L'Italia saluta l'VIII annuale dell'assunzione al potere di Adolfo Hitler

L'Italia saluta l'VIII annuale dell'assunzione al potere di Adolfo Hitler L'Italia saluta l'VIII annuale dell'assunzione al potere di Adolfo Hitler La Germania nazional-socialista festeggia oggi 30 gennaio l'ottavo anniversario dell'assun-| zione di Adolfo Hitler al Cancellierato del Reich. La storica data viene anche ricordata in Italia con manifestazioni di ca meratismo italo-germanico improntate ad una austerità consona al momento che attraversiamo, ma non per questo meno fervide, cordiali e simpatiche. Otto anni or sono il movimento nazional-socialista assumeva il potere in Germania e poneva mano a quella poderosa opera di ricostruzione morale, sociale e militare che oggi può dirsi conclusa. Lungo è stato lo sforzo compiuto, ma i risultati raggiunti hanno coronato in maniera superba l'azione intrapresa dal Fuhrer nel lontano 1919. Sii era allora ai tempi della Costi-j tuzione di Weimar e del Trattato di Versaglia. La logica politica di Adolfo Hitler non ebbe) esitazioni. Weimar e Versaglia furono i due bersagli verso i quali il nascente movimento nazional-socialista rivolse i suo' strali. La lotta interna contro la socialdemocrazia al potere e i gruppi politici che nel momento della grave crisi della Nazione germanica avevano dimostrata la loro insufficienza, era la pre-I messa indispensabile per la lotta estrema contro i soffocatori della vita germanica che nella loro inguaribile cecità erano per-j suasi che un grande popolo in! continuo sviluppo sarebbe eter-! namente rimasto sotto la canpa di piombo del Trattato di'Ver-! |saglia. Invano Mussolini aveva am-1 Imonito che i trattati non sonò] I eterni e che era semplicemente ! assurdo tentare di soffocare la| : ripresa germanica con la conti-j Inua minaccia dell'invasione o| : con il ricatto dei diversi articoli j Idei famigerato documento ver-] ! saglicse. La pace vera, auten-1 itica, duratura non si poteva ottenere altro che applicando in piena sincerità il disarmo e reìstituendo nello stesso tempo al-1 ila Germania i suoi confini na-j I turali e la pienezza dei diritti. 1 ]Di qui il primo incontro tra Fai seismo e Nazional-socialismo le | cui affinità ideologiche non han-1 no del resto ormai b'sogno d I essere dimostrate, poiché r:sul j tano con singolare chiarezza! dallo svolgimento degli eventi di quest'ultimo ventennio. Due Regimi che traevano origine e ragione di vita da un consenso popolare senza nrecedent; nella Storia, erano fatalmente destinati ad intendersi, a coordinare le loro attività, a gettare le basi di una Europa migliore nella quale — cancellate tutte le ingiustizie — ogni popolo avesse il suo posto nel quadro armonico degli interessi generali. E' ben noto attraverso quali e quante torbide manòvre le sedicenti « grandi democrazie tentarono di stroncare i generosi tentativi di Mussolini e di | ,I\ I | i j ) I j ! ! ! 1 ] | j | j ] 1 1 j 1 1 I j ! Hitler. L'episodio etiopico aprì gli occhi anche a coloro che non volevano vedere. A Ginevra sotto l'ispirazione (o meglio sotto il comando) di Eden, tipico esponente del più gretto conservatorismo britannico, cinquantadue Stati approvarono le famigerate sanzioni con le quali le demoplutocrazie s'illusero di impedire all'Italia fascista la conquista di un po3to al sole africano. E fu proprio il 18 novembre 1935 che ebbe virtualmente inizio la riscossa dei popoli giovani contro coloro che | volevano tenerli in perpetuo sot,to la soggezione politica ed ecoInomica. La Società delle Nazio\ ni mostrò allora il suo vero volI to ; mostrò, cioè, di essere un organismo creato esclusivamente per mantenere lo stata quo a beneficio dei Paesi bene provveduti e contro i Paesi proletari. La creazione dell'Asse fu una fulminea risposta ai tentativi di strangolamento. Con tutto ciò la pace poteva ancora essere salvata. A Monaco parve per un momento che la ragione avesse il sopravvento sulla cieca bestialità. Ma non si tardò molto a comprendere che Chamberla'n e Daladier avevano ■ innesto la loro firma ai Protocolli di Monaco non per sanare un evidente errore compiuto a Versaglia con la creazione dello Stato-salciccia, ma per acquistare temno e ner preparare con minuziosità scientifica l'accerchiamento dei Paesi totalitari. Oggi lord Hal'fax cerca di commuovere gli americani con la favola della Gran Bretagna che subisce la guerra dell'Asse, ma la verità è diversa e ben precisa. Nel 1939 l'Inghilterra era persuasa di poter facilmente rioortare il Reich alle condizioni del novembre 1918 e perciò prima aizzò la Polonia contro la Germania, noi respin.se la proposta Mussoliniana di una conferenza internazionale. E la guerra divampò. L' atteggiamento dell' Italia fin dal primo giorno fu-quello di un Paese leale che tiene fede ai propri impegni d'onore. Gli otto mesi di non belligeranza giovarono all'alleata Germania che frattanto combatteva vittoriosamente su tutti i fronti. In quel periodo le vessazioni britanniche si fecero sentire con una crudezza maggiore ed il popolo italiano comprese che era arrivato il momento di agire. Alle naturali aspirazioni italiane si aggiunge sempre più chiara e precisa la sensazione che una grande ora stava per scoccare sul quadrante della storia. L'Italia non poteva restare assente. Essa doveva non soltanto completare l'unità nazionale, ma aprirsi più vasti orizzonti per l'avvenire. Due concezioni di vita erano in lotta. O restare eternamente sot to il giogo della demoplutocra zia britannica o spezzare il cer chio. L'Italia decise il 10 giù gno e scese con le armi in pugno a fianco della Germania. Nel grande discorso del 18 novembre alle gerarchie del Partito Mussolini illustrò la portata storica dell'Asse RomaBerlino. « La nostra entrata in guerra — Egli disse — ha dimostrato che l'Asse non era e non è una vana parola. Dal giugno ad oggi la nostra collaborazione con la Germania è veramente cameratesca e totalitaria. Marciamo fianco a fianco. « Questa unione di due Popoli diventa sempre più intima e si estende a tutti i campi della loro attività militare, economica, politica, spirituale. L'identità di vedute per quanto riguarda il presente e il futuro è perfetta. « I miei incontri col Fuhrer non sono che la consacrazione di questa completa fusione delle nostre concezioni. Quando io mi incontro col Fuhrer non vedo soltanto in lui il Capo creatore della grande Germania, il Comandante di eserciti che ha visto confermate dalla vittoria le sue geniali concezioni strategiche, talora ritenute più che audaci, temerarie, ma anche, e vorrei dire in particolar modo, il suscitatore del movimene to nazionalsocialista, il rivoluzionario che ha risvegliato il Popolo tedesco, lo ha fatto protagonista di una nuova concezione del mondo, grandemente affine a quella del Fascismo italiano. « L'identità di vedute è il risultato di questa premessa rivoluzionaria, scaturisce dall'incontro di due Rivoluzioni che sono, e nel campo internazionale e in quello sociale, appena all'inizio del loro cammino -, Questo ottavo anniversario della conquista del potere da parte del Nazionalsocialismo trova Italia e Germania impegnate in una durissima lotta. Ma l'avvenire è dei popoli giovani e questo incontro di due Rivoluzioni, di due Regimi, di due Popoli è una garanzia di vittoria. Di quella vittoria che darà finalmente alla tormentata Europa la giusta pace fondata sopra un nuovo ordine politico e sociale. L'Italia saluta l'VIII annuale dell'assunzione al potere di Adolfo Hitler L'Italia saluta l'VIII annuale dell'assunzione al potere di Adolfo Hitler La Germania nazional-socialista festeggia oggi 30 gennaio l'ottavo anniversario dell'assun-| zione di Adolfo Hitler al Cancellierato del Reich. La storica data viene anche ricordata in Italia con manifestazioni di ca meratismo italo-germanico improntate ad una austerità consona al momento che attraversiamo, ma non per questo meno fervide, cordiali e simpatiche. Otto anni or sono il movimento nazional-socialista assumeva il potere in Germania e poneva mano a quella poderosa opera di ricostruzione morale, sociale e militare che oggi può dirsi conclusa. Lungo è stato lo sforzo compiuto, ma i risultati raggiunti hanno coronato in maniera superba l'azione intrapresa dal Fuhrer nel lontano 1919. Sii era allora ai tempi della Costi-j tuzione di Weimar e del Trattato di Versaglia. La logica politica di Adolfo Hitler non ebbe) esitazioni. Weimar e Versaglia furono i due bersagli verso i quali il nascente movimento nazional-socialista rivolse i suo' strali. La lotta interna contro la socialdemocrazia al potere e i gruppi politici che nel momento della grave crisi della Nazione germanica avevano dimostrata la loro insufficienza, era la pre-I messa indispensabile per la lotta estrema contro i soffocatori della vita germanica che nella loro inguaribile cecità erano per-j suasi che un grande popolo in! continuo sviluppo sarebbe eter-! namente rimasto sotto la canpa di piombo del Trattato di'Ver-! |saglia. Invano Mussolini aveva am-1 Imonito che i trattati non sonò] I eterni e che era semplicemente ! assurdo tentare di soffocare la| : ripresa germanica con la conti-j Inua minaccia dell'invasione o| : con il ricatto dei diversi articoli j Idei famigerato documento ver-] ! saglicse. La pace vera, auten-1 itica, duratura non si poteva ottenere altro che applicando in piena sincerità il disarmo e reìstituendo nello stesso tempo al-1 ila Germania i suoi confini na-j I turali e la pienezza dei diritti. 1 ]Di qui il primo incontro tra Fai seismo e Nazional-socialismo le | cui affinità ideologiche non han-1 no del resto ormai b'sogno d I essere dimostrate, poiché r:sul j tano con singolare chiarezza! dallo svolgimento degli eventi di quest'ultimo ventennio. Due Regimi che traevano origine e ragione di vita da un consenso popolare senza nrecedent; nella Storia, erano fatalmente destinati ad intendersi, a coordinare le loro attività, a gettare le basi di una Europa migliore nella quale — cancellate tutte le ingiustizie — ogni popolo avesse il suo posto nel quadro armonico degli interessi generali. E' ben noto attraverso quali e quante torbide manòvre le sedicenti « grandi democrazie tentarono di stroncare i generosi tentativi di Mussolini e di | ,I\ I | i j ) I j ! ! ! 1 ] | j | j ] 1 1 j 1 1 I j ! Hitler. L'episodio etiopico aprì gli occhi anche a coloro che non volevano vedere. A Ginevra sotto l'ispirazione (o meglio sotto il comando) di Eden, tipico esponente del più gretto conservatorismo britannico, cinquantadue Stati approvarono le famigerate sanzioni con le quali le demoplutocrazie s'illusero di impedire all'Italia fascista la conquista di un po3to al sole africano. E fu proprio il 18 novembre 1935 che ebbe virtualmente inizio la riscossa dei popoli giovani contro coloro che | volevano tenerli in perpetuo sot,to la soggezione politica ed ecoInomica. La Società delle Nazio\ ni mostrò allora il suo vero volI to ; mostrò, cioè, di essere un organismo creato esclusivamente per mantenere lo stata quo a beneficio dei Paesi bene provveduti e contro i Paesi proletari. La creazione dell'Asse fu una fulminea risposta ai tentativi di strangolamento. Con tutto ciò la pace poteva ancora essere salvata. A Monaco parve per un momento che la ragione avesse il sopravvento sulla cieca bestialità. Ma non si tardò molto a comprendere che Chamberla'n e Daladier avevano ■ innesto la loro firma ai Protocolli di Monaco non per sanare un evidente errore compiuto a Versaglia con la creazione dello Stato-salciccia, ma per acquistare temno e ner preparare con minuziosità scientifica l'accerchiamento dei Paesi totalitari. Oggi lord Hal'fax cerca di commuovere gli americani con la favola della Gran Bretagna che subisce la guerra dell'Asse, ma la verità è diversa e ben precisa. Nel 1939 l'Inghilterra era persuasa di poter facilmente rioortare il Reich alle condizioni del novembre 1918 e perciò prima aizzò la Polonia contro la Germania, noi respin.se la proposta Mussoliniana di una conferenza internazionale. E la guerra divampò. L' atteggiamento dell' Italia fin dal primo giorno fu-quello di un Paese leale che tiene fede ai propri impegni d'onore. Gli otto mesi di non belligeranza giovarono all'alleata Germania che frattanto combatteva vittoriosamente su tutti i fronti. In quel periodo le vessazioni britanniche si fecero sentire con una crudezza maggiore ed il popolo italiano comprese che era arrivato il momento di agire. Alle naturali aspirazioni italiane si aggiunge sempre più chiara e precisa la sensazione che una grande ora stava per scoccare sul quadrante della storia. L'Italia non poteva restare assente. Essa doveva non soltanto completare l'unità nazionale, ma aprirsi più vasti orizzonti per l'avvenire. Due concezioni di vita erano in lotta. O restare eternamente sot to il giogo della demoplutocra zia britannica o spezzare il cer chio. L'Italia decise il 10 giù gno e scese con le armi in pugno a fianco della Germania. Nel grande discorso del 18 novembre alle gerarchie del Partito Mussolini illustrò la portata storica dell'Asse RomaBerlino. « La nostra entrata in guerra — Egli disse — ha dimostrato che l'Asse non era e non è una vana parola. Dal giugno ad oggi la nostra collaborazione con la Germania è veramente cameratesca e totalitaria. Marciamo fianco a fianco. « Questa unione di due Popoli diventa sempre più intima e si estende a tutti i campi della loro attività militare, economica, politica, spirituale. L'identità di vedute per quanto riguarda il presente e il futuro è perfetta. « I miei incontri col Fuhrer non sono che la consacrazione di questa completa fusione delle nostre concezioni. Quando io mi incontro col Fuhrer non vedo soltanto in lui il Capo creatore della grande Germania, il Comandante di eserciti che ha visto confermate dalla vittoria le sue geniali concezioni strategiche, talora ritenute più che audaci, temerarie, ma anche, e vorrei dire in particolar modo, il suscitatore del movimene to nazionalsocialista, il rivoluzionario che ha risvegliato il Popolo tedesco, lo ha fatto protagonista di una nuova concezione del mondo, grandemente affine a quella del Fascismo italiano. « L'identità di vedute è il risultato di questa premessa rivoluzionaria, scaturisce dall'incontro di due Rivoluzioni che sono, e nel campo internazionale e in quello sociale, appena all'inizio del loro cammino -, Questo ottavo anniversario della conquista del potere da parte del Nazionalsocialismo trova Italia e Germania impegnate in una durissima lotta. Ma l'avvenire è dei popoli giovani e questo incontro di due Rivoluzioni, di due Regimi, di due Popoli è una garanzia di vittoria. Di quella vittoria che darà finalmente alla tormentata Europa la giusta pace fondata sopra un nuovo ordine politico e sociale.

Persone citate: Adolfo Hitler, Daladier, Hitler, Mussolini