La prima di " Ecuba,, di Malpiero al Reale dell'Opera

La prima di " Ecuba,, di Malpiero al Reale dell'Opera TEATRI E CINEMA La prima di " Ecuba,, di Malpiero al Reale dell'Opera .eatro^'ae^ra è|Sandata in scena nel pomeriggio di oggi la nuova opera di Gianfrancesco Malipiero: Ecuba, due atti e tre quadri, su libretto dello stes¬ so musicista Quandof due anni fa pinnamoròln^dramma 'an ™o"d!ede incaric al Malipiero di . :_i _i i l'Istitutop'el soggetto e, scritte le musiche; (» coro delle prigioniere, il mono-i Sogo di Ecuba, le danze), deciso,gdi farne un'opera, completando le mparti e conferendo unita alla coni- Cposizione Rifece i bretto La' vicenda'è'nóta'' Ecuba avecchia retìna caduta Ilio è fitto Dritìonfera con le dònne Se? lfl2 nottoha fattoi orribile sogno e ne trae angosciosi presaE-i Poco dono Ulisse "iunee Pr <S$*£T^Xsena all affetto materno per immolarla sulla toniba di Achille. Richiamata dalle lte grida materne Polissena aprende u suo destino, non si la- menta: meglio la morte che la chìavitù. Ecuba implora la grazia i morire con la figliola, ma Ulisse on acc0nsente e Polissena parte ivolgendo alla madre un tragico addjo °ge intrer^ha offèrto la sSI ^ i?ia sPDadk di Ulisse- stradaf° 4^4 ^ si aSaatìf >a aal a?10re' sl appresta a paiparti e conferendo unità alla coni-1CaRifece intanto liberamente il li-!torsol'Me lecidploqbsinaNel secondo atto Ecuba appren-idtire per dare sepoltura alla figliola adorata. Manda una servente ad attingere acqua dal mare; e mentre le prigioniere alzano lamenti, perchè la follia di un uomo ha sparso tanto lutto sulla terra, ode u^ urJo ^ donne accorrono; e riappaiono portando il cadavere di Polidoro, ultimo figlio dì Ecuba, che i flutti hanno portato a riva. L'infelice madre vuole che le si conduca davanti Polinestore, l'amico a cui il vecchio re Priamo aveva affidato il ragazzo. Prega temddmpCbpaecsaapzaAgamennone di concederle questa | mgrazia, che Polinestore ha ucciso Polidoro, ed Ecuba arde dal desl- derio della vendetta. Il ricordo di cassandra, che divide il letto col " dei re, vince gli scrupoli di Aganf^jol0^^u*g6 eZatt^o ih oasa coi figli, è acc'iecato dalle donne. ;LIWnnti-n i c]ir,ì fiorii vpTKrnnn i,/*nlel briiMentre i suoi figli vengono uccisi, Ecuba, folle, gioisce dello scempio. ; OGiunge il re dei re; Polinestore1 confessa di aver ucciso Polidoro per eliminare Agamennone da un nemico pericoloso. Ma Ecuba gli lurla in faccia che egli ha ucciso nper impossessarsi del denaro che j dgli era stato affidato per crescere gil ragazzo. Polinestore, sentendosi!Gmorire, sfoga la sua rabbia pie- " dicendo ad Ecuba che sarà trasformata in cagna ed ad Agamen none che sarà ucciso, insieme alla sua druda, dalla moglie Cliten neJira: . , . , Malipiero è uno dei musicisti Più interessanti e meno compresi, Quella sua stretta aderenza al soggetto ed allo sviluppo della vicenda, quella sua assenza di serieffetti, quel diade il pubblico superficialmente ma istintivamente scambia per andi tà e corto respiro e che non e certo nate tradizione del melodramma Cplificazione che pur! amento e gusto ita-Igiusta misura che| nella tradizione del melodramma fann0 Sì «PS. $ f,,°nte ,ad Ogni nuova opera dell'illustre e la- borioso maestro gli spettatori ri mangano sempre, se non proprio delusi, rammaricati. Che si capisce perfettamente di trovarsi di fronte ad un artista abilissimo, che sa il fatto suo, ma si vorrebbe che la sua musica, che si potrebbe dire in un certo senso di carattere cinematografico alme- no apparentemente si slargasse e straripasse e riempisse 1 nostri petti per permetterci di respirare soddisfatti a pieni polmoni. Una specie di pudore istintivo, un nte- gno di persona di gusto raffinate- Isimo impediscono all'autore ogni!iabbandono, impedendogli contem- 1 poraneomente di creare quel pa nlco spirituale che trascina all'en tusiasmo le folle. I Anche questa opera, all'esame iobiettivo, risulta ricca di innume|,.evt),i e vari p,.egi: abbondanza di jjdee, felicità di ispirazione, gusto > «nezza di elaborazione, origina- Ittà di trovate; ma in cpniplesso vi ,lascia col desiderio di un arcata più piena, di un respiro più con- solante rp.,,,:- qprnfin ha meqso in ma- T"mo "LJIf^ria - tJ gnifico rilievo la piofond.tà e ■ novità ohe animano e caratteriZ- Izano la bella partitura, riuscendo a fondere con accorta disinvoltura tutti gli elementi dello spettacolo '■ < ° .mlf?hb,'U iff S SfÌ0&il?°» ì;»"'"1 Chladk e delle sue allieve a Siracusa!) ed a farlo Vivere confi piutamente. Maria Carbone (Ecu ba), Maria Fiorenza (Polissena), |Benvenuto Franci (Polinestore) ;T|to Gobbi (Ulisse), Italo Tajo ^V-X-^friv:X««% ^ o-ii uii^i rutti (Agamennone) e gli altri tutti 1 hanno dato giusto risalto alle :ojro parti. Aderente allo spirito del l'opera e del tempo l'accorta e in cigiva regia di Corrado Pavolini. -'Belle ed ammirate le scene ed i ]C0Stumi su bozzetti e figurini di - Felice Casorati. Successo vivo con iapplausi calorosi e chiamate in- 'sistemi alla fine di ogni atto: sei chiamate al prime atto, cinque al secondo ed al terzo (che sono stati -1fusi) ed alla chiusura. L'autore è -1apparso tre volte al primo atto ed alla fine. - 8. s. La prima di " Ecuba,, di Malpiero al Reale dell'Opera TEATRI E CINEMA La prima di " Ecuba,, di Malpiero al Reale dell'Opera .eatro^'ae^ra è|Sandata in scena nel pomeriggio di oggi la nuova opera di Gianfrancesco Malipiero: Ecuba, due atti e tre quadri, su libretto dello stes¬ so musicista Quandof due anni fa pinnamoròln^dramma 'an ™o"d!ede incaric al Malipiero di . :_i _i i l'Istitutop'el soggetto e, scritte le musiche; (» coro delle prigioniere, il mono-i Sogo di Ecuba, le danze), deciso,gdi farne un'opera, completando le mparti e conferendo unita alla coni- Cposizione Rifece i bretto La' vicenda'è'nóta'' Ecuba avecchia retìna caduta Ilio è fitto Dritìonfera con le dònne Se? lfl2 nottoha fattoi orribile sogno e ne trae angosciosi presaE-i Poco dono Ulisse "iunee Pr <S$*£T^Xsena all affetto materno per immolarla sulla toniba di Achille. Richiamata dalle lte grida materne Polissena aprende u suo destino, non si la- menta: meglio la morte che la chìavitù. Ecuba implora la grazia i morire con la figliola, ma Ulisse on acc0nsente e Polissena parte ivolgendo alla madre un tragico addjo °ge intrer^ha offèrto la sSI ^ i?ia sPDadk di Ulisse- stradaf° 4^4 ^ si aSaatìf >a aal a?10re' sl appresta a paiparti e conferendo unità alla coni-1CaRifece intanto liberamente il li-!torsol'Me lecidploqbsinaNel secondo atto Ecuba appren-idtire per dare sepoltura alla figliola adorata. Manda una servente ad attingere acqua dal mare; e mentre le prigioniere alzano lamenti, perchè la follia di un uomo ha sparso tanto lutto sulla terra, ode u^ urJo ^ donne accorrono; e riappaiono portando il cadavere di Polidoro, ultimo figlio dì Ecuba, che i flutti hanno portato a riva. L'infelice madre vuole che le si conduca davanti Polinestore, l'amico a cui il vecchio re Priamo aveva affidato il ragazzo. Prega temddmpCbpaecsaapzaAgamennone di concederle questa | mgrazia, che Polinestore ha ucciso Polidoro, ed Ecuba arde dal desl- derio della vendetta. Il ricordo di cassandra, che divide il letto col " dei re, vince gli scrupoli di Aganf^jol0^^u*g6 eZatt^o ih oasa coi figli, è acc'iecato dalle donne. ;LIWnnti-n i c]ir,ì fiorii vpTKrnnn i,/*nlel briiMentre i suoi figli vengono uccisi, Ecuba, folle, gioisce dello scempio. ; OGiunge il re dei re; Polinestore1 confessa di aver ucciso Polidoro per eliminare Agamennone da un nemico pericoloso. Ma Ecuba gli lurla in faccia che egli ha ucciso nper impossessarsi del denaro che j dgli era stato affidato per crescere gil ragazzo. Polinestore, sentendosi!Gmorire, sfoga la sua rabbia pie- " dicendo ad Ecuba che sarà trasformata in cagna ed ad Agamen none che sarà ucciso, insieme alla sua druda, dalla moglie Cliten neJira: . , . , Malipiero è uno dei musicisti Più interessanti e meno compresi, Quella sua stretta aderenza al soggetto ed allo sviluppo della vicenda, quella sua assenza di serieffetti, quel diade il pubblico superficialmente ma istintivamente scambia per andi tà e corto respiro e che non e certo nate tradizione del melodramma Cplificazione che pur! amento e gusto ita-Igiusta misura che| nella tradizione del melodramma fann0 Sì «PS. $ f,,°nte ,ad Ogni nuova opera dell'illustre e la- borioso maestro gli spettatori ri mangano sempre, se non proprio delusi, rammaricati. Che si capisce perfettamente di trovarsi di fronte ad un artista abilissimo, che sa il fatto suo, ma si vorrebbe che la sua musica, che si potrebbe dire in un certo senso di carattere cinematografico alme- no apparentemente si slargasse e straripasse e riempisse 1 nostri petti per permetterci di respirare soddisfatti a pieni polmoni. Una specie di pudore istintivo, un nte- gno di persona di gusto raffinate- Isimo impediscono all'autore ogni!iabbandono, impedendogli contem- 1 poraneomente di creare quel pa nlco spirituale che trascina all'en tusiasmo le folle. I Anche questa opera, all'esame iobiettivo, risulta ricca di innume|,.evt),i e vari p,.egi: abbondanza di jjdee, felicità di ispirazione, gusto > «nezza di elaborazione, origina- Ittà di trovate; ma in cpniplesso vi ,lascia col desiderio di un arcata più piena, di un respiro più con- solante rp.,,,:- qprnfin ha meqso in ma- T"mo "LJIf^ria - tJ gnifico rilievo la piofond.tà e ■ novità ohe animano e caratteriZ- Izano la bella partitura, riuscendo a fondere con accorta disinvoltura tutti gli elementi dello spettacolo '■ < ° .mlf?hb,'U iff S SfÌ0&il?°» ì;»"'"1 Chladk e delle sue allieve a Siracusa!) ed a farlo Vivere confi piutamente. Maria Carbone (Ecu ba), Maria Fiorenza (Polissena), |Benvenuto Franci (Polinestore) ;T|to Gobbi (Ulisse), Italo Tajo ^V-X-^friv:X««% ^ o-ii uii^i rutti (Agamennone) e gli altri tutti 1 hanno dato giusto risalto alle :ojro parti. Aderente allo spirito del l'opera e del tempo l'accorta e in cigiva regia di Corrado Pavolini. -'Belle ed ammirate le scene ed i ]C0Stumi su bozzetti e figurini di - Felice Casorati. Successo vivo con iapplausi calorosi e chiamate in- 'sistemi alla fine di ogni atto: sei chiamate al prime atto, cinque al secondo ed al terzo (che sono stati -1fusi) ed alla chiusura. L'autore è -1apparso tre volte al primo atto ed alla fine. - 8. s.

Luoghi citati: Ecuba, Izano, Siracusa