"Il ventasi di Lady Windermere,, di Oscar Wilde al « Carignano »
"Il ventasi di Lady Windermere,, di Oscar Wilde al « Carignano » "Il ventasi di Lady Windermere,, di Oscar Wilde al « Carignano » DiiC\reforati",in,;ÒrSspi?uottc1i TChi otti Oscar Wilde, quel può umore mor dente, beffardo, un po' cinico, un po' sovvertitore, andrebbe forse deluso. Questo ò un dramma, tipico dramma ottocentesco, di quelli ch'egli accettava tali e quali dall'uso, dalla moda del tempo, per variarli, e rinnovarli con la malizia artificiosa, e il brio dei dialoghi, delle acutezze moralistiche, degli aforismi corrosivi. Ma questa malizia, o meglio la novità e audacia di questa malizia, ci sfugge ormai in gran parte; non ne avvertiamo più la punta scandalistica. Rimane invece, in una certa misura, la secca denuncia di un costume sociale e mondano, di tipi e figure in cui la raffinatezza e il ritegno esteriore si intrecciano • a corruzioni profonde, a segrete avventure poco belle. Insomma commedia drammatica a lieto fine, e con apertamente dichiarato o dissimulatamente implicito un ammonimento morale. La struttura ottocentesca — invenzioni teatrali, procedimenti, coloriture e intima preoccupazione della tesi >— è subito evidente. Dalla romanzesca stravaganza dello spunto, alla rigidezza psicologica di un personaggio come Lord Windermere, agli espedienti scenici — Lady Windermere che in un monologo quanto mai ingenuo e divertente fruga nei tiretti del marito, per scoprire le prove del suoi presunti tradimenti —, alla straordinaria situazione di quella madre pervertita e della figlia innocentissima, tutto ci riporta al più caratteristico Ottocento. La madre che, per una colpa giovanile, uscita di casa è caduta poi sempre più in basso, ed ora che la figlia è sposa di un ricco signore, ricompare per ricattare costui, minacciando di rivelare alla figlia, che l'ignora, la trista verità; la figlia, ignara, cresciuta nel culto 'deale di questa madre creduta morta, e indotta un giorno, per fatalità di equivoci, a ritenerla sua rivale: come tutto ciò è del tempo. E quel marito che scoperto in tali relazioni — di visite, di denaro versato — con la matu- auprsgtMmzdVsgLpInLmsl'tlerMiLCriiara mondana — che, via, non si può!tnegarlo, si prestano a più di un sospetto — vuole che la moglie gli creda, abbia fiducia in lui, contro tutte le apparenze, ostinandosi a mantenere un segreto necessario e assurdo; e il finale — madre e figlia di fronte, e la figlia che senza saperlo parla della madre alla madre, proprio come in Odetto — anche questo di che fantasioso concètto della verisimiglianza e del patetico teatrale partecipa. Si direbbe che più che accettare dal tempo gli schemi delle sue commedie moderne, per inserirvi uno spirito scettico e critico, Wilde si sia messo d'impegno a ricercarli e forzarli, a far più pronta e ardita dtadvquella che allora poteva apparire ! novità, di revisione e ironizzazione dei valori sociali, sentimentali e morali. Comunque la commedia ottiene i suoi bravi effetti, con sicura e facile vivacità, con evidente superiorità di stile, netta nell'acre tratteggio dl un mondo un po' frivolo, un po' manierato, un po' corrotto, e tuttavia sfiorato dall'ombra del dramma. Emma Gramatica ha rappresentato il personaggio della madre avventuriera, rapace, che poi scopre di avere un vero cuore materno, con quel suo prestigio dl attrice, con la capacità di caratterizzazione e di fiera malinconia, che anche ieri sera le hanno procurato i più ampi consensi, e applausi calorosi. Secondata dalla Compagnia — la Dominici, Carlo Tamberlani, il Morisi, il Calabrese, Anna Capodaglio; la regìa (con costumi del tempo) era dl Pietro Scharoff — l'illustre attrice ha dovuto presentarsi alla ribalta più volte tra i battimani ad ogni fine d'atto. f. b. * * Il ventaglio di Lady Windermere si replica solo stasera, mentre viene annunciata per domani sera la ripresa de Lo signora X, il forte dramma di Bisson, nella particolare e già applaudita interpretazione di Emma Gramatica. "Il ventasi di Lady Windermere,, di Oscar Wilde al « Carignano » "Il ventasi di Lady Windermere,, di Oscar Wilde al « Carignano » DiiC\reforati",in,;ÒrSspi?uottc1i TChi otti Oscar Wilde, quel può umore mor dente, beffardo, un po' cinico, un po' sovvertitore, andrebbe forse deluso. Questo ò un dramma, tipico dramma ottocentesco, di quelli ch'egli accettava tali e quali dall'uso, dalla moda del tempo, per variarli, e rinnovarli con la malizia artificiosa, e il brio dei dialoghi, delle acutezze moralistiche, degli aforismi corrosivi. Ma questa malizia, o meglio la novità e audacia di questa malizia, ci sfugge ormai in gran parte; non ne avvertiamo più la punta scandalistica. Rimane invece, in una certa misura, la secca denuncia di un costume sociale e mondano, di tipi e figure in cui la raffinatezza e il ritegno esteriore si intrecciano • a corruzioni profonde, a segrete avventure poco belle. Insomma commedia drammatica a lieto fine, e con apertamente dichiarato o dissimulatamente implicito un ammonimento morale. La struttura ottocentesca — invenzioni teatrali, procedimenti, coloriture e intima preoccupazione della tesi >— è subito evidente. Dalla romanzesca stravaganza dello spunto, alla rigidezza psicologica di un personaggio come Lord Windermere, agli espedienti scenici — Lady Windermere che in un monologo quanto mai ingenuo e divertente fruga nei tiretti del marito, per scoprire le prove del suoi presunti tradimenti —, alla straordinaria situazione di quella madre pervertita e della figlia innocentissima, tutto ci riporta al più caratteristico Ottocento. La madre che, per una colpa giovanile, uscita di casa è caduta poi sempre più in basso, ed ora che la figlia è sposa di un ricco signore, ricompare per ricattare costui, minacciando di rivelare alla figlia, che l'ignora, la trista verità; la figlia, ignara, cresciuta nel culto 'deale di questa madre creduta morta, e indotta un giorno, per fatalità di equivoci, a ritenerla sua rivale: come tutto ciò è del tempo. E quel marito che scoperto in tali relazioni — di visite, di denaro versato — con la matu- auprsgtMmzdVsgLpInLmsl'tlerMiLCriiara mondana — che, via, non si può!tnegarlo, si prestano a più di un sospetto — vuole che la moglie gli creda, abbia fiducia in lui, contro tutte le apparenze, ostinandosi a mantenere un segreto necessario e assurdo; e il finale — madre e figlia di fronte, e la figlia che senza saperlo parla della madre alla madre, proprio come in Odetto — anche questo di che fantasioso concètto della verisimiglianza e del patetico teatrale partecipa. Si direbbe che più che accettare dal tempo gli schemi delle sue commedie moderne, per inserirvi uno spirito scettico e critico, Wilde si sia messo d'impegno a ricercarli e forzarli, a far più pronta e ardita dtadvquella che allora poteva apparire ! novità, di revisione e ironizzazione dei valori sociali, sentimentali e morali. Comunque la commedia ottiene i suoi bravi effetti, con sicura e facile vivacità, con evidente superiorità di stile, netta nell'acre tratteggio dl un mondo un po' frivolo, un po' manierato, un po' corrotto, e tuttavia sfiorato dall'ombra del dramma. Emma Gramatica ha rappresentato il personaggio della madre avventuriera, rapace, che poi scopre di avere un vero cuore materno, con quel suo prestigio dl attrice, con la capacità di caratterizzazione e di fiera malinconia, che anche ieri sera le hanno procurato i più ampi consensi, e applausi calorosi. Secondata dalla Compagnia — la Dominici, Carlo Tamberlani, il Morisi, il Calabrese, Anna Capodaglio; la regìa (con costumi del tempo) era dl Pietro Scharoff — l'illustre attrice ha dovuto presentarsi alla ribalta più volte tra i battimani ad ogni fine d'atto. f. b. * * Il ventaglio di Lady Windermere si replica solo stasera, mentre viene annunciata per domani sera la ripresa de Lo signora X, il forte dramma di Bisson, nella particolare e già applaudita interpretazione di Emma Gramatica.
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