Il discorso del 3 Gennaio celebrato in tutta Italia

Il discorso del 3 Gennaio celebrato in tutta Italia Il discorso del 3 Gennaio celebrato in tutta Italia La storica data rievocata alla radio con fervida parola dal Segretario del Partito Roma, 3 gennaio, le del 3 gennaio illustrando la por tata rivoluzionaria del discorso con il quale il Duce, nell'Anno III, attribuì al Fascismo l'assoluta responsabilità dello Stato per renderne partecipe tutto il popolo. «Guerra liberatrice» Dopo avere ricordato le condi7/ionl politiche nelle quali il decisivo avvenimento ebbe luogo, il Segretario del Partito ha rilevato che la instaurazione dell'ordine fascista portò in Italia al trionfo di quei valori che hanno poi trovato una applicazione anche nella vita e nelle relazioni dei popoli. * Era fatale che la Rivoluzione Il Segretario de! Partito ha rie-invncatn pila rarlir, la storica data rica qata tolailpstddlendnvpilsimfzil raccorciamento i fe l'affermazione di, Pla disciplina delle distanze una più alta giustizia sociale, ave-! svano dato vita e fermento alle ge-jcnerrse battaglie delle Camicie idNere. l« Di questa necessità dell'anima tpopolare si rese interprete il Duce quando reclamò per ritaiia. prole- taria e fascista un posto al sole in terra d'Africa. La guerra per la] conquista dell'Impero fu guerra ; nrivoluzionaria, guerra di popolo e j rfu ancora e sempre il popolo che, [ Gsotto la guida di Mussolini, seppe ! iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiMiiidovesse insorgere contro le men-ìczogne convenzionali, l'ingiusta pspartizione delle ricchezze e di sogni risorsa materiale, l'egoismo ; pdelle plutocrazie, la casta delle Na- j dzioni ricche e satolle ». «In tal modo essa ha trasportato : nnel settore internazionale quegli vstessi motivi e princìpi che, come e e volle tener testa all'assedio eco-[dnomi£° "', . . . , T>„,^:,„ ,,„ „„f 11 Segretario del Partito ha sot- tollneag, che propri0 m tal senso | inla Rivoluzione Fascista ha posto il problema dell'avvenire dei popoli, chiedendo e la pace con giustizia e la sacrosanta guerra dei diseredati contro gli oppressori, dei proletari contro l'internazionale affaristica, giudaica e massonica, cioè contro gli stessi nemici di ieri, e anche di oggi e di domani, che le giovani forze della Rivoluzione europea hanno il compito di disperdere e di distruggere. '< Il conflitto — ha proseguito il Segretario del Partito — ha assunto rapidamente proporzioni immense e il carattere di una definitiva seppur cruenta eliminazione delle cause di turbamento cdbi sbplarl'gmcmdssltatijco|did fredda volontà imperialistica delle Potenze dell'Asse. Nulla di più. fai- so. La paziente avvedutezza con cui a Monaco, e prima, la causa deila pace è stata portata riall'Tta lia e dalla Germania, è documen- tata dalla storia Asservirsi o combattere ] Da quando la testarda e bieca ; negazione della giustizia e del dij ritto compiuto da secoli dalla [ Gran Bretagna ha tentato di ri! badire, a grandi colpi, con la non iiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiniii illuni miiiiiiiiimiiii che opprimono il mondo contem poraneo. Per noi è la guerra giu sta; la guerra che proprio il po polo, nella sua ine mparabile virtù di sintesi politica, considera « guerra liberatrice ». Si è insi- nuato dai soliti inaciditi solitari,, vociferatori che l'attuale lotta è1 ' essenzialmente originata da unait'cmospc imenticata tattica degli accer neluttabilità: hiamenti, le catene dei popoli, il ilemma veniva posto con tragica asservirsi o combattere. I popoli italiano e tedesco ed loro grandi Condottieri hanno celto la via dell'onore e del combattimento. Sugli sterminati campi di battaglia, dalle latitudini poari all'equatore, nei cieli, sui mari, si sta forgiando il destino del'umanità. L'egemonia britannica gioca disperatamente la sua ultima posta, ma la sua sorte è decisa malgrado le ripetute affermazioni oratorie della solidarietà d'oltre-Oceano. La Cartagine moderna non sfuggirà al suo destino. E' questa la certezza assoluta del Popoo nostro, del popolo che combatte duramente dal Mare del Nord all'Oceano Indiano su sette fronti diversi e lontani, e di quello che nei cantieri, nei campi, nelle officine d'Italia accelera i ritmi della Vittoria con i palpiti stessi dei suo cuore fedele, accettando e privazioni imposte dal moment0 e stringendosi attorno al Duce con dedizione assoluta. « Vincere », questa consegna mussoliniana è la legge che ispira ogni atto, ogni impeto, ogni resistenza; è l'incitamento che moltiplica il valore dei Combattenti contro l'agguerrito nemico. Nelle ore decisive è il sangue che dà il moto alla ruota della Storia, ammonisce il Duce. Consacrato dalla causa della giustizia e della libertà, questo prezioso contributo di sangue, che il Popolo d'Italia offre per riscattare il suo destino, sarà venerato nei secoli dalle generazioni che verranno: quelle che dalla vittoria e dal nuovo assetto della vita internazionale riceveranno il dono di una pace durevole e di un più giusto benessere ». Il Segretario del Partito ha concluso la sua rievocazione riaffermando ancora una volta come sia follia il pensare che la granitica compattezza del popolo intorno al suo Duce possa subire la ben che minima incrinatura, e come la severità della marcia potrà, se mai, moltiplicare le forze e irradiare di più viva luce la méta. Il popolo fascista, che è tutto il popolo d'Italia, risponde alle insulse illusioni dei britanni con un grido alto e compatto: Vinceremo. Manifestazioni al Duce L'annunzio che il Segretario del Partito avrebbe rievocato alla radio la data del 3 gennaio ha trovato raccolti in serata, nelle sedi dei Fasci di tutta Italia, masse di fascisti desiderosi di ascoltare la parola dell'eccellenza Serena. Insieme ai fascisti erano pure, nelle sedi dei Fasci, masse di lavoratori, che, in fraternità di spirito con i camerati in camicia nera, hanno voluto ascoltare l'alta rievocazione del Segretario del Partito. Le parole del Gerarca sono state seguite con la più intensa attenzione e hanno trovato nell'enorme massa degli ascoltatori una eco profondissima, suscitando in tutti ondate di entusiasmo e di dedizione al Duce. La fine della rievocazione di Adelchi Serena è stata accolta da lunghe rinnovate manifestazioni, che hanno solennemente riaffermato la volontà del popolo e delle Camicie Nere di seguire fino alla vittoria, attraverso qualunque prova, il loro Capo invincibile.

Persone citate: Adelchi Serena, Duce, Mussolini

Luoghi citati: Africa, Germania, Gran Bretagna, Italia, Monaco, Roma