La Juventus non regge all'urlo del Genova si disunisce e perde nettamente: 2-0 di Luigi Cavallero

La Juventus non regge all'urlo del Genova si disunisce e perde nettamente: 2-0 La Juventus non regge all'urlo del Genova si disunisce e perde nettamente: 2-0 RETI: Lazzaretti al 40' del primo tempo; Bertoni al 18' della ripresa. GENOVA: Tavoletti: Marchi. Sardelli; Conta, Villa, nichelini; Lazzaretti, Feruzzolo, Bertoni, Cabalilo, Conti. JUVENTUS: Bodoira; Foni, Rava; Varglien I, Capocasale, Varglien il; Ho, Borei, Galletto, Lushta, Colaussi ARBITRO: Dattilo. Poco è mancato che la partita non potesse aver luogo perchè la Juventus, messasi in treno in mattinata a Rapallo, dove ai'eua trascorso la settimana godendosi il meraviglioso tepore deila riviera, non è arrivata a Genova, per cause di forza maggiore, che pochi minuti avanti l'ora fissata per l'incontro. La comitiva bianconera, ancora... a digiuno, ha raggiunto l'albergo e di lì, mentre i giuocatori rimediavano un pranzo di fortuna, : dirigenti telefonavano al campo chiedendo il rint'io dell'incontro o, quanto meno, che l'inizio fosse ritardato alle 11. Ne ebbero dapprima risposte vaghe, ma, poi, una successiva comunicaz.one avvertì che la squadra era attesa sul terreno non oltre il temilo di tolleranza fissato dal regolamento, altrimenti l'arbitro avrei ilA.ITKLASNMGTRVIlìc| sìc\ the assegnato senz'altro la «^«^|-*al Genova che, aveva gli uomi*l\tnegli spogliatoi pronti a preseti- eatvpdltarsi in campo. Non c'era, durnue, un minuto da perdere; i ragazzi lasciarono a metà il pranzo, si cacciarono in tasca fichi secchi, 7nele e mandarini, tanto per inghiottire ancora qualche cosa in auto, si dettero alla caccia dei mezzi di trasporto per raggiungere Marassi, cominciarono a sfilarsi colletto e cravatta ed a sbottonare panciotti in macchina e furono altrettanti Fregoli per smettere gli abiti borghesi e presentarsi in campo agli ordini di Dattilo. I dirigenti avvertivano infanto t'arbitro che la squadra avrebbe giuocato sotto riserva non ritenendo essi giusto e conveniente che la gara dovesse aver inizio in... periodo di digestione. Gran gioco all'inizio Alle 15,48 si cominciava, alla presenza di un pubblico non molto folto e con le due unità nelle formazioni annunciate, eccezione fatta per Depetrìni che, toccato ad un ginocchio nell'allenamento di giovedì, ed ancora zoppicante, lasciava il suo posto a Varglien I, la riserva sempre pronta per tutti i ruoli. Si cominciava bene, soprattutto da parte juventina. Avevamo inteso i giuocatori dire: « Vogliono che si giuochi ? Ebbene, vinceremo... », e pensammo che volessero tener fede alla promessa. Il terreno perfetto invitava al bel giuoco e la Juventus, abituata al fango ed al ghiaccio del suo campo, volle far festa al bel tappeto erboso ed al caldo sole con una serie di azioni scintillanti. Niente di eccessivamente pericoloso per la rete avversaria, ma avanzate eleganti, di perfetta impostazione, concertate in modo da offrire un vero godimento a chi troppo di rado vede gìuocare in stile superiore. I passaggi di Borei e di Lushta ai compagni di punta parevano altrettante sciabolate che tagliavano via i difensori genovesi costringendoli a precipitosi ripiegamenti ed anche ad errori evidenti. Se la Juventus avesse continuato in quel modo ci sarebbe stato offerto uno spettacolo di primissimo ordine; invece ancora una volta il bel giuoco... durò poco. Dopo dieci minuti circa si passò dall'accademia all'ordinaria amministrazoine, e si scese anche più in basso. Il Genova reagì a modo suo, con AbdvfdanbqefzèmgptJmzcccVqpdbaguR(ncSfftcaNGlnrRl-edvzvspaUo^\''calcMtT'a'tutta' forza] aìi'■ n,,] _,•„„„„ «.elunga traiettoria. Dal giuoco B terra, preciso rapido efficace, si passò a quello... stratosferico. L'esempio questa volta fu, contaqioso ed anche la Juventus si dette a picchiare forte ed a sperare in Dio. Una bazza per le due diut ±/iw. v ...^ ~ r . tese che, valendosi di ottmìcplm- tori, spazzarono d'autorità le atte Iaree affrontando anche con deci-i sione quegli attaccanti che s'arrischiarono a venir sotto. Tavoletti bloccò la palla su di una mezza rovesciata di Gabetto, Marchi, magnifico per precisione forza e sicurezza, arrestò netto Lushta sulla soglia dell'area di rigore e salvò in angolo per evitare un guaio maggiore. Risultato segnato Poi attaccò, il Genova, col suo caratteristico vigore che disorienta, con quella sua foga che toma fatale alle squadre torinesi. Come se il campo avesse avuti dimensioni enormi, l'offensiva fu impostata con passaggi fortissimi che facevan partire Conti e Lazzaretti in lunghe rincorse. La serie dei tiri fu aperta da Villa, che ne scoccò due secchi e radenti da notevole distanza, costringendo Bodoira a tuffarsi per pararli. Poi tirò anche Perazzolo, in corsa, provocando ancora un bell'intervento del portiere bianco-nero. La Juventus parve capace di resistere bene a quell'attacco sia per la forza della sua difesa, ulta quale Capocasale, giuocando in posizione arretrata, dava man forte, sia per la precipitazione con la quale i genovesi operavano: Lazzaretti sciupava da solo parecchie occasioni ma infine riusciva a dare il primo gol alla sua squadra. Conti vinceva sulla sinistra un piccolo duello con Varglien 1 e poteva passare a Gabardo che, a sua volta, smistava a Perazzolo; l'azione si concludeva con un allungo a Lazzaretti e con un violento tiro di quest'ultimo. La palla s'insaccava in anqolo, proprio sotto la traversa Un bel punto, flutto di una Rovinata intesa e realizzato diprepotenza. Aon mancavano cliccinque minuti alla fine del tempo ed it Genova insistette. Attaccò aspron battuto, con una pressione totale e fortissima. Bodoiru fu diecena ed intervenne a parare tiri su tiri: due. di Perazzolo rouo aiti sulla sbarra. La folla « ri-trovava» la sua squadra, salutava!|r.i,n CTZvpassa- ìcon grandi applausi il serrate ros| soblu. Come avviene spesse, le cose ìcambiarono all'inizio del secondo \ tempo. |-*«M&"to,^S^SS*D^-»Q^Snri2i^l\tTclmeMHnì^™^ essere efficace. Sì notava, nei suoi avanti, un po' più di ardire. Lushta, che con il suo palleggio riesciva ad avanzare sin in area, fece partire un pallone che Tavoletti deviò appena rendendo inutile;l'accorrere di Bo dalla sinistra.\|'IAnche Borei si liceva, ta^betfo non si districava a contatto di Marchi, e Bo era vigilato a do vere da Sardelli. Colaussi, dui can fo suo, non riesciva a far quanto da lui si attendeva. Dieci minuti anche questa volta e poi i bianconeri ripiegarono nuovamente. Sii batterono alcuni calci d'angolo, quindi, al 18', scappò Conti l che]eseguì un buon centro: Lazzaretti fermò la palla col petto, la smor-zò per lasciarla a Bertoni che gli èra vicino. Nessun difensore simosse ed il tiro del centrattacco genovese andò diritto a segno. La partita, con questo secondo punto, era definitivamente decisa. La Juventus cedette a causa della mediana ed anche per l'insufficienza degli attaccanti. Attacchi e contrattacchi sfociarono ancora in calci d'angolo senza effetto. Qualche rudezza, alcuni ripicchi fra Varglien II e Lazzaretti, sino a quando il rosso-blu si faceva sorprendere in fallo ed espellere su denuncia di un segnalinee all'ar- bitro. La decisione non tornò bene accetta alla folla che di conseguenza perseguitò Varglien II con urla sino al termine dell'incontro. Rimasto con soli dieci uomini (inoltre Michelini è zoppo), il Genova si chiuse nella sua metà campo come un riccio spaventato. Sapeva di avere un vantaggio sufficientemente netto e decise di di- fendprln Kìhntlè. nmti nnlin-nf feltenaerio. KWatte ogni paltone, fe-ce ressa e barriera nella propria area. I bianco neri... costretti adi attaccare, mandarono avanti anche Rava e Foni ma non conclusero nulla. Solo un tiro di Lushta trovò la giusta viti, ma Tavoletti balzò in tempo per fermarlo. E proprio all'ultimo minuto Bertoni fuggì, battè i terzini e diede a Gabardo che si incaricò di sbagliare. Non liete conferme La Juventus ha certo giuocato ' una delle sue peggiori partite. Ha avuto sprazzi bellissimi all'inizio, ■ poi, eccezione fatta per la difesa, ■ è andata male forte. Capocasale ha retto nel primo tempo ed è i scomparso nel secondo. I due lai fera/i non gli sono stati di molto ^aiuto. Prova negativa dell'attacco, ! con un Gabetto « ti vedo e non ti | vedo », con Borei che non è fatto ; per affrontare difensori decisi ; quali sono Marchi e Sardelli, due I alt irresolute. E' un passo indietro ; quello che la squadra ha fatto e i si è avuta la riconferma chiara e i precisa di difetti già altre volte riilsco„f,.afj, Tutto grava troppo sul- 5 8 2 la difesa e se quella non regge ogni cosa va per il peggio. Neppure il Genova è,, in questo momento, una squadra da prendere a modello. Essa vive solo del suo ardore, della sua volontà di littoria. Marchi e o ^l',w,t**,**«- M"rchi é la !,n"*ern dél VW? "e é '-'-n Prodigioso i e i e; „ .\ffi^1£msmÌOW- Ambrosla | time illustri che già hanno paga 'Ito lo scolto a Marassi. (Incasso L. 52.157 animatore, Bertoni l'organizzatore. Lazzaretti, pur con le sue scarse doti tecniche, è stato prezioso per i colori rossoblu. Condannato ad un campionato mediocre, il Ge- ^" *"*» e ***** s°»° le o SlIJi). o i spettatori Luigi Cavallero La Juventus non regge all'urlo del Genova si disunisce e perde nettamente: 2-0 La Juventus non regge all'urlo del Genova si disunisce e perde nettamente: 2-0 RETI: Lazzaretti al 40' del primo tempo; Bertoni al 18' della ripresa. GENOVA: Tavoletti: Marchi. Sardelli; Conta, Villa, nichelini; Lazzaretti, Feruzzolo, Bertoni, Cabalilo, Conti. JUVENTUS: Bodoira; Foni, Rava; Varglien I, Capocasale, Varglien il; Ho, Borei, Galletto, Lushta, Colaussi ARBITRO: Dattilo. Poco è mancato che la partita non potesse aver luogo perchè la Juventus, messasi in treno in mattinata a Rapallo, dove ai'eua trascorso la settimana godendosi il meraviglioso tepore deila riviera, non è arrivata a Genova, per cause di forza maggiore, che pochi minuti avanti l'ora fissata per l'incontro. La comitiva bianconera, ancora... a digiuno, ha raggiunto l'albergo e di lì, mentre i giuocatori rimediavano un pranzo di fortuna, : dirigenti telefonavano al campo chiedendo il rint'io dell'incontro o, quanto meno, che l'inizio fosse ritardato alle 11. Ne ebbero dapprima risposte vaghe, ma, poi, una successiva comunicaz.one avvertì che la squadra era attesa sul terreno non oltre il temilo di tolleranza fissato dal regolamento, altrimenti l'arbitro avrei ilA.ITKLASNMGTRVIlìc| sìc\ the assegnato senz'altro la «^«^|-*al Genova che, aveva gli uomi*l\tnegli spogliatoi pronti a preseti- eatvpdltarsi in campo. Non c'era, durnue, un minuto da perdere; i ragazzi lasciarono a metà il pranzo, si cacciarono in tasca fichi secchi, 7nele e mandarini, tanto per inghiottire ancora qualche cosa in auto, si dettero alla caccia dei mezzi di trasporto per raggiungere Marassi, cominciarono a sfilarsi colletto e cravatta ed a sbottonare panciotti in macchina e furono altrettanti Fregoli per smettere gli abiti borghesi e presentarsi in campo agli ordini di Dattilo. I dirigenti avvertivano infanto t'arbitro che la squadra avrebbe giuocato sotto riserva non ritenendo essi giusto e conveniente che la gara dovesse aver inizio in... periodo di digestione. Gran gioco all'inizio Alle 15,48 si cominciava, alla presenza di un pubblico non molto folto e con le due unità nelle formazioni annunciate, eccezione fatta per Depetrìni che, toccato ad un ginocchio nell'allenamento di giovedì, ed ancora zoppicante, lasciava il suo posto a Varglien I, la riserva sempre pronta per tutti i ruoli. Si cominciava bene, soprattutto da parte juventina. Avevamo inteso i giuocatori dire: « Vogliono che si giuochi ? Ebbene, vinceremo... », e pensammo che volessero tener fede alla promessa. Il terreno perfetto invitava al bel giuoco e la Juventus, abituata al fango ed al ghiaccio del suo campo, volle far festa al bel tappeto erboso ed al caldo sole con una serie di azioni scintillanti. Niente di eccessivamente pericoloso per la rete avversaria, ma avanzate eleganti, di perfetta impostazione, concertate in modo da offrire un vero godimento a chi troppo di rado vede gìuocare in stile superiore. I passaggi di Borei e di Lushta ai compagni di punta parevano altrettante sciabolate che tagliavano via i difensori genovesi costringendoli a precipitosi ripiegamenti ed anche ad errori evidenti. Se la Juventus avesse continuato in quel modo ci sarebbe stato offerto uno spettacolo di primissimo ordine; invece ancora una volta il bel giuoco... durò poco. Dopo dieci minuti circa si passò dall'accademia all'ordinaria amministrazoine, e si scese anche più in basso. Il Genova reagì a modo suo, con AbdvfdanbqefzèmgptJmzcccVqpdbaguR(ncSfftcaNGlnrRl-edvzvspaUo^\''calcMtT'a'tutta' forza] aìi'■ n,,] _,•„„„„ «.elunga traiettoria. Dal giuoco B terra, preciso rapido efficace, si passò a quello... stratosferico. L'esempio questa volta fu, contaqioso ed anche la Juventus si dette a picchiare forte ed a sperare in Dio. Una bazza per le due diut ±/iw. v ...^ ~ r . tese che, valendosi di ottmìcplm- tori, spazzarono d'autorità le atte Iaree affrontando anche con deci-i sione quegli attaccanti che s'arrischiarono a venir sotto. Tavoletti bloccò la palla su di una mezza rovesciata di Gabetto, Marchi, magnifico per precisione forza e sicurezza, arrestò netto Lushta sulla soglia dell'area di rigore e salvò in angolo per evitare un guaio maggiore. Risultato segnato Poi attaccò, il Genova, col suo caratteristico vigore che disorienta, con quella sua foga che toma fatale alle squadre torinesi. Come se il campo avesse avuti dimensioni enormi, l'offensiva fu impostata con passaggi fortissimi che facevan partire Conti e Lazzaretti in lunghe rincorse. La serie dei tiri fu aperta da Villa, che ne scoccò due secchi e radenti da notevole distanza, costringendo Bodoira a tuffarsi per pararli. Poi tirò anche Perazzolo, in corsa, provocando ancora un bell'intervento del portiere bianco-nero. La Juventus parve capace di resistere bene a quell'attacco sia per la forza della sua difesa, ulta quale Capocasale, giuocando in posizione arretrata, dava man forte, sia per la precipitazione con la quale i genovesi operavano: Lazzaretti sciupava da solo parecchie occasioni ma infine riusciva a dare il primo gol alla sua squadra. Conti vinceva sulla sinistra un piccolo duello con Varglien 1 e poteva passare a Gabardo che, a sua volta, smistava a Perazzolo; l'azione si concludeva con un allungo a Lazzaretti e con un violento tiro di quest'ultimo. La palla s'insaccava in anqolo, proprio sotto la traversa Un bel punto, flutto di una Rovinata intesa e realizzato diprepotenza. Aon mancavano cliccinque minuti alla fine del tempo ed it Genova insistette. Attaccò aspron battuto, con una pressione totale e fortissima. Bodoiru fu diecena ed intervenne a parare tiri su tiri: due. di Perazzolo rouo aiti sulla sbarra. La folla « ri-trovava» la sua squadra, salutava!|r.i,n CTZvpassa- ìcon grandi applausi il serrate ros| soblu. Come avviene spesse, le cose ìcambiarono all'inizio del secondo \ tempo. |-*«M&"to,^S^SS*D^-»Q^Snri2i^l\tTclmeMHnì^™^ essere efficace. Sì notava, nei suoi avanti, un po' più di ardire. Lushta, che con il suo palleggio riesciva ad avanzare sin in area, fece partire un pallone che Tavoletti deviò appena rendendo inutile;l'accorrere di Bo dalla sinistra.\|'IAnche Borei si liceva, ta^betfo non si districava a contatto di Marchi, e Bo era vigilato a do vere da Sardelli. Colaussi, dui can fo suo, non riesciva a far quanto da lui si attendeva. Dieci minuti anche questa volta e poi i bianconeri ripiegarono nuovamente. Sii batterono alcuni calci d'angolo, quindi, al 18', scappò Conti l che]eseguì un buon centro: Lazzaretti fermò la palla col petto, la smor-zò per lasciarla a Bertoni che gli èra vicino. Nessun difensore simosse ed il tiro del centrattacco genovese andò diritto a segno. La partita, con questo secondo punto, era definitivamente decisa. La Juventus cedette a causa della mediana ed anche per l'insufficienza degli attaccanti. Attacchi e contrattacchi sfociarono ancora in calci d'angolo senza effetto. Qualche rudezza, alcuni ripicchi fra Varglien II e Lazzaretti, sino a quando il rosso-blu si faceva sorprendere in fallo ed espellere su denuncia di un segnalinee all'ar- bitro. La decisione non tornò bene accetta alla folla che di conseguenza perseguitò Varglien II con urla sino al termine dell'incontro. Rimasto con soli dieci uomini (inoltre Michelini è zoppo), il Genova si chiuse nella sua metà campo come un riccio spaventato. Sapeva di avere un vantaggio sufficientemente netto e decise di di- fendprln Kìhntlè. nmti nnlin-nf feltenaerio. KWatte ogni paltone, fe-ce ressa e barriera nella propria area. I bianco neri... costretti adi attaccare, mandarono avanti anche Rava e Foni ma non conclusero nulla. Solo un tiro di Lushta trovò la giusta viti, ma Tavoletti balzò in tempo per fermarlo. E proprio all'ultimo minuto Bertoni fuggì, battè i terzini e diede a Gabardo che si incaricò di sbagliare. Non liete conferme La Juventus ha certo giuocato ' una delle sue peggiori partite. Ha avuto sprazzi bellissimi all'inizio, ■ poi, eccezione fatta per la difesa, ■ è andata male forte. Capocasale ha retto nel primo tempo ed è i scomparso nel secondo. I due lai fera/i non gli sono stati di molto ^aiuto. Prova negativa dell'attacco, ! con un Gabetto « ti vedo e non ti | vedo », con Borei che non è fatto ; per affrontare difensori decisi ; quali sono Marchi e Sardelli, due I alt irresolute. E' un passo indietro ; quello che la squadra ha fatto e i si è avuta la riconferma chiara e i precisa di difetti già altre volte riilsco„f,.afj, Tutto grava troppo sul- 5 8 2 la difesa e se quella non regge ogni cosa va per il peggio. Neppure il Genova è,, in questo momento, una squadra da prendere a modello. Essa vive solo del suo ardore, della sua volontà di littoria. Marchi e o ^l',w,t**,**«- M"rchi é la !,n"*ern dél VW? "e é '-'-n Prodigioso i e i e; „ .\ffi^1£msmÌOW- Ambrosla | time illustri che già hanno paga 'Ito lo scolto a Marassi. (Incasso L. 52.157 animatore, Bertoni l'organizzatore. Lazzaretti, pur con le sue scarse doti tecniche, è stato prezioso per i colori rossoblu. Condannato ad un campionato mediocre, il Ge- ^" *"*» e ***** s°»° le o SlIJi). o i spettatori Luigi Cavallero La Juventus non regge all'urlo del Genova si disunisce e perde nettamente: 2-0 La Juventus non regge all'urlo del Genova si disunisce e perde nettamente: 2-0 RETI: Lazzaretti al 40' del primo tempo; Bertoni al 18' della ripresa. GENOVA: Tavoletti: Marchi. Sardelli; Conta, Villa, nichelini; Lazzaretti, Feruzzolo, Bertoni, Cabalilo, Conti. JUVENTUS: Bodoira; Foni, Rava; Varglien I, Capocasale, Varglien il; Ho, Borei, Galletto, Lushta, Colaussi ARBITRO: Dattilo. Poco è mancato che la partita non potesse aver luogo perchè la Juventus, messasi in treno in mattinata a Rapallo, dove ai'eua trascorso la settimana godendosi il meraviglioso tepore deila riviera, non è arrivata a Genova, per cause di forza maggiore, che pochi minuti avanti l'ora fissata per l'incontro. La comitiva bianconera, ancora... a digiuno, ha raggiunto l'albergo e di lì, mentre i giuocatori rimediavano un pranzo di fortuna, : dirigenti telefonavano al campo chiedendo il rint'io dell'incontro o, quanto meno, che l'inizio fosse ritardato alle 11. Ne ebbero dapprima risposte vaghe, ma, poi, una successiva comunicaz.one avvertì che la squadra era attesa sul terreno non oltre il temilo di tolleranza fissato dal regolamento, altrimenti l'arbitro avrei ilA.ITKLASNMGTRVIlìc| sìc\ the assegnato senz'altro la «^«^|-*al Genova che, aveva gli uomi*l\tnegli spogliatoi pronti a preseti- eatvpdltarsi in campo. Non c'era, durnue, un minuto da perdere; i ragazzi lasciarono a metà il pranzo, si cacciarono in tasca fichi secchi, 7nele e mandarini, tanto per inghiottire ancora qualche cosa in auto, si dettero alla caccia dei mezzi di trasporto per raggiungere Marassi, cominciarono a sfilarsi colletto e cravatta ed a sbottonare panciotti in macchina e furono altrettanti Fregoli per smettere gli abiti borghesi e presentarsi in campo agli ordini di Dattilo. I dirigenti avvertivano infanto t'arbitro che la squadra avrebbe giuocato sotto riserva non ritenendo essi giusto e conveniente che la gara dovesse aver inizio in... periodo di digestione. Gran gioco all'inizio Alle 15,48 si cominciava, alla presenza di un pubblico non molto folto e con le due unità nelle formazioni annunciate, eccezione fatta per Depetrìni che, toccato ad un ginocchio nell'allenamento di giovedì, ed ancora zoppicante, lasciava il suo posto a Varglien I, la riserva sempre pronta per tutti i ruoli. Si cominciava bene, soprattutto da parte juventina. Avevamo inteso i giuocatori dire: « Vogliono che si giuochi ? Ebbene, vinceremo... », e pensammo che volessero tener fede alla promessa. Il terreno perfetto invitava al bel giuoco e la Juventus, abituata al fango ed al ghiaccio del suo campo, volle far festa al bel tappeto erboso ed al caldo sole con una serie di azioni scintillanti. Niente di eccessivamente pericoloso per la rete avversaria, ma avanzate eleganti, di perfetta impostazione, concertate in modo da offrire un vero godimento a chi troppo di rado vede gìuocare in stile superiore. I passaggi di Borei e di Lushta ai compagni di punta parevano altrettante sciabolate che tagliavano via i difensori genovesi costringendoli a precipitosi ripiegamenti ed anche ad errori evidenti. Se la Juventus avesse continuato in quel modo ci sarebbe stato offerto uno spettacolo di primissimo ordine; invece ancora una volta il bel giuoco... durò poco. Dopo dieci minuti circa si passò dall'accademia all'ordinaria amministrazoine, e si scese anche più in basso. Il Genova reagì a modo suo, con AbdvfdanbqefzèmgptJmzcccVqpdbaguR(ncSfftcaNGlnrRl-edvzvspaUo^\''calcMtT'a'tutta' forza] aìi'■ n,,] _,•„„„„ «.elunga traiettoria. Dal giuoco B terra, preciso rapido efficace, si passò a quello... stratosferico. L'esempio questa volta fu, contaqioso ed anche la Juventus si dette a picchiare forte ed a sperare in Dio. Una bazza per le due diut ±/iw. v ...^ ~ r . tese che, valendosi di ottmìcplm- tori, spazzarono d'autorità le atte Iaree affrontando anche con deci-i sione quegli attaccanti che s'arrischiarono a venir sotto. Tavoletti bloccò la palla su di una mezza rovesciata di Gabetto, Marchi, magnifico per precisione forza e sicurezza, arrestò netto Lushta sulla soglia dell'area di rigore e salvò in angolo per evitare un guaio maggiore. Risultato segnato Poi attaccò, il Genova, col suo caratteristico vigore che disorienta, con quella sua foga che toma fatale alle squadre torinesi. Come se il campo avesse avuti dimensioni enormi, l'offensiva fu impostata con passaggi fortissimi che facevan partire Conti e Lazzaretti in lunghe rincorse. La serie dei tiri fu aperta da Villa, che ne scoccò due secchi e radenti da notevole distanza, costringendo Bodoira a tuffarsi per pararli. Poi tirò anche Perazzolo, in corsa, provocando ancora un bell'intervento del portiere bianco-nero. La Juventus parve capace di resistere bene a quell'attacco sia per la forza della sua difesa, ulta quale Capocasale, giuocando in posizione arretrata, dava man forte, sia per la precipitazione con la quale i genovesi operavano: Lazzaretti sciupava da solo parecchie occasioni ma infine riusciva a dare il primo gol alla sua squadra. Conti vinceva sulla sinistra un piccolo duello con Varglien 1 e poteva passare a Gabardo che, a sua volta, smistava a Perazzolo; l'azione si concludeva con un allungo a Lazzaretti e con un violento tiro di quest'ultimo. La palla s'insaccava in anqolo, proprio sotto la traversa Un bel punto, flutto di una Rovinata intesa e realizzato diprepotenza. Aon mancavano cliccinque minuti alla fine del tempo ed it Genova insistette. Attaccò aspron battuto, con una pressione totale e fortissima. Bodoiru fu diecena ed intervenne a parare tiri su tiri: due. di Perazzolo rouo aiti sulla sbarra. La folla « ri-trovava» la sua squadra, salutava!|r.i,n CTZvpassa- ìcon grandi applausi il serrate ros| soblu. Come avviene spesse, le cose ìcambiarono all'inizio del secondo \ tempo. |-*«M&"to,^S^SS*D^-»Q^Snri2i^l\tTclmeMHnì^™^ essere efficace. Sì notava, nei suoi avanti, un po' più di ardire. Lushta, che con il suo palleggio riesciva ad avanzare sin in area, fece partire un pallone che Tavoletti deviò appena rendendo inutile;l'accorrere di Bo dalla sinistra.\|'IAnche Borei si liceva, ta^betfo non si districava a contatto di Marchi, e Bo era vigilato a do vere da Sardelli. Colaussi, dui can fo suo, non riesciva a far quanto da lui si attendeva. Dieci minuti anche questa volta e poi i bianconeri ripiegarono nuovamente. Sii batterono alcuni calci d'angolo, quindi, al 18', scappò Conti l che]eseguì un buon centro: Lazzaretti fermò la palla col petto, la smor-zò per lasciarla a Bertoni che gli èra vicino. Nessun difensore simosse ed il tiro del centrattacco genovese andò diritto a segno. La partita, con questo secondo punto, era definitivamente decisa. La Juventus cedette a causa della mediana ed anche per l'insufficienza degli attaccanti. Attacchi e contrattacchi sfociarono ancora in calci d'angolo senza effetto. Qualche rudezza, alcuni ripicchi fra Varglien II e Lazzaretti, sino a quando il rosso-blu si faceva sorprendere in fallo ed espellere su denuncia di un segnalinee all'ar- bitro. La decisione non tornò bene accetta alla folla che di conseguenza perseguitò Varglien II con urla sino al termine dell'incontro. Rimasto con soli dieci uomini (inoltre Michelini è zoppo), il Genova si chiuse nella sua metà campo come un riccio spaventato. Sapeva di avere un vantaggio sufficientemente netto e decise di di- fendprln Kìhntlè. nmti nnlin-nf feltenaerio. KWatte ogni paltone, fe-ce ressa e barriera nella propria area. I bianco neri... costretti adi attaccare, mandarono avanti anche Rava e Foni ma non conclusero nulla. Solo un tiro di Lushta trovò la giusta viti, ma Tavoletti balzò in tempo per fermarlo. E proprio all'ultimo minuto Bertoni fuggì, battè i terzini e diede a Gabardo che si incaricò di sbagliare. Non liete conferme La Juventus ha certo giuocato ' una delle sue peggiori partite. Ha avuto sprazzi bellissimi all'inizio, ■ poi, eccezione fatta per la difesa, ■ è andata male forte. Capocasale ha retto nel primo tempo ed è i scomparso nel secondo. I due lai fera/i non gli sono stati di molto ^aiuto. Prova negativa dell'attacco, ! con un Gabetto « ti vedo e non ti | vedo », con Borei che non è fatto ; per affrontare difensori decisi ; quali sono Marchi e Sardelli, due I alt irresolute. E' un passo indietro ; quello che la squadra ha fatto e i si è avuta la riconferma chiara e i precisa di difetti già altre volte riilsco„f,.afj, Tutto grava troppo sul- 5 8 2 la difesa e se quella non regge ogni cosa va per il peggio. Neppure il Genova è,, in questo momento, una squadra da prendere a modello. Essa vive solo del suo ardore, della sua volontà di littoria. Marchi e o ^l',w,t**,**«- M"rchi é la !,n"*ern dél VW? "e é '-'-n Prodigioso i e i e; „ .\ffi^1£msmÌOW- Ambrosla | time illustri che già hanno paga 'Ito lo scolto a Marassi. (Incasso L. 52.157 animatore, Bertoni l'organizzatore. Lazzaretti, pur con le sue scarse doti tecniche, è stato prezioso per i colori rossoblu. Condannato ad un campionato mediocre, il Ge- ^" *"*» e ***** s°»° le o SlIJi). o i spettatori Luigi Cavallero

Luoghi citati: Genova, Rapallo