Un vasto piano produttivo per l'incremento di tutti gli allevamenti

Un vasto piano produttivo per l'incremento di tutti gli allevamenti / lavoratori agricoli e l'autarchia Un vasto piano produttivo per l'incremento di tutti gli allevamenti In una recente adunata dei fiduciari dell'Unione provinciale Sindacati lavoratori dell'agricoltura, il Segretario cons. naz. Pompeo Balzardi ha prospettato alcuni problemi che, e per le loro caratteristiche particolari e per la luce che gettano sugli svolgimenti dell'azione sindacale fascista, meritano di essere attentamente considerati. Occorre premettere che se ai 300 mila lavoratori dell'industria esistenti nella nostra provincia, ne corrispondono 35 mila del settore agricolo, ciò non solo non infirma il valore dei rilievi e dell'opera dell'Unione, correlativi ai problemi suddetti, ma lo accresce in ragione della stessa preponderanza industriale rispetto all'agricoltura. In altri termini, pur dove l'industria impronta di sè una città di 700 mila abitanti, superiori per numero alla popolazione di tutti gli altri 178 Comuni della circoscrizione presi insieme e del resto in gran parte a economia alternata, l'agricoltura continua a sostenersi alla brava, anche se il gioco dell'allontanamento delle braccia dai campi non cessa, mentre dal canto loro le due branche organizzative che ne sono l'espressione sul piano sindacale, da questa peculiare condizione di cose traggono maggior incentivo a superare le difficoltà, sia nell'assistenza ai propri inscritti, sia, com'è il caso di cui ci stiamo occupando, nello studio e nella soluzione dei problemi inte•grativi dell'organizzazione con riflessi sociali e politici. Necessità di un accordo E' in relazione a questi riflessi che il Segretario dell'Unione lavoratori agricoli, partendo dalla constatazione delle attività complementari dell'azienda rurale alle quali i dipendenti sono in grado di dare il loro contributo con una somma e una varietà di prodotti connessi alla coltivazione della terra, ha fissato la sua attenzione sull'incremento da arrecarsi allo allevamento degli animali di bassa corte — conigli, ovini e suini — e ai bozzoli, per la decisa influenza che tali attività di carattere familiare possono avere sul fine ultimo della battaglia autarchica, e per le non meno benefiche conseguenze che da esse, grazie al loro grande numero, è lecito attendersi nello sviluppo della guerra contro i nemici che tentano di affamarci. Le massaie rurali negli allevamenti familiari degli animali da cortile si sono acquistate benemerenze che non saranno mai abbastanza elogiate; ma le possibilità sono ancora enormi. Da noi interrogato a sussidio della sua già interessante relazione, il cons. naz. Balzardi, rimandando ad altro giorno l'esame dell'istruzione dei bozzoli e soffermandosi su quella degli animali da cortile, ha detto che in base a un calcolo somma rio i conigli allevati annualmente secondo il sistema accennato, entro l'orbita della sua organizzazione, raggiungono il quantitativo di 100 mila; ma non ha esitato a soggiungere che si tratta di una cifra pressoché irrisoria di fronte ai risultati che àncora si possono conseguire. E' infatti risaputo che i conigli si riproducono validamente tre volte all'anno, con non meno di cinque capi per coppia; essendo i 35 mila aderenti all'Unione raccolti in 20 mila famiglie se ognuna di queste tenesse anche una sola coppia, la produzione annuale si eleverebbe di colpo a 300 mila capi, con un aumento di due terzi sul quantitativo odierno; se invece, cosa possibilissima in luogo di una, le coppie per famiglia fossero tre, la produzione salirebbe press'a poco a un mi lione di capi che, considerati al peso medio di kg. 1,500, permet terebbero di gettare sul mercato un milione e 500 mila kg. di carne, con una eccedenza sulla produzione in corso di 1 milione e 350 mila chilogrammi. A un cosiffatto sviluppo si sono opposti finora i patti contrattuali. L'allevamento dei conigli è subordinato al permesso del proprietario del fondo e il proprietario non sempre lo concede. Ora è proposito dell'Unione di provocare un accordo con l'organizzazione dei datori di lavoro per la rimozione dell'ostacolo, che è sopravvivenza d'altri tempi e di sommo danno alla necessità del momento, e si ritiene che all'iniziativa arriderà il successo anche in virtù di un accordo precedente stipulato durante le sanzioni per il pollame e il bestiame ovino, fi cui allevamento è stato liberato dai vincoli limitativi che lo inceppavano, fatta soltanto riserva che non fosse arrecato danno alla produzione agricola. In forza di quell'accordo anche l'allevamento delle pecore e delle capre ha aperto nuovi orizzonti alle famiglie contadine delle zone di montagna, dove si è compreso che la formazione di piccoli greggi in ragione di uno per famiglia, attraverso la produzione del latte e la vendita della carne, delle pelli e della lana, tutti elementi necessari al consumo interno, rappresenta una delle direttive più sicure per l'avvenire. Ma appunto perchè l'obbiettivo non I ancora raggiunto, l'Unione ha fatto vive premure ai suoi fiduciari perchè anche in montagna i tempi siano accelerati. afssdUnsldcsapiplndctfsvcsbgIdvdrtinrgCarni e grassi Sull'incremento produttivo desuini, il dottor Balzardi ci ha esposto idee non meno chiare e persuasive. Nel suo pensiero, già espresso al suoi collaboratori, ognuna delle ventimila famiglie rappresentate dovrebbe assumere l'allevamento di un maiale. Fissandone il peso in 120-130 kg. caduno, si otterrebbe un nuovo get,to di oltre due milioni dì carne e di grassi. Ma pure in questo cam po c'è posto per ulteriori svilup pi. Aggregati all'organizzazione dei datori di lavoro (proprietarisono tra 10 mila e 15 mila lavoratori diretti della terra (piccolproprietari), i quali si trovano in condizioni ancora più propizie desalariati per assumersi l'allevamento, in quanto essi non devonrispondere ad alcuno degli eventuali danni che il maiale producesse alle coltivazioni del campSe essi pure ne assumessero l'iniziativa, la carne e i grassi potrebbero toccare una produzionnon lontana dai quattro milioni dchilogrammi all'anno. Purtroppo, invece,, il maiale ancora quasi assente, in questa sforma di allevaménto, dalle cu- gscine della nostra provincia. For- ;ese per errato concetto o per tra- ddizione, rileva il Segretario della Unione. Il quale, deplorando con I Pnoi la perdita di ricchezza, ma I soprattutto il mancato apporto all'alimentazione dell'oggi, ha ribadito la sua volontà, per la parte che lo riguarda, di arrivare alla soluzione vagheggiata. Bisogna assolutamente vincere i vecchi preconcetti e le viete trad'zloni;■ il maiale è un animale rozzo che ! Cugtrsmpuò essere allevato mercè la utilizzazione .dei residui della cucina, della lavorazione del latte e dei molti sottoprodotti della terra che vanno dispersi, quali le patate di scarto e quelle avariate, i fagioli risecchiti, la zucca, le castagne di qualità inferiore, le diverse e svariate qualità di frutta che sovente nessuno raccoglie e sono lasciate a marcire sugli alberi o nei prati; esso è inoltre ghiotto di foglie di cavolo e delle Ipecie affini,"nonché dello fronde <i -■— " -•• • . ...... idi olmo e di altri vegetali boschivi, che particolarmente al cader dell'autunno si possono raccogliere senza pregiudizio per le pianto. Il costo dell'allevamento cosi impostato è ridotto al minimo; e non per nulla l'Unione ha suggerito di limitare la crescita del soggetto a 120-130 chilogrammi, giac- ini un i illuni i illuminili inumili che sopra questo peso occorrerebbe impiegare mangimi il cui prezzo è elevato e che oggi scarseggiano, ciò che presterebbe il vantaggio dell'allevamento famigliare. Nozioni pratiche ed elementari, come si vede, che non torneranno inutili nemmeno al grande pubblico, al quale si offre un'occasione di più di constatale su quali serie basi poggi la lotta per le realizzazioni autarchiche. Quest'e sempio della provincia di Torino, che è una delle minori sotto l'a spetto agricolo, ci insegna che og gì. fra carne e grasso di maiale e, carne di comglio,;Si_potrebbero dei P°- p01 su° « sindacali? ^ ... Contadino e non semplice salariato, egli deve insomma sfruttare per intero tutte le sue energie nella consapevolezza che l'utile personale a lui derivante, sarà strettamente congiunto ad un largo beneficio di carattere economicosociale. Ma se col ritmo che sarà impresso alla provincia di Torino l'incremento di queste attività complementari troverà riscontro nelle altre 93 circoscrizioni del Regno, ne risulterà una visione panoramica che basterà da sè a da- utilizzare alcuni milioni di chilo grammi che per contro non ci soCol suo fattivo intervento, qui ismo rurale tocca uno vertici della propria azione tendente a svincolare il lavoratore dall'unica preoccupazione del salario per portarlo a ricercarne le fonti remuneratrici integrative, nella sua stessa funzione di elemento-cardine della produzione. re la misura del quadro agricolo iproduttivo e insieme degli orien tamenti dell'organizzazione sindacale, concepito anche quale stru mento di lotta contro il vecchio mondo e i suoi pregiudizi che veramente sono sempre « i più duri a morire j>. Francesco Oddone i mimi mini min Minuti ni tu 11 u n timi Un vasto piano produttivo per l'incremento di tutti gli allevamenti / lavoratori agricoli e l'autarchia Un vasto piano produttivo per l'incremento di tutti gli allevamenti In una recente adunata dei fiduciari dell'Unione provinciale Sindacati lavoratori dell'agricoltura, il Segretario cons. naz. Pompeo Balzardi ha prospettato alcuni problemi che, e per le loro caratteristiche particolari e per la luce che gettano sugli svolgimenti dell'azione sindacale fascista, meritano di essere attentamente considerati. Occorre premettere che se ai 300 mila lavoratori dell'industria esistenti nella nostra provincia, ne corrispondono 35 mila del settore agricolo, ciò non solo non infirma il valore dei rilievi e dell'opera dell'Unione, correlativi ai problemi suddetti, ma lo accresce in ragione della stessa preponderanza industriale rispetto all'agricoltura. In altri termini, pur dove l'industria impronta di sè una città di 700 mila abitanti, superiori per numero alla popolazione di tutti gli altri 178 Comuni della circoscrizione presi insieme e del resto in gran parte a economia alternata, l'agricoltura continua a sostenersi alla brava, anche se il gioco dell'allontanamento delle braccia dai campi non cessa, mentre dal canto loro le due branche organizzative che ne sono l'espressione sul piano sindacale, da questa peculiare condizione di cose traggono maggior incentivo a superare le difficoltà, sia nell'assistenza ai propri inscritti, sia, com'è il caso di cui ci stiamo occupando, nello studio e nella soluzione dei problemi inte•grativi dell'organizzazione con riflessi sociali e politici. Necessità di un accordo E' in relazione a questi riflessi che il Segretario dell'Unione lavoratori agricoli, partendo dalla constatazione delle attività complementari dell'azienda rurale alle quali i dipendenti sono in grado di dare il loro contributo con una somma e una varietà di prodotti connessi alla coltivazione della terra, ha fissato la sua attenzione sull'incremento da arrecarsi allo allevamento degli animali di bassa corte — conigli, ovini e suini — e ai bozzoli, per la decisa influenza che tali attività di carattere familiare possono avere sul fine ultimo della battaglia autarchica, e per le non meno benefiche conseguenze che da esse, grazie al loro grande numero, è lecito attendersi nello sviluppo della guerra contro i nemici che tentano di affamarci. Le massaie rurali negli allevamenti familiari degli animali da cortile si sono acquistate benemerenze che non saranno mai abbastanza elogiate; ma le possibilità sono ancora enormi. Da noi interrogato a sussidio della sua già interessante relazione, il cons. naz. Balzardi, rimandando ad altro giorno l'esame dell'istruzione dei bozzoli e soffermandosi su quella degli animali da cortile, ha detto che in base a un calcolo somma rio i conigli allevati annualmente secondo il sistema accennato, entro l'orbita della sua organizzazione, raggiungono il quantitativo di 100 mila; ma non ha esitato a soggiungere che si tratta di una cifra pressoché irrisoria di fronte ai risultati che àncora si possono conseguire. E' infatti risaputo che i conigli si riproducono validamente tre volte all'anno, con non meno di cinque capi per coppia; essendo i 35 mila aderenti all'Unione raccolti in 20 mila famiglie se ognuna di queste tenesse anche una sola coppia, la produzione annuale si eleverebbe di colpo a 300 mila capi, con un aumento di due terzi sul quantitativo odierno; se invece, cosa possibilissima in luogo di una, le coppie per famiglia fossero tre, la produzione salirebbe press'a poco a un mi lione di capi che, considerati al peso medio di kg. 1,500, permet terebbero di gettare sul mercato un milione e 500 mila kg. di carne, con una eccedenza sulla produzione in corso di 1 milione e 350 mila chilogrammi. A un cosiffatto sviluppo si sono opposti finora i patti contrattuali. L'allevamento dei conigli è subordinato al permesso del proprietario del fondo e il proprietario non sempre lo concede. Ora è proposito dell'Unione di provocare un accordo con l'organizzazione dei datori di lavoro per la rimozione dell'ostacolo, che è sopravvivenza d'altri tempi e di sommo danno alla necessità del momento, e si ritiene che all'iniziativa arriderà il successo anche in virtù di un accordo precedente stipulato durante le sanzioni per il pollame e il bestiame ovino, fi cui allevamento è stato liberato dai vincoli limitativi che lo inceppavano, fatta soltanto riserva che non fosse arrecato danno alla produzione agricola. In forza di quell'accordo anche l'allevamento delle pecore e delle capre ha aperto nuovi orizzonti alle famiglie contadine delle zone di montagna, dove si è compreso che la formazione di piccoli greggi in ragione di uno per famiglia, attraverso la produzione del latte e la vendita della carne, delle pelli e della lana, tutti elementi necessari al consumo interno, rappresenta una delle direttive più sicure per l'avvenire. Ma appunto perchè l'obbiettivo non I ancora raggiunto, l'Unione ha fatto vive premure ai suoi fiduciari perchè anche in montagna i tempi siano accelerati. afssdUnsldcsapiplndctfsvcsbgIdvdrtinrgCarni e grassi Sull'incremento produttivo desuini, il dottor Balzardi ci ha esposto idee non meno chiare e persuasive. Nel suo pensiero, già espresso al suoi collaboratori, ognuna delle ventimila famiglie rappresentate dovrebbe assumere l'allevamento di un maiale. Fissandone il peso in 120-130 kg. caduno, si otterrebbe un nuovo get,to di oltre due milioni dì carne e di grassi. Ma pure in questo cam po c'è posto per ulteriori svilup pi. Aggregati all'organizzazione dei datori di lavoro (proprietarisono tra 10 mila e 15 mila lavoratori diretti della terra (piccolproprietari), i quali si trovano in condizioni ancora più propizie desalariati per assumersi l'allevamento, in quanto essi non devonrispondere ad alcuno degli eventuali danni che il maiale producesse alle coltivazioni del campSe essi pure ne assumessero l'iniziativa, la carne e i grassi potrebbero toccare una produzionnon lontana dai quattro milioni dchilogrammi all'anno. Purtroppo, invece,, il maiale ancora quasi assente, in questa sforma di allevaménto, dalle cu- gscine della nostra provincia. For- ;ese per errato concetto o per tra- ddizione, rileva il Segretario della Unione. Il quale, deplorando con I Pnoi la perdita di ricchezza, ma I soprattutto il mancato apporto all'alimentazione dell'oggi, ha ribadito la sua volontà, per la parte che lo riguarda, di arrivare alla soluzione vagheggiata. Bisogna assolutamente vincere i vecchi preconcetti e le viete trad'zloni;■ il maiale è un animale rozzo che ! Cugtrsmpuò essere allevato mercè la utilizzazione .dei residui della cucina, della lavorazione del latte e dei molti sottoprodotti della terra che vanno dispersi, quali le patate di scarto e quelle avariate, i fagioli risecchiti, la zucca, le castagne di qualità inferiore, le diverse e svariate qualità di frutta che sovente nessuno raccoglie e sono lasciate a marcire sugli alberi o nei prati; esso è inoltre ghiotto di foglie di cavolo e delle Ipecie affini,"nonché dello fronde <i -■— " -•• • . ...... idi olmo e di altri vegetali boschivi, che particolarmente al cader dell'autunno si possono raccogliere senza pregiudizio per le pianto. Il costo dell'allevamento cosi impostato è ridotto al minimo; e non per nulla l'Unione ha suggerito di limitare la crescita del soggetto a 120-130 chilogrammi, giac- ini un i illuni i illuminili inumili che sopra questo peso occorrerebbe impiegare mangimi il cui prezzo è elevato e che oggi scarseggiano, ciò che presterebbe il vantaggio dell'allevamento famigliare. Nozioni pratiche ed elementari, come si vede, che non torneranno inutili nemmeno al grande pubblico, al quale si offre un'occasione di più di constatale su quali serie basi poggi la lotta per le realizzazioni autarchiche. Quest'e sempio della provincia di Torino, che è una delle minori sotto l'a spetto agricolo, ci insegna che og gì. fra carne e grasso di maiale e, carne di comglio,;Si_potrebbero dei P°- p01 su° « sindacali? ^ ... Contadino e non semplice salariato, egli deve insomma sfruttare per intero tutte le sue energie nella consapevolezza che l'utile personale a lui derivante, sarà strettamente congiunto ad un largo beneficio di carattere economicosociale. Ma se col ritmo che sarà impresso alla provincia di Torino l'incremento di queste attività complementari troverà riscontro nelle altre 93 circoscrizioni del Regno, ne risulterà una visione panoramica che basterà da sè a da- utilizzare alcuni milioni di chilo grammi che per contro non ci soCol suo fattivo intervento, qui ismo rurale tocca uno vertici della propria azione tendente a svincolare il lavoratore dall'unica preoccupazione del salario per portarlo a ricercarne le fonti remuneratrici integrative, nella sua stessa funzione di elemento-cardine della produzione. re la misura del quadro agricolo iproduttivo e insieme degli orien tamenti dell'organizzazione sindacale, concepito anche quale stru mento di lotta contro il vecchio mondo e i suoi pregiudizi che veramente sono sempre « i più duri a morire j>. Francesco Oddone i mimi mini min Minuti ni tu 11 u n timi

Persone citate: Francesco Oddone, Pompeo Balzardi

Luoghi citati: Torino