Milano e Piemonte pareggiano ma il torneo è vinto dai lombardi

Milano e Piemonte pareggiano ma il torneo è vinto dai lombardi L'epilogo della Coppa Impero di spada Milano e Piemonte pareggiano ma il torneo è vinto dai lombardi Il pubblico è stipato ed in si-[lenziu: sulla pedana due bianchii atleti, Corvo e Mangiarotti, si so no già agganciati al filo scorrevole e provano le spade, facendo trillare il campanello ed accendere le lampadine, alternativamente. Sembrano calmi, eppure sappiamo che essi sentono che da questo in-. contro dipende la vittoria della | propria squadra, e quindi la vittoria finale. Edoardo Mangiarotti è un po' pallido, Corvo più pacato. L\< a voi » del presidente di giuria, Roca, è quasi una liberazione per gli schermitori e per il pubblico. Si incomincia. Mangiarotti attacca deciso; egli deve vincere (gli occhi del padre lo seguono, e sembra gli ripetano la consegna), perchè, se Corvo riesce a strappargli solo l'incontro nullo, il Piemonte ha vinto. Dunque attacca, e tocca velovlssimo: ma Corvo, pronto, « allinea » e tocca nel medesimo istante. Le lampadine si accendono contemporaneamente: colpo doppio. Il pubblico incita Corvo, il quale sa che l'avversario è forte, forse il più forte: reagisce, attacca. Ma il milanese lo arresta al braccio, precedendolo: due ad uno. L'ultimo colpo è ancora per Mangiarotti, che mette a segno una stoccata al polso, un piccolo capolavoro di precisione. Corvo ha perduto, ed il Piemonte ha solo pareggiato l'incontro con i milanesi, che, avvantaggiati di un punto in classifica generale, riescono cosi a conservarlo, aggiudicandosi la Coppa per la seconda volta. Eppure, quanta speranza i piemontesi ci hanno dato durante lo incontro! Pensate: per due turni in vantaggio, al terzo pari. Nello ultimo turno Cartone si fa superare da Allocchio, per troppa precipitazione. Ma Passarcllo, che pur tirando con tanto cuore e con poca fortuna ha solo totalizzato sconfitte, raddoppia 1 suoi sforzi e la sua volontà; facendo una vittima illustre: Agostoni. Picchi riporta in vantaggio il Piemonte « cappottando » Riva, e concludendo la sua gran giornata. L'assalto tra Mangiarotti e Corvo lo sapete: ma nessun rancore per Corvo, che ha tirato a denti stretti ed appena in piedi dopo un attacco influenzale. Si è avverato quel che avevamo temuto, e cioè che il punto portato via dal Napoli domenica scorsa, avrebbe potuto avere conseguenze spiacevoli. Infatti, se il Piemonte avesse evitato l'infortunio (il Napoli è ultimo in classifica generale, e solo con quel punticino all'attivo!), oggi, con il pareggio conseguito conu i i milanesi, sarebbero intatte le sue possibilità finali. ' milanesi, sconcertati e disunit. dall'inizio brillante del Piemonte, hanno saputo riprendersi 'in tempo ne! finale, riuscendo a [pareggiare una gara già comproi messa. La delusione grossa l'ha . | a o r o e e i , e e o i a fornita Agostoni, abulico e non brillante: gli sono mancate proprio le doti che fecero di lui un campione. Allocchio, al contrario, si è affermato spadista calmo e redditizio, anche se non molto appariscente, lasciando imbattuto la pedana. Riva ha fatto quel che ha potuto, schermendo bravamente. Edoardo Mangiarotti ha. iniziato in sordina, subendo iniziative ed insuccessi, senza reagire con il suo solito vigore. Però ha avuto il merito di aver saputo imporre la sua classe nei momenti cruciali, facendoci rivedere qualcuna di quelle azioni che Io laurearono nelle ultime Olimpiadi. Dei piemontesi abbiamo già parlato. Raccomandiamo solo a Cantone, bravo e giovane, di essere più calmo specialmente con i meno forti di lui. Quando avrà imparato un po' di '■- mestiere » sarà completo. Di Picchi, il migliore ed imbattuto, non possiamo che dir bene: l'estroso universitario farà tutta la strada che vorrà il giorno che sarà meno... estroso. Come ieri, Corvo, la classica vecchia pellaccia « dura a morire », per calma e volontà può essere di esempio a tanti giovani. Passarello si è rivelato in questo torneo. Ha bisogno ancora di molto lavoro, ed ha buoni mezzi. Se avrà pazienza, le affermazioni non mancheranno. E cosi, anche la Coppa Impero di quest'anno ha chiuso i battenti con il trionfo dei milanesi, protetti — in verità — dalla dea Fortuna in persona. Infatti è questa la seconda volta che la loro vittoria è dipesa dall'ultimo assalto dell'incontro decisivo! Il torneo è stato un successo di organizzazione, di pubblico, di propaganda. Dobbiamo doverosamente premettere — prima di dare la classifica generale — che molte squadre, e specialmente le due ultime, hanno mal figurato per i vuoti verificatisi nelle formazioni a causa dei richiami. Ma certo questo sarà vagliato lai dirigeut! la Federazione, ai fini della disnuta della futura edizione della Coppa. Classìfica finale: l. Milano, pun ti 16; 2. Piemonte, p. 15; 3. Ro ma, p. 12; 4. Venezia, p. 9; 5. Ge nova, p. 8; 6. Trieste, p. 5; 7. Emilia, p. 4; 8. Bari, p. 4; 9. Napoli, p. 1. L'ultimo incontro tra Piemonte e Milano o terminato alla pari, con 7 vittorie e 2 incontri nulli per parte. Aldo Masciotta CEN0VA. — Coppa Roddolo, gara nazionale di sciabola; 1. Accademia Fasciste. Genovese, p. 4 (15 vittorie); 2. Cassa di Risparmio di Milano, p. 4 (14 vitt); 3. Dop. Ferr. Genova; 4. Sala Rossi Genova. Milano e Piemonte pareggiano ma il torneo è vinto dai lombardi L'epilogo della Coppa Impero di spada Milano e Piemonte pareggiano ma il torneo è vinto dai lombardi Il pubblico è stipato ed in si-[lenziu: sulla pedana due bianchii atleti, Corvo e Mangiarotti, si so no già agganciati al filo scorrevole e provano le spade, facendo trillare il campanello ed accendere le lampadine, alternativamente. Sembrano calmi, eppure sappiamo che essi sentono che da questo in-. contro dipende la vittoria della | propria squadra, e quindi la vittoria finale. Edoardo Mangiarotti è un po' pallido, Corvo più pacato. L\< a voi » del presidente di giuria, Roca, è quasi una liberazione per gli schermitori e per il pubblico. Si incomincia. Mangiarotti attacca deciso; egli deve vincere (gli occhi del padre lo seguono, e sembra gli ripetano la consegna), perchè, se Corvo riesce a strappargli solo l'incontro nullo, il Piemonte ha vinto. Dunque attacca, e tocca velovlssimo: ma Corvo, pronto, « allinea » e tocca nel medesimo istante. Le lampadine si accendono contemporaneamente: colpo doppio. Il pubblico incita Corvo, il quale sa che l'avversario è forte, forse il più forte: reagisce, attacca. Ma il milanese lo arresta al braccio, precedendolo: due ad uno. L'ultimo colpo è ancora per Mangiarotti, che mette a segno una stoccata al polso, un piccolo capolavoro di precisione. Corvo ha perduto, ed il Piemonte ha solo pareggiato l'incontro con i milanesi, che, avvantaggiati di un punto in classifica generale, riescono cosi a conservarlo, aggiudicandosi la Coppa per la seconda volta. Eppure, quanta speranza i piemontesi ci hanno dato durante lo incontro! Pensate: per due turni in vantaggio, al terzo pari. Nello ultimo turno Cartone si fa superare da Allocchio, per troppa precipitazione. Ma Passarcllo, che pur tirando con tanto cuore e con poca fortuna ha solo totalizzato sconfitte, raddoppia 1 suoi sforzi e la sua volontà; facendo una vittima illustre: Agostoni. Picchi riporta in vantaggio il Piemonte « cappottando » Riva, e concludendo la sua gran giornata. L'assalto tra Mangiarotti e Corvo lo sapete: ma nessun rancore per Corvo, che ha tirato a denti stretti ed appena in piedi dopo un attacco influenzale. Si è avverato quel che avevamo temuto, e cioè che il punto portato via dal Napoli domenica scorsa, avrebbe potuto avere conseguenze spiacevoli. Infatti, se il Piemonte avesse evitato l'infortunio (il Napoli è ultimo in classifica generale, e solo con quel punticino all'attivo!), oggi, con il pareggio conseguito conu i i milanesi, sarebbero intatte le sue possibilità finali. ' milanesi, sconcertati e disunit. dall'inizio brillante del Piemonte, hanno saputo riprendersi 'in tempo ne! finale, riuscendo a [pareggiare una gara già comproi messa. La delusione grossa l'ha . | a o r o e e i , e e o i a fornita Agostoni, abulico e non brillante: gli sono mancate proprio le doti che fecero di lui un campione. Allocchio, al contrario, si è affermato spadista calmo e redditizio, anche se non molto appariscente, lasciando imbattuto la pedana. Riva ha fatto quel che ha potuto, schermendo bravamente. Edoardo Mangiarotti ha. iniziato in sordina, subendo iniziative ed insuccessi, senza reagire con il suo solito vigore. Però ha avuto il merito di aver saputo imporre la sua classe nei momenti cruciali, facendoci rivedere qualcuna di quelle azioni che Io laurearono nelle ultime Olimpiadi. Dei piemontesi abbiamo già parlato. Raccomandiamo solo a Cantone, bravo e giovane, di essere più calmo specialmente con i meno forti di lui. Quando avrà imparato un po' di '■- mestiere » sarà completo. Di Picchi, il migliore ed imbattuto, non possiamo che dir bene: l'estroso universitario farà tutta la strada che vorrà il giorno che sarà meno... estroso. Come ieri, Corvo, la classica vecchia pellaccia « dura a morire », per calma e volontà può essere di esempio a tanti giovani. Passarello si è rivelato in questo torneo. Ha bisogno ancora di molto lavoro, ed ha buoni mezzi. Se avrà pazienza, le affermazioni non mancheranno. E cosi, anche la Coppa Impero di quest'anno ha chiuso i battenti con il trionfo dei milanesi, protetti — in verità — dalla dea Fortuna in persona. Infatti è questa la seconda volta che la loro vittoria è dipesa dall'ultimo assalto dell'incontro decisivo! Il torneo è stato un successo di organizzazione, di pubblico, di propaganda. Dobbiamo doverosamente premettere — prima di dare la classifica generale — che molte squadre, e specialmente le due ultime, hanno mal figurato per i vuoti verificatisi nelle formazioni a causa dei richiami. Ma certo questo sarà vagliato lai dirigeut! la Federazione, ai fini della disnuta della futura edizione della Coppa. Classìfica finale: l. Milano, pun ti 16; 2. Piemonte, p. 15; 3. Ro ma, p. 12; 4. Venezia, p. 9; 5. Ge nova, p. 8; 6. Trieste, p. 5; 7. Emilia, p. 4; 8. Bari, p. 4; 9. Napoli, p. 1. L'ultimo incontro tra Piemonte e Milano o terminato alla pari, con 7 vittorie e 2 incontri nulli per parte. Aldo Masciotta CEN0VA. — Coppa Roddolo, gara nazionale di sciabola; 1. Accademia Fasciste. Genovese, p. 4 (15 vittorie); 2. Cassa di Risparmio di Milano, p. 4 (14 vitt); 3. Dop. Ferr. Genova; 4. Sala Rossi Genova. Milano e Piemonte pareggiano ma il torneo è vinto dai lombardi L'epilogo della Coppa Impero di spada Milano e Piemonte pareggiano ma il torneo è vinto dai lombardi Il pubblico è stipato ed in si-[lenziu: sulla pedana due bianchii atleti, Corvo e Mangiarotti, si so no già agganciati al filo scorrevole e provano le spade, facendo trillare il campanello ed accendere le lampadine, alternativamente. Sembrano calmi, eppure sappiamo che essi sentono che da questo in-. contro dipende la vittoria della | propria squadra, e quindi la vittoria finale. Edoardo Mangiarotti è un po' pallido, Corvo più pacato. L\< a voi » del presidente di giuria, Roca, è quasi una liberazione per gli schermitori e per il pubblico. Si incomincia. Mangiarotti attacca deciso; egli deve vincere (gli occhi del padre lo seguono, e sembra gli ripetano la consegna), perchè, se Corvo riesce a strappargli solo l'incontro nullo, il Piemonte ha vinto. Dunque attacca, e tocca velovlssimo: ma Corvo, pronto, « allinea » e tocca nel medesimo istante. Le lampadine si accendono contemporaneamente: colpo doppio. Il pubblico incita Corvo, il quale sa che l'avversario è forte, forse il più forte: reagisce, attacca. Ma il milanese lo arresta al braccio, precedendolo: due ad uno. L'ultimo colpo è ancora per Mangiarotti, che mette a segno una stoccata al polso, un piccolo capolavoro di precisione. Corvo ha perduto, ed il Piemonte ha solo pareggiato l'incontro con i milanesi, che, avvantaggiati di un punto in classifica generale, riescono cosi a conservarlo, aggiudicandosi la Coppa per la seconda volta. Eppure, quanta speranza i piemontesi ci hanno dato durante lo incontro! Pensate: per due turni in vantaggio, al terzo pari. Nello ultimo turno Cartone si fa superare da Allocchio, per troppa precipitazione. Ma Passarcllo, che pur tirando con tanto cuore e con poca fortuna ha solo totalizzato sconfitte, raddoppia 1 suoi sforzi e la sua volontà; facendo una vittima illustre: Agostoni. Picchi riporta in vantaggio il Piemonte « cappottando » Riva, e concludendo la sua gran giornata. L'assalto tra Mangiarotti e Corvo lo sapete: ma nessun rancore per Corvo, che ha tirato a denti stretti ed appena in piedi dopo un attacco influenzale. Si è avverato quel che avevamo temuto, e cioè che il punto portato via dal Napoli domenica scorsa, avrebbe potuto avere conseguenze spiacevoli. Infatti, se il Piemonte avesse evitato l'infortunio (il Napoli è ultimo in classifica generale, e solo con quel punticino all'attivo!), oggi, con il pareggio conseguito conu i i milanesi, sarebbero intatte le sue possibilità finali. ' milanesi, sconcertati e disunit. dall'inizio brillante del Piemonte, hanno saputo riprendersi 'in tempo ne! finale, riuscendo a [pareggiare una gara già comproi messa. La delusione grossa l'ha . | a o r o e e i , e e o i a fornita Agostoni, abulico e non brillante: gli sono mancate proprio le doti che fecero di lui un campione. Allocchio, al contrario, si è affermato spadista calmo e redditizio, anche se non molto appariscente, lasciando imbattuto la pedana. Riva ha fatto quel che ha potuto, schermendo bravamente. Edoardo Mangiarotti ha. iniziato in sordina, subendo iniziative ed insuccessi, senza reagire con il suo solito vigore. Però ha avuto il merito di aver saputo imporre la sua classe nei momenti cruciali, facendoci rivedere qualcuna di quelle azioni che Io laurearono nelle ultime Olimpiadi. Dei piemontesi abbiamo già parlato. Raccomandiamo solo a Cantone, bravo e giovane, di essere più calmo specialmente con i meno forti di lui. Quando avrà imparato un po' di '■- mestiere » sarà completo. Di Picchi, il migliore ed imbattuto, non possiamo che dir bene: l'estroso universitario farà tutta la strada che vorrà il giorno che sarà meno... estroso. Come ieri, Corvo, la classica vecchia pellaccia « dura a morire », per calma e volontà può essere di esempio a tanti giovani. Passarello si è rivelato in questo torneo. Ha bisogno ancora di molto lavoro, ed ha buoni mezzi. Se avrà pazienza, le affermazioni non mancheranno. E cosi, anche la Coppa Impero di quest'anno ha chiuso i battenti con il trionfo dei milanesi, protetti — in verità — dalla dea Fortuna in persona. Infatti è questa la seconda volta che la loro vittoria è dipesa dall'ultimo assalto dell'incontro decisivo! Il torneo è stato un successo di organizzazione, di pubblico, di propaganda. Dobbiamo doverosamente premettere — prima di dare la classifica generale — che molte squadre, e specialmente le due ultime, hanno mal figurato per i vuoti verificatisi nelle formazioni a causa dei richiami. Ma certo questo sarà vagliato lai dirigeut! la Federazione, ai fini della disnuta della futura edizione della Coppa. Classìfica finale: l. Milano, pun ti 16; 2. Piemonte, p. 15; 3. Ro ma, p. 12; 4. Venezia, p. 9; 5. Ge nova, p. 8; 6. Trieste, p. 5; 7. Emilia, p. 4; 8. Bari, p. 4; 9. Napoli, p. 1. L'ultimo incontro tra Piemonte e Milano o terminato alla pari, con 7 vittorie e 2 incontri nulli per parte. Aldo Masciotta CEN0VA. — Coppa Roddolo, gara nazionale di sciabola; 1. Accademia Fasciste. Genovese, p. 4 (15 vittorie); 2. Cassa di Risparmio di Milano, p. 4 (14 vitt); 3. Dop. Ferr. Genova; 4. Sala Rossi Genova.