Regime e vita di guerra allo Zoo di Berlino di Guido Tonella

Regime e vita di guerra allo Zoo di Berlino Regime e vita di guerra allo Zoo di Berlino Si è pensato anche alle bestie - Come reagiscono al frastuono delle bombe - / guai della fauna inglese Berlino, 3 gennaio. Anche chi non è mal stalo nella capitale tedesca sa che a Berlino esiste uno dei giardini zoologici più importanti e meglio organizzati d'Europa, il che giustifica ampiamente la fierezza del berlinesi per questa loro istituzione. Chi è estraneo alla mentalità e al particolar modo di sentire di questo popolo, chi non conosce la potenza sentimentalistica che i tedeschi portano in tutte le loro manifestazioni, e persino nel loro interessamento alla vita degli animali, potrà tuttavia stupire del poro veramente straordinario — ec! ,n ogni caso superiore al posto da esso effettivamente occupato nella pianta di Berlino, anche se situato proprio in immediata vicinanza del cuore della città — potrà .stupire del posto tenuto dallo Zoo nei cuore dei berlinesi. Qui il serraglio è tranquillo L attaccamento del pubblico di Berlino per il suo Zoo non e finito neppure con la guerra; anzi, nei confronti degli ospiti del giardino zoologico esso ha avuto modo di manifestarsi in forma, ci si permetta di dire, ancor più patetica del solito, per lo zelo che pone una quantità di brava gente a portare da mangiare agli animali, nel timore che la rigorosa applicazione dell'economia di guerra comporti per essi più scarse razioni. Timore, affrettiamoci a dirlo, assolutamente ingiustificato, perchè tutto è stato così ben regolato in Germania nel campo dei vettovagliamenti, persino per i nostri fratelli inferiori (o non ci sono forse qui anche le tessere per i cani, suddivisi, a seconda del loro rendimento in cani di guardia, da caccia da tiro, ecc.), che gli ospiti dello Zoo berlinese non hanno avuto finora proprio nulla da soffrire in conseguenza della situazione bellica. Durante la prima fase della guerra, quando al di là della Manica ci si cullava ancora nella più beata delle Illusioni, la propaganda britannica aveva creduto opportuno di dedicare la sua attenzione anche allo Zoo di Berlino, raccontando stranissime storie di animali morenti di fame, di macellazioni in massa per sopperire alla pretesa penuria di carne e alle urgenti necessità alimentari della popolazione della capitale. In base a queste « informazioni » inglesi vi e stato persino chi ha pjtuto costruire, tra il serio e il faceto, una magnifica fantasia sulla « rivoluzione all'interno dello Zoo », una terrificante sommossa scoppiata a suon di barriti, ululati, ruggiti, sibili, le fiere che rompono le sbarre delle loro prigioni, le fiere in libertà nelle vie di Berlino terrorizzata. Chi si trova a percorrere in questi giorni i viali, bianchi di neve, dello Zoo, chi si sofferma sulle rive ghiacciate dei suoi laghetti, dove scorrazzano, perfettamente aeclimatizzate al rigore della temperatura nordica, zebre e gazzelle, potrebbe senza sforzo dimenticare, nella atmosfera di pace di questa perfetta raffigurazione della natura primitiva, che la guerra esista, se non fossero, in fondo ad ogni viale, i soliti cartelli gialli con le frecce rosse indicanti in che direzione si trova il più vicino rifugio antiaereo, ed al centro di un piazzale l'autopompa dei vigili del fuoco pronta a reprimere ogni eventuale pericolo di bomba incendiaria. Questo delle ripercussioni degli allarmi aerei, della sparatoria della Flak, sugli animali dello Zoo, è l'unico argomento di cui vale forse la pena di occuparsi oggi In relazione alla guerra. I guardiani ci diranno che la maggior parte degli animali ha avuto modo di abituarsi, nel corso dei quaranta o che allarmi aerei che si sono avuti a Berlino dall'inizio della guerra ad oggi, a .pportare con calma* perfetta l'inconsueto frastuono. L'eccitazione delle scimmie Anche nel padiglione delle tigri e dei leoni, che sono solitamente i più nervosi ed eccitabili fra gli abitatori dello Zoo, la mancanza di reazioni è ormai divenuta pressoché assoluta (che sia la presenza in questo reparto di un leoncino, posto qui in pensione dal maggiore Galland. il famoso asso dell'Aviazione tedesca, a rassicurare i compagni sul carattere della rivalsa applicata ai disturbatori...?); le scimmie soltanto, forse in omaggio alla teoria darwiniana, non sanno ancora darsi pace, ed anche l'ultima volta, una diecina di giorni fa, che la Flak berlinese ha avuto occasione di aprire il fuoco contro lo sparuto gruppetto dei volatori della R.A.F. le scimmie soltanto hanno dato libero corso alla loro paura con le loro manifestazioni più incomposte e con le grida più stridenti. Il giudizio dei guardiani, pur trattandosi di elementi che conoscono perfettamente i loro pensionanti, non può tuttavia soddisfare chi intende approfondire la questione da un punto di vista scientifico. Il direttore dello Zoo berlinese, prof. Lutz Heck, spiegherà che non si tratta di una assuefazione vera e propria, ma semplicemente del fatto che gli animali, nella loro grande maggior parte, considerano gli snari delle artiglierie antiaeree còn.e un fenomeno naturale equivalente al temporale e al Uiav'j, a cui sono per istinto generalmente indifferenti. Naturalmente si tratta di una questione di proporzioni. Sembra infatti che a Londra, dove il frastuono che si ha durante un'incursione aerea non ha certo più nulla di comune col modesti esercizi pirotecnici di Giove, il comportamento degli animali di quel giardino zoologico, a dispetto delle possibilità di allenamento che sono state loro offerte nel corso di 450 allarmi aerei, sia assai diverso. Il corrispondente londinese della Stockholms Tidningen, Rassmusen, accennando al fatto che moltissime bombe sono cadute anche nei pressi immediati dello Zoo dì Londra, riferisce diffusamente, sulla base anche di osservazioni fatte da uno zoologo inglese, qua li siano le manifestazioni di ter rore a cui continuano ad abbandonarsi molti animali, specialmente quelli rinchiusi nelle gab bie. A questo non 6 certo estra neo il fatto che alcune bombe sono cadute una volta proprio sullo ■ Zoo, rimasto in parte danneggiato. Fu cosl cno uno dei più grossi elefanti del giardino zoologico di Londra rimase leggermente feri to da una scheggia di granata. Dopo d'allora il pachiderma, ogni qualvolta sente tuonare il cannone, anche a grande distanza, entra subitamente in uno stato di terrore parossistico e cerca disperatamente d'infrangere le sbarre della gabbia per poter fuggire. Una giovane giraffa ha continuato a galoppare su e giù nella sua gabbia, per molte ore di seguito dopo la fine dell'allarme, mentre a pochi metri di distanza la coppia adulta da cui era nata è rimasta stupefacentemente tranquilla. Della stessa eccezionale calma hanno pure dato prova a Londra i cammelli, anche quando una bomba è scoppiata in vfeinan za immediata del loro recinto. 11 latte delle mucche Dalle osservazioni surriferite risulta che anche al di fuori dello Zoo londinese, gli animali viventi nell'isola britannica in vicinanza delle zone popolate sopportano diffìcilmente il rumore provocato dalle incursioni aeree. Nel latte delle mucche in particolare si è potuto notare la scomparsa totale di grassi. Gl'inglesi hanno cercato anzi di trar profitto dalla rapidità di reazione della loro fauna, avendo notato come molte specie di uccelli, specialmente fagiani, gabbiani, civette, oche, pappagalli, nonché certe razze di cani, riescono a percepire il rumore degli aeroplani prima dell'uomo, spesso anche quando esso si vale dei più perfezionati mezzi ausiliari di audizione. Per tornare allo Zoo di Berlino, pur notando ancora come, a differenza di Londra, le esperienze raccolte riguardano unicamente il rumore antiaereo, mentre non si può gui giudicare di reazioni degli animali per lo scoppio delle bombe dato lo scarsissimo numero di queste ultime che gl'inglesi sono finora riusciti a scaricare sulla città, vale ancora la pena di accennare al comportamento degli abitatori dell'acquarium e dell'insectarium. Il direttore dottor Heinroth comunica in proposito come i più sensibili siano gli alligatori, i quali reagiscono al rumore della Flak coi più potenti dei loro versacci. I pesci restano indifferenti e, come sempre...'muti. I serpenti, dal canto loro sono sforniti di apparati auditivi e non reagiscono affatto, mentre per quanto riguarda gl'insetti non si è raccolto finora alcun dato positivo. Lo stesso dottor Heinroth, che è anche un ornitologo di gran fama, ha avuto modo di esporre diffusamente le sue osservazioni sul comportamento degli uccelli in presenza del rumore degli aeroplani. Spaventati, secondo lui, ne sono unicamente gli uccelli di grande taglia, che hanno come principale nemico l'aquila di mare. Evidentemente l'aeroplano fa loro pensare per associazione all'aquila marina. Questo il dottor Heinroth afferma, in base ai dati da lui raccolti nell'isola di Sylt nel Mare del Nord, dove ha potuto osservare come gli uccelli fuggano più lontano possibile non appena compare nel cielo un aeroplano. Questo modo di comportarsi è anzi stato da lui scientificamente definito come Sceadlerreaktion, reazione dell'aquila marina. Una tale reazione non interessa però i piccoli uccelli, i quali, non avendo nulla da temere dall'aquila marina, rimangono pressoché indifferenti al passaggio di un aeroplano. Per finire, noteremo ancora come un collega di Amburgo abbia avuto modo di notare durante una incursione britannica sul grande porto dell'Elba l'assoluta assenza di reazione degli animali del famoso circo Hagenbeck di fronte U più fragorosi tiri della Flak tedesca. Leoni, tigri, orsi bianchi, orsi bruni, così come gli elefanti, i bufali, le gazzelle e le zebre non hanno manifestato la minima inquietudine. Il prof. Lutz Heck. che già in precedenza ha evocato il tuono per spiegare la calma con cui gli animali dello Zoo berlinese da lui diretto sopportino i tiri della Flak, dirà in questo caso che gli animali di un circo sono abituati dalla loro vita movimentata sotto il telone e dal loro lungo viaggiare attraverso il mondo, ad ogni sorta di baccano, dal colnl di pistola del domatore ai fischi delle locomotive all'urlo delle sirene dei vapori, per modo che gli scoppi della Flak non li possono più turbare. Guido Tonella 1

Persone citate: Galland, Hagenbeck, Leoni, Lutz Heck