Le speranze della Romania espresse da Antonescu e Horia Sima di Italo Zingarelli

Le speranze della Romania espresse da Antonescu e Horia Sima Le speranze della Romania espresse da Antonescu e Horia Sima Budapest, 2 gennaio. Nei tempi che viviamo i messaggi che contraddistinguono il passaggio dall'uno all'altro anno solare non potevano conservare il solito valore convenzionale e idillico; a leggere bene quelli di uomini politici del sud-est europeo vi si riscontrano frasi interessanti (fra parentesi aggiungeremo che nell'articolo di fondo di ieri il Curentnl di Bucarest ha scritto essere il 1941 l'anno delle decisioni e che i romeni debbono preoccuparsi esclusivamente della unione interna potendo dà essa derivare la nuova realizzazione del motto « Dalla Tisza — fiume che scorre in territorio ungherese al Dn'ester» — fiume che scorre in territorio russo). Il generale Antonescu ha esortato i legionari romeni a dimostrarsi degni dei martiri del movimento e a rispet tare la vita e la proprietà altrui facendo osservare che i nemici del Paese si rallegrano degli eccessi di alcuni i quali dalle vette dello spirito di sacrificio precipitano negli abissi della discordia e degli errori; sulla soglia dell'anno nuovo il Conducator ha tenuto pure a dire che lui è contrarto ad ogni odio, biasima ogni vendetta e disapprova le offese alla vita all'onore e alle sostanze. Horia Sima, citato da Antonescu come collaboratore che deve trasformare il movimento in una vera rivoluzione nazionale, nel suo messaggio ha esaltato la vittoria sui nemici dei legionari ed oltre ad aver vinto, la Romania non è più sola aver.d stretto amicizie saldissime e aderito al sistema di alleanze delle maggiori Potenze nazionaliste del mondo; « La si- cura \dttoria dell'Asse per la quale i gloriosi Eserciti tedesco e italiano spargono il loro sangue su tutti i fronti del mondo — egli ha aggiunto — significa la costruzione di una nuova Europa in cui do mineranno la giustizia e l'armonia e che porterà pace assoluta anche alla nostra Nazione». Il presidente del consiglio bulgaro Filoff — che stamane, proveniente da Sofia, è passato per Budapest diretto a Vienna dove vuol farsi esaminare da clinici — ha definito il 1940 anno felicissi mo per il suo Paese; grazie al l'appoggio e all'aiuto della Germania e dell'Italia, è caduto il trattato di Neuilly e la Dobrugia è ritornata alla madre patria. Dalla Turchia non c'è stato finora trasmesso nulla, però apprendiamo che proprio per le feste quel Governo ha deciso l'espulsione di tutte le istitutrici e le bambinaie straniere. Il ministero delle comunicazioni turco avendo grandissimo bisogno di materiale ferroviario — dalle locomotive alle rotaie e agli impianti di segnalazione — ha soppresso per cinque anni la relativa toasa di importazione; lo stesso ministero non appena la guerra-sarà-finita, farà poi sorgere nella baia di Pendilt un cantiere per la costruzione di navi di spostamento superio-e alle 5 mila tonnellate. Italo Zingarelli

Persone citate: Antonescu, Horia, Horia Sima