L'America di Hull e di Stimson vorrebbe ribadire le catene di Versaglia di Giuseppe Piazza

L'America di Hull e di Stimson vorrebbe ribadire le catene di Versaglia L'America di Hull e di Stimson vorrebbe ribadire le catene di Versaglia Berlino, 17 gennaio. Le dichiarazioni del Segretario di Stato agli Esteri americano alla Commissione degli Esteri della Camera dei rappresentanti, a cui si sono oggi aggiunte quelle del suo collega per la guerra Stimson, continuano a fare oggetto dei commenti di tutta la stampa tedesca, la quale rileva in complesso come, quanto più queste due incredibili manifestazioni pretendono di fondarsi e di camminare sul terreno di una pretesa restaurazione del diritto nel mondo, che di tutta la esposizione del Segretario agli Esteri ha costituito la tesi fondamentale, a cui il Segretario per la Guerra si è naturalmente anche associato, tanto maggiormente esse rappresentano la più crassa e flagrante abiura che mai da autorità ufficiali e da uomini investiti delle supreme responsabilità e disponibilità delle sorti dei popoli, sia stata apertamente pronunciata. Manomissione brutale del diritto Le dichiarazioni di Hull, in special modo, valgono per l'opinione tedesca a documentare la decisa volontà dell'America di sciogliersi da ogni resìduo legame di legge internazionale e di diritto dei popoli, e ciò tanto più nettamente e direttamente quanto più insistentemente egli si è richiamato a tali sue assente idealità che praticamente poi tradisce e che anche teoricamente non ha mancato del resto di ferire a morte, quando troppo evidentemente sbugiardato dalle sue stesse azioni ha creduto di rifugiarsi ora in una « realistica valutazione delle leggi », ora in quei « pratici punti di vista » che non hanno lasciato alcun dubbio, in quelli dei suoi ascoltatori che siano almeno più onesti di lui, di quale natura siano il diritto, la legge e l'ordine di cui egli si è occupato. Egli ha parlato eviden temente — gli ribattono i giornali tedeschi — di quel diritto e di quella osservanza della legge, in base a cui ha apertamente sostenuto dover essere attribuito alle Potenze anglo-sassoni il controllo dei mari, diritto che evidentemente si rivela dunque per nient'altro che quello della vera Bocietà leo nina. E' la stessa concezione leonina del diritto che gli ha fatto escludere con cavilli, i quali nelle tavole di pronuncia del giure ar rivano appena al limite del balbettìo, l'applicabilità niente meno che della convenzione dell'Aja al caso delle riparazioni di navi nemiche nei porti americani, posto dalla legge per gli aiuti all'Inghilterra, e ciò quando l'America è come tutti sanno, una delle prime firmatarie di quella convenzione, le cui disposizioni in materia non lasciano e non possono lasciare il minimo dubbio. E' la stessa concezione del diritto che fa chiudere all'opinione americana non un solo occhio ma tutti e due su un caso come quello del Mendoza, il quale non costituisce più per essa una violazione della zona di divieto della territorialità dei singoli Stati non soltanto, ma nemmeno della tanto conclamata territorialità panamericana, soltanto perchè questa volta la violazione è stata perpetrata da una di quelle Potenze a cui soltanto, nel circolo vizioso del suo malsano ragionamento, il segretario Hull attribuisce a priori 11 privilegio di sapere rispettare la legge. Sono infine del resto — si conclude — quel diritto e quell'osservanza della legge che ispirano tutta questa azione di persuasione e di pressione del Governo americano sul Congresso intesa come è tutta nient'altro che a indurre la rappresentanza nazionale a tradire, sventare e frustrare con una vera e propria « violazione legale » quella legge di neutralità e quella legge Johnson di cui il popolo americano aveva creduto di fornirsi, a baluardo della propria pace, e che inconfessati interessi plutocratici consigliano ora di sopprimere di fatto con evidente attentato alla volontà e ai più veri e sacri interessi del popolo americano stesso. E' dunque tutta una « violazione legale » quella per cui si risvegliano, si evocano e si chiamano a raccolta tutti i fantasmi e tutti gli spiritelli fatui del più intransigente rispetto delle leggi umane e divine. Al medesimo tipo di diritto leonino appartiene anche per la stampa tedesca il solito panno rosso del pericolo tedesco, agitato anche ora dai due segretari di stato al Congresso: pericolo che Hull ha riaffermato instante e urgente, riecheggiato anche in ciò subito dopo da Stimson, così come tutte e due avevano riecheggiato e riprodotto il loro padrone Roosevelt, ma che, invitato poi nell'interrogatorio seguito alle dichiarazioni a precisare, non ha saputo esemplificare trovandosi invece ridotto a dover dichiarare — come nota il Hamburger Fnsmdenblatt — che la Germania non ha mal dato finora alcuna prova esteriore delle sue intenzioni aggressive nei confronti dell'emisfero americano; tuttavia ha detto: « Noi non possiamo rimanere con le mani in mano ad attendere che l'aggressore non abbia violato il nostro confine ». I funesti epigoni di Wilson Si stenta a credere a tanta audacia e impudenza. In definitiva dunque i! ragionamento, il quale rassomiglia come due gocce d'acqua a quello del lupo nei confronti dell'agnello, sarebbe questo: che 1 tedeschi non hanno mai mostrato finora intenzioni aggressive, ma indubbiamente le dimostreranno. Definivamo di sopra leonina la mentalità che risulta dalle mani festazioni dei due segretari ame ricani, ma vediamo che è anche lupesca: non si esce in ogni modo dall ambito della rappresentazione esopiana dell'eterna belluinità del l'uomo. Là dove più culmina e si illumina di tutta la sua luce la concezione di un giure in cui meglio si riflette e si realizza l'ideale supremo di una giustizia divina sulla terra, quale anima i due segretari americani, è per la stampa VvgpegicscrddsecdtHcb—cmglslivnordpgutcnvgpmpddgmudBPenpdmefrilipscideQbccbdtdpgblbnnbpcfSei R'eich nel "tipico rimpianto cheessi hanno dimostrato per il crollo di quell'edificio internazionale di Versaglia, in cui essi vedevano e vedono ancora incarnata e consegnata la migliore concretizzazione possibile di un assetto di ordine e di stabilità internazionale. Il segretario Hull soprattutto è stato in ciò esplicito. Egli è del resto — cosi gli ricorda la Boerscn Zeitung — lo stesso Hull che nel '20 in un suo celebre discorso alla Camera dei rappresentanti, si fece sostenitore di una tarda ratifica del trattato di Versaglia da parte del congresso americano. Ciò definisce l'uomo e lo definisce tutto in contrasto con il pensiero e con la coscienza del suo popolo stesso, come di tutti i popoli. Da allora ad oggi il segretario Hull è rimasto lo stesso. Senonchè, mentre un Hull non ha cambiato di parere vi sono in Europa — così Bcrive il giornale or ora citato — milioni e milioni di uomini che sulla giustizia di Versaglia si sono ricreduti e altri milioni e milioni che sono riusciti a smascherare e a scuotere da sè l'onta e l'oppressione dell'atroce ingiustizia, e ciò dopo avere invano per un paio di decenni almeno tentato di persuadere i propri oppressori a diminuirla e a ripararla, in omaggio ad un minimum di quei semplici innati concetti di parità di diritti elementari che giacciono in fondo alla coscienza umana e che costituiscono la determinante fondamentale di ogni concezione di assetto internazionale. Non cosi evidentemente avviene nella coscienza dei due, degli Hull e dei Stimson, i quali pensano ancora che un popolo come il tedesco, giustamente consapevole e fiero delle sue capacità, della sua forza e di quel che ha dato ed è chiamato a dare al progresso del mondo, debba solo rimanere umiliato e disarmato, fra un cerchio scintillante e orgoglioso di popoli grandi e piccoli, fino al Belgio, alla Cekoslovacchia e alla Polonia, armati tutti fino ai denti, e armati appunto per mantenerlo nell'oppressione e nell'umiliazione, per conto e mandato della rivalità di altri. Disarmato non soltanto, ma anche mutilato, calpestato in eterno dello straniero, diviso e frantumato anche nel suo territorio con assurdità come quella dell'indimenticabile corridoio e infine impedito perfino, solo fra tutti i popoli, di compiere il processo storico della sua unità nazionale cui lo chiamava, con forza storica inarrestabile, un millenio almeno di inabolibili titoli collaborativi e elaborativi della civiltà europea. Questo è il diritto, questa è la libertà che il signor Roosevelt, il signor Hull e il signor Stimson si rammaricano che non sia stato possibile mantenere in Europa, col crollo di Versaglia; la libertà insomma e il diritto di quella camicia di Nesso che il loro predecessore Wilson era stranamente riuscito, nella sua inverosimile incompetenza e ignoranza dei problemi e delle situazioni del popoli di Europa, a infliggere al continente. Meno ingenui e meno ignoranti di lui, ma indubbiamente assai più imprudenti, in una sola cosa ì suol epigoni si differenziano oggi da lui, in una sola delle sue libertà cioè, che essi passano solennemente sotto silenzio: è la libertà dei mari. Il funesto ingenuo del '19 incluse questa libertà nei suoi 14 punti; e se essa gli fu bocciata dall' Inghilterra, rimane però sempre per lui l'onestà e il coraggio di avervela inclusa, e il merito indubbio di averla una volta proclamata. I suoi non meno funesti epigoni fingono ora di ignorarla, e l'hanno totalmente cancellata cosi dalla loro penna come dalla loro bocca, come perfino dal loro ricordo, dappoiché essi nei loro fragili calcoli che la storia ancora una volta si incaricherà di disperdere, concepiscono evidentemente le « libertà » dei popoli possibili soltanto in un ordine dominato da quella flotta britannica sulla quale non per nulla hanno iscritto così significativo e frettoloso diritto di successione. Giuseppe Piazza Quotidiano spettacolo sulle rive del Tamigi a Londra: la lotta dei vigili del fuoco contro le fiamme dei doks colpiti dalle bombe germaniche IMIMMIIIIIIIIIlllllllinilllllIllllIllllllllllllllllllllllI lltlltHIMIIIIMItlllllllllllllllllllllMllllllllllitlllllllIII llllllHIIIlllllllMlllllllllllllllllllllllllllllllilIlllllllt HIM111111111111111111111111111111111MIM111H1111111111111111 L'America di Hull e di Stimson vorrebbe ribadire le catene di Versaglia L'America di Hull e di Stimson vorrebbe ribadire le catene di Versaglia Berlino, 17 gennaio. Le dichiarazioni del Segretario di Stato agli Esteri americano alla Commissione degli Esteri della Camera dei rappresentanti, a cui si sono oggi aggiunte quelle del suo collega per la guerra Stimson, continuano a fare oggetto dei commenti di tutta la stampa tedesca, la quale rileva in complesso come, quanto più queste due incredibili manifestazioni pretendono di fondarsi e di camminare sul terreno di una pretesa restaurazione del diritto nel mondo, che di tutta la esposizione del Segretario agli Esteri ha costituito la tesi fondamentale, a cui il Segretario per la Guerra si è naturalmente anche associato, tanto maggiormente esse rappresentano la più crassa e flagrante abiura che mai da autorità ufficiali e da uomini investiti delle supreme responsabilità e disponibilità delle sorti dei popoli, sia stata apertamente pronunciata. Manomissione brutale del diritto Le dichiarazioni di Hull, in special modo, valgono per l'opinione tedesca a documentare la decisa volontà dell'America di sciogliersi da ogni resìduo legame di legge internazionale e di diritto dei popoli, e ciò tanto più nettamente e direttamente quanto più insistentemente egli si è richiamato a tali sue assente idealità che praticamente poi tradisce e che anche teoricamente non ha mancato del resto di ferire a morte, quando troppo evidentemente sbugiardato dalle sue stesse azioni ha creduto di rifugiarsi ora in una « realistica valutazione delle leggi », ora in quei « pratici punti di vista » che non hanno lasciato alcun dubbio, in quelli dei suoi ascoltatori che siano almeno più onesti di lui, di quale natura siano il diritto, la legge e l'ordine di cui egli si è occupato. Egli ha parlato eviden temente — gli ribattono i giornali tedeschi — di quel diritto e di quella osservanza della legge, in base a cui ha apertamente sostenuto dover essere attribuito alle Potenze anglo-sassoni il controllo dei mari, diritto che evidentemente si rivela dunque per nient'altro che quello della vera Bocietà leo nina. E' la stessa concezione leonina del diritto che gli ha fatto escludere con cavilli, i quali nelle tavole di pronuncia del giure ar rivano appena al limite del balbettìo, l'applicabilità niente meno che della convenzione dell'Aja al caso delle riparazioni di navi nemiche nei porti americani, posto dalla legge per gli aiuti all'Inghilterra, e ciò quando l'America è come tutti sanno, una delle prime firmatarie di quella convenzione, le cui disposizioni in materia non lasciano e non possono lasciare il minimo dubbio. E' la stessa concezione del diritto che fa chiudere all'opinione americana non un solo occhio ma tutti e due su un caso come quello del Mendoza, il quale non costituisce più per essa una violazione della zona di divieto della territorialità dei singoli Stati non soltanto, ma nemmeno della tanto conclamata territorialità panamericana, soltanto perchè questa volta la violazione è stata perpetrata da una di quelle Potenze a cui soltanto, nel circolo vizioso del suo malsano ragionamento, il segretario Hull attribuisce a priori 11 privilegio di sapere rispettare la legge. Sono infine del resto — si conclude — quel diritto e quell'osservanza della legge che ispirano tutta questa azione di persuasione e di pressione del Governo americano sul Congresso intesa come è tutta nient'altro che a indurre la rappresentanza nazionale a tradire, sventare e frustrare con una vera e propria « violazione legale » quella legge di neutralità e quella legge Johnson di cui il popolo americano aveva creduto di fornirsi, a baluardo della propria pace, e che inconfessati interessi plutocratici consigliano ora di sopprimere di fatto con evidente attentato alla volontà e ai più veri e sacri interessi del popolo americano stesso. E' dunque tutta una « violazione legale » quella per cui si risvegliano, si evocano e si chiamano a raccolta tutti i fantasmi e tutti gli spiritelli fatui del più intransigente rispetto delle leggi umane e divine. Al medesimo tipo di diritto leonino appartiene anche per la stampa tedesca il solito panno rosso del pericolo tedesco, agitato anche ora dai due segretari di stato al Congresso: pericolo che Hull ha riaffermato instante e urgente, riecheggiato anche in ciò subito dopo da Stimson, così come tutte e due avevano riecheggiato e riprodotto il loro padrone Roosevelt, ma che, invitato poi nell'interrogatorio seguito alle dichiarazioni a precisare, non ha saputo esemplificare trovandosi invece ridotto a dover dichiarare — come nota il Hamburger Fnsmdenblatt — che la Germania non ha mal dato finora alcuna prova esteriore delle sue intenzioni aggressive nei confronti dell'emisfero americano; tuttavia ha detto: « Noi non possiamo rimanere con le mani in mano ad attendere che l'aggressore non abbia violato il nostro confine ». I funesti epigoni di Wilson Si stenta a credere a tanta audacia e impudenza. In definitiva dunque i! ragionamento, il quale rassomiglia come due gocce d'acqua a quello del lupo nei confronti dell'agnello, sarebbe questo: che 1 tedeschi non hanno mai mostrato finora intenzioni aggressive, ma indubbiamente le dimostreranno. Definivamo di sopra leonina la mentalità che risulta dalle mani festazioni dei due segretari ame ricani, ma vediamo che è anche lupesca: non si esce in ogni modo dall ambito della rappresentazione esopiana dell'eterna belluinità del l'uomo. Là dove più culmina e si illumina di tutta la sua luce la concezione di un giure in cui meglio si riflette e si realizza l'ideale supremo di una giustizia divina sulla terra, quale anima i due segretari americani, è per la stampa VvgpegicscrddsecdtHcb—cmglslivnordpgutcnvgpmpddgmudBPenpdmefrilipscideQbccbdtdpgblbnnbpcfSei R'eich nel "tipico rimpianto cheessi hanno dimostrato per il crollo di quell'edificio internazionale di Versaglia, in cui essi vedevano e vedono ancora incarnata e consegnata la migliore concretizzazione possibile di un assetto di ordine e di stabilità internazionale. Il segretario Hull soprattutto è stato in ciò esplicito. Egli è del resto — cosi gli ricorda la Boerscn Zeitung — lo stesso Hull che nel '20 in un suo celebre discorso alla Camera dei rappresentanti, si fece sostenitore di una tarda ratifica del trattato di Versaglia da parte del congresso americano. Ciò definisce l'uomo e lo definisce tutto in contrasto con il pensiero e con la coscienza del suo popolo stesso, come di tutti i popoli. Da allora ad oggi il segretario Hull è rimasto lo stesso. Senonchè, mentre un Hull non ha cambiato di parere vi sono in Europa — così Bcrive il giornale or ora citato — milioni e milioni di uomini che sulla giustizia di Versaglia si sono ricreduti e altri milioni e milioni che sono riusciti a smascherare e a scuotere da sè l'onta e l'oppressione dell'atroce ingiustizia, e ciò dopo avere invano per un paio di decenni almeno tentato di persuadere i propri oppressori a diminuirla e a ripararla, in omaggio ad un minimum di quei semplici innati concetti di parità di diritti elementari che giacciono in fondo alla coscienza umana e che costituiscono la determinante fondamentale di ogni concezione di assetto internazionale. Non cosi evidentemente avviene nella coscienza dei due, degli Hull e dei Stimson, i quali pensano ancora che un popolo come il tedesco, giustamente consapevole e fiero delle sue capacità, della sua forza e di quel che ha dato ed è chiamato a dare al progresso del mondo, debba solo rimanere umiliato e disarmato, fra un cerchio scintillante e orgoglioso di popoli grandi e piccoli, fino al Belgio, alla Cekoslovacchia e alla Polonia, armati tutti fino ai denti, e armati appunto per mantenerlo nell'oppressione e nell'umiliazione, per conto e mandato della rivalità di altri. Disarmato non soltanto, ma anche mutilato, calpestato in eterno dello straniero, diviso e frantumato anche nel suo territorio con assurdità come quella dell'indimenticabile corridoio e infine impedito perfino, solo fra tutti i popoli, di compiere il processo storico della sua unità nazionale cui lo chiamava, con forza storica inarrestabile, un millenio almeno di inabolibili titoli collaborativi e elaborativi della civiltà europea. Questo è il diritto, questa è la libertà che il signor Roosevelt, il signor Hull e il signor Stimson si rammaricano che non sia stato possibile mantenere in Europa, col crollo di Versaglia; la libertà insomma e il diritto di quella camicia di Nesso che il loro predecessore Wilson era stranamente riuscito, nella sua inverosimile incompetenza e ignoranza dei problemi e delle situazioni del popoli di Europa, a infliggere al continente. Meno ingenui e meno ignoranti di lui, ma indubbiamente assai più imprudenti, in una sola cosa ì suol epigoni si differenziano oggi da lui, in una sola delle sue libertà cioè, che essi passano solennemente sotto silenzio: è la libertà dei mari. Il funesto ingenuo del '19 incluse questa libertà nei suoi 14 punti; e se essa gli fu bocciata dall' Inghilterra, rimane però sempre per lui l'onestà e il coraggio di avervela inclusa, e il merito indubbio di averla una volta proclamata. I suoi non meno funesti epigoni fingono ora di ignorarla, e l'hanno totalmente cancellata cosi dalla loro penna come dalla loro bocca, come perfino dal loro ricordo, dappoiché essi nei loro fragili calcoli che la storia ancora una volta si incaricherà di disperdere, concepiscono evidentemente le « libertà » dei popoli possibili soltanto in un ordine dominato da quella flotta britannica sulla quale non per nulla hanno iscritto così significativo e frettoloso diritto di successione. Giuseppe Piazza Quotidiano spettacolo sulle rive del Tamigi a Londra: la lotta dei vigili del fuoco contro le fiamme dei doks colpiti dalle bombe germaniche IMIMMIIIIIIIIIlllllllinilllllIllllIllllllllllllllllllllllI lltlltHIMIIIIMItlllllllllllllllllllllMllllllllllitlllllllIII llllllHIIIlllllllMlllllllllllllllllllllllllllllllilIlllllllt HIM111111111111111111111111111111111MIM111H1111111111111111