Il nuovo Presidente della Repubblica svizzera

Il nuovo Presidente della Repubblica svizzera Il nuovo Presidente della Repubblica svizzera Il ticinese Celio, successore di Motta nel Consiglio federale, elet-i to a grande maggioranza - Cordiali dichiarazioni del neo-elettosui rapporti italo-elvetici Berna, 17 dicembre. Stamane si sono riunite le Camere in assemblea federale per procedere alla rinnovazione delle alte cariche dello Stato per l'anno 1943. A presidente della Con-| federazione è stato eletto l'on. Enrioo Celio. La maggioranza dei voti sufficienti sarebbe stata di 891 voti, egli invece, ha ottenuto 177 voti, il che dimostra la grande stima di cui gode in tutto il Paese. n presidente Celio è nato nel 1889 ad Ambri, piccolo villaggio | a sette chilometri da Airolo pa-l tria di Giuseppe Motta, del quale appunto il Celio è successore nel Consiglio federale. La famiglia del Celio è da secoli patrizia lcvantinese. Di stirpe italiana, il Celio è stato educato prima a Milano, quindi ha frequentato l'Università cattolica di Friburgo dove ha avuto come maestri Paolo Arcari e il compianto accademico Giulio Bertoni. Dopo essere stato per un ventennio giornalista nel Canton Ticino, egli fu chiamato alle alte cariche del Cantone e quindi eletto membro del Governo cantonale di cui fu presidente nel 1938. Le sue cure dedicò specialmente | alla scuola ticinese ed al manteni- mento dell ordine pubblico in uno d^nH°m^iÌ^^Hbtt^ioaVlta! ^C^^^y^tuiinBioìimmediatamente dopo la morte nenSfe?otadiEnr^0óeK § sTnTeredldanukC°d?corso &PluT ....„„,.„„;„»„ ,,,,,,.ni.. noi'pronunciato recentemente, nel quale ha detto fra l'altro: «Ricordiamo che tutti gli Stati con finanti col nostro — Italia, Ger 1£ _ nanno volon. 'tariamente rispettato il nostro territorio, la nostra indipendenza e e la nostra neutralità, mentre ben diversa fu la sorte di altri paesi europei. Non dimentichiamo che, anche perdurando la durissima guerra, la Svizzera ha potuto ne-goziare liberamente con le Nazio-ni vicine quei trattati di commer-ciò che rappresentano il « do ut dea i>, necessari all'economia della Nazione. Se, primo in linea di tem-po e di rapida comprensione, io ìndico il trattato di commercio con l'Italia, non faccio che sottolineare la proclamata ed effettiva amicizia di quel grande Stato verso la Svizzera e la necessità ed il piacere per noi ticinesi, che rappresentiamo la stirpe italica in seno alla Confederazione di essere particolarmente fieri e grati di una tale amicizia ». Appena eletto alla presidenza della confederazione, l'onorevole Enrico Celio si è compiaciuto ricevere il corrispondente dell'agenzia Stefani, cui ha fatto la seguente dichiarazione: « Ticinese come il mio grande predecessore Giuseppe Motta, suo discepolo sin dai primi anni della mia carriera politica, come lui estimatore del contributo secolare apportato dal genio e dal lavoro italiano alla civiltà e al progresso, non saprei concepire i rapporti fra l'Italia e la Svizzera se non ispirati ai sensi di una vera e reciproca amicìzia: amicizia che non è di oggi, ma ha radici nei solchi della tradizione del popolo svizzero e del Consiglio federale ».

Persone citate: Enrico Celio, Enrioo Celio, Giulio Bertoni, Giuseppe Motta, Motta, Paolo Arcari

Luoghi citati: Ambri, Berna, Canton Ticino, Italia, Milano, Svizzera