L'inarrivabile Jeeves di Concetto Pettinato

L'inarrivabile Jeeves L'inarrivabile Jeeves La prova migliore dell'attrazione esercitate dal gentleman sulla Bocietà inglese ce la fornisce il domestico. Questo personaggio di repertorio, che in tutti i paesi del mondo, tranne forse la Cina, ò degenerato in un tipo labile e senza rilievo, immemore sdelle leggi della sua casta, prò- ktano qualunque preoccupato|unicamente di riscuotere un sa lario e di rubare sulla spesa e sempre pronto a barattare i privilegi del suo splendido isolamento coi piccoli diritti della promiscuità sindacale, in Inghilterra non accenna ad abdicare." Dovunque altrove un ser- vo è ormai un nemico intimo che ! [. .. ...... 1 j» 1 I ' : I ha giurato d'avvelenare l'esisten za del suo padrone. Il domestico inglese è il feale, lo scudiero di olii lo impiega. Vano illudersi di vedergli perdere il rispetto d'un mestiere dal quale, lungi dal ritenersi umiliato, cava credito e soddisfazione. Mestiere? Dovrei piuttosto dire vocazione, missione, dignità. Il domestico inglese non è un volgare mercenario bensì l'uomo di fiducia d'un assettò sociale, il difensore d'un corpo di consuetudini, il pontefice di un sistema di riti. Impossibile capire l'Inghilterra senza aver fatta conoscenza con quel gran maestro del protocollo britannico che è il butler, il maggiordomo. Per mantenere il fuoco sacro 1 Bomani avevano le Vestali, gli Inglesi hanno il maggiordomo. Conosciamo tutti, per averlo incontrato le cento volte negli insulsi romanzi del Wodehouso, l'inarrivabile Jeeves. Dopo Sherlock Holmes, è ancor oggi questo il più popolare, anzi il più necessario dei tipi cari agli Inglesi. Persona fredda, ironica, taciturna, pedante, inappuntabile, egli agisce nella vita di Albione come una coscienza vigilante priva del dono della parola. In una società dove la donna delle classi dirigenti passa sempre più tempo fuori del domicilio e dove l'uomo delle medesime spen de la vita in un continuo studio iper adattarsi alle esigenze della democrazia senza comprometter 'nulla d'essenziale alla conserva- jzione dell'ordino costituito, i dogmi, le tradizioni, i pregiudi- jzi, il cerimoniale, la poesia stes- 'sa dell'autorità pensa a salvarli il maestro di casa o, in sua man-Jcanza, la governante, il domesti co, la serva. Un gentleman, un lord, un baronetto possono, per correr dietro ai tempi, ostentare una relativa libertà d'idee e di maniere, vantar© gusti semplici e abitudini modeste., adottare qualche ora al giorno il colletto floscio e il cappello a cencio, anche perchè il loro maggior trionfo sta nel farei riconoscere gentiluomini a dispetto dell'apparente trascuratezza esteriore: il butler, no. Chiamisi Higgins, Weller, Perkins o come meglio vi aggrada, Jeeves è rimasto vittoriano e tale si manterrà sino in fondo. In casa, giubba nera e calzoni a righe, solino a punte rivoltate e cravatta scura ; fuori di casa, cappello duro e paracqua : questo le sue divise, e nemmeno un cataclisma lo indurrà a rinunziarvi. In politica come nell'abito, nell'abito come in politica, il personaggio è conservatore quand'anche i membri della classe di cui divide i penati e le fortune non gli infondano se non un'ammirazione attenuata. Il domestico di Ada Lawson, femminista aristocratica, arrossisce di confusione al vedere una visitatrice della sua padrona andarsene senza nemmeno ordinargli di chiamare un tassì, «freme al pensiero che il socialismo sta rodendo le viscere della nazione o decide di chiedere i suoi otto giorni (Aldhigton, Women must work, I, 6) ». Il maggiordomo di lord Tremlow chiede i Buoi otto giorni, dopo ben diciott'anui di intemerati servigi, perchè Sua Grazia si lascia crescere la barba (P. G. Wodehouse, Freddie is viorried out). Un'eroina della Ward irride alle manìe democratiche del futuro duca ,di Chudleigh esclamando: «Ho capito, voi siete uno di quei tali che vorrebbero stringere la mano al proprio maggiordomo. Seppi una volta d'un caso simile : il maggiordomo chiese i suoi otto giorni (Lady Rose's daughter, c. XII)». Esistono, insomma, regole di etichetta, principii protocollari o addirittura categorie morali con le quali al domestico inglese non piace transigere. Una livrea di Mayfair apre la porta a Salvador de Madariaga, e alla sua domanda se la signora.Tale è in casa risponde, gelida, che lì non sta di casa nessuna signora Tale. Il latino maleducato avrebbe dovuto dire: «lady Tale* (v. Madariaga, Quatte Espagnols à Londre», p. 1G4). Una suscettibilità così ombrosa spiega perchè sia questo il solo paese civile dove le persone di servizio non siano ancora del tutto scomparse dai cataloghi della fauna proletaria e dove la quarta pagina dei giornali si occupi ancora di loro. Esercitare U professione di domestico è in Inghilterra un modo per non sentirsi più-proletari, per sposare lo classi alte, per soddisfare la vanagloria e la me- galomania covanti in silenzio nel cuore dell'ultimo dei britanni, Madariaga dice che «una serva inglese non è se non la brutta copia d'una duchessa inglese » : si potrebbe aggiungere che l'office, nella casa inglese, è la brutta copia del salotto. Il Jeoves del Worlehouse è un umorista, ma è forse questo l'u nico tratto del suo carattere che |non rjspolltin a] vero: il domestico inglese si piglia troppo su serio per non pigliar sul serio anello gli altri, e prima d'ogni altro il proprio padrone. A differenza dei 6ervi del continente, :1 Jeeves autentico non ride, perchè trova che in generale al mondo c'è poco da ridere. Se ta- ! iora fa ridere è proprio perchè . _ 1 '1* «L _1 non ride lui, ma la venta e eh. non fa ridere spesso: il suo volto chiuso e sostenuto, non di rado vagamente sinistro tra i favoriti impeccabili, è troppo pronto alla commiserazione e al disprezzo perchè il riso abbia tempo di nascere nello spettatore irriverente. La sua indole lo inclinerebbe, piuttosto, a un'acrimonia rassegnata, a un biasimo rispettoso o a un'impassibilità filosofica e lievemente funerea. Il suo atteggiamento sentimentale c quello dello storico privo di illusioni, ai cui occhi le cose umane vanno o^ni giorno un po' peggio. Dell'esser ridotto a questo si vendica irrigidendosi nella difesa inflessibile del proprio stile, del proprio linguaggio, delle proprie abitudini, del proprio orario. E poiché non sarebbe umano spendere tanta ostinazione nella salvaguardia d'un personaggio quale il suo senza rendersi partecipe di tutto il modo di pensare della classe che lo volle tale, così anche le idee, i principii, i pregiudizi, le parole d'ordine passano in Inghilterra automaticamente dal salotto edl'office, per scendere dall'office in istrada. Nel Settecento il maggiordomo di casa Arnold leggeva il Ledger, il London Evening, il Whitehal Evening e il resto della stampa whig ed era così compreso delle teorie del partito da esporle al vicario di VVakefield i« in guisa almeno altrettanto esatta quanto la maggioranza dei 'gentlemen di provincia •. Nel jNovecento la fantesca di Margn reth Halsey, infaticabile nell'in jtrattenersi dei «signori», si 'schermisce dall'aprir bocca su gli ordinari abitanti di YeobridJgs perchè «troppo comuni, vol- e a a n n . à è e i . , r - gan e privi d'interesse per me ritare che se ne parli (With ma lice toward some, III)». Col che non pretendo dire che il cinismo sia sempre e del tutto estraneo a questi severi zelatori d'una oligarchia secolare. Matthew Prior racconta noli'Elogio del duca di Dorset che quando costui era in collera i suoi domestici correvano a schierarsi sul suo passaggio per farei coprire di contumelie, ben sapendo che di lì a poco, per ripagarli degli insulti patiti, egli avrebbe gettato loro la propria borsa. Calibano andava anche più in là del cinismo e s'impegnava a leccare i piedi al suo nuovo padrone se lo liberasse del pndrone antico tagliandogli la gola nel sonno. Ma non c'è deformazione sporadica che possa infirmare il carattere sostanziale del tipo, il quale resta quello d'un alleato, non d'un nemico di chi lo paga. Senza giungere all'esagerazione dei domestici del Grand ison richardsoniano, che «era una gioia vedere quanto rispetto gli usassero nel servirle, che spiavano ogni suo sguardo e davano agli astanti l'impressione di non aver contemplato mai in vita loro tanto amore e tanta reverenza su volti servili ». Jeeves è ligio, deferente e, tutto sommato, leale. Porta volentieri gli abiti e le cravatte del suo padrone, ma anche questa.leggera concessione alla vis cantica della parte rappresentata è in lui semplice effetto d'un abbandono di personalità che lo spinge a immedesimarsi col padrone • stesso, a perdersi nel lustro d'un casato, a confondersi con una funzione. Il suo attaccamento alle istituzioni non è molto dissimile da quello che distinguo i funzionari del Civil S-vrvice. Senonchè prima ancora del funzionario, che dico?, prima ancora del deputato, prima ancora del gentleman, alla base dell'azienda sociale inglese c'è lui, Jeeves, col 6Uo piumino, "col suo vassoio per le lettere, col suo passo felpato, con la sua dignità. In questi tempi di familiarità improvvida e di confusione, è lui a mantenere lo distanze, fra le classi. Sua Grazia e Suo Onore vadano pure tra i minatori del Galles e negli slum» dell'East End a fare della demogogia o al Cremlino a fare del bolsvevismo: finché a casa loro ci sarà un maggiordomo e qualche domestico per aprire la porta e soprattutto per chiuderla, si può esser sicuri che non accadrà nulla di irreparabile. Gli abiti saranno spazzolati e riposti nel guardaroba, il tè servito bollente, i toii.its rosolati a puntino, i pavimenti tirati a lucido, le visite selezionate, i sonni tranquilli. Il lato più interessante della fisonomia intima di Jeeves è che egli somiglia- al padrone anchesenza bisogno di farlo apposta. E' egoista come lui, pigro come lui, vanitoso come lui, cocciuto l come lui. S« fra,l'uno e 1 altro , [nascono dei dissapori, sou dissa- pori della natura di quelli che sorgono a temperare la felicità dei coniugi troppo bene assortiti. Normalmente., padrone e servo si sopportano di buon grado, perchè se il secondo concorro al prestigio del primo, il primo crea il prestigio del secondo. Dei due, difficile, anzi, stabilire quale si affermi più altero e più impettito dell'altro. Probabilmente il servo. «La ragione per|cui l'inglese è fanatico dei suoi lórds, spiega un personaggio del Mcredith, non sta nella sua servilità, sta liei fatto che questo fanatismo, costituisce una forma d'ammirazione di so medesimo. Nel salutale e riverire il lord nói salutiamo e riveriamo noi stessi {The ordeal of Richard Eererel, c. XXXIV)». Allargando la. prospettiva, non sarebbe fuori luogo pretendere che il segreto della stabilità inglese sia riposato sin qui su un fenomeno analogo. Le classi dirigenti di questo paese sono riuscite, da Cromwell in poi, a convincere il volgo che il solo modo di nobilitarsi stava nel prender alu.j modelli) da loro. Con un popolo d'indole più filosofica o più religiosa la manovra non sarebbe riuscita, come non riuscì inai a lungo presso i popoli latini. Ma con uil popolo educato dalla religione al commercio e dal commercio al culto dei beni e dei successi temporali, cioè reso spe cialmeute accessibile all'invidi', non v'era ragione che non riuscisse. Invidiare vuol dire imitare, imitare vuol dire assimilarsi e assimilarsi vuol dire collabovare. La molla del successo britannico è. stato, in conclusione, all'intorno il prestigio britannico. Grazie al loro prestigio, le classi dirigenti dell'Impero hanno potuto tagliare le unghie alla rivoluziono sociale tutte le volte che fu necessario. Per poco che la guerra in -tso non faccia del tutto di quel prestigio un fantasma, esse si ripromettono di tagliargliele ancora una volta. Anni or sono, fra il 1919 e il 1939, non vedemmo una manovra identica a un pelo dal riuscire nel campo internazionale? Allorché fra le mura della Lega delle Nazioni l'Europa stava svegliandosi inglese, legioni di domestici eccitati dalla speranza di diventare dei gentlemen vestiti è stirati a Londra, i Be- nès, i Titulesco, i Politis, i Peck, i Keynaud, si fecero innanzi da. ogni parte anelando a servire l'Inghilterra. Il palazzo dell'Ariana formicolò per venti anni di «inarrivabili Jeeves» occupati a contendersi i favori del lord britannico che li adescava flemmatico e sorridente, ora giocherellando col monocolo aristocratico di Austin Chamberlain, ora accavallando le gambe con la grazia dinoccolata di Anthony Eden, ora cavandosi e rimettendosi gli occhiali col gesto accademico di B. G. Vangili art. Quello che vedemmo a Ginevra ai bei giorni del paradiso societario il popolo inglese lo contempla da secoli fra la Manica e il eanale di San Giorgio. C'è una sola differenza: che a Ginevra la speculazione fece fiasco, mentre sul terreno nazionale essa ha dato sin qui tutti i frutti che se ne attendevano. «Abbiate dei buoni domestici e dormirete fra due guanciali »: all'estero o all'interno, la pietra annoiare della politica inglese è semplicemente questa. Domani sarà forse quella della politica nord-americana. Concetto Pettinato