Il sacco del pellegrino

Il sacco del pellegrino Il sacco del pellegrino >♦»♦♦♦♦♦♦♦♦»♦♦»♦»♦♦♦♦» ti lini «l'ama Uno dei foglietti « noi siamo buttatl ^7^^. fanalini » me alle bombe di- ===== traglieri di città aperte, Incominciava il suo messaggio proprio con questo distico: «Afoi atomo Canadesi - al ... solido degli Inglesi». Rima scimunita e significato imbecille. Nessun soldato mercenario si è mai lodato d'essere tale. La gloriosa storia tedesca tace, o deplora, d'avere qualche volta la Germania, o per bisogno o per schilleriano spirito d'avventure, fornito milizie a pagamento; nè mai si vantarono, le gloriosissime oronache genovesi, d'avere la Superba ceduto per denaro alla Francia quei meravigliosi suoi arcieri, che pure - seppero cosi impavidamente morire a Crécy, allora che il fiore'della cavalleria parigina se l'era già data a gambe innanzi alle picche anglosassoni. E' orgogliosa la Svizzera; è vero, di quei reggimenti elvetici che,"' per quanto prezzolati, si sacrificarono con tanta prodezza alla difesa della Bastiglia. Senonchè, gli Svizzeri al soldo dei Capeto avevano forza e coraggio bastanti per reggere all'urto d'una moltitudine cento volte oiù numerosa, e che li aveva affrontati con fucili e cannoni. Mentre coloro che si gloriano di bombardare degli esseri assolutamente incapaci di opporre loro altro che una maledizione o un segno di croce; coloro che con un attestato di stupidità, quella stupidità che sempre dalla ferocia è inseparabile, s'accusano da sè cosi• scellerati nient'altro che per guadagnare della sporca moneta; coloro che sulle città straziate e sugli inermi fatti a pezzi fanno echeggiare insieme agli esplosivi, l'idiozia della loro esultante ilarità; coloro che non si vergognano, che non si schifano di combattere in un esercito vendereccio contro una milizia suscitata da un'idea; coloro che, macellando carne indifesa da cinquemila metri d'altezza, mostrano oggi tanta baldanza ed allegrezza, sono pure gli stessi che ieri, soldato contro soldato, petto contro petto, fuggivano come galline atterrite, vilmente, ridicolmente: cosi a Creta come a Dunkerque, come sulla Somme, come dappertutto! Senonchè io non credo, non posso credere che i massacratori delle nostre città innocenti siano Canadesi. C'è nel mio passato d'oratore mediocre una sola conferenza di cui mi senta soddisfatto, ogni volta che ci ripensi: quella ch'io tenni a un certo istituto di cultura, la sera che vi proiettarono Maria Chapdelaine per un ristretto numero d'invitati. Era fra questi, e c era il suo- motivo, il Console di Francia. Poiché tanto il film di Duvivier che le mie parole avrebbero illustrato, o tentato di illustrare, un tratto nobilissimo della storia francese: quello della prima colonizzazione del Canada, sopraffatta in seguito dalle esose, brutali, immonde soldataglie dell'Inghilterra. Esulati dalla Francia in seguito alle persecuzioni religiose, quei colonizzatori avevano preferito una> vita di proscrizione e di stento all'abiura del loro credo. , Erano dunque degli uomini. E rano dunque degli eroi. Diversa¬ mente da quanto era sempre accaduto in America, dove i pionniers avevano sempre rappresentato il rifiuto degli altri popoli, gente di rapina e di strage, questa volta gli sbarcati erano esseri di fede, preceduti nelle dure, nelle gel'de terre da dissodare da un'umile croce, e seguiti dalle loro donne, dai loro figli, dai loro cani, con tutta la pazienza, e la devozione, e la rassegnazione, e la mansuetudine di chi non tende ad una preda, ma si rassegna ad un sacrificio. Come tanta abnegazione sia poi stata compensata dall'Inghilterra — quell'Inghilterra che aveva già spogliato e massacrato gli Acadiani, non altro colpevoli che d'inchinarsi a Dio prima che alla loro sovranità —- dice la storia, che ancora ne inorridisce. Oh, immolazione dei soldati di Malcolm agli orribili « calzoni rossi > delle Regione isolana! Oh, spaventevoli bandi del Governatore Lawrence, perchè alle turpi cupidigie del suo piratesco paese cedesse, finisse di cedere quel pugno d'uomini che rappresentava, eccezionalmente, non la schiuma ma il fiore d'una razza! Ora questa razza era francese. Francesi erano questi prodi e questi martiri che la Gran Bretagna aggiungeva al lu»go, al lugubre elenco delle vittime sue. — « Nous de Quebec » — era appunto stato, in origine, l'orgogliosa e dolorosa insegna di quel romanzo di Hémon, poi fatto celebre nel mondo con 1 altro titolo di Maria Chapdelaine. Quel canadese dichiarava, a nome di tutti i Canadesi, l'onore di appartenere ad una schiatta d'oppressi, primi e soli colonizzatori d'una terra dove poi era sventolata la bandiera dell'oppressore. Non dunque « Canadesi al soldo degli Inglesi ». Questi, .ovidentemente, non possono essere che dei rinnegati. O dei falsari, oppure non rappresentano, oggi, che i sudici .bastardi di quelli, che si avviavano fra le nevi e le foreste, volontari del lavoro e del martirio, con un'immagine di Cristo sul cuore. Nessun legame, fra questi credenti e quei bestemmiatori. Non è cosi, signor Console di Francia, che tanto mi onoraste quando, avendo io rivendicato-la memoria di cnoua de Quebec >, deste il segnale degli applausi? Ramperti E' stato dato l'allarme: il nemico dà segni di attività, • fanti germanici raggiungono le posizioni di combattimento.

Persone citate: Duvivier