Cronache del Teatro

Cronache del Teatro Cronache del Teatro <. Ma come sarà il teatro nuovo? » si domandano i giovani. E aggiungono: «Evidentemente noi non pensiamo respirare più l'atmosfera pesante delle vecchie favole per db cucchi, nè quella artificiosa e pretenziosa degli autori a formula: noi reclamiamo un genere nuovo ». E opinano : « Un teatro italiano nuovo e valido sul piano dell'arte ci sarà e forse piut tosto presto. Ma cume sarà ?*. Non sanno come sarà e dicono che ci sarà piuttosto presto... Siamo tra i profeti annunziatori del nuovo verbo, ma si tratta evidentemente di ]rrofet« senza fede che non sanno definire, e ai quali manca, con la convinzione profonda, il senso ascetico e fatale che annunzia e Illumina l'avvenimento ineluttabile. Alcuni credono che 11 teatro di domani debba essere un mi cusrlio di droghe diverse — Betti, Bonterapclli, Ludovici, Land! — (come c'entri Bontcmpelli con Eetti, Betti con Ludovici, Ludovici con Landi non si riesce a capire!); altri parlano ancora più teoricamente e genericamente di « teatro di poesia », perchè — dicono — « oggi più che mal c'è bisogno d'Incontrarsi con atmosfere di purezza, perchè g.ll animi sono assetati, anche nell'Incoscienza degli egoismi, di verità consolanti ». E parlano di un « teatro formaUvo-educatlvo », di « verbo di poesia umana », di * macerazione cosciente dello spirito degli autori », di <- fiumane di poesia pei che gli uomini posano ritrovare la fiducia in se stessi e nelle cose delle quali hanno paura », e di tante altre bellissime cose che sarebbero ■: verità basilari ». Parole, parole, parole, le quali, anche se contengono qualche briciola di veliti etiche, ,si perdono nel gran mare dell'inconsistente, del v'.go, dell'incerto, nel nulla insomma. Noi diciamo ai giovani di riflettere su un'esperienza millenaria, che ha tutti i caràtteri delle verità ineccepibili, perchè provata e riprovata attraverso i secoli e la toria del teatro: essi, cioè, debbono indiv;duare il teatro nuovo in se stessi, perchè se lo individuano in altri codesto teatro non sarà mai nuovo, ma risentirà di rifritture e dì rlmastlcature che laranno ancor più la nausea e co stringeranno il teatro a ribollire e a man-ire in un brodo rimasto nella pentola più a 'ungo del necessario. /La conoscenza, ia cultura è un conto, la scuola un altro. Caso stranissimo: mai c'è stato tanto impegno di far scuola quan 1 to' in quest'epoca antlscoltistica | tutta yipor.' e az one, tutta impetn " rìschio, tutta fervore e aada- ™Re 1^ ,u] gHeJ'ha messo in le|sta a questi giovani di trovarsi dei maestri? Non lo sanno che gli artisti i ver artisti, la prima coaa che hi:nno fatto è stata tempre quella di ribellarsi ai loro maestri, se ne hanno avuti, e ai loro predecessori? Il problema del teatro è essenzialmente problema di fantasia (La tecnica, da millenni, è presso che la stessa). Avercelo o non avercelo un tal dono di D:o: questo è il problema. E saperlo Jia'sua primogenita virtù creativa, esprimere, naturalmente, sa come deve fare, c non e è proprio hi' o<;no che gpel'inccuni nessuno. Si'può osservare -.'he oggi, dono tanto sperpero di parole, si sente il bisogno di ridare ul verbo U artista che c'è da risolvere perciò anche un problema di stile, troppo a lungo trascurato e abilmente eluso, che c'è da capire e da esprimere umanamente e poeticamente il senso segreto e profondo della nostra vita: tutte cose talmente ovvie che lo stes:o ripeteràe dà fastidio. Noi crediamo che sia giunta l'ora di passare dalle discussioni e dagli esperimenti ai fatti concreti: meno chiacchiere e più opere, che soltanto le opere hanno valore probativo. Gli anni passano per tutti, anche per i giovani. Ed è bene che questi giovani, fra i quali ce n'è qualcuno di ricca linfa, escano dal chiuso e vengano al teatro vero a dire liberamente la loro parola: meglio un'opera imperfetta che niente. La nuova Compagnia nazionale del G.U.F., costituita sotto gli auspici del Ministero della Cultura Popolare, sempre sollecito ad aprire le vie ai giovani, ha questo compito essenziale: portare a contatto col grande pubblico alcune opere — Pinelli, Vasile, Fabbri e altri esperimenti non potrebbe essere più opportuna e feconda. Già le reazioni del pubblico e della critica si annunziano favorevoli e interessanti. Le seguiremo con appassionata simpatia * * Contro il singolare eclettismo delle nostre Compagnie di presa scrive un assennato articolo Enrico Fulchignoni. Basta dare uno sguardo al repertorio dei nostri complessi per accorgersi del criterio che ha guidato i capocomici nel metterlo insieme. C'è il classico e c'è la commediola indefinibile, il grande romantico e l'ultimo posciadista, il dramma grosso e la commediola latte e miele. Esibizioni dilettantesche. <s Quale altra qualifica meriterebbe infatti quel cantante che passasse indifferentemente dagli spartiti di Monteverdi a quelli 'del maestro Escobar (Escobar, in verità, non ha scritto, che si sappia, nessuna opera lirica) da Wagner a Fragna a Bixio? Come si battezzerebbe taggvZdcti i rtJ&S**?MwloH«JHdecisivi. Liniziativa|je la nuova collana di una,Casa edi-1 trice in cui i romanzi della Peve-1 relli (perchè proprio quelli dellai Peverelli?) facessero bella mostra' accanto a quelli di Tolstoi, o il criterio alfabetico riunisse le poe-| sic di Petrarca, di Patarozzi e di I Panzacchi? Ora, è bene dirlo una; volta per sempre, la scelta del re-] pertorio di una Compagnia è la esplicita dichiarazione del grado di cultura, di sensibilità, di preparazione da parte di chi è responsabile. Voglio dire in altri termini ; che non è molto importante poter dire di possedere nel repertorio uno Shakespeare, un Goldoni, un Ibsen, un Molière quando il resto degli autori che fanno coda a questi sovrani, invece di vestire condecentemente panni regali e curiali, sono marrani incipriati ». Fulchignoni, in linea di principio, ha perfettamente ragione. Ma fiiio a tanto che le nostre Compagnie saranno organizzate alla manlera zingaresca per soddisfare ai bisogni delle platee più varie, fino a tanto che non ci sarà un pubblico di più acuta sensibilità e di; più esperto gusto, e perciò più esigente, fino a tanto che non si creerà una tradizione, il male non sarà rimediabile. Queste cose o avi vengono per germinazione sponta- ; ,nea 0 ai manifestano inutili e dan-, nóse. Piamo dunque tempo al tempo. * * Rug"ero Iluggerl ha deciso di esse re Virano, La notizia colmerà di gioia e no, e il ovaa e i: e re er eli aro aa a a lea re lba bno ia mo sa ino ri eci siitutti gli ammiratori dot nostro srande attore,. 1 iju.iH si ripromettono nuovo godimento tla (inolia grossa o Ingegnosa romanticheria che è l'onera Ul Itosi ami. La Compagnia ilei Teatro Manzoni ili Milano, ilio pareva tramontata, c invoco viva e, speriamo, vegeta. Di essa fanno parto Margherita Bagni, Ernes Zucconi, Leonardo Cortese. Enrico Glori, luna Frnnchettl, Ione Erigerlo, Andreina Carli e altri. La compagnia, cho debiliterà al primi di gennaio con La fiàccola tolto il montilo, annunzia le seguenti novità: La miti casa cauriIn ili Alberto di Stefano Lattili, Vento notturno di l'go itotii, t.u traffèdla del liuti, di Schonccr; o lo seguenti riprese: l'. candeliere sai De Mussot, Le smanie delta vlUajolalura di Goldoni di fgupisoslta Pariamo, di Ucc.,nc. // remore | stGogol Pure ai primi ili gennaio debuttoninno a (toma lo duo compagnie semistillini del Teatro Quirino o dell'Eliseo, nella compagnia del Quirino, elio o gestita d.-ill'K.T.I., o clic e. dirotta citi Sergio Tofano, fanno parte Diana Torti i rieri; Rosetta Tofano. Olga Vittoria «JHòentlll, Piero Carnabucl, Nlco Popee a|.lllr, „ (k.lj|llUi .,„,.„.,, con Lu nisa nova di Goldoni, nella traduzione Ita liana di Renato Slmonl. Seguirà l) Giolito con Gino Corvi c Paola llorno ni nelle vesti di Circe. Della compagnia dell'Eliseo fanno liarto Sara Ferrali, Ulna Morelli, Amelia Clielllnl, Giulio stivai. Paolo Stoppa, Guglielmo ltariiaiiò. Il Teatro nazionale di Lubiana ha compreso quest'ululo nel suo cartel davsUccshuon numero di commedie di au-jdIone jtorl Itallan s. s. Iiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Interrogativi di giovani -1 repertori e le Compagnie - Ruggeri e "Cirano,,

Luoghi citati: Lubiana, Milano