Bocchelli novaelliere

Bocchelli novaelliere Bocchelli novaelliere Avello stile amplìssimo di Riccardo Bacchelli, così ricco e sostanzioso, così analitico e arabescato nella variazione, (e inalberato poi, e poetico, quando lo muova, alta, l'ispirazione), è implicita un'esperienza di pensieri, di umori, di fantasia, un'esperienza, singolarissima, di vita e di mondo. Discorso ininterrotto, a investigare e conoscere nomini e costumi e società, animi e accadimenti, nuovi e diversi, remoti e vicini ; e la sua narrativa par che 6Ì dispieghi e s'involga e si svolga a dir tutto, o quanto più si può, di tutte le cofie, a cercarle e tradurle in bella prosa numerosa, sulla linea costante di una moralità che, meditativa e attiva, rammemora, f dal ismmemorare deduce argomenti di racconto, confronti e saggezza. Sicché la sua attitudine e professione letteraria, anche di lui romanzatore e novelliere,, c proprio quella stessa dello storico, e memoria e storia dei fatti umani, e degli. aspetti del tempo cho variamente si atteggia nella varietà delle condizioni e dell invenzioni della vita —, sono sue Muro riflessive e veraci: né v'è avventura o episodio o carattere dell'antico operare dell'uomo, della passione e della ragione, dello scienze e dell'arti, delle usanze e delle cronache, cui non possa applicarsi la sua sistematica curiosità, mai ributtata o turbata o scossa, neppur dalli più aberranti, nefande e inno minabili pratiche del male, pri mitivo o degenere nella carne e nel sangue (si vedano i suoi in duci su cannibalismo, e follie fe ticistiche, e altrettali errori) ma intenta a ricavare e resti tuire dai vaneggiamenti persi e oscuri del passato, (tutto che av viene è passato, nella coscienza dell'uomo), l'unica realtà presoli to e durevole e viva: la realti dell'arte. Ora se quella tendenza di storico e saggista, pensosa, sì, e nutrita di infinita scienza, ma nei confronti della narrazione, spesso soverchiatile e centrifuga, può essere in qualche modo, fino a un certo punto, assorbita dalla fluviale abbondanza del ro manzo, spicca invece, e più tipicamente si palesa, nella novellistica, ch'è arte in certo modo più chiusa, ed elusiva, e meno adatta ad accogliere divagazioni c sospensioni e parentesi. E non si dice che nel caso di Bacchelli l'arte del novellare ue sia diminuita ; ma corto vi appar chiaro che, da una novella all'altra, il suo interesse vero non è tanto, o non sempre, determinato e soddisfatto in questo o quel motivo 0 spunto d'immaginazione e d'invenzione e di sorpresa, quanto nello sparso raccoglier prove e documenti e testimonianze sul costume degli uomini e sui casi del mondo. E anche avviene che tale interesse, o curiosità d'investigazione, talvolta aggravi un po' il senso del racconto: in quanto a noi, personalmente, tra 1 suoi doviziosi racconti fantastici e moralistici, e di bizzarro umore, e comici o caricaturali, prediligiamo quelli contesti di motivi già di per se storici, che danno naturalmente, e con tan ta affinità, nel 6uo genio. Osservazioni suggerite da tre volumi novellistici che l'insigne e amato scrittore pubblica presso l'editore Garzanti: uno di «favole lunatiche» che si intitola La fine d'Atlantide, l'altro di «racconti disperati», // briganti di Tacca del Lupo, e 0 terzo di a novelle giocose », L'elmo di Tancredi. E chi voglia rendersi conto, dal più al meno, di quanto si scrive, veda, se mai, proprio La fine d'Atlantide, che è immaginosa, parodistica, satirica, e dove»tuttavia l'insistenza stessa dell'osservazione descrittiva e della satira e della parodia tratte da minuziosa e compiaciuta indagine di un certo mondo e di estravaganti curiosità psicologiche e morali, forse contrasta lo slancio dell'immaginazione stessa; e confronti questa favola al racconto del brigante di Tacca, che, cessato il « Regno > borbonico, rievoca e narra la caccia ai briganti dai boschi della Sila alle montagne d'Abruzzo ; e avverta come, nella sicura prospettiva storica, nel respiro pacato cho sollecita e accetta con ritmo eguale cronaca fantasia invenzione, passaggi selvosi e selvatici e genti primitive, e l'animo e la coscienza dell'uomo civile, e il suo battagliare e giudicare traUquegli eventi feroci e ingenui, |avverta come tutto vi è mirabii-|mente, spontaneamente, intrec-tato, e come si distende sulla pa-gina, largo, maestoso, capace. Dutto questo, a cercar d'intendere l'equanime complessità intellettuale e morale di uno scrittore che nulla rifiuta di ciò che è umano e fecondo, nel pensiero e nei fatti, ma gli uni e l'altro assume e induce a linguaggio narrativo e poetico ; detto questo, sarà poi facile rilevare la comunque variatissima motivazione di quel narrare e meditare.e trarre a poesia uomini e destino. Lunatiche sono dette le favole, e, citando il Tommaseo, Bacchelli propone che il lunatico è più strambo che matto; disperati i racconti, e — pur col Tommaseo — c disperarsi è passato ad esprimere furia simile a quella del disperato, ma venente da tuti'altra cagione: frase iperbolica »; giocose le novelle... Nelle stranezze favolistiche v'è, tra il reale e l'immaginato, tra il vissuto e l'assurdo, un certo tono di riflessione e di divertimento, sfumato d'ironia, e nell'acerbità non senza interno riso di saggeza, che gli consente di illustrare a « verità sul pauroso caso dela « Mary Bonfield » — una nave alla 'deriva, prigioniera dei opi che sottopongono i tre uau-1 fraghi superstiti ad atroce agonia —, e di disegnare le umoristiche, repellenti' fantasticherie della Fine d'Atlan.tiile, satireggiando intellettualoidi e cineasti pretensiosi, e variando il tema aUroce dall'ipotesi di un Landra antropofago a un'orgia canniba]egca j„ terra d'Africa, e di ilarrare) insomma, capricci spavenUj c esaltazioni della mente, ed perori e malignità e incongruen- ze dell'animo" e della sorte, fino alla temibile ebbrezza di quel tale che impazzisce fissando il cielo stellato; la diagnosi medica dice che si tratta di perdita del senso della gravità corporea, ma tutti sentivano che « la stia dis«razia aveva pure in se qualcosa che slava di là dalla vita e dalla morte fisica, e che, pur miserabilmente, adombrava le ragioni ineffabili...». Delle novelle giocose diremo poi che vi si manifesta, ancora e sempre, sicuro e sereno, l'estro comico, o meglio l'ilare ma pacata confidenza paesana di Bacchelli, l'aperta sua malizia — un che di schietto e Iardito e famigliare — in certe!audaci situazioni scabrose (T, imprevedibili), e nel tratteggiare va6te figure ed episodi insani (si veda il ritratto della maschia cantante Montemona^o che si offre, in camerino, a Gioacchino Rossini), e nel raggiungere la delicata perfezione di una novelletta come // pavone, sospira gentilmente tra torbidi stimoli e sentimento. L'arte è libertà dello spirito, dice Bacchelli ; e cor. quella libertà, con fermissimo e finissimo discernimento, egli coglie caratteri e tipi e momenti curiosi e inafferrabili, o che solo l'arte afferra e salva, quando pare che la vita si scardini in una fuggevole oscillazione,. ed è come urtata da un soffio di dolce o perversa o violenta follìa, e già sia per vaneggiare e perdersi... Ed eccoci ancora a^quella sua intonazione che più ci piace, ad aucuni di quei « racconti disperati », il brigante Baffa-raffa. che già citammo, il pastore omicida in Agnus Uri. Qui, nel contrastare e infierire e intridersi della sorte, della passione, del delitto, del rimorSb, della pietà, negli eventi del mondo, via via ripartiti tra peccato e peniteli-]za, tra nativa oscurità dell'lstin- to e luce di pensiero che coni- prende e redime, qui s'addentra e si rinsalda, piena, l'arte diIBacchelli, e di qui forse muove, pur onusta di quella' esperienza umana che ci suggerì il discorso, a certe vaghe fantasie consola¬ trici: ariostesco, avventuroso t Ipoetico volo a vela, ma piìi e !meglio vagheggiamento del cuo- re, di Mondila sulla nube... Si oblia così, brevemente, in un sogno, il male e il sacrificio e anche la storia dell'uomo, ma per ritrovarli poi subito nella interminata e dolente loro verità, cui 6Ì addice, e nella quale coincide "intenzione, e il carattere della precisa e, pur essa, come il vivere del mondo, interminata e continua scrittura di Bacchelli : quel dire ogni più sottile e riposto e vario aspetto delle creature e del creato con aderenza che aualiz za e avvolge e suscita. Scrittura còlta e calcolatissima ; a cogliere tuttavia tratti* anche più intimi e fantasticati dell'arte di Bacchelli — e una sfumatura della nlmo suo —, ecco un palpito di vento, che si leva mentre le nubi sgombrano, e « il cielo torna alla sua altezza, un poco più pallido », e in quell'altezza e in quel pallore si nercepisee non so che lieve abbandono, che rapido cenno d'altre cose, ignote.- Alterni momenti, veloci evasioni e ritorni degli artisti veri, di chi, intento alla realtà, può trarne tanto senso, e così profondo e intcriore, da immedesimarla con la poesia. « E però la voce del velinoli essendoci ]io è distante, e ancora fogliame, non è quella folta, mugghiatile, estiva, ma più alata, e nuda, acerbamente Iprimaverile, e stormisce. — Per j terra, ia neve ha sentito il sole, e s'è intrisa; poi l'hanno còlta jgli ultimi geli notturni Francesco Bernardelli Le nostre truppe in Corsica: bersaglieri motociclisti In servizio di collegamento durante una sosta presso un villaggio situato nell'aspro e caratteristico paesaggio montano dell'isola. (Foto R. O. Luce)

Luoghi citati: Abruzzo, Africa, Corsica