Costruire una razza

Costruire una razza Costruire una razza Dal razzismo puramente antropologico e biologico, che si può considerare rome un capitolo della scienza naturale, va distinto un razzismo attivo, che esso solo ha un valore politico, etico e costruttivo e al quale gli elementi forniti dal primo possono servire unicamente come strumenti pet un compito superiore. Questo secondo razzismo va ad eliminare compiutamente la supposizione, che sangue e razza riportino ad un, determinismo naturalistico, quasi ad un fatalismo. Come il tecnico riconosce sì le varie leggi delle forze naturali, ma sa servirsene e le compone in modo adeguato a che esse vadano a realizzare un dato fine, del pari un razzismo attivo usa le conoscenze dell'antropologia positiva, del la genetica e della biologia a ragion veduta, riportandole 'al piano di una iniziativa creatri ce, che ha per ultimo motivo un ideale, qualcosa di eminentemen te. spirituale. I compiti del razzistico attivo sono due: l'uno è difensivo e profilattico ; l'altro è propriamente costruttivo. Per chiarirli, dobbiamo precisare una premessa. Non esistono, oggi, nazioni che siano identiche a razze, vale a dire tali, che gli individui che le compongono siano tutti di una razza unica. Devesi tener presente che per la moderna dottrina razziale le razze non sono le grandi unità dell'antropologia di ieri — razza bianca, gialla, nera, ecc. — bensì unità più elementari, sì che di là dal concetto p. es. di razza bianca in genere, viene constatata la realtà di razze più speciali, come la nordica, la mediterranea, la dinarica, l'alpina, la fèlica, la baltico-orientale, a prescindere da componenti che risentono di ceppi già non più propriamente europei. Le nazioni non sono razze, nel Benso che in ciascuna di esse, in varia proporzione, distribuzione e composizione, Bono presenti individui appartenenti all'una o all'altra di tali razze primarie o elementari, non solo, ma altresì, e ancor più, individui sorti da incroci fra dette razze tutte europee. Ciò che con un termine, il quale ha soprattutto il significato di una idea-forza, di un simbolo, si può chiamare < razza tedesca», c razza italiana », t razza anglosassone» ecc., è dunque essenzialmente da intendersi con riferimento ad un tipo comune, relativamente stabile ed omogeneo, che comprende varie componenti razziali, e che è unificato anche da altri elementi, che non la semplice razza somatica o biologica. Circa i compiti difensivi e profilattici del razzismo attivo, ci imiteremo a dire che essi consistono nel proteggere questo tipo comune dalle alterazioni e contaminazioni che incroci con elementi razziali eterogenei per spirito e per corpo potrebbero produrre; in secondo luogo, ne? cercar di neutralizzare il- più possibile i processi di alterazione interna dipendenti o da degeneresoenza, o da linee tarate di eredità. Ma è soprattutto del razzismo propriamente costruttivo che qui vogliamo occuparci. II fatto stesso che, come si è detto, in ogni grande popolo storico sono conipresenti ed attive varie componenti razziali, rende non solo possibile,, ma anzi necessaria, un'opera di selezione. L'altezza e la dignità di una nazione, infatti, dipendono strettamente da quelle della razza che in essa predomina e che informa del suo spirito, del suo stile, del suo modo d'essere il tutto. Una coscienza razziale in senso completo — quindi non polo biologico, ma anche spirituale — è dunque una delle basi fondamentali per ogni forma superiore di politica, la quale deve affrontare il problema sia della selezione interna, sia della e costruzione » della razza. Il concetto di «selezione interna» non deve far pensare, come ee si volesse introdurre un fattore di disunione e di pluralismo all'interno di una nazione. Ciò potrebbe accadere solo se una nazione comprendesse gruppi etnici realmente distinti e separati, laddove la molteplicità delle componenti, determinata dalle vicende di una grande storia, si trova M'interno dei singoli elementi di una nazione, non ripartita p. es. regionalmente. Perciò la discriminazione, la separazione e la selezione debbono essere anzitutto un fatto parimenti interno. Bisogna far sì che, fra lo varie possibilità compresenti in ciascuno, venga in risalto e raggiunga il predominio su ogni altra quella che si giudica superiore, corrispondente davvero al filone più originario, più puro e più nobile di una stirpe. Per venire a tanto, il razzismo attivo considera due vie. La prima via è quella diretta, che però solo spiriti dotati di una -sufficiente forza interiore possono percorrere. Bisognerebbe cioè che ognuno riuscisse a rendersi conto della molteplicità delle inclinazioni in lui presenti, così come della loro natura e della loro ori giue, per prender poi posizione di fronte ad esse, per decidersi, per riconoscersi in un dato gruppo di esse, per opporsi invece tra altre. Lavoro, questo, che non è ne di un giorno, èie di un anno, talvolta nemmeno! di una intera tzibnsssperclsssccdtsfedplplsrzruldp™iuvstesghdpclps vita, perchè spesso solo in una discendenza può assumere sembianza di < razza », di abito, di dote naturale avente perfino una controparte biologica, quel che negli altri è invece stata tensione e lavoro di interna purificazione e rettificazione lungo tutta una esistenza. Scnonchè dalla seconda via, che il razzismo attivo considera, possono venire importanti ausili pet questa opera individuale. La seconda via è quella delle selezioni a mezzo delle affinità elettive. La legge delle affinità elettive è simile denta il simile, attrae a st. il simile, si ricongiunge col simile, Si tratta, essenzialmente, di un'opera di evocazione. Il razzismo respinge la tebrin dell'ambiente, nel senso che esso, per la realtà sia fisica, sia spiri tuale di un essere, ritiene deci sivo l'elemento interno, eredita rio di quell'essere, e non un'azione dall'esterno. L'ambiente ha tuttavia una sua precisa importanza, nel caso che non si tratti di una eredità semplice, ma nel singolo siano presenti varie potenzialità, varie disposizioni, le quali nel nostro caso vanno a corrispondere agli elementi ohe esso ha tratto da vari ceppi razziali. In tale caso, l'ambiente può determinare vere e proprie discriminazioni: a secondo dell'ambiente, alcune di quelle disposizioni affiorano e si affermano, altre, invece, restano inibito e neutralizzate. E' così che è concepibile un'azione selettiva, là dove si abbia il potere di determinare un ambiente adeguato. Qui si tratta, naturalmente, di un ambiente soprattutto etico e spirituale. Il simile desta e si ricongiunge al simile. Ciò vuol dire per esempio: in un ambiente ebraizzato e contaminato dallantirazza, saranno fatalmente fomentate, in ciascuno, e cercheranno di prevalere, proprio disposizioni corrispondenti, là dove per sciagura siano anche in una qualche misura presenti. In un ambiente che ha invece fatto propria l'etica, lo spirito eroico e la visione del mondo ariana, saranno le potenzialità dell'anima aria che risponderanno, che si troveranno facilitate e che, quando l'azione evocatrice perduri, si stabilizzi, determini un clima spirituale, prenderanno il sopravvento. Dalla psicologia e dalla biologia si sa poi, che quando l'influenza dell'ambiente e dell'idea perdura a sufficienza, l'evocazione non si arresta alla superficie; riprende zone più profonde; scende nella realtà somatica, fino al limite di una selezione determi nantesi nella stessa razza del corpo. In tale senso si può dunque dire che la razza come razza superiore e pura, la si costruisce. , ™„ • i. j-i , ibiiiSsa non esiste di fatto, che come j tuna potenzialità impedita da vdrdgDtaFdainnBpaqsrcdsSascdeclaClocvncbcmappmrppcnagesevarie altre. Essa sorge attraver so un'azione creatrice ed evocatrice, avente per centro una idea e un ideale, una imagine umana superiore ed esseri, che tale imagine davvero incarnino. Nella sua completezza, la razza ha tre gradi. Il primo è quello della razza del corpo : è il grado più elementare, ma anche quello, che costituisce la condizione preliminare, una barriera, che non può esser varcata — perchè, ad esempio, non vi sono meriti che di un negro possano fare un uomo bianco e colpe, che di un uomo bianco possano fare un indigeno australiano. Il secondo grado è la razza come anima, cioè come carattere, modo d'essere, stile di vita, forma della volontà e della sensibilità. L'ultimo e il più alto grado, coronamento dei precedenti, è il manifestarsi della razza, oltre che come razza del corpo e del l'anima, anche come spirito, come razza dello spirito. A questa altezza si trovano essenzialmente f capi, le vere aristocrarie, i rappresentanti legittimi e qualificati di una tradizione. Solo in essi la razza è pienamente, integralmente attuata. Per cui, nella loro presenza devesi vedere una condizione fondamentale per tutto ciò che è razzismo, attivo e creativo. Essi costituiscono il punto di riferimento e quasi diremmo il centro di cristallizzazione che, in un ambiente corrispondente e satura di tensione spirituale, propizia le selezioni, fa sì che forze profonde si ridestino, che ciò che è mescolato si purifichi, che l'originario si liberi e si riaffermi, fa sì, insomma, che la razza in senso superiore, qualitativo, divenga gradatamente il vero soggetto di una nazione. J. Evola deqngdlalieidncsidpnrcfbcolsrdbrvkovDooticip

Persone citate: Benso, Evola