella storia della guerra. Quanto alla famosa « signorìa dei mari » si osserva che Churchill ha avuto la prudenza di non dare Ser scontata la padronanza del [editerraneo, dicendo che in ogni caso il conflitto « sarà deciso soprattutto nell'Oceano, nell'aria e sull'Isola >. Un passo che ha prodotto in tutti i Paesi un certo stupore, è quello in cui Churchill afferma che l'Inghilterra ha saputo fino ad ora resistere da sola all'immane pressione nemica: si osserva, in generale, che questa solitudine si può evidentemente soltanto riferire alla passiva resistenza dell'Isola agli attacchi dell'aviazione germanica, polche se si pensa alle navi rubate, o sequestrate, o costrette a navigare sotto bandiera inglese, che già appartenevano ad altri Paesi, e se si pensa alle armate racimolate dal Canada all'Australia e dalla Nuova Zelanda al Sud Africa e da altri lontani territori d'oltremare, tale solitudine appare soltanto un'interpretazione politica. L'allusione fatta dal Primo ministro all'incubo dell'invasione che tormenta i dirigenti e l'opinione pubblica di Gran Bretagna, e la sua insistenza su tale argomento è il fatto che ha maggiormente richiamato l'attenzione della stampa in tutti i Paesi. E' certo una magra consolazione la previsione fatta da Churchill che le cose andranno meglio quando l'Inghilterra potrà disporre di un forte tonnellaggio mercantile e che questo sarà disponibile soltanto nel 1942. E', dunque, per il 1942 — rileva la stampa intemazionale auali unanimemente — che Churchill prevede la possibilità di un miglioramento della situazione per l'Inghilterra. L'accorato nuovo disperato appello agli Stati Uniti affinchè essi affrettino la loro azione di aiuto per far fronte alla macchina di guerra che la Germania ha avuto intanto, il tempo di rafforzare, ed il supremo invito lanciato al Paesi balcanici dimostrano, infine, la vera situazione dell'Inghilterra, la quale incomincia a dubitare che gli stessi aiuti americani, dato e non concesso che arrivino in tempo, non siano sufficienti ad assicurare }a vittoria della Gran Bretagna, ove altri fattori non Intervengano prima, e altre situazioni.non maturino al più presto. ISatNncdpad Falsificazioni Falsificazioni e à a Roma, 10 febbraio. I continui falsi che Infiorano sempre i discorsi propagandistici degli uomini di governo inglesi non potevano non mancare nella nuova edizione oratoria del signor, Churchill. I punti fondamentali di questo discorso sono stasera segnalati e confutati dal Giornale d'Italia. Churchill vuole pacificare fondati dubbi degli oppositori, e anche di molti interventisti, assicurando che l'America non sarebbe questa volta costretta a esporre uomini a fianco dell'Inghilterra. Duplice inganno « II primo ministro britannico inganna il popolo americano — scrive il giornale — come ha ingannato il suo • popolo. Non può pretendere di anticipare le reazioni dell'Asse e dei suoi alleati agli sviluppi della politica americana, che l'Asse non provoca, e che si lascia travolgere sempre più nel dichiarato intervento. Churchill vuole raffigurare al mondo un'Inghilterra ancora sana, ordinata, prosperosa e tranquilla. Arriva a negare che vi siano epidemie e aumenti di criminalità per furti, saccheggi e disordini. E' stato in precedenza smentito dagli stessi giornali del suo paese; sono essi che hanno scritto, con il consenso della censura, che la popolazione di Londra e delle altre cit tà inglesi bombardate sono costrette a vivere nei malsani e affollatissimi rifugi sotterranei in condizioni atroci. Churchill, che vuole capovolgere la storia elementare dei fatti, arriva a dichiarare che le tribù arabe della Cirenaica hanno sofferto sotto il Regime fascista e figurerebbero di essere oggi liberate e felici nella temporanea occupazione inglese, Figura di ignorare che l'Italia fascista ha dato agli arabi della Libia, come ha dato agli indigeni del l'Etiopia, villaggi nuovi, moschee scuole, bestiame, attrezzi agricoli, assistenze civili. Figura anche di ignorare che l'Inghilterra ha, in vece, dato agli arabi dei territori da essa occupati, le persecuzioni gli arresti, le impiccagioni, la mitraglia ed ha raso al suolo, invece di ingrandirli, i villaggi costruiti dagli arabi della Palestina con tanti sacrifici. Figura poi di ignorare le sue avventure nell'Hadramaut sottoposto anche ai gas asfissianti del bombardieri britannici, perchè pretendeva di muoversi per la libertà. Il regime della tirannia sulle popolazioni arabe appartiene tutto e solo all'Inghilterra che le ha tradite quando, per trascinarle nella guerra contro i turchi, ha promesso una libertà che non è mai venuta. « Churchill, il sinistro favoliere, lancia arbitrarie insinuazioni su pretesi disegni di attacchi dell'Asse nel nord Africa francese e perfino contro la Russia. Questo è il consueto allarmismo incendiario di pura marca britannica che l'Eu- arcrslrnncceedntsdfftca a » o -. - -!r?Pa ormai conosce per esperlen liierza. o n... _i j u- j i -, DOVe Si OeCIOera !d gU6Fra o e i a l o . l a - .- Churchill, che ha voluto naturalmente levare i più calorosi inni intorno alle operazioni belliche, tuttora in corso nell'Africa settentrionale, ha però detto che « la sorte di questa guerra sarà decisa da quanto accadrà nell'oceano, nell'aria, e soprattutto nell'isola ontani 'ca >. « Non intendiamo contraddirlo, ma con queste parole Churchill smentisce le sue precedenti affermazioni sui risolutivi successi inglesi in Libia, e conferma quanto a a u i bbdacgidangntnIabblamo sempre scritto: I temporanei successi britannici, in Africa, non possono decidere la guerra perchè non eliminano la resistenza nè la capacità bellica dell'Italia. . « Churchill ha voluto annunciare la distruzione del porto di Genova per il bombardamento di ieri; non occorre dire che si inganna, come si è ingannato tutte le volte che si è affrettato a parlare della eliminazione dalla guerra di navi e di mezzi italiani. Del bombardamento di ieri rimane soltanto il nuovo fatto di un'aggressione contro una città aperta, che sarà a suo tempo e nel debito modo vendicata. Rimane pure la cresciuta fierezza dei genovesi e di tutta la forte gente ligure per questa inutile ferita sofferta. « Churchill ha voluto, infine, commuoversi sulle sorti dei Paesi europei « che un tempo erano felici ». Felici non erano certo il popolo italiano e tedesco, costretti a sopportare la prepotenza britannica che nel Mediterraneo prendeva duri aspetti carcerari. « Ma Churchill, in ogni caso, ha dimenticato di dire che questa felicità di alcuni popoli è stata distrutta dalla stessa Inghilterra, perchè è stato solo il governo britannico a volere e preparare la guerra, ed i suoi lutti e le sue devastazioni, e ad assumersene, quindi, tutte le responsabilità prima con la politica dell'accerchiamento, poi con la politica della provocante intransigenza nei giorni della crisi finale. Impressioni internazionali Il discorso pronunciato ieri se- i , a a , l o britannico ha avuto nella stampa internazionale una abbondante reazione di articoli variamente intonati, a seconda dell'impressione da esso prodotta nei varii Paesi. I principali organi della stampa internazionale rilevano, anzitutto, come, malgrado l'intenzione di co» municare alle popolazioni dell'Impero britannico un ottimismo che probabilmente egli stesso non prova, l'oratore non abbia potuto nascondere le sue gravi preoccupazioni. Esaltando i successi riportati dalle armate eteroclite dell'Impero, Churchill ha voluto tonificare la preparazione della popolazione isolana a sopportare il peggio. Si rileva, poi, particolarmente, nella stampa internazionale, come il Primo ministro britannico non sia riuscito nemmeno a promettere una superiorità aerea del Paese, poiché egli ha affermato che l'Inghilterra sta prendendo soltanto ora i provvedimenti necessari per mettere in grado la propria aviazione di capovolgere a proprio favore il vantaggio attuale dell'aviazione germanica. Per quanto riguarda le forze terrestri, varii giornali stranieri osservano come le operazioni inglesi in Africa non siano calcolate dallo stesso.Churchill come di importanza eccezionale, in quanto che egli stesso ha riconosciuto che, malgrado l'impiego di tutte le forze dell'immenso Impero, 1 risultati raggiunti non sono che un « episodio » nella storia della guerra. Quanto alla famosa « signorìa dei mari » si osserva che Churchill ha avuto la prudenza di non dare Ser scontata la padronanza del [editerraneo, dicendo che in ogni caso il conflitto « sarà deciso soprattutto nell'Oceano, nell'aria e sull'Isola >. Un passo che ha prodotto in tutti i Paesi un certo stupore, è quello in cui Churchill afferma che l'Inghilterra ha saputo fino ad ora resistere da sola all'immane pressione nemica: si osserva, in generale, che questa solitudine si può evidentemente soltanto riferire alla passiva resistenza dell'Isola agli attacchi dell'aviazione germanica, polche se si pensa alle navi rubate, o sequestrate, o costrette a navigare sotto bandiera inglese, che già appartenevano ad altri Paesi, e se si pensa alle armate racimolate dal Canada all'Australia e dalla Nuova Zelanda al Sud Africa e da altri lontani territori d'oltremare, tale solitudine appare soltanto un'interpretazione politica. L'allusione fatta dal Primo ministro all'incubo dell'invasione che tormenta i dirigenti e l'opinione pubblica di Gran Bretagna, e la sua insistenza su tale argomento è il fatto che ha maggiormente richiamato l'attenzione della stampa in tutti i Paesi. E' certo una magra consolazione la previsione fatta da Churchill che le cose andranno meglio quando l'Inghilterra potrà disporre di un forte tonnellaggio mercantile e che questo sarà disponibile soltanto nel 1942. E', dunque, per il 1942 — rileva la stampa intemazionale auali unanimemente — che Churchill prevede la possibilità di un miglioramento della situazione per l'Inghilterra. L'accorato nuovo disperato appello agli Stati Uniti affinchè essi affrettino la loro azione di aiuto per far fronte alla macchina di guerra che la Germania ha avuto intanto, il tempo di rafforzare, ed il supremo invito lanciato al Paesi balcanici dimostrano, infine, la vera situazione dell'Inghilterra, la quale incomincia a dubitare che gli stessi aiuti americani, dato e non concesso che arrivino in tempo, non siano sufficienti ad assicurare }a vittoria della Gran Bretagna, ove altri fattori non Intervengano prima, e altre situazioni.non maturino al più presto. ISatNncdpad