La sterlina nel baratro delle spese di guerra di Giuseppe Piazza

La sterlina nel baratro delle spese di guerra La sterlina nel baratro delle spese di guerra Washington dà fa mano a Londra nel bieco disegno di affamare la Francia Berlino, 7 febbraio. Oggetto centrale di tutti i rilievi di stampa è oggi la situazione finanziarla dell'Inghilterra, quale è stata or ora confermata e lumeggiata in tutta la sua sinistra luce dalle dichiarazioni con cui il Cancelliere del tesoro sir Kingsley Wood ha avuto l'ingrato compito di sostenere la richiesta che ha fatto di 600 milioni di sterline per l'anno finanziario corrente e di un miliardo per quello prossimo. Le cifre dal Cancelliere Wood esposte su quel che questa guerra costa all'Inghilterra appaiono semplicemente astronomiche, e all'altezza di esse appaiono naturalmente anche le relative più che giustificate preoccupazioni dal ministro espresse — e più ancora forse quelle non espresse — fra l'altro per quanto riguarda il pericolo sempre permanente di una inflazione, che in situazioni simili è sempre l'abisso sull'orlo del quale si cammina. Due finanze, due metodi Ma ancora più astronomica appare la incapacità della plutocrazia britannica dimostrata di provvedere a finanziare la guerra — che la plutocrazia medesima indubbiamente preparava, come da tutte le testimonianze oggi vie ne dimostrato — in altro modo che non sia quello di stringere sempre più la vite del vampirismo dominante sulla povera schiena del contribuente. L'Inghilterra però — osservano i giornali tedeschi — non ha altro mezzo oramai per far fronte ad una situazione come quella in cui si trova, la quale non può definirsi altrimenti che fallimentare, se non quello appunto di stringere sempre* più questa vite; e ciò per la semplice ragione che, al contrario della finanza di guerra tedesca, la plutocrazia britannica, nella sua incapacità e nella sua imprevidenza, si è preclusa essa stessa la via che sola può condurre alle fonti naturali del vero gettito finanziario e tributario. Queste fonti giacciono non già nella pressione all'infinito sulle possibilità di prestazione del contribuente bensì nell'aumento spontaneo e naturale del rendimento e della capacità tributaria del popolo, in grazia del crescente aumento del suo introito per l'aumentato suo lavoro produttivo. E' a queste fonti che fin da principio ha attinto la finanza di guerra tedesca. E così è che cresce e crescerà in Germania di anno in anno, e ciò anche durante la guerra, il gettito delle imposte senza che il contribuente per così dire se ne accorga, o ad ogni modo abbia la minima ragione di lamentarsene. Appena l'altro giorno ancora — si osserva — il segretario di Stato alle finanze del Reich, Reinhardt, ha potuto annunciare al popolo tedesco che l'anno 1941 non porterà, al pari dei precedenti, nè nuove tasse, nè aumenti delle tasse esistenti; e sono anni ormai che questo è l'andamento della finanza tedesca, andamento che la guerra non ha minimamente interrotto o mutato. Il gettito tributario in Germania — osservano i giornali— cresce perchè cresce la forza di lavoro e di produzione del popolo tedesco e non già perchè si stremano all'infinito le possibilità tributarie del contribuente. Nella organizzazione e nello spirito nazionalsocialista, insomma, è sempre il' lavoro che è la sola ricchezza e la sola fonte di ricchezze. La economia dei plutocratici inglesi invece, si osserva, è oramai talmente indebolita che non ha più alcun'altra possibilità o risorsa se non quella di spremere fino asangue il contribuente, allo scopo di finanziare possibilmente la guerra; ed è proprio a questa unica via che la vampiresca casta si appiglia. . Si paragoni con questo sistema la sicurezza di condotta finanzia-ria dello Stato — e dello Stato inguerra — che si esprime dalla giàmenzionata dichiarazione del se- gretario tedesco alle finanze: «iliefinanziamento della guerra è assi curato — egli diceva —; questo finanziamento non è ottenuto nè a mezzo di sempre nuove tasse, nè a mezzo di emissione di sempre nuovi biglietti di stato. La forza finanziarla dello Stato e la sua valuta non sono e non saranno, per tutta la guerra, dovesse essa durare quanto può e quanto deve, minimamente intaccate ». Il domìnio dell'aria Per il resto è ancora la battaglia aerea del canale della Manica che sta al centro dell'attenzione pubblica; e i commenti osservano come nella fase della guerra che comincia col nuovo anno questa battaglia ha servito a fissare il rapporto esatto delle due forze aeree al di sopra di tutte le montature propagandistiche e delle false aspettazioni invano tentate di creare al riguardo del comando britannico, cosi nella propria come nelle altre pubbliche opinioni del mondo. Dopo tante tendenziose campagne — si osserva — intese a diffondere la convinzione che l'aviazione britannica, nella pausa della sua azione, si preparava a raggiungere la parità prima e la superiorità poi con quella del nemico, per passare — come strombazzavano le trombe di tutti gli araldi del signor Duff Cooper — dalla difensiva all'offensiva, ecco che al primo tentativo ài misurarsi col nemico in forze, e in aperto campo offensivo, il verdetto dei fatti è stato come prima e come sempre fin dal primo momento della guerra uno solo: e cioè l'assoluta superiorità dell'aviazione germanica. Non appena — si continua ad osservare — l'aviazione tedesca lascia passare anche solo un paio di giorni senza grandi attacchi contro l'Inghilterra, ecco che la propaganda britannica alza la voce e parla già di «parità finalmente raggiunta» ovvero addirittura di « superiorità » della R.A.F. sull'arma aerea tedesca. Anche nella recente fase, mentre tutti gli altoparlanti di Churchill non lasciavano passare un solo minuto senza preparare il loro pubblico ai grandi apocalittici colpi che si attendono e che verranno dalla Germania, essi non cessavano tuttavia come non ces sano nel medesimo tempo di blaterare di « un certo indebolimen to dell'arma aerea tedesca ». Ma il fatto è che In questo, come in qualsiasi altro periodo della guer ra, la superiorità dell'aviazione germanica si è sempre rivelata nel fatto del mai cessato attacco all'isola, attacco soprattutto perseguito in pieno giorno, mentre l'aviazione britannica non ha mai osato affrontare di giorno l'avversario limitando tutta la sua attività unicamente ai proditorii attacchi notturni, i quali per altro anche per conto loro hanno comprovato l'inferiorità militare non meno che quella morale che la muoveva a questa triste iniziativa. Ciò mentre anche nel presente periodo l'aviazione del Reich non ha mancato un solo giorno di proseguire il suo attacco all'isola, per l'indebolimento progressivo della resistenza del suoi centri così militari come industriali, attacco che non è stato mai interrotto e di cui si vedranno indubbiamente gli effetti. Nel primo periodo della guerra — osserva fra l'altro il Voelkischer Benbachter — soltanto un paio di volte l'aviazione inglese ha osato affrontare il suo potente avversario in pieno giorno e naturalmente ne ebbe sempre la peggio. Ciò accadde, a non parlare degli attacchi dei primissimi giorni, il 4 settembre, a Wilhelmshaven e a Cuxhaven, quando le formazioni britanniche se ne tornarono indietro avendoci rimesso la metà delle loro forze principalmente nella famosa battaglia della Baia Tedesca del dicembre, nella quale tondtl'èsbtsocZdpptacvdvmvtlvditpdrrfsdldpbvaemnlqcmtdncglrmgdgviplsactsgarndsqpksv di 52 apparecchi attaccanti l'avlaà zione britannica ne perdette 36. 1 «La sconfitta di Calais — con- elude il giornale — ha costituì- to ancora un altro splendente ancllo della medesima catena di disfatte britanniche che è la catena dell'assoluta superiosità dell'arma aerea tedesca. Di nuovo si è dimostrato che l'aviazione tedesca ha in mano sua incontrastabilmente l'iniziativa. Ogni tenta-1 tivo della R.A.F. di toglierle questa iniziativa e di passare alla offensiva finisce inevitabilmente con la peggio degli inglesi ». Anche la Deutsche Alìgemeine Zcitung nota come specialmente dal principio di quest'anno la propaganda britanniva si sia adoperata ad avvalorare la cosiddetta « crisi di svolta della guerra aerea », il punto decisivo cioè in cui presso a poco si sarebbe dovuta manifestare la superiorità dell'aviazione britannica, che avrebbe dovuto comprovare la sua maturità per passare all'offensiva; ma ecco che al primo tentativo offensivo, sulla soglia dell'anno nuovo, i fatti ancora una volta distruggono la leggenda della superiorità aviatoria degli inglesi. Tutte le volte che essi tentano di prendere in mano propria l'iniziativa essa sfugge loro di mano. Documento di ipocrisia Le dichiarazioni del Segretario di Stato americano agli esteri Bull che gli Stati Uniti non frapporrebbero per conto loro ostacoli ad un approvvigionamento dei Paesi europei sofferenti per la guerra, ma che la esecuzione di questi eventuali soccorsi dipende soltanto dalla condotta di blocco dell'Inghilterra, è assai severamente giudicata a Berlino, anzi tutto come un involontario, e perciò ancora più efficace e tremendo atto di accusa alla inumanità e illegalità del blocco dall'Inghilterra dichiarato — e del quale gli Stati Uniti con la loro condotta politica dividono pienamente la complicità — ma, praticamente poi conie un insigne documento di ipocrisia, il quale non può a meno di risultare a chiunque consideri quanto, dati gli intimi rapporti esistenti fra l'Inghilterra e gli Stati Uniti, riuscirebbe facile a questi ultimi a trovare una via di passaggio attraverso i rigori del blocco. L'ufficiosa agenzia Corrispondenza Politico - Diplomatica stigmatizza energicamente la colpevole passività degli Stati Uniti in questa materia che, anche per questo riguardo addossa sulle loro spalle una grande responsabilità di fronte non soltanto alle leggi internazionali, ma anche alla legge umana non scritta, responsabilità della quale la storia chiederà loro conto. Che gli aiuti eventualmente mandati ai Paesi sofferenti possano andare ad approvvigionare la Germania, altro non è che un pretesto di lana caprina dimostrato insussistente dai fatti: e fra l'altro in questi giorni anche constatato de visti dalla commissione Hoover presente in Germania. Anche l'inizio della * Conferenza della pace » fra il Thai e Indocina, inauguratasi oggi a Tokio sotto lF- presidenza di Matsuoka, è oggetto di commenti. Questi rilevano come la funzione assunta dal Giappone in questa vertenr.a, funzione consacrata dal ricrnoscimento spontaneo delle prirti in lite, dimostri coi fatti la naturale preminenza e «funzione .lirettiva » della grande potenza estrenio asiatica nipponica, nello spazio estremo asiatico, ai sensi e nello spirito del Patto tripartito; ma più ancora l'avvenimento cui assistiamo dimostra visibilmente la grande funzione di pace che a questa nuova concezione del mondo è propria e inerente. Ciò, nel momento in cui, d'altra parte, la vecchia organizzazione del mondo dimostra di non potere e di non saper funzionare se non ad aliar e-are i conflitti non mio a meno dM5a.„„<.f "i!i,"'.n°„ E,ft™ riuscire altamente istruttivo. Giuseppe Piazza La sterlina nel baratro delle spese di guerra La sterlina nel baratro delle spese di guerra Washington dà fa mano a Londra nel bieco disegno di affamare la Francia Berlino, 7 febbraio. Oggetto centrale di tutti i rilievi di stampa è oggi la situazione finanziarla dell'Inghilterra, quale è stata or ora confermata e lumeggiata in tutta la sua sinistra luce dalle dichiarazioni con cui il Cancelliere del tesoro sir Kingsley Wood ha avuto l'ingrato compito di sostenere la richiesta che ha fatto di 600 milioni di sterline per l'anno finanziario corrente e di un miliardo per quello prossimo. Le cifre dal Cancelliere Wood esposte su quel che questa guerra costa all'Inghilterra appaiono semplicemente astronomiche, e all'altezza di esse appaiono naturalmente anche le relative più che giustificate preoccupazioni dal ministro espresse — e più ancora forse quelle non espresse — fra l'altro per quanto riguarda il pericolo sempre permanente di una inflazione, che in situazioni simili è sempre l'abisso sull'orlo del quale si cammina. Due finanze, due metodi Ma ancora più astronomica appare la incapacità della plutocrazia britannica dimostrata di provvedere a finanziare la guerra — che la plutocrazia medesima indubbiamente preparava, come da tutte le testimonianze oggi vie ne dimostrato — in altro modo che non sia quello di stringere sempre più la vite del vampirismo dominante sulla povera schiena del contribuente. L'Inghilterra però — osservano i giornali tedeschi — non ha altro mezzo oramai per far fronte ad una situazione come quella in cui si trova, la quale non può definirsi altrimenti che fallimentare, se non quello appunto di stringere sempre* più questa vite; e ciò per la semplice ragione che, al contrario della finanza di guerra tedesca, la plutocrazia britannica, nella sua incapacità e nella sua imprevidenza, si è preclusa essa stessa la via che sola può condurre alle fonti naturali del vero gettito finanziario e tributario. Queste fonti giacciono non già nella pressione all'infinito sulle possibilità di prestazione del contribuente bensì nell'aumento spontaneo e naturale del rendimento e della capacità tributaria del popolo, in grazia del crescente aumento del suo introito per l'aumentato suo lavoro produttivo. E' a queste fonti che fin da principio ha attinto la finanza di guerra tedesca. E così è che cresce e crescerà in Germania di anno in anno, e ciò anche durante la guerra, il gettito delle imposte senza che il contribuente per così dire se ne accorga, o ad ogni modo abbia la minima ragione di lamentarsene. Appena l'altro giorno ancora — si osserva — il segretario di Stato alle finanze del Reich, Reinhardt, ha potuto annunciare al popolo tedesco che l'anno 1941 non porterà, al pari dei precedenti, nè nuove tasse, nè aumenti delle tasse esistenti; e sono anni ormai che questo è l'andamento della finanza tedesca, andamento che la guerra non ha minimamente interrotto o mutato. Il gettito tributario in Germania — osservano i giornali— cresce perchè cresce la forza di lavoro e di produzione del popolo tedesco e non già perchè si stremano all'infinito le possibilità tributarie del contribuente. Nella organizzazione e nello spirito nazionalsocialista, insomma, è sempre il' lavoro che è la sola ricchezza e la sola fonte di ricchezze. La economia dei plutocratici inglesi invece, si osserva, è oramai talmente indebolita che non ha più alcun'altra possibilità o risorsa se non quella di spremere fino asangue il contribuente, allo scopo di finanziare possibilmente la guerra; ed è proprio a questa unica via che la vampiresca casta si appiglia. . Si paragoni con questo sistema la sicurezza di condotta finanzia-ria dello Stato — e dello Stato inguerra — che si esprime dalla giàmenzionata dichiarazione del se- gretario tedesco alle finanze: «iliefinanziamento della guerra è assi curato — egli diceva —; questo finanziamento non è ottenuto nè a mezzo di sempre nuove tasse, nè a mezzo di emissione di sempre nuovi biglietti di stato. La forza finanziarla dello Stato e la sua valuta non sono e non saranno, per tutta la guerra, dovesse essa durare quanto può e quanto deve, minimamente intaccate ». Il domìnio dell'aria Per il resto è ancora la battaglia aerea del canale della Manica che sta al centro dell'attenzione pubblica; e i commenti osservano come nella fase della guerra che comincia col nuovo anno questa battaglia ha servito a fissare il rapporto esatto delle due forze aeree al di sopra di tutte le montature propagandistiche e delle false aspettazioni invano tentate di creare al riguardo del comando britannico, cosi nella propria come nelle altre pubbliche opinioni del mondo. Dopo tante tendenziose campagne — si osserva — intese a diffondere la convinzione che l'aviazione britannica, nella pausa della sua azione, si preparava a raggiungere la parità prima e la superiorità poi con quella del nemico, per passare — come strombazzavano le trombe di tutti gli araldi del signor Duff Cooper — dalla difensiva all'offensiva, ecco che al primo tentativo ài misurarsi col nemico in forze, e in aperto campo offensivo, il verdetto dei fatti è stato come prima e come sempre fin dal primo momento della guerra uno solo: e cioè l'assoluta superiorità dell'aviazione germanica. Non appena — si continua ad osservare — l'aviazione tedesca lascia passare anche solo un paio di giorni senza grandi attacchi contro l'Inghilterra, ecco che la propaganda britannica alza la voce e parla già di «parità finalmente raggiunta» ovvero addirittura di « superiorità » della R.A.F. sull'arma aerea tedesca. Anche nella recente fase, mentre tutti gli altoparlanti di Churchill non lasciavano passare un solo minuto senza preparare il loro pubblico ai grandi apocalittici colpi che si attendono e che verranno dalla Germania, essi non cessavano tuttavia come non ces sano nel medesimo tempo di blaterare di « un certo indebolimen to dell'arma aerea tedesca ». Ma il fatto è che In questo, come in qualsiasi altro periodo della guer ra, la superiorità dell'aviazione germanica si è sempre rivelata nel fatto del mai cessato attacco all'isola, attacco soprattutto perseguito in pieno giorno, mentre l'aviazione britannica non ha mai osato affrontare di giorno l'avversario limitando tutta la sua attività unicamente ai proditorii attacchi notturni, i quali per altro anche per conto loro hanno comprovato l'inferiorità militare non meno che quella morale che la muoveva a questa triste iniziativa. Ciò mentre anche nel presente periodo l'aviazione del Reich non ha mancato un solo giorno di proseguire il suo attacco all'isola, per l'indebolimento progressivo della resistenza del suoi centri così militari come industriali, attacco che non è stato mai interrotto e di cui si vedranno indubbiamente gli effetti. Nel primo periodo della guerra — osserva fra l'altro il Voelkischer Benbachter — soltanto un paio di volte l'aviazione inglese ha osato affrontare il suo potente avversario in pieno giorno e naturalmente ne ebbe sempre la peggio. Ciò accadde, a non parlare degli attacchi dei primissimi giorni, il 4 settembre, a Wilhelmshaven e a Cuxhaven, quando le formazioni britanniche se ne tornarono indietro avendoci rimesso la metà delle loro forze principalmente nella famosa battaglia della Baia Tedesca del dicembre, nella quale tondtl'èsbtsocZdpptacvdvmvtlvditpdrrfsdldpbvaemnlqcmtdncglrmgdgviplsactsgarndsqpksv di 52 apparecchi attaccanti l'avlaà zione britannica ne perdette 36. 1 «La sconfitta di Calais — con- elude il giornale — ha costituì- to ancora un altro splendente ancllo della medesima catena di disfatte britanniche che è la catena dell'assoluta superiosità dell'arma aerea tedesca. Di nuovo si è dimostrato che l'aviazione tedesca ha in mano sua incontrastabilmente l'iniziativa. Ogni tenta-1 tivo della R.A.F. di toglierle questa iniziativa e di passare alla offensiva finisce inevitabilmente con la peggio degli inglesi ». Anche la Deutsche Alìgemeine Zcitung nota come specialmente dal principio di quest'anno la propaganda britanniva si sia adoperata ad avvalorare la cosiddetta « crisi di svolta della guerra aerea », il punto decisivo cioè in cui presso a poco si sarebbe dovuta manifestare la superiorità dell'aviazione britannica, che avrebbe dovuto comprovare la sua maturità per passare all'offensiva; ma ecco che al primo tentativo offensivo, sulla soglia dell'anno nuovo, i fatti ancora una volta distruggono la leggenda della superiorità aviatoria degli inglesi. Tutte le volte che essi tentano di prendere in mano propria l'iniziativa essa sfugge loro di mano. Documento di ipocrisia Le dichiarazioni del Segretario di Stato americano agli esteri Bull che gli Stati Uniti non frapporrebbero per conto loro ostacoli ad un approvvigionamento dei Paesi europei sofferenti per la guerra, ma che la esecuzione di questi eventuali soccorsi dipende soltanto dalla condotta di blocco dell'Inghilterra, è assai severamente giudicata a Berlino, anzi tutto come un involontario, e perciò ancora più efficace e tremendo atto di accusa alla inumanità e illegalità del blocco dall'Inghilterra dichiarato — e del quale gli Stati Uniti con la loro condotta politica dividono pienamente la complicità — ma, praticamente poi conie un insigne documento di ipocrisia, il quale non può a meno di risultare a chiunque consideri quanto, dati gli intimi rapporti esistenti fra l'Inghilterra e gli Stati Uniti, riuscirebbe facile a questi ultimi a trovare una via di passaggio attraverso i rigori del blocco. L'ufficiosa agenzia Corrispondenza Politico - Diplomatica stigmatizza energicamente la colpevole passività degli Stati Uniti in questa materia che, anche per questo riguardo addossa sulle loro spalle una grande responsabilità di fronte non soltanto alle leggi internazionali, ma anche alla legge umana non scritta, responsabilità della quale la storia chiederà loro conto. Che gli aiuti eventualmente mandati ai Paesi sofferenti possano andare ad approvvigionare la Germania, altro non è che un pretesto di lana caprina dimostrato insussistente dai fatti: e fra l'altro in questi giorni anche constatato de visti dalla commissione Hoover presente in Germania. Anche l'inizio della * Conferenza della pace » fra il Thai e Indocina, inauguratasi oggi a Tokio sotto lF- presidenza di Matsuoka, è oggetto di commenti. Questi rilevano come la funzione assunta dal Giappone in questa vertenr.a, funzione consacrata dal ricrnoscimento spontaneo delle prirti in lite, dimostri coi fatti la naturale preminenza e «funzione .lirettiva » della grande potenza estrenio asiatica nipponica, nello spazio estremo asiatico, ai sensi e nello spirito del Patto tripartito; ma più ancora l'avvenimento cui assistiamo dimostra visibilmente la grande funzione di pace che a questa nuova concezione del mondo è propria e inerente. Ciò, nel momento in cui, d'altra parte, la vecchia organizzazione del mondo dimostra di non potere e di non saper funzionare se non ad aliar e-are i conflitti non mio a meno dM5a.„„<.f "i!i,"'.n°„ E,ft™ riuscire altamente istruttivo. Giuseppe Piazza

Persone citate: Churchill, Duff Cooper, Hoover, Kingsley Wood, Matsuoka, Reinhardt, Thai