Nella capitale dello stagno

Nella capitale dello stagno Dove è passata la guerra in Oriente Nella capitale dello stagno E' Penang, sulla costa occidentale della Malesia, dove si raffinano annualmente 60 mila tonn. del prezioso minerale tolto per sempre agli anglo-sassoni - r e e l e a i , a o e . i o n e i ee o i di (DAL NOSTRO INVIATO) Penang, 21 dicembre. Dopo essere atterrati all'aeroporto di Sungeipatani, quasi al confine meridionale dello Stato di Kedah con la provincia Wellesley e viaggiato in automobile circa un'ora attraverso quest' ultima bellissima provincia, siamo arrir vati al molo di Butterworth che fronteggia l'isola di Penang. Penang in malese significa « Isola noce di betel », che è la sostanza che la generalità degli, indigeni di tutto l'Oriente, dall'India alla Micronesia, usano masticare e che ha la proprietà di tingere in rosso mattone gli sputi che vengono spesso lanciati un po' ovunque e di trasformare col tempo la dentatura di coloro che la usano. Questa usanza è in decadenza e solo le classi più umili la praticano ancora presentemente. Due compagnie di soldati occuparono la città Vista dal mare, la città si presenta graziosissima e tutta l'isola appare come uno di quei punti pnvilegiati ai quali la natura ha dato elementi di irresistibile richiamo per l'uomo. Infatti, anche per la sua posizione strategica che del resio ha avuto poco valore nell'attuale guerra, Penang < stata curata dagli inglesi in modo particolare e l'apporto finanziario dei ricchissimi cinesi phe vi risiedono da secoli ha contribuito a darle un tono di signorilità che sembra superiore a quello di Singapore per quanto riguarda quartieri ,residenziali e le condizioni generali per quanto concer ne la città tutta. Il primo contatto diretto con la guerra Penang lo ebbe il 9 dicembre scorso, e già il giorno 11 bombardieri nipponici nuovamen te bombardavano una trentina di trasporti di grosso tonnellaggio che si trovavano nel porto. E' da notare che gli inglesi avevano pubblicamente dichicr^o di aver vettovaglie e munizioni per sei mesi e i nipponici non avrebbero potuto arrivare a Penang; ma in seguito a questi attacchi aerei e alle conseguenze dell' andamento delle operazioni militari nel Nord dove le forze inglesi erano state ■inviate, lasciando solo dei volon tari a presidiare l'isolo, lo sgombero si rese necessario e fra H H a il 19 lasciarono l'isola. Intanto il Comando nipponico venne informato da due giapponesi — ohe erano internati a Penang e che grazie all'affrettato sgombero erano stati liberati — dell'esodo generale britannico e così il 18 due compagnie nipponiche vennero inviate a prender possesso dell'isola. Cosicene può dirsi che Penang sia stata conquistata quasi unicamente dall'aviazione nipponica. In compenso, la distruzione è stata rilegante perchè oltre mille edifici vennero demoliti o danneggiati, seconde quanto ci viene dichiarato; ma l'amministrazione ha messo meno rapidamente alla ricost^izione, cosicché ora il 70 per cento degli edifici pubblici è riattivato e le abitazioni lo sono nella misura del cinquanta per cento. Q uando Vamministrazione giapponese iniziò il suo lavoro il SO marzo scorso la città era presidiata da circa 8000 uomini di truppa comandati da pochi ufficiali, mentre la popolazione contava in tempi normali circa 180 mila abitanti; sembrava perciò superiore alle forze umane il compito che essa si era assunto di riportare la città nelle condizioni normali di funzionamento, ma grazie alla cooperazione degli elementi locali — che avevano compreso la bontà del programma giapponese — la ricostruzione poteva fare rapidi progressi e quindi si può dire che xI perìodo più difficile sìa stato superato. La popolazione eccede ora quella dell'immediato dopo-guerra; la pace è mantenuta da una polizia locale che collabora con l'esercito nipponico. Data la massa enorme dei cinesi che risiede nella città e l'infiltrazione da Stati vicini, in quegli elementi che hanno voluto mantenersi ostili alla differenza di atteggiamento assunta dalla generalità dei cinesi si è dovuto procedere a qualche arresto. Ma si tratta di casi sporadici. Un altro problema difficilissimo che qui si è presentato è quello della lingua, perchè la maggioranza dei cijiesi, originari di Cantali e di Fukien, ma nati qui, non parla che l'inglese, ignorando la stessa loro lingua madre; fra i malesi solo le classi elevate parlano l'inglese e così pure una notevole percentuale di indiani. Gli sforzi per introdurre il giapponese sono necessariamente per ora limitati alla possibilità di impiego di ufficiali e di soldati nipponici che insegnano la propria lingua qui come altrove senza conoscere talvolta una sola parola estera. Abbiamo visto qualcuna di queste scuole ed è rimarchevolissimo notare come specie i giovani e i bambini siano già capaci di esprimere la loro volontà nella nuova lingua. ralatozclihncnmclesoadptrvamnlaStocvmtcadpbtvmgesnsdtascctsmqvagspgMpI due terzi degli abitanti sono cinesi La popolazione dell'isola e della provincia di Wellesley che formano insieme una unità amministrativa, è di circa 400 mila abitanti, dei quali due terzi sono cinesi. Essi coprono i più importanti settori dell'attività agrìcola e industriale. Prima si sfruttava principalmente la cultura del riso e di altri prodotti alimentari, piantagioni di gomma, nume-rose piante di cocco; abbondante è ancora il terreno vergine. Molti prodotti alimentari venivano prima importati da regioni limitrofe, specie dalla Birmania, ma a poco a poco gli scambi vengono riattivati e si cerca di supplire alla scarsità di piroscafi con la costruzione nei cantieri locali di imbarcazioni che gioveranno al piccolo cabotaggio. La principali attività industriale è quella delle stzUkvsdlgnbtcRcdmdsntsnsppaKtcas raffinerie di stagno che avevano la capacità produttiva di 70 mila tonnellate annue ed erano utilizzate fino al limite di 60 mila. La capacità è ora stata riportata al livello prebellico e la produzione ha raggiunto cifre ragguardevoli, non lontane da quelle del tempo in cui potrà essere sfruttata in pieno, specie quando la raccolta del minerale nelle zone periferiche, compresa la Birmania e il Thai, e le possibilità di convogliarlo verso le raffinerie saranno riportate alla normalità. Oltre alle banche nipponiche, due cinesi e due indiane Tianno ripreso la loro attività. La lotta contro la malaria che gli inglesi avevano qui organizzato con metodi accurati ed efficenti continua normale. L'amministrazione giapponese, con perfetta esperienza della mentalità cinese, qui come a Singapore come altrove ha lasciato perfino riaprire quei locali — come sale da ballo e parchi di divertimenti pubblici — dove insieme al teatro comico e al ristorante esistono la chiromante e il giocoliere e dei quali i cinesi.sono appassionati frequentatori. Ai soldati giapponesi è rigorosamente proibito di frequentare le sale da ballo, e ad onor del vero il comportamento delle truppe del Sol levante è 30tto ogni aspetto encomiabile. Il Giappone, insieme ai vantaggi si è assunto anche l'onere di educare queste masse con quella serietà che è peculiare delia razza nipponica e che esso anche a costo di sacrifici vuole e riesce a dimostrare. Esso insegna alle altre popolazioni che la volontà, ta applicazione e la perseveranza stanno alla base di qualsiasi successo. Tenuto conto delle limitazioni che la guerra impone, quando tutte le case saranno ricostruite e i segni lasciati dalla guerra totalmente eliminati, Penang riavrà quell'aspetto di giardino che doveva avere precedentemente e la amministrazione nipponica, dirigendo l'attività dei suoi abitanti, saprà ridarle quél posto die la sua posizione geografica le Ma assegnato quale chiave dello stretto di Malacca e di porto commerciale dì primissimo ordine. Cesare Viale

Persone citate: Butterworth, Cesare Viale, Thai

Luoghi citati: Birmania, Giappone, India, Malesia, Penang, Singapore