La pagina di gloria scritta dal colonnello Psaro

La pagina di gloria scritta dal colonnello Psaro ALPINI SUL FRONTE GRECO La pagina di gloria scritta dal colonnello Psaro (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Dal fronte greco, gennaio. Erano le 3 di notte quando giunsi al comando di... sistemato at¬ Za meglio in una misera casupola nel fondo della valle, a ridosso delle quali alte montagne sulle correvano le nostie linee. Avevo impiegato l'intera giornata per scendere sin laggiù attraverso una mulattiera che in alcuni punti precipitava con la ri-I pitia pendenza di un torrente. La] neve alta che copriva le monta gite e continuava a c za ad un vento turbinosa < iridere in mez-\toso aveva re- [so più disagevole il cammino. Poi.\quando più in basso, s'era tiomn-|■ -• tata in pioggia fine, penetrante fino alle essa, ed era calata la notte, il procedere era divenuto ancora più penoso per Vassoluta impossibilità dì vedere dove era possibile poggiare il piede senza correre il rischio di ruzzolare. Una notte da lupi Il generale mi accolse con grande affabilità e volle che mi sedessi accanto alla stufa: poi mi chiese notizie dei suoi alpini, di quegli alpini che avevo lasciati da poche ore e che lassù, in mezzo alla neve alta come un uomo, tenevano la linea con la forza e la tenaria di cui sono rapaci soltanto i soldati delle montagne. Da molti giorni la- Divisione eia in linea: uè i combattenti, nè le lunghe marcie faticose, ne le privazioni avevano intaccata- la capacità di resistenza c di impeto guerriero di ,quella gente rude pronta sempre\a tutto osare su un terreno estre inamente difficile, in questa stagione, che è pessima da almeno un mese. Mentre stavamo discorrendo di questo, la porta fu aperta dal di fuori e, dietro il piantone che lo annunciava, apparve un ufficiale degli alpini. Era il colonnello Psaro che veniva a presentarsi al suo nuovo comandante. Senza inutili preamboli, disse di essere giunto in quel momento con i suoi battaglioni dopo una marcia durata cinque giorni sotto la pioggia; aggiunse che i suoi uomini, nonostante la fatica, ciano in ottime condizioni di spirito; e si mise agli ordini del generale. Questo, che in gergo militare si chiama «dare le novità», fu detto con estrema concisione e fermezza; il colonnello pratico di pioggia come i suoi soldati parve ncìi dare alcun peso alla fatica sostenuta dai battaglioni durante i cinque giorni di marcia; marcò.invece, con voce più ferma l'ac-cenno alle ottime condizioni mo raZi della sua gente. Il generale rimase un poco as sorto; poi spiego sulla carta to- pografica quale era il fronte che avrebbero dovuto presidiare gli alpini del reggimento; mostrò la sua preoccupazione per l'insolita attività che il nemico svolgeva da qualche giorno in quel settore, attività che preludeva certamente a quale;e attacco in forze, per cercare di strapparci i capisaldi da cui dominavamo le sue posizioni; concluse esortando il colonnello a raggiungere al più presto la zona assegnatagli. Ebbi l'impressione, durante questa esposizione, che il generale, preoccupato che gli alpini fossero stanchi, non avesse voluto chiedere ad essi un nuovo sforzo faticoso quale era quello di raggiungere subito, attraverso un sentiero sconosciuto, in una notte come quella, le posizioni loro assegnate; ma il colonnello Psaro colse al vo-lo il desiderio inespresso e assi-curò il superiore che si sarebbemesso subito in marcia per essere all'alba di fronte al nemico. Un «bravo Psaro» del generale, un secondo saluto, poi la bella figura del colonnello scomparve oltre la porta nel buio della notte piovosa. Questo breve colloquio tra i due soldati avvenne nella tarda sera del 3 dicembre, e dall'alba del \ i battaglioni crino già schierati al loro posto di combattimento ■■■ di gloria. Decisione, fede e costanza: ecco gli alpini. Allo scoperto E la pronta intuizione che il f*1-'- lonnello aveva aiuto quella aera fu di enorme vantaggio tiel giorno seguente, poiché 1 ipotesi previstadal generale di un attacco in forze Me nostre posizioni fu conferma-ta dai fatti alla distanza di pocheore; e gli alpini ebbero cos'i, ap-pena gunti in linea, il battcsimo dei fuoco. Verso le 16 la posizione]*battaglione « Feltro » fu- attaccata da forti pattuglioiU nemici che vennero respinti con gravi perdite. La mattina del giorno del 5 il nemico sottopose la posizione ad un intenso tiro di artiglieria e alle 12 si iniziava l'attacco, anche questo rigettato con nuove sanguinose perdite per il nemico. Alle 11) i greci ripresero il fuoco con una 'massa di cannoni e mortai, ed alle Hì.sn seguì il terzo attacco più fio slenJ°. ncìa"P, che >" bevano pre- [ceduto;; ma il nemico rozzo ancora u>"1 contro la few™ ,'• n""'n c, "oicrrc "P!t-gare in disordine lasciando mite-chi di cadaveri sul terreno. Al mattino del giorno 6, sulle f>. le nostre posizioni furono nuovamente sottoposte ad un tiro concentrico di cannoni e mortai, e dopo due ore di preparazione della artiglieria un battaglione nemico si gettò all'assalto del nostro caposaldo in formazione a massa. La 66.a compagnia, nonostante le forti perdite subite, nonostante avesse avute inservibili due mitragliatrici pesanti, un mortaio da lt5 ed un fucile mitragliatore, resistette sulla posizione fino alle 13, dopodiché iniziò, fortemente premuta, il ripiegamento. Al terzo giorno di linea, gli alpini avevano sostenuto quattro sanguinosi combattimenti e si erano ritirati in ordine perfetto, dopo aver sparato fino all'ultima cartuccia. La posizione perduta doveva però essere riconquistata ed il coi„.„ncun Psaro, sempre presente atmn ..J „... fra i suoi durante la lotta acca nita, prese al mattino del giorno S tutte le disposizioni per ritogliere al nemico il caposaldo perduto. La medaglia d'oro Per meglio organizzare le posizioni e sistemare le armi automatiche che dovevano proteggere sul fianco l'avanzata degli alpini, il colonnello uscì allo scoperto e si incamminò verso un costone poco distante. Il nemico fu pronto a concentrare sull'uomo clic procedeva solo il fuoco delle sue mitragliatrici; gli alpini, di fronte al pericolo che correva il loro comandante, risposero al fuoco nemico con energia. Sembrò che in quel momento la morte dovesse risparmiare questo prode soldato per riserbargli una fine più gloriosa. Compiuta la sua missione il colonnello ritornò fra i suoi eroici e con essi affrontò la prò ^'T^rnV^ nei quale un pugno ai uomini gm- dat^icr^X^ con la sicura baldanza di chi non conosce il rischio, ed in questa infernale pioggia d'acciaio gli alpini di Psaro correvano verso la vittoria, premio supremo a tanto croismo. Ma il colonnello Psaro non ebbe la gioia di ritornare alla testa dei suoi alpini sulla posizione riconquistata: raggiunto da alcune raffiche, si abbàtte al suolo esanime mentre lanciava una volta ancora all'assalto i suoi prodi. Il giorno seguente il generale dilaniava a tutte le truppe dipendenti il seguente ordine del giorno: «Sulla nostra estrema sinistra ìcaduto ieri in aspro combattimeli \to il colonnello Rodolfo Psaro, co \ mandante del alla testa del suo battaglione, é' o Alpini. Magnifica figura di soldato egli ha obbedito alle sacre leggi del dovere verso la Patria. Salutiamo l'Eroe salito al ciclo dell'immortalità e inchiniamoci al suo luminoso csempio. «Alpini del 7.o, alpini della « Puxliriu », della «Julia», dei battaglioni Valle. Fanti. bersaffHe-ri, Canisti. Carabinieri Reali, Camicie nere, vendicate il glorioso Caduto! ». Gli alpini del 7.o che amavano il colonnello come un padre, per- chè lo rilevano veduto sempre mmezzo a loro, nei Htomeuft del■ .maqqior pericolo, perchè lo are- |(*jfo nei'flriosi co)„m«. tncchi *, erano stati testimoni deUa sua eroica ,ine la u\venHe concessa alla sua memorin 1a mcaagjia n'oro „; valore sul ]campu. qli al itli del ,0 lo venai. i cheranno \ ' _m _ i Piero Busatti

Persone citate: Piero Busatti, Rodolfo Psaro