GRETE

GRETE GRETE niiiiiiiiuiiitHHiimniiiinimiHiiiMiiimHnuiiiiuiuiiiiL'odore fitto, ingenuo « rigi-' do delle quattro educande rifaceva terrestre la cabina quadrata della filovia, sospesa allora a metà percorso, e ferma, senza nemmeno un'ondulazione, un timore: la Baronessa che le educava con severità miseramente amichevoli, e della gita ad Avelengo faceva avvenimento didattico, le costringeva a chinarsi, illustrando, oltre i vetri, le ondulazioni delle colline, le torrette dei castelli, i vigneti, il suo casco di cuoio le dava un'aria avventurosa, di aviatrice, e poi maligna, di nonna. Inamidate ed ossequiose assentivano, avevano capelli pesanti, grosse guance, e sul naso, centinaia di puntini neri. Non c'erano nuvole, in cielo, •uè uccelli, il mattino restava d'argento, é vastissimo, composto in perfezioni quasi segrete, di alberi, di acque, di solitudine, e dai lisci campi, o dai neri boschi la luce precipitava, amica, solo sul viso di Grete, per restituirle, ed i due uomini pensavano che era l'ultima volta, la sua mordorata qualità di velluto. — Una volta, in America... Si conosceva benissimo, si amava, prendendo posto nel carrello Bi era addossata alla parete calcolando, con esattezza, i riflessi, sistemando a destra Bruno, perchè non era più importante piacergli, a sinistra Nani, perchè avrebbe potuto guardarlo con gli occhi tornati turchini, minerali e splendenti: sapeva che tra poco, nell'ombra quasi sottomarina del bosco, avrebbe mostrato un viso stanco, di annegata, e bisognava aspettare la siesta al sole, sulla terrazza, in costume da bagno, per riavere la pelle morbjda e accesa, animata di un sudore prezioso quanto un unguento : — In America, proprio sopra •una filovia... Abbassava la voce, fingendo di volersi staccare dal discorrere pedante della Baronessa (non »i salutavano nemmeno, vicendevolmente si dichiaravano decadute e perdute), si avvicinava all'orecchio di Tani, le piaoeva non vederci nemmeno un pelo, solo la carne liscia, con vene sottili, da tessuto, e ancora farlo trasalire, toglierlo ad una convenzione già assurda di amicizia : — Siamo caduti tutti, io sola eono rimasta viva. Bruno non l'ascoltava. Per abitudine, gonfiava il petto, allargava la giacca color catinella, a riquadri rossicci fingendo di rassettarsi mostrava, sulla camicia di seta aperta al collo, le grandi iniziali ricamate, il piccolo stemma, pigro calcolandone l'effetto sulle collegiali, immaginandone i sogni, le inquietudini. Bruno aveva già i peli negli orecchi. — Hai avuto molta paura t — La voce di Tani bastava sempre ad anticiparlo, era molle, educata, alta nelle inflessioni, intimidita nelle finali, i suoi capelli chiari, e già radi, gli occhi liquidi e giovanissimi tra le palpebre gonfie, il gilè di camoscio, i pantaloni di flanella, il meraviglioso orologio da polso, la pigrizia, la speranza, una raffinatezza remota, ed ormai senza spiegazioni, si chiudevano nelle sue vocali strette, colle due consonanti dentellate. — Paura? No. Era certa di ndn aver avuto paura, era oerta di aver vissuto an America per anni, era certa di aver sentito spezzarsi le funi metalliche di una filovia.'Guardava la sua esistenza trascorsa, con distacco, quasi i floridi campi di granturco, nella pianura, e 6ì ricomponeva una Greto viaggiatrice, inventata, non migliore della vera, ma apposta, con gli abiti, i gesti, le pettinature, gli incontri, non goduti, e amorosamente supposti. A testa alta, mostrando nel sorriso teneramente spavaldo anche il luccicare dei due denti d'oro, dedicava a Tani il suo coraggio trascorso. —A Grete non ha mai paura. Bruno .parlava onestamente, e con fastidio, un poco di forfora gli era caduta bui colletto, ma i capelli erano lucidi e compatti, completavano la nobiltà classica e superficiale di un profilo apollineo: — Si può dire che l'ho sposata per questo, e tu vedi, Tani, tu e tutti gli altri, non potete capire, e dite perchè mai Bruno ha sposato questa vecchia donna? E ora anch'io non lo capisco, ma dovevi vederla dodici anni fa, a Nizza, dovevi vederla come faceva qualunque cosa, ca vallo, motoscafo, poker, e anche venire nella mia stanza, di pieno giorno, con venti persone che potevano incontrarla, e lei forte, andita, allegra, io avevo vent'anni, quella volta, e mi sembrava impossibile che proprio a me.v Grete voltò la faccia verso il marito, una nebbia farinosa e densa appannò lo sguardo, aggrinzò gli zigomi, increspò il mento, la mano levata nel diniego apparve grossa, scura, venosa — Ma lascia stare, Bruno... Ricominciava a parlare un italiano incerto, zeppo di irritazio ne, meglio che di imbarazzo, la Grete biancovestita di Nizza le dava fastidio, ne porse un'altra a Tani: tozapplagrigroPGdmsubtuscGasfsodqflapdssadtutdpmgdsotimnsumDmedasèucluinleulrGgcptfcduddngasscvBsmcdrngtactelsnamntslnsdizblv iiiiiinMiiiiiiiiiiiiiimiHiiiiiHuiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiii a e a i , a a u o i a a e ee e, nma il e gil ■— Ero molto malata, In quelepoca, pensavo di morire subito. Il cuore, sai. Offriva a lui il naso accarezzato d'argento, le ciglia dorate pur sotto il rimmel, i musooli riprendevano a giocare, sul oollo, la testa si alzava piccola ed orgogliosa sulle spalle larghe, virili, le educande cessavano di seguire le spiegazioni della Baronessa, trascuravano Castello Pianta per studiare i sandali di Grete, il costume di falsa contadina, a bottoni d'argento, a camicetta di battista trasparente sulle braccia, sul péfto : il grembiule era celeste, di raso. — No, quel che è vero, è vero, tu capisci bene, Tani, che uno sciocco non lo sono mai stato, e Grete, ancora cinque anni fa, ancora quattro anni fa...^ Ancora ieri, ancora oggi : e lo sfogliarsi appassionato delle sue sovrapposte apparenze non ricordava a Tani tanto una cosa, quanto certi dolci della sua infanzia, ricchi, morbidi, sbriciolati, e anche i croissant» di un piccolo caffè, a Parigi. Qualcosa di commestibile, di fragrante, di sfatto. i — Ma lascia stare, Bruno... Gli guardava lo stemma, che sapeva falso, con l'astio dedicato ad una ferita vergognosa, gli dedicava una fronte accigliata, turgida, nera, la virilità, assoluta, vanitosa, di lui, la infastidiva, sinceramente, senza rimpianto nè invidia, quasi una forma estrema di volgarità. — Mio caro, la duchessa Margherita, detta la Maultasch... La baronessa diventava stridula, le ragazzine corrugavan le sopracciglia per mostrarsi attentissime, la filovia si rimetteva in moto, Bruno sbadigliava, senza nasconderlo, Grete sorrideva, il suo sorriso meditato, suggerito, ma solo un poco, da Marlene Dietrich, il sorriso che le confermava una diversa, quasi ignota e sempre amata 6e stessa: Tani diventava poverissimo, spento, appena la vedeva sorridere così, sènza apparente motivo, ma, per una complicità divertente e taciuta con mille avvenimenti per lui invisibili. Cercava, sempre inutilmente, un motivo, per lei : le ultime parole del marito, pur umilianti per un'altra donna, l'orizzonte, la giornata, la Baronessa: del resto non .capiva Grete, nè le sue giornate insignificanti e gremite, nè la sua casa linda e disordinata, nè quei pasti, confusi, che preparava sul tavolo del giardino, e sul pianoforte del salotto, due uova, e carne eccessivamente frolla, e drogata. — Una mia nonna, Tani, era uguale alla Maultasch, voglio dire, orribile, forse anch'io lo diventerò vecchia. Fece una smorfia infantile, se ne pentì a mezzo, rimediò allargando su Tani occhi interamente adorabili : — Sei già vecchia, Grete. Pareva che Bruno non sapesse dire altro : lo diceva con tristezza, con avvilimento, con rancore, Tani pensava che Grete dovesse soffrirne, eppure »era solo Bruno che gli faceva pietà, quasi che non a Grete la giovinezza mancasse, ma a Bruno la capacità di vederla qual'era, nel sole della filovia, con le sue innumerevoli storie, tutte sparse intorno, con la sua indifferenza raggiante: era possibile che diventasse così brutta, domani, forse anche stasera, ma il gusto, zuccherino e grasso, di un cibo amate le sarebbe rimasto, e il caldo, elastico vigore. Cercò un ricordo letterario che lo soccorresse. Casanova o Balzac, le quarantenni, le centenarie, durevolmente amate, trovò solo, ^ gli parve misero appena pronunciato, un nome : — Ninon de Lenclos.. Bruno rise, aprendo lo sportello della cabina, che si arrestava, all'arrivo : era un riso malinconico, anche la Baronessa se ne accorse, avviandosi dignitosa sulla scaletta, anche le educande, che trasferivano sul sentiero il loro impaccio lentigginoso, calzato di scuro, anche Grete, che battè un piccolo colpo sulla spalla di Tani, mormorando, « povero Bruno », lasciò lì la sua mano, un momento, con le lividure, i gonfiori, le macchie, incancellabili, ormai, e stabilì forse un patto, fu per l'ultima volta leale. Poiché Tani si chinava a baciarla, respirando tra le nocche qualcosa di semplice, di fascinoso e di perduto (forse un pomeriggio d'infanzia, in cam paglia, l'erba, la merenda, una istitutrice, un gioco di corsari). Grete gli guardò la nuca, esile, fresca, debolissima, la confrontò alla dura nuca un poco grassa di Bruno che li precedeva all'uscita. — Bruno, ho dimenticato qual cosa, scendo con Tani, torniamo subito, puoi ordinare la colazione. _ - Sapevano benissimo che non sarebbero risaliti più. Irene Brin snLuarFsdfSsnuCmldtmqgvdcgfgdsnoztId HI nuovissimo mezzo motorizzato leggero germanioo, la motocicletta a cingoli, ha avuto largo impiego, grazie alle sue eccezionali doti di maneggevolezza e di potenza, (Foto Atlantic)

Luoghi citati: America, Avelengo, Grete, Nizza, Parigi