La neutralità non ingrassa

La neutralità non ingrassa PICCOLA INCHIESTA SCANDINAVA La neutralità non ingrassa Tessere azzurre, gialle, rosse, verdi: ogni colore rappresenta un nuovo buco da stringere alla cintola dei cittadini svedesi (DAL NOSTRO INVIATO) c.-rr\r*r.r\< ma ,.,..„ STOCCOLMA, dicembre. Alla fine, puntando fra le scili- tillanli file di lumini rossi chespiccavano nettamente fra le mi-giurìa di luci della città, l'aereo per-se quota ed atterrò siti campo di Malmue. Veramente, questo di co-«linciare dalla fine, non è il mi \glior modo di nari are i successivi [episodi di un avventuroso viaggio. Ida il respiro di sollievo che ti- ramino quando l'apparecchio pre-se terra a Malmoe — benché latappa non figurasse affatto nel]nostro itinerario — fu talmenteprofondo, che ancora oggi ne proviamo un senso di distensione. E prima di rievocare una lunga- serie di penose avventure, proviamo il desiderio di assicurare i lettori e noi stessi che tutto è finito bene. Un problemino da risolvere Quello che è capitato a noi, si badi bene, non è affatto eccezio-\naie, ma roba di ordinaria animi->lustrazione, cioè, che capita a cut- tu Ed è per questo che noi vo-\ghamo raccontarlo. \Viaggiare in tempo di guerra è uno sport pieno dt imprevisti. litreni non possono rispettare gliorari, gli aerei fanno i capricciIpartono quando vogliono e vanno dove vogliono), ma tutto sommato questi non sono che i malanni minori perchè pei andare all'estero occorrono i visti e i Governi, in questo momento, sono logicamente sospettosi e, prima di concederli, usano pensarci sopra. Alle volte solamente qualche giorno, alle volte alcune settimane. Oraaccade — se dovete recarvi in parecchi Paesi— che un Governovi accordi subito il proprio visto,mentre un altro vi fa aspettare tanto che quando ve lo concede_ è quelle dell'aerei) o del treno nume- io due o numero tre. In un primo > tempo voi cercate di risolvere an-ìche questo « problemino »: poi vilaccorgete che rischiate di veder'.mettere abilmente d'accordo nela \scaduto quello che avete ottenutoft \pi.credeì„emente. Allora dovetei ,jCOmiiiciare il giro, per vedere, ,voi_ pavera mortale qualunque, di 1 e o . d tempo i Ministeri degli Affari E steri e le Polizie di vari Stati. Quando però avete risolto questo capolavoro di diplomazie, spiccio la, dovete affrontare il problemamateriale dèi viaggio: conciliare cioè la disponibilità di posti sul treno o sull'aereo numero uno con o lscadere tutti i visti fàticosamen-\d i te riuniti e coraggiosamente vi u {< J^^",s0 vL'noto: qualche ' cosa accadrà. A noi la soluzione apparve ini- provvisti, vestita di azzurro, co-me le fate. Da quattro giorni era- vaino a Berlino hi attèsa di pio- seijuire il viaggio verso la Svezia.Tutte le mattine ci recavamo al- l'agenzia di viaggio per sentirei, dire: primo, che il traghetto di Sussnitz non faceva- sei vizio (som-men/ibiti russi in circolazione/; secondo che anche quello di Ged- sei- era sospesa,- teizo che per au- dare in treno ci voleva anche il risto danese più quello speciale tedesco e che inoltre il visto p.s-i-siei.te nel nostro passaporto non ci permetteva di seguire quell'ili- iieraiio,- quarto che i posti sul- l'aereo erano tutti prenotati. Io dicevo: «Non sai anno nuca prenotati per l'eternità!». « Ccr-tornente — mi rispondevano con cordialità — non sono prenotati ner l'eternità. Ma per molte set- limane-». «E allora?». «Allora attendete. Può daisi che r/iio/cn- no rinunci ». Nienlc dà fare. Cominciavo a pensare che la Svezia fosse un Pacse lontano lontano, irruggìuu- t/ibile, quando il mio orecchio rac- colse la incredibile notizia di un i i ? ù a e e a à i 3 i. o ¬ o aereo speciale, un aereo speciale o w«MP cheportava in e « M„dm pugilistica ita- a affinino Musti' e il dottai - Maino, comandanti della spedizio- - ne. ,„, fecero ottima accoglienza le le mie infinite pene furono alla |/ine. Il trimotore Junker prese il \ volo e tra le mai/lìe azzurre dei | n0atH campioni c'era un posto ani- che per il mio vestito grigio. Da e', mela era Stoccolma, ma, per via i-, di certi nebbioni che gravano su r-\tutta l'Europa, all'altezza dell'isodi Ita Bernholm, l'aereo deviò verso o-\ nord-ovest. Era ,,'à notte fonda i vi o. i- benché non fossero che le quattro del pomeriggio, e un isolotto di iti ci sulla terra nera ci fece accorti ch'eravamo nel cielo della Svezia, e-i unico Paese dell'Europa settentiioa,naie che non sappia cosa siano le el]foggi e \e seccature dell'oscurae| mento. E, poco dopo, scendevamo E eo a Malmoe, una cittadina svedese che siede lungo le coste occidentali del Paese, quasi di fronte a Copenaghen. Subito un annunciatore tentò di farci capire in svedese che per quella sera non ci. sarebbero stati aerei per Stoccolma. I nostri visi impassibili c indifferenti consigliarono un impiegato della compagnia si svede^e „ tradurre in una lingua -\ piil accessibile la triste notìzia, ->che malgrado tutto, incassammo - oaN discreta disinvoltura. Poi, al -\controllo dei passaporti, ebbe ini \zio la sc,.je delle ^sorprese svede- è si> sorprese che vi racconteremo lia punnne tanto sono numerose e li]stupefacenti ci' mi, e o, Iniziano le sorprese L'agente che timbrò il mio passaporto, mi consegnò un pacchetto di tessere multicolori : su quelle azzurre c'è scritto « bruii » (pane), su quelle tosse « kòtt » (carne), su quelle gialle « Mut-Felt » (burro e giassì), su quelle verdi ai«tabaky>. L'ultima volta che fui n tu Svezia c'erano unicamente deioìle tessere cilestrine per il pane, o,' Ora, come vedete, c'è una sorpree [sa che attènde il viaggiatore che, è \ arrivando quassù, crede di trova- e- grammi di pane dino o 22'< di o Ine fresco. La prima immediata -tespeiieiiza (uno spuntino) ci iuse- viiynava che non è possibile ottene- r\rc i 221) grammi di pane bianco Jel\quello che voglia dire. Ogni cai ole solamente vacche grasse. e] Fra tutte queste tessere, sola e,', mente eiuella del pane lascia ca di\piie. senza possibilità di equivoci i. o torneino è composto di 25 quadratini valevoli ognuno per l'acquisto di 32 grammi di pane fresco o 20 di pane duro. Ad ogni viàg a] giatore consegnano due curtoncie ni per settimana di soggiorno, cioè ul [sette tagliandini quotidiani che, in n | definitiva, si traducono in HO n-\Al massimo se ne possono o//t»e-[vi re lui) al giorno, il usto deve es- e sere nero e duro. Inoltre, pi r ave- j Ire il pane bianco ad ogni tagliali-\- dino azzurro bisogna aggiungerne -'uno giallo di burro. Quanto ài ra-|- loie delle altre tessere, dovettero]o- passine alcuni giorni prima che a.,potessi conoscevo. Nessuno ha i'l- miei conoscenti — e li assiemo ei, che sono molti — me lo seppe di- di re. Mi dissero: «Il valore cambia. -'Io non lo so. Tutte le settimane ; la radio avverte il razionametito d- per i prossimi giorni. Le mussuie - non se ne occupano, tanto lo san- il no i bottegai! ». Trovai che que-,e sto a )alarsi mani e piedi legati i-im bottegai non e in linea di mas-n sima una dimostrazione di pru- i- denzu. Ma in Isvezia — pare — , l- bottegai sono tutti onesti. Più ''"- di mi accolsi che cffcthyamenle\a la iodio dirama un notiziario an-' r-'nonaiio- ma lo fa per dire se ci n sono polli a disposizione del pubti blico (a prezzi proibitivi, cioè 20t- 30 corone l'uno, qualche cosa coa me yó-11,0 lire), se .quella settin- mona verrà distribuito l'uovo pie insto (tre o quattro al mese a pera soniti, oppure per annunciale n eventuali variazioni nel razionau- mento, il quale però è così fissuc- to: pane ISO gì animi al giorno, n carne 12', grammi <tlhi settimana le burro e grassi 2r,0-300 grammi al- n la settimana, sigarette io al gior- a- no. Come si vede anche nella nei,-\ai frale Svezia bisogna siringar o- cinta. La neutralità non inorassi!. a A'oi ci mettemmo in tasca le a tessete c, all'ora di cena, ilogliosi]?„i di uvei porzione di carne, vedemmo mezzo tesserino rosso sparile nelle tasche del cameriere nonché comparire una bistecca la cui superfici; era inferiore a quella dei tagliandi toltici. Mimmo Musti tentò di protestare ma si russe gnò con un paio di esclamuzioni romanesche, ti dottor Maino, emerito poliglotta, sciorinò richieste di spiegazioni in tutte le lingue. 10 non dissi nulla. Filosofavo e mi ricordavo la vecchia tesi di ceiti amici svedesi: « La guerra? E' un affare che non ci riguarda! Dite pure che siamo egoisti, ma noi vogliamo star bene!-». Star bene? Ci pensavo ancora, a eiuella frase, quando alle tre e mezzo del mattino ci tirarono giù dal letto e ci scaraventaiono in un aereo in partenza per Stoccolma. Lunghe file di lumini verdi: Bromma, aeroporto di Stoccolma. 11 lungo viaggio è finito. Bene, vediamo come si sta bene in questo Paese neutrale. Felice Eellotti \[ Continuamente il cielo tunisino è solcato dai trasporti aerei dell'Asse, che riforniscono le truppe combattenti di armi, munizioni e viveri. (Foto WOmer-Atl.)

Persone citate: Felt, Junker, Mimmo Musti