Gli aiuti all'Inghilterra precipitano gli S. U. nella guerra

Gli aiuti all'Inghilterra precipitano gli S. U. nella guerra PRECISE RESPONSABILITÀ' Gli aiuti all'Inghilterra precipitano gli S. U. nella guerra Roma, 29 gennaio. L'affermazione di Cordell Hull, che l'aumento dell'aiuto americano non potrebbe trascinare gli Stati Uniti nella guerra europea, è confutata stasera dal Giornale d'Italia il quale, premesso che il segretario di Stato americano non deve illudersi di violare senza limite la neutralità americana senza trovare alla fine sul suo cammino qualche improvvisa e forse oltremodo sgradita reazione, scrive fra l'altro: « In occasione dei cinquanta vecchi cacciatorpediniere americani ceduti all'Inghilterra, Cordoli Hull, non molto sicuro del fatto suo, ha voluto mettersi al riparo con un parere dell'Attorney General, il quale, è in sostanza il ministro della giustizia. Il parere, naturalmente addomesticato, è stato approssimativamente favorevole. Ma uno dei più autorevoli ed apprezzati giuristi americani, il prof. Edwin Borchard, docente di diritto internazionale nella Columbia University, si è affrettato a definire nell'American Journal of International Law (1940, pagina 690) il parere del ministro ««it vero tour de force-» («.The Attorney general's opinion of August 27 191)0 on the exchange of destroyers for naval bases is a veritable tour de force»). Il prof. Borchard ha aggiunto che con questo sistema si entra nell'anarchia della legge e dèi principii. In realtà la convenzione dell'Aja, concernente i diritti e i doveri delle Potenze neutre in caso di guerra marittima, parla chiaro. All'art. 6 dice per esem pio: « La consegna a qualsiasi ti tolo, fatta direttamente o indiret tornente da una Potenza neutra ad una Potenza belligerante, di navi da guerra, di munizioni e di qualsiasi altro materiale bellico, è interdetta ». La convenzione dell'Aja, che porta anche la firma degli Stati Uniti, codifica i principii comuni del diritto internazionale già accettati da tutte le Nazioni civili. La politica in atto degli Stati Uniti, è dunque già in aperta violazione con la comune legge ihter nazionale scritta. Essa prova che è lo stesso Stato nord americano che fornisce ad un belligerante, e ad uno solo, armi e navi da guer ra, con aperte dichiarazioni uffi ciali le quali non lasciano dubbi di sorta sulle intenzioni e perciò sulle responsabilità e sugli indirizzi del governo di Washington. In sostanza — continua il Giornaie d'Italia — gli Stati Uniti vorrebbero apprestarsi ad affian carsi sempre più attivamente elargamente all'Inghilterra nellaguerra contro le Potenze dell'As-se e contro il Giappone senza di-chiarare la guerra e perciò senza assumersi i gravi rischi che unatale dichiarazione importa. Tentano anche di provocare le Potenze considerate nemiche, per attirarsi la loro legittima reazione che sarebbe poi spacciata come un'aggressione non provocata. L'aumento degli aiuti americani all'Inghilterra, lungi dal non trascinare gli Stati Unili nella guerra europea, li avvicina con deliberato proposito al conflitto. E' bene che tutto sia chiarito per tempo perchè la coscienza dei popoli sia illuminata e la verità della storia e la responsabilità dei governi siano definite fuori d'ogni possibile confusione. Detto questo, si può aggiungere che neppure un aumento dell'aiuto americano all'Inghilterra potrà salvare l'isola e il suo impero dalla nemesi della storia ». Gli aiuti all'Inghilterra precipitano gli S. U. nella guerra PRECISE RESPONSABILITÀ' Gli aiuti all'Inghilterra precipitano gli S. U. nella guerra Roma, 29 gennaio. L'affermazione di Cordell Hull, che l'aumento dell'aiuto americano non potrebbe trascinare gli Stati Uniti nella guerra europea, è confutata stasera dal Giornale d'Italia il quale, premesso che il segretario di Stato americano non deve illudersi di violare senza limite la neutralità americana senza trovare alla fine sul suo cammino qualche improvvisa e forse oltremodo sgradita reazione, scrive fra l'altro: « In occasione dei cinquanta vecchi cacciatorpediniere americani ceduti all'Inghilterra, Cordoli Hull, non molto sicuro del fatto suo, ha voluto mettersi al riparo con un parere dell'Attorney General, il quale, è in sostanza il ministro della giustizia. Il parere, naturalmente addomesticato, è stato approssimativamente favorevole. Ma uno dei più autorevoli ed apprezzati giuristi americani, il prof. Edwin Borchard, docente di diritto internazionale nella Columbia University, si è affrettato a definire nell'American Journal of International Law (1940, pagina 690) il parere del ministro ««it vero tour de force-» («.The Attorney general's opinion of August 27 191)0 on the exchange of destroyers for naval bases is a veritable tour de force»). Il prof. Borchard ha aggiunto che con questo sistema si entra nell'anarchia della legge e dèi principii. In realtà la convenzione dell'Aja, concernente i diritti e i doveri delle Potenze neutre in caso di guerra marittima, parla chiaro. All'art. 6 dice per esem pio: « La consegna a qualsiasi ti tolo, fatta direttamente o indiret tornente da una Potenza neutra ad una Potenza belligerante, di navi da guerra, di munizioni e di qualsiasi altro materiale bellico, è interdetta ». La convenzione dell'Aja, che porta anche la firma degli Stati Uniti, codifica i principii comuni del diritto internazionale già accettati da tutte le Nazioni civili. La politica in atto degli Stati Uniti, è dunque già in aperta violazione con la comune legge ihter nazionale scritta. Essa prova che è lo stesso Stato nord americano che fornisce ad un belligerante, e ad uno solo, armi e navi da guer ra, con aperte dichiarazioni uffi ciali le quali non lasciano dubbi di sorta sulle intenzioni e perciò sulle responsabilità e sugli indirizzi del governo di Washington. In sostanza — continua il Giornaie d'Italia — gli Stati Uniti vorrebbero apprestarsi ad affian carsi sempre più attivamente elargamente all'Inghilterra nellaguerra contro le Potenze dell'As-se e contro il Giappone senza di-chiarare la guerra e perciò senza assumersi i gravi rischi che unatale dichiarazione importa. Tentano anche di provocare le Potenze considerate nemiche, per attirarsi la loro legittima reazione che sarebbe poi spacciata come un'aggressione non provocata. L'aumento degli aiuti americani all'Inghilterra, lungi dal non trascinare gli Stati Unili nella guerra europea, li avvicina con deliberato proposito al conflitto. E' bene che tutto sia chiarito per tempo perchè la coscienza dei popoli sia illuminata e la verità della storia e la responsabilità dei governi siano definite fuori d'ogni possibile confusione. Detto questo, si può aggiungere che neppure un aumento dell'aiuto americano all'Inghilterra potrà salvare l'isola e il suo impero dalla nemesi della storia ».

Persone citate: Borchard, Cordell Hull, Edwin Borchard, Hull