Museo in famiglia

Museo in famiglia Museo in famiglia tefifomnvifappgalJsatodteiorehEcatae trrebilLodi è illustie per tre cose: perchè è patria del Lodigiano, perchè ha dato i natali ad Ada Negri, perchè possiede un piccolo museo dedicato alle opere di Girolamo Segato. Le opere di Girolamo Segato sono dei morti pietrificati. Geloso del suo segreto. Segato non lo comunicò a nessuno e se lo portò con sè nella tomba. Dicono che il segreto di Segato è. stato riscoperto dal professore Francesco Spirito, rettore dell'univerità di Siena e ordinario di ostetricia e ginecologia. Ero a Siena tra il 15 e il 20 settembre, nella settimana dedicata alla celebrazione degli Scarlatti. 11 fiore dell'intellettualità italiana si era trasportato nella città di San Bernardino, e l'albergo principale era un vasto alveare di musicologbi e di pubblicisti, di donne di lettere e di quelle indefinibili creature, vaganti eppur onnipresenti, che se ne muoiono per una toccata per clavicembalo, e per una fuga per organo si farebbero a pezzi. Ivi incontrai una scrittrice di grido, fiera nel portamento come la imperatrice Agrippina. Prendevamo il tè in un biondo pomeriggio sulla terrazza della villa Scacciapensieri, divisando fra torte e ricciarelli degli sperimenti del professore Spirito, c prima di separarci ci accordammo di visitare assieme la collezione del pie1 rificatore. Per mezzo della cameriera del piano, [''agrippine^ signora mi avrebbe comunicato l'indomani mattina il luogo e l'ora dell'incontro. L'albergo principale di Siena «•he vive tranquillo tutto l'annoi intorno al lento avvicendarsi di pochi ospiti, si gonfia nella settimana musicale organizzata dall'Accademia Chigiana di vita febbrile, e si riempie di personale avventizio. Ancelle alacri ma inesperte, famuli zelanti ma incapacissimi corrono su e giù per le scale, fendono i corridoi come cervi stretti dalla muta, si trasmettono da piano a piano ordini sbagliati, violano il segreto delle camere matrimoniali, ignorano gli appelli perentori del commendatore « che non ha tempo da perdere ». recano alla gracile biondina del secondo piano gli speronali stivaloni del colonnello del terzo, e a ine affondato ancora nel sonno mattutino, che al dire di Pitagora è propizio ai sogni di-! cviuatorii, portarono il latte cai rio | le il miele destinati all'Eccellenza micgravbficrgrdnccnblnlvftsPstnspmc'rache quella mattina stessa, nella .sala del Mappamondo del Palazzo Comunale, sotto il Trinalo di limone Martini e di fronte alla cavalcala di fìuidorizzo da Fogliano, doveva pronunciare l'elogio degli Scarlatti, e che per un raffreddore contratto pochi giorni prima sul lido della Versilia, ora giù di voce. A elli anelò la comunicazione che la bella donna di lettere destinava a me, e che invano io aspettai, mentre invano per parte Hia la bella donna di lettere aspettava il mio assenso? Quando la scia c'incontrammo nell'atrio dell'albergo, tra la folla invasata dal fiato di Euterpe, i nostri sguardi s'incontrarono glaciali, ma fingemmo di non vederci. Ora. mentre io aspettavo nella laniera calda ancora della mia notte, seduto sul-letto disfatto, tra due specchi che moltiplicavano la mia immagine, senza risolvere per questo il problema della mia solitudine, cominciai a pensare. Cominciai a pensare. Cominciai a pensare che la conservazione elei corpo, per mummificazione 0 pietrificazione che sia, risolve in parte il problema della nostra sorte quaggiù. Vero che mummificazione o pietrificazione concernono soltanto la conservazione del corpo, e non quella dell'anima. Ma l'anima è immortale e provvede a conservarsi da sè. E' il corpo che muore. E' dunque alla conservazione del corpo che dobbiamo volgere le nostre cure. Dice Virgilio a Dante, dopo che Ciacco ha finito di parlare: Piìi non si de^t-a Ili qua dal suini dell'angelica tromba. (,|:i;i min verrà lu nemica podestà, Ciascun ritroverà la triste tomba. Rìuiglieru sua carne e sua figura. L'ilirà quel che in eterno rimbomba. [Ila se carne e figura si troveranno conservate per effetto di mummificazione o pietrificazione, sarà tanto di guadagnato per il buon esito del Giudizio Universale. Massima cura davano gli Egizii alla conservazione dei corpi, ed è significativo che il suo misterioso sistema per conservare i morti, Girolamo Segato lo abbia scoperto dopo i suoi ripetuti e prolungati soggiorni in Egitto, ov'egli fu in qualità di viaggiatore e di cartografo, interpretando papiri, esplorando tombe antichissime, studiando l'interno delle piramidi. Della imbalsamazione praticata dagli Egizii, parla Erodoto nel libro delle sue Storie dedicato a Euterpe, e spiega come il morto, dopo essere stato preparato secondo uno dei tre sistemi d'imbalsamazione, era collocato dai pareuti in una camera dell'abitazione, che a poco a poco diventava una specie di museo in fa miglia. Se gli Egizii si contentavano dei loro morti mummificati, a maggior ragione noi potremo cou dmscsqecvcptmslsspqstmctpssbtal tentarci dei «ostri morti pietrificati. Così, a poco a poco, noi pure formeremo i nostri musei di famiglia. I nostri cari continueranno ad abitare la casa nella quale vissero^fcra i mòbili e gli oggetti familiari. Si aggraverà tutl'al più il problema dell'abitazione, e per ogni generazione nuova bisognerà aggiungere alla casa o una ala nuova, o un nuovo ripiano. Jla in compenso le dinastie non saranno più documentate soltanto dai ritratti. Per me, il modello del Museo di Famiglia mi sta preciso nella testa. L'estate scorsa, Maria ed io passammo alcuni giorni a Firenze, presso un antiquario che ha casa e bottega sul Lungarno. E di notte, per salire alla nostra camera che dava sulla passeggiata illustre e sul fiume pezzato qua e là di banchi di rena, ci toccava traversare una grande sala terrena che la luna illuminava d'obliquo attraverso le vetrate, e a quale abitavano in gran si¬ ili ! compattezza e pulizia, chi sa chi | l'anima non le si riaccosti hiiia morata, e torni fedele a riaui i1icnzio un paggio sorridente e un guerriero bardato di.ferro, una ragazza seduta all'arcolaio e un vecchio re con lo scettro e la burba bianca. Strane relazioni si stabilirono fin dalla prima notte fra noi e coloro, più vive col paggio e la ragazza all'arcolaio, più conte-1 agnose col guerriero e col vecchio ! pre; e mentre noi, nella camera ILdi sopra, aspettavamo che il son no piegasse su noi la sua ala, ci confortava il pensare che, sotto, coloro vegliavano. Eppure quei quattro non erano nulla per noi, appena delle bambole di cera. Ma sapere che nrianqnlmcè nostro padre, i suoi baffi, JEla sua barba; sapere che colei è nostra madre, il suo lieo sopra il labbro, la sua mano irrigata di vene azzurre; sapere che quella fanciulla cui i capelli fauno nian- 1 «ii-i 1 lto e nostra sorella Adelaide, le 1 £sue magre braccia di vergine Pensare che si vive tutti sotto lo slesso tetto, nostro padre di pietra e freddissimo, e là presso il nostro figliolino, caldo caldo nel suo sonno odoroso, mentre fuori piove e tira vento... Rimane la questione dell'anima. L'anima spicca il volo dal corpo che muore, perchè aborre 'tallii materia ritrovando la abbandona in che si guasta spoglia che aPnnNdmisp[sr■ Isvcrsqtila 'se<salbessaiu, vii- Ic•oudizioiii di tanta Ud111 sc! IE una mattina che nel Museo di Famiglia il sole brillerà atira- 1 0Jj|lp fi,,,.ci fa IlcI ìimari verso le tendine della finestra sui pavimento lustro di cera, e il|commendatore B. entrerà fra 1 suoi cari per la solita visitina quotidiana prima di andare in ufficio, egli troverà il suo babbo e la sua mamma che si tengono per mano e tentano i primi passi come ballerini inesperti; e troverà i nonni in fondo al museo, che ammiccano come chi di repente passa dal buio alla luce; e troverà la sua figliola Rosina, morta a quindici anni di tifo, lasciando il suo povero babbo con la molla della gioia spezzata per sempre: la troverà che sbadiglia su un roseo palato di gatta, e si passa la mano sugli occhi come quando, viva e giovinetta, si destava dai sonni leggeri dell'estate; poi la vedrà alzarsi mollemente dal divano, e venirgli incontro, e dirgli : « Papà, è cosi tardi dunque che sei già pronto ? macsa|per uscire I ». Quel mattino apparentemente sarà simile a tutti gli altri mattini, ma in verità sarà molto diverso : perchè senza squilli di troni-, . ' K ,. ,- ,. n , .'■ ,• Ibe ne urli di altoparlanti, sulla |terra abituata da tanto tempo alla morte, sarà nata l'inimorta lità. Alberto Savìnio Museo in famiglia Museo in famiglia tefifomnvifappgalJsatodteiorehEcatae trrebilLodi è illustie per tre cose: perchè è patria del Lodigiano, perchè ha dato i natali ad Ada Negri, perchè possiede un piccolo museo dedicato alle opere di Girolamo Segato. Le opere di Girolamo Segato sono dei morti pietrificati. Geloso del suo segreto. Segato non lo comunicò a nessuno e se lo portò con sè nella tomba. Dicono che il segreto di Segato è. stato riscoperto dal professore Francesco Spirito, rettore dell'univerità di Siena e ordinario di ostetricia e ginecologia. Ero a Siena tra il 15 e il 20 settembre, nella settimana dedicata alla celebrazione degli Scarlatti. 11 fiore dell'intellettualità italiana si era trasportato nella città di San Bernardino, e l'albergo principale era un vasto alveare di musicologbi e di pubblicisti, di donne di lettere e di quelle indefinibili creature, vaganti eppur onnipresenti, che se ne muoiono per una toccata per clavicembalo, e per una fuga per organo si farebbero a pezzi. Ivi incontrai una scrittrice di grido, fiera nel portamento come la imperatrice Agrippina. Prendevamo il tè in un biondo pomeriggio sulla terrazza della villa Scacciapensieri, divisando fra torte e ricciarelli degli sperimenti del professore Spirito, c prima di separarci ci accordammo di visitare assieme la collezione del pie1 rificatore. Per mezzo della cameriera del piano, [''agrippine^ signora mi avrebbe comunicato l'indomani mattina il luogo e l'ora dell'incontro. L'albergo principale di Siena «•he vive tranquillo tutto l'annoi intorno al lento avvicendarsi di pochi ospiti, si gonfia nella settimana musicale organizzata dall'Accademia Chigiana di vita febbrile, e si riempie di personale avventizio. Ancelle alacri ma inesperte, famuli zelanti ma incapacissimi corrono su e giù per le scale, fendono i corridoi come cervi stretti dalla muta, si trasmettono da piano a piano ordini sbagliati, violano il segreto delle camere matrimoniali, ignorano gli appelli perentori del commendatore « che non ha tempo da perdere ». recano alla gracile biondina del secondo piano gli speronali stivaloni del colonnello del terzo, e a ine affondato ancora nel sonno mattutino, che al dire di Pitagora è propizio ai sogni di-! cviuatorii, portarono il latte cai rio | le il miele destinati all'Eccellenza micgravbficrgrdnccnblnlvftsPstnspmc'rache quella mattina stessa, nella .sala del Mappamondo del Palazzo Comunale, sotto il Trinalo di limone Martini e di fronte alla cavalcala di fìuidorizzo da Fogliano, doveva pronunciare l'elogio degli Scarlatti, e che per un raffreddore contratto pochi giorni prima sul lido della Versilia, ora giù di voce. A elli anelò la comunicazione che la bella donna di lettere destinava a me, e che invano io aspettai, mentre invano per parte Hia la bella donna di lettere aspettava il mio assenso? Quando la scia c'incontrammo nell'atrio dell'albergo, tra la folla invasata dal fiato di Euterpe, i nostri sguardi s'incontrarono glaciali, ma fingemmo di non vederci. Ora. mentre io aspettavo nella laniera calda ancora della mia notte, seduto sul-letto disfatto, tra due specchi che moltiplicavano la mia immagine, senza risolvere per questo il problema della mia solitudine, cominciai a pensare. Cominciai a pensare. Cominciai a pensare che la conservazione elei corpo, per mummificazione 0 pietrificazione che sia, risolve in parte il problema della nostra sorte quaggiù. Vero che mummificazione o pietrificazione concernono soltanto la conservazione del corpo, e non quella dell'anima. Ma l'anima è immortale e provvede a conservarsi da sè. E' il corpo che muore. E' dunque alla conservazione del corpo che dobbiamo volgere le nostre cure. Dice Virgilio a Dante, dopo che Ciacco ha finito di parlare: Piìi non si de^t-a Ili qua dal suini dell'angelica tromba. (,|:i;i min verrà lu nemica podestà, Ciascun ritroverà la triste tomba. Rìuiglieru sua carne e sua figura. L'ilirà quel che in eterno rimbomba. [Ila se carne e figura si troveranno conservate per effetto di mummificazione o pietrificazione, sarà tanto di guadagnato per il buon esito del Giudizio Universale. Massima cura davano gli Egizii alla conservazione dei corpi, ed è significativo che il suo misterioso sistema per conservare i morti, Girolamo Segato lo abbia scoperto dopo i suoi ripetuti e prolungati soggiorni in Egitto, ov'egli fu in qualità di viaggiatore e di cartografo, interpretando papiri, esplorando tombe antichissime, studiando l'interno delle piramidi. Della imbalsamazione praticata dagli Egizii, parla Erodoto nel libro delle sue Storie dedicato a Euterpe, e spiega come il morto, dopo essere stato preparato secondo uno dei tre sistemi d'imbalsamazione, era collocato dai pareuti in una camera dell'abitazione, che a poco a poco diventava una specie di museo in fa miglia. Se gli Egizii si contentavano dei loro morti mummificati, a maggior ragione noi potremo cou dmscsqecvcptmslsspqstmctpssbtal tentarci dei «ostri morti pietrificati. Così, a poco a poco, noi pure formeremo i nostri musei di famiglia. I nostri cari continueranno ad abitare la casa nella quale vissero^fcra i mòbili e gli oggetti familiari. Si aggraverà tutl'al più il problema dell'abitazione, e per ogni generazione nuova bisognerà aggiungere alla casa o una ala nuova, o un nuovo ripiano. Jla in compenso le dinastie non saranno più documentate soltanto dai ritratti. Per me, il modello del Museo di Famiglia mi sta preciso nella testa. L'estate scorsa, Maria ed io passammo alcuni giorni a Firenze, presso un antiquario che ha casa e bottega sul Lungarno. E di notte, per salire alla nostra camera che dava sulla passeggiata illustre e sul fiume pezzato qua e là di banchi di rena, ci toccava traversare una grande sala terrena che la luna illuminava d'obliquo attraverso le vetrate, e a quale abitavano in gran si¬ ili ! compattezza e pulizia, chi sa chi | l'anima non le si riaccosti hiiia morata, e torni fedele a riaui i1icnzio un paggio sorridente e un guerriero bardato di.ferro, una ragazza seduta all'arcolaio e un vecchio re con lo scettro e la burba bianca. Strane relazioni si stabilirono fin dalla prima notte fra noi e coloro, più vive col paggio e la ragazza all'arcolaio, più conte-1 agnose col guerriero e col vecchio ! pre; e mentre noi, nella camera ILdi sopra, aspettavamo che il son no piegasse su noi la sua ala, ci confortava il pensare che, sotto, coloro vegliavano. Eppure quei quattro non erano nulla per noi, appena delle bambole di cera. Ma sapere che nrianqnlmcè nostro padre, i suoi baffi, JEla sua barba; sapere che colei è nostra madre, il suo lieo sopra il labbro, la sua mano irrigata di vene azzurre; sapere che quella fanciulla cui i capelli fauno nian- 1 «ii-i 1 lto e nostra sorella Adelaide, le 1 £sue magre braccia di vergine Pensare che si vive tutti sotto lo slesso tetto, nostro padre di pietra e freddissimo, e là presso il nostro figliolino, caldo caldo nel suo sonno odoroso, mentre fuori piove e tira vento... Rimane la questione dell'anima. L'anima spicca il volo dal corpo che muore, perchè aborre 'tallii materia ritrovando la abbandona in che si guasta spoglia che aPnnNdmisp[sr■ Isvcrsqtila 'se<salbessaiu, vii- Ic•oudizioiii di tanta Ud111 sc! IE una mattina che nel Museo di Famiglia il sole brillerà atira- 1 0Jj|lp fi,,,.ci fa IlcI ìimari verso le tendine della finestra sui pavimento lustro di cera, e il|commendatore B. entrerà fra 1 suoi cari per la solita visitina quotidiana prima di andare in ufficio, egli troverà il suo babbo e la sua mamma che si tengono per mano e tentano i primi passi come ballerini inesperti; e troverà i nonni in fondo al museo, che ammiccano come chi di repente passa dal buio alla luce; e troverà la sua figliola Rosina, morta a quindici anni di tifo, lasciando il suo povero babbo con la molla della gioia spezzata per sempre: la troverà che sbadiglia su un roseo palato di gatta, e si passa la mano sugli occhi come quando, viva e giovinetta, si destava dai sonni leggeri dell'estate; poi la vedrà alzarsi mollemente dal divano, e venirgli incontro, e dirgli : « Papà, è cosi tardi dunque che sei già pronto ? macsa|per uscire I ». Quel mattino apparentemente sarà simile a tutti gli altri mattini, ma in verità sarà molto diverso : perchè senza squilli di troni-, . ' K ,. ,- ,. n , .'■ ,• Ibe ne urli di altoparlanti, sulla |terra abituata da tanto tempo alla morte, sarà nata l'inimorta lità. Alberto Savìnio Museo in famiglia Museo in famiglia tefifomnvifappgalJsatodteiorehEcatae trrebilLodi è illustie per tre cose: perchè è patria del Lodigiano, perchè ha dato i natali ad Ada Negri, perchè possiede un piccolo museo dedicato alle opere di Girolamo Segato. Le opere di Girolamo Segato sono dei morti pietrificati. Geloso del suo segreto. Segato non lo comunicò a nessuno e se lo portò con sè nella tomba. Dicono che il segreto di Segato è. stato riscoperto dal professore Francesco Spirito, rettore dell'univerità di Siena e ordinario di ostetricia e ginecologia. Ero a Siena tra il 15 e il 20 settembre, nella settimana dedicata alla celebrazione degli Scarlatti. 11 fiore dell'intellettualità italiana si era trasportato nella città di San Bernardino, e l'albergo principale era un vasto alveare di musicologbi e di pubblicisti, di donne di lettere e di quelle indefinibili creature, vaganti eppur onnipresenti, che se ne muoiono per una toccata per clavicembalo, e per una fuga per organo si farebbero a pezzi. Ivi incontrai una scrittrice di grido, fiera nel portamento come la imperatrice Agrippina. Prendevamo il tè in un biondo pomeriggio sulla terrazza della villa Scacciapensieri, divisando fra torte e ricciarelli degli sperimenti del professore Spirito, c prima di separarci ci accordammo di visitare assieme la collezione del pie1 rificatore. Per mezzo della cameriera del piano, [''agrippine^ signora mi avrebbe comunicato l'indomani mattina il luogo e l'ora dell'incontro. L'albergo principale di Siena «•he vive tranquillo tutto l'annoi intorno al lento avvicendarsi di pochi ospiti, si gonfia nella settimana musicale organizzata dall'Accademia Chigiana di vita febbrile, e si riempie di personale avventizio. Ancelle alacri ma inesperte, famuli zelanti ma incapacissimi corrono su e giù per le scale, fendono i corridoi come cervi stretti dalla muta, si trasmettono da piano a piano ordini sbagliati, violano il segreto delle camere matrimoniali, ignorano gli appelli perentori del commendatore « che non ha tempo da perdere ». recano alla gracile biondina del secondo piano gli speronali stivaloni del colonnello del terzo, e a ine affondato ancora nel sonno mattutino, che al dire di Pitagora è propizio ai sogni di-! cviuatorii, portarono il latte cai rio | le il miele destinati all'Eccellenza micgravbficrgrdnccnblnlvftsPstnspmc'rache quella mattina stessa, nella .sala del Mappamondo del Palazzo Comunale, sotto il Trinalo di limone Martini e di fronte alla cavalcala di fìuidorizzo da Fogliano, doveva pronunciare l'elogio degli Scarlatti, e che per un raffreddore contratto pochi giorni prima sul lido della Versilia, ora giù di voce. A elli anelò la comunicazione che la bella donna di lettere destinava a me, e che invano io aspettai, mentre invano per parte Hia la bella donna di lettere aspettava il mio assenso? Quando la scia c'incontrammo nell'atrio dell'albergo, tra la folla invasata dal fiato di Euterpe, i nostri sguardi s'incontrarono glaciali, ma fingemmo di non vederci. Ora. mentre io aspettavo nella laniera calda ancora della mia notte, seduto sul-letto disfatto, tra due specchi che moltiplicavano la mia immagine, senza risolvere per questo il problema della mia solitudine, cominciai a pensare. Cominciai a pensare. Cominciai a pensare che la conservazione elei corpo, per mummificazione 0 pietrificazione che sia, risolve in parte il problema della nostra sorte quaggiù. Vero che mummificazione o pietrificazione concernono soltanto la conservazione del corpo, e non quella dell'anima. Ma l'anima è immortale e provvede a conservarsi da sè. E' il corpo che muore. E' dunque alla conservazione del corpo che dobbiamo volgere le nostre cure. Dice Virgilio a Dante, dopo che Ciacco ha finito di parlare: Piìi non si de^t-a Ili qua dal suini dell'angelica tromba. (,|:i;i min verrà lu nemica podestà, Ciascun ritroverà la triste tomba. Rìuiglieru sua carne e sua figura. L'ilirà quel che in eterno rimbomba. [Ila se carne e figura si troveranno conservate per effetto di mummificazione o pietrificazione, sarà tanto di guadagnato per il buon esito del Giudizio Universale. Massima cura davano gli Egizii alla conservazione dei corpi, ed è significativo che il suo misterioso sistema per conservare i morti, Girolamo Segato lo abbia scoperto dopo i suoi ripetuti e prolungati soggiorni in Egitto, ov'egli fu in qualità di viaggiatore e di cartografo, interpretando papiri, esplorando tombe antichissime, studiando l'interno delle piramidi. Della imbalsamazione praticata dagli Egizii, parla Erodoto nel libro delle sue Storie dedicato a Euterpe, e spiega come il morto, dopo essere stato preparato secondo uno dei tre sistemi d'imbalsamazione, era collocato dai pareuti in una camera dell'abitazione, che a poco a poco diventava una specie di museo in fa miglia. Se gli Egizii si contentavano dei loro morti mummificati, a maggior ragione noi potremo cou dmscsqecvcptmslsspqstmctpssbtal tentarci dei «ostri morti pietrificati. Così, a poco a poco, noi pure formeremo i nostri musei di famiglia. I nostri cari continueranno ad abitare la casa nella quale vissero^fcra i mòbili e gli oggetti familiari. Si aggraverà tutl'al più il problema dell'abitazione, e per ogni generazione nuova bisognerà aggiungere alla casa o una ala nuova, o un nuovo ripiano. Jla in compenso le dinastie non saranno più documentate soltanto dai ritratti. Per me, il modello del Museo di Famiglia mi sta preciso nella testa. L'estate scorsa, Maria ed io passammo alcuni giorni a Firenze, presso un antiquario che ha casa e bottega sul Lungarno. E di notte, per salire alla nostra camera che dava sulla passeggiata illustre e sul fiume pezzato qua e là di banchi di rena, ci toccava traversare una grande sala terrena che la luna illuminava d'obliquo attraverso le vetrate, e a quale abitavano in gran si¬ ili ! compattezza e pulizia, chi sa chi | l'anima non le si riaccosti hiiia morata, e torni fedele a riaui i1icnzio un paggio sorridente e un guerriero bardato di.ferro, una ragazza seduta all'arcolaio e un vecchio re con lo scettro e la burba bianca. Strane relazioni si stabilirono fin dalla prima notte fra noi e coloro, più vive col paggio e la ragazza all'arcolaio, più conte-1 agnose col guerriero e col vecchio ! pre; e mentre noi, nella camera ILdi sopra, aspettavamo che il son no piegasse su noi la sua ala, ci confortava il pensare che, sotto, coloro vegliavano. Eppure quei quattro non erano nulla per noi, appena delle bambole di cera. Ma sapere che nrianqnlmcè nostro padre, i suoi baffi, JEla sua barba; sapere che colei è nostra madre, il suo lieo sopra il labbro, la sua mano irrigata di vene azzurre; sapere che quella fanciulla cui i capelli fauno nian- 1 «ii-i 1 lto e nostra sorella Adelaide, le 1 £sue magre braccia di vergine Pensare che si vive tutti sotto lo slesso tetto, nostro padre di pietra e freddissimo, e là presso il nostro figliolino, caldo caldo nel suo sonno odoroso, mentre fuori piove e tira vento... Rimane la questione dell'anima. L'anima spicca il volo dal corpo che muore, perchè aborre 'tallii materia ritrovando la abbandona in che si guasta spoglia che aPnnNdmisp[sr■ Isvcrsqtila 'se<salbessaiu, vii- Ic•oudizioiii di tanta Ud111 sc! IE una mattina che nel Museo di Famiglia il sole brillerà atira- 1 0Jj|lp fi,,,.ci fa IlcI ìimari verso le tendine della finestra sui pavimento lustro di cera, e il|commendatore B. entrerà fra 1 suoi cari per la solita visitina quotidiana prima di andare in ufficio, egli troverà il suo babbo e la sua mamma che si tengono per mano e tentano i primi passi come ballerini inesperti; e troverà i nonni in fondo al museo, che ammiccano come chi di repente passa dal buio alla luce; e troverà la sua figliola Rosina, morta a quindici anni di tifo, lasciando il suo povero babbo con la molla della gioia spezzata per sempre: la troverà che sbadiglia su un roseo palato di gatta, e si passa la mano sugli occhi come quando, viva e giovinetta, si destava dai sonni leggeri dell'estate; poi la vedrà alzarsi mollemente dal divano, e venirgli incontro, e dirgli : « Papà, è cosi tardi dunque che sei già pronto ? macsa|per uscire I ». Quel mattino apparentemente sarà simile a tutti gli altri mattini, ma in verità sarà molto diverso : perchè senza squilli di troni-, . ' K ,. ,- ,. n , .'■ ,• Ibe ne urli di altoparlanti, sulla |terra abituata da tanto tempo alla morte, sarà nata l'inimorta lità. Alberto Savìnio

Persone citate: Ada Negri, Alberto Savìnio, Fogliano, Francesco Spirito, Girolamo Segato, Pitagora, Segato

Luoghi citati: Egitto, Firenze, Siena